12. E se fosse amore?
-Dov'eri finita ieri sera? – mi incalza Nicole mentre riempie il suo vassoio per il pranzo.
-Dovevo fare pipì – mi giustifico versando del brodo nel mio piatto poco prima di urtare la ragazza a fianco a me facendole rovesciare addosso una bevanda.
-Oddio scusami – dico subito aspettandomi i peggio insulti.
-Tranquilla, con un po' di acqua va via – mi sorride lei.
Le sorrido anche io e poi seguo Nicole al tavolo.
-Ah sì? E sentiamo, chi ti ha accompagnata in bagno? – mi chiede come se sapesse già la risposta e non aspettasse altro che la mia confessione.
-Andreas – rispondo indifferente sorseggiando il brodo.
-Lo sapevo! – strilla Nicole colpendomi e facendomi rovesciare addosso la pasta.
E che cazzo.
-Porca puttana, Nicole! – urlo cercando un tovagliolo.
La differenza di linguaggio usato in queste circostanze tra me e la ragazza di prima mi appare molto evidente.
Nicole ride un po' e aspetta che io mi sia pulita per riprendere il discorso.
-Andiamo, cosa c'è sotto? – chiede con lo sguardo di un agente dell'FBI.
-Sotto a cosa? –
-Sotto al piatto, che dici? Sotto a te, lui, voi! Cazzo, state insieme? – strilla mentre Andreas fa il suo ingresso in mensa.
Lo vedo guardarsi intorno fino a quando i suoi occhi non si posano su di me. La sua bocca si apre in un sorriso e mi fa un cenno. Ricambio sorridendo anch'io.
Mi stava cercando.
Distoglie lo sguardo e si dirige verso la cucina.
Nicole ovviamente ha notato tutta la scena.
-Non mi freghi piccola ribelle, lo sai? –
-Non sto fregando nessuno, Nicole. Come ti salta in testa che stiamo insieme? Non posso stare con la mia guardia – dico continuando a seguire Andreas con lo sguardo.
-Però non ti dispiacerebbe – fa un sorrisetto sornione.
-Ma Nicole! – la rimprovero.
-Andiamoooo, ti piace, è evidente. Anzi no, gli piaci. Ah, che belli che siete? –
-Ma zitta – sbeffeggio.
Andreas torna a guardarmi mentre sta in fila per il pranzo. Reggo il contatto visivo e dopo un po' faccio una smorfia.
Cerca di restare serio, ma poi ridacchia senza smettere di guardarmi. Inizio a sentire le guance accaldarsi e così mi arrendo tornando a concentrarmi sul mio piatto.
-Adoro – sussurra Nicole divertita.
Un po' mi da fastidio il fatto che pensi che sotto al rapporto di me e Andreas ci sia qualcosa di più di un'amicizia sincera. Sto bene con lui, ma in tutti questi mesi non ho mai provato a guardarlo, a guardarci, in modo diverso da quel che siamo.
Perché amo questa cosa che c'è tra di noi, questa complicità, il cercarci tra la gente e trovarci in pochi secondi, sorriderci anche quando non ce n'è bisogno, semplicemente perché ci viene naturale.
Con lui tutto è più naturale, con lui io sono me e basta.
Non devo dimostrare di essere nessun altro, di saper fare nient'altro, o di provare altro.
Ci conosciamo da così poco, eppure mi sembra di aver condiviso con lui una vita intera.
Sappiamo capirci e, nonostante bisticciamo per ogni singola frivolezza perché più diversi di così non potremmo esserlo, sappiamo sempre tornare ad essere noi in pochi secondi. Perché noi siamo più importanti di tutto, anche dell'orgoglio.
E sono certa che saremmo capaci di dare la vita l'uno per l'altra perché da quando sto con lui tengo di più a me stessa, ma a lui tengo anche di più.
Come lo spieghi a parole un legame così?
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