30. Vieni via con me
Usciamo di casa lentamente e una volta chiusa la porta alle mie spalle decido di non voltarmi più. Di lasciare quelle mura e quei ricordi nel mio passato, di dimenticarmene. E provare a ricominciare a vivere.
Andreas propone di fermarci ad un bar per mangiare qualcosa prima di ripartire.
-Cosa prendi? – mi chiede facendomi sedere ad un tavolino.
-Un caffè grazie –
Si allontana qualche minuto prima di tornare con due caffè.
Sorseggio il mio lentamente notando che lui si limita a fissare il suo pensieroso.
-Andre tutto bene? – domando.
-Hai già deciso cosa fare dopo aver confessato? – mi chiede lui ancor prima che io finisca di fargli la domanda.
Resto un po' interdetta mordendomi un labbro.
Lui torna a guardarmi.
-Non ci avevo pensato in realtà – confesso.
Sorseggia il suo caffè senza dire nulla.
-Senti non voglio metterti fretta né spaventarti, ma sai, avevo pensato che potremmo andare a vivere insieme – pronuncia velocemente le ultime parole.
Il caffè mi va quasi di traverso. Tossisco una sola volta cercando di nasconderlo.
Lui si mordicchia il labbro inferiore, visibilmente in ansia aspettando una mia risposta.
-Andreas non lo so, insomma... –
Lui abbassa lo sguardo a disagio e visibilmente dispiaciuto, probabilmente si aspettava una reazione diversa da parte mia.
Ma, insomma, com'è che avrei dovuto reagire?
Un conto è fare programmi ed esprimere desideri abbracciati sulla spiaggia, un altro è trovarsi a doverli affrontare.
Non so se io sia pronta.
-Non fraintendermi, mi piacerebbe tanto, ne abbiamo parlato diverse volte e lo sai che per me sarebbe un sogno ma, non lo so, tu ne sei sicuro? Io non ho neanche finito la scuola e non voglio essere un peso per te, né voglio dover far affidamento su di te, vorrei avere una certa indipendenza prima di vivere insieme, non so se pensi sia sbagliato o altro –
-Cosa? Cate non scherzare neanche, per me non saresti assolutamente un peso, non voglio che ti faccia sentire a disagio dover dipendere da me perché per me sarebbe un sogno poterti viziare e vederti far parte della mia quotidianità –
Sorrido leggermente.
Non pensavo avesse davvero queste intenzioni.
Sì, ha dimostrato di amarmi e non posso negarlo, ma addirittura voler trascorrere il resto della sua vita con me... non pensavo che qualcuno ne avrebbe mai avuto il coraggio.
-Sai la scorsa settimana sono mancato perché sono stato a Londra, ho avuto un colloquio di lavoro per un'azienda abbastanza altolocata, sono disposti a retribuirmi bene e li sono piaciuto quindi mi hanno detto che appena voglio il lavoro è mio. Fino a poche ore fa pensavo ancora di rifiutare perché accettare avrebbe significato starti lontano e non l'avrei mai voluto, ma adesso che le cose sono cambiate mi piacerebbe che tu venissi con me. Possiamo comprare una casa a Londra e tu puoi continuare gli studi, mio zio lavora in un liceo e riuscirebbe a farti recuperare l'anno. Insomma Cate, io penso che tu sia ancora in tempo per farti una vita e se sei d'accordo vorrei esserci –
Sono senza parole. Era disposto a lasciare un lavoro migliore di quello di adesso solo per restare al mio fianco. Ed è disposto a portarmi con sé a Londra e a regalarmi una vita nuova, un nuovo inizio.
Che cosa ho fatto per meritare una persona così nella mia vita?
Poggio la tazza di caffè che continuavo a stringere tra le dita e infilo la mano tra i capelli di Andreas prima di annullare le distanze tra di noi e baciarlo.
Gioca con la mia lingua, io gli mordo il labbro inferiore e lui ricambia sorridendo.
-Quanto vorrei che fossimo soli – mormora staccandosi con tristezza.
-Beh penso che in quella casa a Londra avremo tempo per questo genere di cose – mi mordo un labbro guardando le sue.
-È un sì? – chiede quasi balbettando.
Annuisco sorridendo prima di scappare fuori dal locale.
Mi segue ridendo ed arriviamo correndo alla sua moto parcheggiata in un vicolo dietro il bar. Andreas mi solleva facendomi sedere sulla moto e mi guarda a lungo negli occhi.
-Ma dici serio? - chiede, ancora incredulo.
Ridacchio e gli infilo una mano tra i capelli avvicinandolo a me.
-Dico serio - sussurro a pochi centimetri dal suo volto e lui mi bacia il sorriso.
Lo voglio al mio fianco per tutta la vita.
È questo quello a cui penso mentre Andreas sorridente recupera il casco e me lo infila con delicatezza.
-Ti amo – gli dico per la prima volta.
Senza pensarci, senza ascoltarmi.
Lui si ferma e, se possibile, sembra essere ancora più incredulo di prima.
-Dillo di nuovo – mi chiede.
-Ti amo Andreas Anderson – ripeto lentamente.
Mi sorride.
-Ti amo anch'io Cateline Russel –
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