Capitolo 27 - Riflessioni

Mancato il bersaglio per la terza volta, la banconota si piegò contro la superficie della macchinetta senza riuscire ad entrare nella fessura. Alessandro provò subito di nuovo, ma la mano gli tremava così violentemente che il suo ennesimo sbaglio fu pressoché scontato. Al quinto tentativo sembrò riuscirci, tuttavia, non appena ebbe mollato i dieci Euro, questi vennero immediatamente risputati fuori, finendo per cadere sul pavimento.

''Merda'' sibilò nervoso, mentre si chinava a raccogliere il denaro da terra.

Stava già per riprovare, ma Marco stese il braccio come per bloccarlo.

''Lascia stare, faccio io'' disse comprensivo.

Fattosi consegnare la banconota la stirò per bene, per poi inserirla dentro alla fessura del distributore. La macchinetta accettò il denaro senza problemi.

''Grazie'' disse Alessandro, mettendosi a digitare sul tastierino.

Selezionò la barretta cocco e caramello e prese tutte quelle che poteva permettersi. Stava aspettando che cadesse anche l'ultima, dopo che le altre quattro erano già finite dentro il cesto di raccolta, quando la carta dello snack si incastrò nella spirale, restandosene sospeso sul vuoto.

Sforzandosi di non andare in escandescenze, Alessandro sferrò uno schiaffo contro la fiancata destra del distributore, che sbattuto bruscamente di lato oscillò pericolosamente sui piedini di sinistra, evitando di cadere soltanto perché lui riuscì a rimetterlo in asse all'ultimo momento.

In ogni caso, la barretta cadde di sotto, e Alessandro si affrettò a raccoglierle tutte e cinque ficcando le mani attraverso lo sportello inferiore. Non volendo bloccare la coda che già andava formandosi, prima di affrontare l'argomento Marco attese che si sistemassero sul primo davanzale subito fuori dall'area snack.

Al di là dalla finestra appannata splendeva un insolito sole.

''Sei nervoso oggi'' commentò preoccupato, intanto che lo osservava scartare la prima barretta. ''È successo qualcosa a casa?''

''No, va tutto bene'' rispose Alessandro scuotendo la testa.

Staccò metà barretta con un morso si mise a masticare in silenzio, gli occhi puntati sul cortile esterno.

Conoscendolo fin dai tempi delle medie Marco non ebbe difficoltà a capire che stesse mentendo, anche se dubitava seriamente che potesse esistere qualcuno di così ingenuo da lasciarsi ingannare da una risposta come quella. A dispetto delle sue parole rassicuranti, il volto di Alessandro era una maschera di afflizione.

Dato che non aveva senso insistere, provò a spostare la conversazione altrove. Magari, se solo fosse riuscito a risvegliarlo dal suo stato apatico, avrebbe finito per lasciarsi sfuggire qualche informazione in più.

''Sai, stavo pensando, tu la conosci bene Alice''

Alessandro, che stava per dare il primo morso alla seconda barretta, si fermò di colpo e voltò la testa verso di lui. Lo sguardo perplesso con cui lo fissò mise Marco terribilmente a disagio.

''No, ecco, volevo solo sapere...quali sono i suoi generi?''

''I suoi generi?'' ripeté Alessandro senza capire.

''Di film, serie tv, libri, musica, cose così''

Alessandro era confuso. A giudicare dal suo sguardo, sembrava quasi che l'amico gli avesse appena parlato in portoghese.

''Non credo che...'' bofonchiò incerto.

''Secondo te accetterebbe un invito in pizzeria?'' lo interruppe Marco, decidendo di tagliare la testa al toro.

''La vuoi invitare in pizzeria?'' chiese Alessandro aggrottando le sopracciglia.

''Magari'' rispose Marco scrollando le spalle.

Alessandro scosse la testa.

''Non funzionerebbe''

Tornò a guardare fuori dalla finestra e diede un morso alla barretta, ma quella risposta così tranchant non poté non risvegliare la curiosità di Marco.

''Perché?'' chiese con semplicità.

Alessandro smise di masticare, e dopo alcuni secondi di incertezza, inghiottì il boccone.

''È già impegnata'' tagliò corto lui, senza nemmeno voltarsi.

''E con chi?'' lo incalzò Marco incuriosito.

