Vivere la vita
<< Questa la riprendo io.>> furono le prime parole che vennero pronunciate, quando il fragore rimbombante del colpo vibrato da Talia cessò e Kaydan riprendeva la sua spada delicatamente, come se ne avesse quasi paura. La più spaventata di tutti i quattro presenti, tuttavia, era proprio la giovane locandiera, che continuava a guardare le sue mani tremanti come se non fossero state neppure le sue. Era caduta a terra per il forte contraccolpo che aveva appena subito.
Quando giunsero anche gli altri due cacciatori, ci fu un altro momento di silenzio: i loro abiti erano ridotti a brandelli dai colpi del mostro che avevano affrontato, dall'infrangersi delle sue scaglie di pietra e dalla potenza dei loro stessi colpi.
<< Hey...>> sentì dire, mentre Firyan si inchinava davanti a lei, prendendole delicatamente le mani << Va tutto bene?>>
<< Io... io non...>> rispose lei, scuotendo il capo lentamente.
L'elfo si voltò verso i compagni e fece loro un cenno con il capo.
<< Potete lasciarci, per favore? A lei penserò io.>> chiese, osservando per un momento entrambi << Andate a riprendere i cittadini. Ora possono tornare alle loro case, almeno per un po'.>>
I due fecero un cenno con la testa, poi si allontanarono in completo silenzio, ma non prima che Firyan e Deneb avessero rivolto uno sguardo preoccupato al loro compagno, scambiandosene poi uno quantomeno eloquente.
Quando furono rimasti finalmente soli, Firyan passò una mano sulla fronte dell'amica, scostandole i capelli.
<< Luce benedetta, senti come scotti.>> esclamò quindi, sorpreso di sentire la pelle della ragazza andare a fuoco sotto le sue dita. Scivolò dietro di lei e la cinse in un caldo abbraccio, coprendola con quello che rimaneva del suo bel mantello.
<< Non avresti dovuto usare la Voce così presto.>> le disse, sussurrando appena << Non sei ancora pronta per gestire un potere tanto grande. Guarda quante energie hai usato. Dovresti stare attenta a quello che fai, d'ora in poi.>>
<< Kay... Kaydan mi ha chiesto di cantare...>> rispose lei, mentre tutto il suo corpo veniva scosso da forti tremori.
<< Kaydan non pensava che avresti potuto rifarlo così presto. Dopotutto, ieri sei svenuta dopo averlo usato.>> rispose semplicemente il cacciatore, stringendosi nelle spalle << Non ti avrebbe mai chiesto di cantare, altrimenti.>>
<< Ma io non... io non ho fatto nulla.>> rispose lei, scuotendo lentamente il capo, stringendosi nella cappa che portava addosso << Non mi sono neanche dovuta impegnare.>>
Mentre finiva di parlare, Talia si sentì pervadere da un grande calore, mentre l'elfo si stringeva a lei: le sembrava quasi di trovarsi accanto al camino acceso della sua casa, proprio come due giorni prima quando avevano dormito sulla spiaggia, non molto distanti da dove si trovavano in quel momento.
<< Il potere della Voce degli Echi deriva dal loro cuore.>> spiegò ancora Firyan, parlando piano, mentre la sua voce bassa e calda si perdeva nelle orecchie della giovane donna << A volte non si può controllare come si vorrebbe, per quanto tu possa esserti allenata nel suo utilizzo.>>
<< È stata Menia a... dirti tutto questo?>> domandò ancora Talia, praticamente sciogliendosi tra le braccia del cacciatore, mentre i suoi occhi iniziavano a socchiudersi. Quel calore era così piacevole...
<< Kay ti ha parlato di lei?>> chiese il ragazzo, un po' sorpreso dal sentire quel nome pronunciato dall'amica.
