Capitolo 98 - Offerte inaspettate

Del loro compagno rimasto un po' più indietro ormai non vi era più traccia, mentre lo stesso non poteva dirsi per il suo ostaggio, che invece si trovava ancora al proprio posto davanti al muro. L'unica differenza era che adesso se ne stava rannicchiato al suolo con la faccia nascosta tra le mani, non meno terrorizzato dei suoi ex aggressori.

Divorato dal senso di colpa, Alessandro emise un lungo sospiro, e dopo aver recuperato dal selciato i cioccolatini che miracolosamente erano sfuggiti illesi alla baraonda di poco prima, si inginocchiò davanti a lui.

''Ehi'' esordì conciliante, ''so che non capisci quello che dico, ma volevo solo farti sapere che è tutto finito. Quando ti senti pronto puoi anche scoprire gli occhi''

Rendendosi conto che quel discorso per lui incomprensibile difficilmente l'avrebbe convinto a fare alcunché, Alessandro decise di provare con qualcosa di più semplice.

''Niente mostri'' disse scandendo per bene le parole, ''promesso''

L'appello parve funzionare, e la prima cosa che vide il ragazzo non appena ebbe abbassato le mani, furono i tre cioccolatini dall'incarto a tema koala che Alessandro teneva sul palmo aperto, ad appena un paio di spanne dal suo naso.

''Ti va un cioccolatino?''

Il ragazzo rialzò cautamente la testa, fin quando non riuscì ad incrociare lo sguardo con l'interlocutore.

''Lei è Kama, vero?'' gli domandò in perfetto inglese.

Alessandro sbarrò gli occhi.

''Parli inglese?'' chiese stupito.

''Sicuro'' confermò il ragazzo annuendo, ''certo che lo parlo''

Dal modo in cui lo disse sembrava che ai suoi occhi fosse qualcosa di assolutamente normale, ma Alessandro non la pensava esattamente allo stesso modo. Durante quei cinque giorni trascorsi in Giappone infatti, le volte in cui aveva incontrato qualcuno che parlasse un inglese fluente si contavano sulle dita di una mano. E Takeshi era compreso.

''Ah, bene'' commentò abbozzando un sorriso, ''meglio così allora. In questo modo ci risparmiamo l'imbarazzante conversazione a gesti''

Dato che il ragazzo non sembrava interessato ai cioccolatini Alessandro se li rimise in tasca e lo aiutò a rialzarsi porgendogli la mano. Era un ventenne di bell'aspetto dai capelli neri tenuti corti, con addosso una felpa dello stesso colore ed un paio di blue jeans.

Ora che si trovava in piedi davanti a lui, Alessandro poté constatare che il divario di altezza tra di loro risultava pressoché inesistente. In effetti, per uno strano scherzo del destino, persino di faccia non erano poi molto diversi, al punto che un occhio inesperto avrebbe potuto scambiarli facilmente per parenti.

''Io mi chiamo Jiro'' gli rivelò il giovane con un profondo inchino. ''Tanaka Jiro''

''Tanto piacere'' disse Alessandro imitando il gesto.

Jiro raddrizzò la schiena.

''È davvero lui?'' domandò a bruciapelo.

Alessandro inclinò la testa con aria interrogativa, costringendo Jiro a proseguire.

''Insomma, è davvero Kama'' precisò mentre si massaggiava nervosamente il retro del collo, ''oppure è...'' Come se una prospettiva agghiacciante l'avesse improvvisamente fulminato, il ragazzo ammutolì di colpo e poi rivolse lo sguardo sul selciato. ''Qualcun altro?''

''Tranquillo, sono io'' lo rassicurò Alessandro.

In un istante la testa di Jiro scattò nuovamente verso l'alto. I suoi occhi brillavano di un'eccitazione che difficilmente sarebbe potuta rimanere inespressa ancora a lungo. Se non voleva ritrovarsi tutta Osaka addosso, Alessandro capì di dover agire alla svelta.

''Per favore non gridarlo ai quattro venti'' lo anticipò alzando le mani, nel momento esatto in cui lo vide aprir la bocca. ''Per stasera credo di aver già rischiato a sufficienza''

Il brutto presentimento che lo colse proprio mentre finiva di rivolgere quell'appello, lo spinse a voltarsi verso destra. Con suo enorme sollievo il vicolo risultava deserto, ma quando ebbe fatto lo stesso anche a sinistra, scoprì che un trio di persone stava entrando al Kogane no koi.

Tuttavia, nessuno di loro parve accorgersi della loro presenza, tant'è che varcarono la soglia del locale senza nemmeno degnarli di una fugace occhiata. Nonostante la trasformazione, il ruggito e le urla dei ragazzi, per una volta tanto la fortuna sembrava essere della sua parte.

O ameno, così pareva.

La luce proveniente da alcune delle finestre che si affacciavano sul vicolo, esattamente sopra la sua testa, pensò a demolire immediatamente quella rosea ipotesi.