Allontanata la barretta dalle labbra, Alessandro si voltò verso l'amico e lo guardò dritto negli occhi.

''Con uno di quinta, ma di un'altra scuola'' rivelò in un tono che suonava decisamente definitivo. ''Uno grande e grosso. Più grosso di me''

Marco sgranò gli occhi.

''Ah, ok'' disse distogliendo lo sguardo, ''fa niente allora''

Alessandro si ficcò in bocca ciò che restava della barretta al cocco e riprese a guardare il cortile oltre il vetro.

Approfittando della giornata quasi primaverile molti studenti avevano deciso di trascorrere la ricreazione del mattino all'aperto, e alcuni ragazzini delle medie si erano addirittura spinti ad improvvisare una mini partita a basket. Solo una persona sembrava totalmente indifferente al clima sereno attorno a lui.

Seminascosto dietro un tiglio, non molto lontano dalla fontanella davanti al porticato est, Matteo fissava l'asfalto del cortile con le mani infilate nelle tasche, rialzando lo sguardo solo quando sentiva qualche esclamazione più intensa del normale proveniente dal gruppetto impegnato a giocare a pallacanestro.

Se non si faceva caso al comportamento insolito, il suo aspetto sembrava lo stesso di sempre, ad eccezione del berretto da baseball rosso che calzava in testa. Le ragioni dietro quell'apparentemente inspiegabile cambio di look divennero chiare molto presto.

Mentre Alessandro finiva di scartare la terza barretta il ragazzo si guardò attorno con circospezione, e una volta assicuratosi che nessuno lo stesse osservando, si tolse il cappello per grattarsi la sommità del capo. In mezzo alla massa di capelli castani spuntavano tre piccoli ciuffi bianchi.

A quella vista Alessandro parve rabbuiarsi ancora di più.

Aveva sbagliato. Adesso se ne rendeva conto. Non avrebbe dovuto vendicarsi, così come non avrebbe dovuto fare molte altre cose. Perché l'aveva capito solo ora? Era proprio necessario ritrovarsi con quattro morti sulla coscienza per giungere a quella stessa conclusione? Non avrebbe potuto arrivarci prima?!

Senza che lo volesse la sua mente prese a vagare tra i ricordi, finché la nebbia che gli offuscava il cervello si dissolse, e lui tornò di nuovo a quella serata maledetta. Per riflettere su ciò che sarebbe potuto essere, sulle occasioni mancate, e sugli errori commessi.

Era ovvio al di là di ogni ragionevole dubbio, che se si fosse limitato a restarsene nel suo letto a contorcersi in preda ai morsi della fame, niente di ciò che rimpiangeva sarebbe mai avvenuto, ma forse quell'esito disastroso non era diventato inevitabile nel momento stesso in cui aveva varcato la soglia dell'appartamento.

Se solo avesse agito in maniera diversa, magari gli eventi non avrebbero assunto una piega tanto nefasta. A ripensarci col senno di poi, sarebbe bastato così poco. Trattenere Fabio e gli altri, interrogarli per conoscere l'ubicazione dei soldi, e a quel punto sfondare il muro, recuperare il borsone e uscire.

Tutto così semplice. Perché non l'aveva fatto, allora? Davvero poteva scaricare tutta la colpa solo sulla fame, additandola come unica responsabile della sua mancanza di razionalità? Il dubbio gli fece venire la nausea.

Divorato dal rimorso Alessandro abbassò gli occhi sulla barretta al cocco che teneva in mano e la fissò disgustato, ma alla fine ne strappò comunque via tre quarti con un morso.

''Ehi'' bisbigliò Marco.

La gomitata che seguì quel sussurro gli fece distogliere lo sguardo dalla finestra.

''Che c'è?'' chiese Alessandro stancamente, la bocca ancora impastata di caramello.

''A ore sei'' gli rivelò Marco sfoggiando un sorrisetto enigmatico.

Alessandro fece per voltarsi, ma la foga con cui amico gli afferrò la spalla lo convinse a desistere.

''Ma che fai, sei scemo?!'' sbottò Marco a bassa voce. ''Non ti voltare''

''Si può sapere che c'è?!'' protestò indignato Alessandro, adeguandosi al tono bisbigliato dell'amico.