<< Sì, prima.>> ammise lei, annuendo piano. I suoi movimenti si stavano facendo sempre << Mi ha... spiegato cos'è per te.>>
<< Prima o poi ti avrei parlato di lei.>> rispose il ragazzo, chinando il capo su una sua spalla << Solo, non mi sentivo ancora pronto.>>
<< Tu... la...?>> fece per chiedere la ragazza, ma un rapido gesto del cacciatore la bloccò.
<< Shhh, non parlare ora, devi riposare.>> commentò Firyan, poggiandole un dito sulle labbra, tentennando per un momento.
Talia non riuscì più a ribattere a quelle parole, iniziando a respirare più piano.
<< Riposa, ora.>> le sussurrò, avvolgendola ancora di più dentro il mantello, come in una coperta << Ci sono io qua con te.>>
<< Ci sono qua io.>>
Nel frattempo, poco distante, stava avvenendo tutto un altro tipo di conversazione.
<< Si può sapere che genere di problemi hai?>> domandò Deneb, afferrando Kaydan per il colletto della camicia e sbattendolo violentemente contro il muro di una casa vicina, aggredendolo di punto in bianco.
<< Hey, mi arrendo!>> rispose lui, alzando la mano verso il cielo e facendo un grande sorriso << Di cosa stai parlando?>>
<< Non fare finta di nulla.>> ribatté la donna, stringendo i denti e guardandolo con sguardo pieno di rabbia << Se non fosse arrivato Firyan, ti saresti lasciato fare a pezzi da quella bestia.>>
<< Stavo cercando di salvare almeno te, no? Di solito le persone sono contente quando salvi loro la vita.>> commentò ancora il rosso, stringendosi nelle spalle con apparente noncuranza << Sai, sorridono, ti ringraziano. A volte ti danno anche dei baci. Provano emozioni positive quando sanno di essere salvi. Almeno sai cosa sono?>>
<< Certo che lo so, ma faccio fatica a provarne quando mi guardano come se la loro vita non valesse nulla.>> rispose la cacciatrice, allentando appena la presa << Sei un mago, non potevi fare proprio nulla di più utile di pararti davanti ad un mostro che avrebbe potuto mangiare mezzo paese in una volta sola?>>
<< Non ne avevo il tempo, era troppo vicino. Ci sarebbe voluto troppo anche solamente per salvare te, per spedirti lontano come ho fatto prima con Firyan.>> spiegò ancora Kay, scuotendo il capo << E poi non avevo intenzione di lasciarmi uccidere così, senza combattere.>>
<< Non cercare di farmi credere che vada tutto bene. Le persone normali non si rassegnano ad una morte sciocca come quella che stavi per fare tu.>> sibilò Deneb << Anche se pensano di poter combattere ancora, prima della fine.>>
Quando ebbe finito di parlare, tuttavia, fu lei a trovarsi presa per la maglia e schiantata contro lo stesso muro, mentre il rosso le si parava davanti, cercando di mantenere un'espressione fredda. Un lampo di odio a malapena celato passò nel suo sguardo.
<< Non. C'è. Nulla. Che. Non. Va.>> sillabò, sussurrando ad un soffio dalle orecchie della cacciatrice, mentre i loro visi si sfioravano appena << E non fare finta che ti interessi di me o di Firyan. Eri pronta ad ucciderci entrambi, ieri.>>
<< Ero pronta a fare quello che doveva essere fatto perché ieri ancora vi reputavo nemici di Oltremare.>> rispose lei, mentre le sue labbra si serravano in una smorfia di rabbia << Ora siete solamente dei compagni, non vedo per quale ragione non dovrei preoccuparmi per voi. Soprattutto se dobbiamo intraprendere una missione insieme. Soprattutto se qualcuno di voi ha delle tendenze suicide.>>
Un istante e, dopo un gesto rapido più di quanto il cacciatore potesse anche solamente cogliere, Kaydan si trovò atterrato, con il ginocchio della cacciatrice sullo stomaco.
<< Non sei un po' troppo giovane per non curarti di quello che potrebbe succederti?>> domandò lei, mentre i suoi capelli si tingevano nuovamente di una lieve sfumatura dorata e i suoi muscoli si gonfiavano sotto le maniche imbottite della maglia, le mani serrate attorno alle sue spalle.