''Dici che ci abita qualcuno lì sopra?'' chiese preoccupato guardando in direzione delle finestre illuminate.

''Non lo so'' ammise imbarazzato Jiro, prima di aggiungere: ''Penso di sì''

Alessandro fece una smorfia e poi gettò l'occhio in direzione del ristorante in fondo alla stradina. Se soltanto avesse cambiato sembianze, forse avrebbe ancora fatto in tempo ad ordinare quella famigerata testa di tonno formato famiglia. Comunque sia, doveva sbrigarsi. Nel caso il gruppo di teppisti avesse disgraziatamente deciso di fare ritorno portandosi dietro la polizia, per allora sarebbe stato meglio non farsi trovare sul luogo del delitto.

''Mi perdoni se glielo chiedo, ma cosa ci fa da queste parti?'' domandò Jiro a bruciapelo.

Come se si svegliasse da un sogno ad occhi aperti, Alessandro tornò a rivolgere la propria attenzione su di lui.

''Sono...diciamo che è una specie di vacanza'' rispose con una scrollata di spalle.

Gli occhi di Jiro si illuminarono

''Fico'' commentò ammirato.

Sentendosi leggermente a disagio, Alessandro cercò di cambiare argomento.

''Scusa per lo spettacolino, ma quando mi innervosisco tendo ad essere un po' troppo teatrale''

''No, è stato fantastico invece'' ribatté Jiro con decisione, ''è solo l'ultima parte che mi ha colto alla sprovvista, ma non è colpa sua. Il fatto è che...'' Ammutolì di colpo, mordendosi il labbro, come se si vergognasse di concludere la frase. ''Mi terrorizzano le scimmie''

Alessandro sollevò le sopracciglia e Jiro abbozzò un sorriso imbarazzato.

''Dopo aver giocato da bambino a Yoru no ikimono non mi sono più ripreso'' rivelò a mo' di giustificazione.

Anche se stava soltanto cercando di ricordare a quale videogioco si riferisse, Jiro sembrò scambiare l'espressione assorta di Alessandro come un segno di insofferenza verso la propria codardia. Nel disperato tentativo di depistare altrove l'attenzione, abbassò lo sguardo sul selciato, fin quando non ebbe individuato un luccichio ad appena un metro da lui.

''Sono i suoi soldi quelli?'' E senza attendere risposta, si affrettò a raccogliere le monete sparse per terra. ''Non si preoccupi, l'aiuto a riprenderli''

''No, non c'è bisogno'' cercò di dissuaderlo Alessandro, ''veramente non devi...''

Non ci fu niente da fare. Prima ancora che fosse riuscito a chinarsi sul selciato, Jiro aveva già raccolto l'ultima moneta, e gliela stava porgendo insieme a tutte le altre.

''Grazie mille'' disse accettando il mucchietto sonante, per poi infilarselo nella tasca dei pantaloni.

''In realtà sono io che dovrei ringraziare lei'' ribatté Jiro sorridendogli affabile, ''è un grandissimo onore poterla incontrare, Kama-sama''

Alessandro sorrise in risposta, nonostante l'ennesimo inchino di Jiro lo fece sentire terribilmente a disagio.

''Perché quei tizi ti hanno aggredito?'' domandò a bruciapelo. ''Volevano rapinarti?''

Gli occhi di Jiro si spalancarono per lo stupore.

''Rapinarmi?'' chiese incredulo.

''Non ti stavano chiedendo dei soldi?''

Jiro sorrise.

''Sono solo dei Mirai Nashi a cui piace importunare la gente che va in giro da sola'' spiegò con semplicità. ''Per lo più lanciano insulti a caso e fanno i gradassi, ma dopo poco si stufano e ti lasciano andare. Sarà la terza volta in un due mesi che ne incrocio un gruppo e non si sono mai spinti oltre questo''

Praticamente dei cloni di Matteo in versione nipponica. Più la conversazione andava avanti e più Alessandro si sentiva stupido.

''Dici che ho esagerato?'' chiese con amarezza.

''No!'' esclamò Jiro scuotendo vigorosamente la testa, ''lei è stato molto gentile. D'altronde, non poteva sapere chi fossero o cosa volessero. La sua è stata semplice prudenza''. Aggrottò la fronte con aria severa. ''E comunque, si erano comportati in maniera molto brutta con lei. Ha fatto bene a dargli una lezione''

Nonostante non fosse affatto convinto della loro veridicità, Alessandro gli fu riconoscente per quelle parole.

''Certo'' confermò con un cenno del capo.

Jiro gli scoccò un largo sorriso.

''Senti, è stato un piacere poterti dare una mano'' premise Alessandro pacato, ''ma ti dispiacerebbe non dire in giro che mi hai incontrato?''. Indicò col pollice il fondo del vicolo verso cui erano fuggiti i teppisti. ''È improbabile che credano a quei cinque, se però i testimoni cominciano a moltiplicarsi le cose potrebbero diventare complicate''

''Ma certo Kama-sama'' promise Jiro con convinzione, ''se lei vuole questo, allora non lo dirò a nessuno''

''Ti ringrazio'' disse Alessandro riconoscente.