''Sono quelle della terza B'' gli spiegò Marco, cercando di non farsi sentire. ''Stanno ridacchiando. Sembrano interessate''

''E allora buttati, Romeo'' disse Alessandro roteando gli occhi.

Si cacciò in bocca il resto della barretta e riprese a scrutare il cielo limpido fuori dalla finestra.

''Non a me, a te'' ribatté Marco, con una punta di quella che pareva invidia.

''A me?'' chiese incredulo Alessandro, tornando a guardarlo.

''Da quando la faccia ti è tornata normale, sei molto più attraente'' spiegò Marco, alzando le sopracciglia con aria allusiva.

Scaraventato fin dentro i recessi più tortuosi e meno frequentati della sua mente, Alessandro si ritrovò a sbattere il naso contro un'anonima porticina, sopra cui spiccava la scritta ''Da dimenticare''.

Quando l'ebbe attraversata di fronte a lui c'era Gaia, che aspettandolo in piedi appena oltre la soglia, lo fissava tenendo le braccia incrociate davanti al corpo e le labbra distese in un ghigno beffardo.

''È un vero peccato sprecare un bel faccino come il tuo'' disse maliziosa mentre alzava un sopracciglio.

Fingendo di non aver sentito il brivido freddo che gli stava ancora attraversando la schiena, Alessandro si affrettò a scacciare quell'immagine dalla testa, per poi assumere un'espressione indifferente.

''Mi devo preoccupare?'' domandò sarcastico.

Marco inclinò la testa di lato, scoccandogli un'occhiata eloquente.

''Non sto scherzando'' disse asciutto, e visto che l'amico si ostinava a non mostrarsi interessato aggiunse: ''Dai, è l'occasione che cercavi. Fossi in te mi farei avanti'

''Perdona il mio scarso entusiasmo, ma flirtare si trova attualmente in fondo alla lista delle mie priorità'' biascicò mogio Alessandro.

Scartò la quarta barretta iniziò a mangiarla in silenzio, lo sguardo rivolto fuori dalla finestra.

L'espressione di Marco si incupì, anche se già dopo pochi secondi parve riprendersi.

''Ci leggiamo insieme l'ANSA?'' propose in un tono sorprendentemente appassionato. ''Hai sentito le ultime? Anche la Thailandia interromperà le importazioni di petrolio dai sauditi''

Alessandro scrollò le spalle senza nemmeno staccare gli occhi dal vetro.

''E dicono che forse la Nuova Zelanda riconoscerà il governo di Hargheisa'' insistette Marco, non lasciandosi scoraggiare. ''È un punticino in più, no?''

Prima di rispondere Alessandro si prese il tempo necessario ad inghiottire il boccone che stava masticando, emettendo alla fine un profondo sospiro.

''Che senso ha continuare a parlare di queste cose?'' chiese affranto.

''Deve averlo per forza?'' replicò Marco con semplicità.

Le labbra di Alessandro si curvarono in un sorriso triste.

''Tanto non...''

S'interruppe di colpo, mentre in fondo ai suoi occhi parve accendersi uno strano bagliore. L'espressione che aveva in volto lasciava trapelare un tale sconcerto, che anche Marco si mise a guardare fuori dalla finestra, quasi temesse di veder fluttuare a mezz'aria uno spirito.

''Tanto non cosa?'' chiese perplesso, quando ebbe la certezza che il cortile fosse privo di qualunque presenza soprannaturale.

''Niente'' disse Alessandro scuotendo la testa.

Marco aggrottò la fronte, ma prima che potesse esprimere ad alta voce i propri dubbi l'amico lo anticipò.

''È già uscito il nuovo capitolo?'' chiese incrociando il suo sguardo.

Colto di sorpresa lì per lì Marco non seppe come rispondere, tuttavia, non volendo perdere quell'opportunità, decise di ignorare il suo brusco cambio d'atteggiamento.

''Di Taiyō wa Rōma no'' rivelò tranquillo, ''però hanno appena pubblicato il trailer di Majikku Highschool''

''Facciamo in tempo a dargli un'occhiata?'' gli domandò Alessandro accennando un sorriso.

Marco annuì compiaciuto.

''Certo''

E si infilò la mano in tasca per recuperare il cellulare.

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