21. I girasoli

-Sono anni che sognavo di rivederla - dico mentre camminiamo per le strade della mia città preferita.
Qui c'è una vita che non si può spiegare a parole, Londra la si può capire solo quando la si vede. È meravigliosa.
Ci sono stata solo una volta tre anni fa, ed era per una visita medica; insomma, sicuramente non fu la scusa migliore per vederla.
-Allora? Dove vuoi andare? - mi chiede.
Stiamo attraversando il Tower Bridge.
-Alla National - rispondo lentamente con gli occhi che brillano.
-Giusto, dimenticavo di aver portato a Londra un'artista -
Mi piacerebbe vivere qui, passare per queste strade e sentirle famigliari, conoscere ogni singolo centimetro di questa città, muovermi con sicurezza per andare all'università o a lavoro.
Fare amicizia con gli artisti di strada e magari essere una di loro, portare qui la mia arte e riuscire a farla apprezzare.
Tutto ciò che vorrei è fare quello che mi fa stare bene e poterlo condividere.
Chissà cosa ha disegnato questa vita per me? Chissà se potrò essere felice davvero, e non soltanto per qualche attimo.
Passiamo per i parchi immensi e verdi di Londra, ridendo di qualche turista un po' impacciato e correndo dietro agli scoiattoli e, un po' bagnati per aver giocato con l'acqua ad una fontana, arriviamo alla National Gallery.
Era troppo tempo che desideravo di entrarci.
La tranquillità e l'aria che sa di arte di questo museo mi mettono subito a mio agio. È come se riuscissi a sentire il profumo degli acquerelli o della cera provenire dai dipinti, riesco addirittura ad immaginare l'atmosfera in cui questi quadri sono nati.
Mi perdo per i corridoi del museo senza preoccuparmi che Andreas mi segua: so che lo sta facendo.

Andreas
Seguo Cate mentre passa rapidamente da un dipinto ad un altro osservandogli tutti nei minimi dettagli, quasi ci fosse qualcosa che a chiunque altro è fuggito e lei deve fare in modo di ritrovarla. Non le dico nulla, mi limito a guardarla, per paura di farle perdere la concentrazione.
È così bella.
Che cazzo me ne faccio di tutti questi quadri quando c'è lei che è più magica della Notte stellata e più bella del Bacio di Klimt?
Resterei a guardarla per ore. A guardare i suoi occhi scuri muoversi velocemente mentre scruta il mondo, mentre nota i particolari a cui gli altri non fanno caso. A volte penso che sappia guardare così tanto da riuscire a leggere dentro le persone. Chissà cosa ci vede in me?
La guardo rigirarsi un ciuffo di capelli neri tra le dita; quanto vorrei accarezzarglieli in questo momento, i suoi capelli mossi che profumano sempre di camomilla.
E poi le sue labbra. Quanto cazzo sono perfette? Sembrano essere state disegnate con uno di quei pennelli che ha sempre tra le dita, e la sua bocca sembra essere stata fatta apposta per sorridere. E quando sorride è meglio di qualsiasi alba o tramonto che possa illuminarle il volto in riva al mare.
Sembra essere nata per starci, al mare. Non l' ho mai vista così serena come quando l'acqua le bagnava i piedi sulla riva, come quando chiudeva gli occhi lasciandosi cullare dal rumore delle onde che si rincorrevano nel mare.
Ce la porterei sempre al mare, vorrei poterglielo regalare.
Ad un certo punto si ferma davanti ai Girasoli di Van Gogh.
Mi avvicino lentamente.
-È sempre stato il mio preferito Van Gogh. E ho sempre amato i girasoli - dice per poi tacere per un po' perdendosi nel giallo di quel dipinto. Mentre io mi perdo in lei - Non è bellissimo? - chiede guardandomi con gli occhi che luccicano.
Mi mordo un labbro lentamente, passando lo sguardo da lei ai Girasoli, e poi di nuovo a lei.
È questione di attimi.
Non so cosa mi prenda, non riesco a fermarmi e la bacio.
Infilo la mano tra il suo collo ed i suoi capelli, accarezzandogli una guancia con il pollice mentre sento le sue labbra morbide a contatto con le mie. Quando sento che si rilassa rendo il bacio più intenso mentre lei mi passa una mano tra i capelli.
La voglio. Voglio lei e nient'altro.

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