Jiro continuò a fissarlo con gli occhi luccicanti e Alessandro capì fosse venuto il momento dei saluti.

''Va bene, ora però sarà meglio che vada'' Scrollò le spalle e abbozzò un sorriso. ''Beh, ciao''

Si era appena voltato in direzione del Kogane no koi, quando Jiro parlò di nuovo.

''La prego, aspetti un secondo''

Rispondendo al richiamo Alessandro si voltò indietro, ma non appena si ritrovò faccia a faccia con lui, Jiro sembrava essersi completamente dimenticato il perché avesse aperto bocca, che infatti tenne saldamente sigillata. Non sapendo cosa pensare di quell'improvviso mutismo, Alessandro stava per chiedergli spiegazioni, quando gli tornò in mente chi fosse e cosa questo volesse dire.

''Vuoi un selfie?'' domandò con velata rassegnazione.

''Lo farebbe veramente?'' chiese Jiro speranzoso.

''Purché aspetti qualche giorno prima di mostrarle in giro''

Controllando attentamente che non vi fossero passanti in vista prima di effettuare gli scatti, Alessandro gli concesse ben cinque foto. La prima nella sua forma intimidatoria (in questo caso, per effettuare il selfie, dovette far sedere Jiro sul proprio avambraccio destro), e le altre con l'aspetto dei personaggi di alcuni manga famosi.

Mentre controllava le foto appena scattate sul display dello Smartphone, Jiro aveva la stessa espressione di un bambino il giorno di Natale.

''Soddisfatto?'' gli chiese Alessandro, intanto che il ragazzo passava in rassegna i selfie per la terza volta.

Per tutta risposta Jiro inclinò il busto in un profondo inchino.

''Grazie mille, Kama-sama'' disse riconoscente.

''Figurati''. Alessandro batté le mani, producendo un singolo sonoro clap. ''Beh, se abbiamo finito, ho una testa di tonno che mi aspetta''

''Non ha ancora cenato?'' domandò Jiro, lasciando trapelare un sincero interesse.

''Tecnicamente sì, ma i confini dei miei pasti tendono ad essere alquanto vaghi''

Jiro ripose in tasca il cellulare.

''Prima che mi imbattessi in quei tizi stavo andando ad un'izakaya qua vicino'' gli confessò in tono leggero. ''Ho prenotato un tavolo con alcuni amici dell'università, ma trovare un posto libero in più non sarebbe un problema e poi, insomma...'' Si massaggiò il retro del collo. ''Ecco, sarebbe davvero fantastico se potesse venire anche lei''

''A cena fuori?'' chiese Alessandro alzando un sopracciglio.

''Non è niente di che'' lo rassicurò Jiro, ''mangiamo dei sakana e ci prendiamo qualche birra. Il fatto è che mio cugino è appena arrivato da Kure e volevamo festeggiare un po' ''

''Ti ringrazio per l'offerta, ma non credo sia il caso'' rispose Alessandro in tono educato, ''finirei soltanto per disturbarvi, e comunque parlo solo inglese''

''Ma anche i miei amici lo parlano'' insistette Jiro annuendo, ''siamo iscritti all'università di Osaka e molti corsi li seguiamo apposta in inglese per prepararci a futuri stage all'estero. L'ultima volta che abbiamo fatto il test siamo stati classificati come livello C1''

Alessandro sgranò gli occhi.

''Davvero?''

''In realtà il mio amico Keita dovrebbe essere un C2, ma non vorrei confondermi col tedesco''. Ridacchiò tra sé e sé. ''Lui è iscritto alla facoltà di lingue, sa''

''Complimenti'' commentò ammirato Alessandro.

''Viene anche lei, allora?'' domandò Jiro con una punta di ottimismo.

''Non cred...''

L'espressione gioviale di Jiro era diventata talmente eloquente che Alessandro fu costretto ad interrompersi a metà della frase. Non gli piaceva l'idea di deludere quel ragazzo che lo fissava con gli occhi luccicanti, ma non voleva nemmeno rinunciare all'opportunità di vincere la sfida al Kogane no koi.

Cosa fare quindi? Mangiare la testa di tonno al ristorante o andare a cena con Jiro e i suoi amici?

Testa di tonno.

Socializzare.

Testa di tonno.

Socializzare.

Testa di tonno.

Socializzare.

Socializzare con la testa di tonno

No, così non andava.

Rendendosi conto che la stava tirando troppo per le lunghe, Alessandro rivolse un'ultima occhiata all'insegna a forma di carpa del Kogane no koi. A quel punto gli tornò in mente l'invito di Violet.

Esci fuori e divertiti.

Alessandro emise un profondo sospiro.

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