<< Dovrei essere troppo giovane anche per cacciare mostri, ma se per questo anche tu, dragonessa.>> ammise Kaydan, sporgendosi verso di lei con gli occhi socchiusi, scintillanti << Dimmi cosa ti turba davvero, altrimenti lasciami andare. Sei molto bella e, a essere sinceri, non è questo il modo in cui vorrei trovarmi in questa posizione, almeno non con te. Però, se vuoi continuare, ci sono tante camere da letto libere ora come ora...>>
<< Io non sono una dragonessa.>> sussurrò lei, avvicinandosi talmente tanto che il cacciatore sentì quasi il tocco della bocca sulla sua pelle. Esitò per un momento, schiudendo appena le labbra poi, d'un tratto, gli colpì con il taglio della mano il mento, serrandogli la bocca di colpo.
<< E tu non sei quel tipo di persona. Abbiamo passato assieme più di due settimane, non riuscirai a farmelo credere.>> riprese lei, allontanandosi appena dal viso del rosso << Però... anche tu non sei per niente male, Kaydan di Acrates, ma non riuscirai a distrarmi così facilmente. Ed è inutile che cerchi di nascondermi qualcosa, prima o poi verrò a saperlo.>>
Gli occhi di Kaydan scintillarono per un momento di un blu acceso, più splendente di un cielo d'estate e, quando venne avvolto da un fascio di fulmini, il suo viso scattò in avanti. Ci fu un contatto lieve tra le sue labbra e quelle della cacciatrice, poi lui si allontanò e un sorriso sottile comparve sul suo viso, mentre lo sguardo della donna sopra di lui sembrava trafiggerlo come a volerlo annientare.
<< Io non scherzo mai, non su queste cose. Non credere di conoscermi solamente perché abbiamo passato un po' di tempo assieme quando pensavo tu fossi un uomo di nome Rex. Per i Dodici, se avessi saputo che faccino si nascondeva sotto quella maschera di ferro, ti avrei coinvolta in tutto questo molto tempo fa.>> ammise, tornando nuovamente a poggiare la sua testa a terra, ancora serrato nella stretta di ferro della cacciatrice. Allungò il braccio verso il viso della cacciatrice e le spostò una ciocca di capelli dietro le orecchie, riprendendo a sorridere << Vivo solamente la mia vita al massimo possibile, così come dovresti fare anche tu. Ogni giorno per noi cacciatori potrebbe essere l'ultimo, visti i mostri che affrontiamo, non vedo perché lasciarsi scappare delle occasioni irripetibili.>>
<< I miei segreti, però, sono solamente miei. Non c'è bisogno che sappiate qualcosa che non vi riguar...>>
Le sue parole, tuttavia, vennero troncate da un secondo, violento bacio da parte della cacciatrice: entrambi sentirono come un calore bruciante mentre le loro labbra rimanevano incollate. Era quasi feroce, tanto che il giovane uomo si trovò quasi spinto nel terreno sotto di lui, trovandosi costretto ad arretrare davanti ad un gesto simile. E tuttavia, dentro di esso c'era una tale incredibile passione che presto si lasciò andare, come trascinato dalle labbra della cacciatrice dai capelli blu, che nel frattempo gli aveva afferrato il viso con le mani. La giovane donna non concesse un momento di tregua al cacciatore, incalzandolo come uno schermidore durante un duello, mentre le sue vie di fuga venivano tagliate dal freddo terreno sotto di lui, mentre sentiva i denti della ragazza intaccare appena la sua pelle delicata.
Dopo qualche frenetico momento, poi, Deneb si allontanò lentamente.
<< Non osare mai più baciarmi senza il mio permesso.>> ringhiò, staccandosi dopo aver mordicchiato un'ultima volta il labbro inferiore del ragazzo, mentre la sua espressione di pietra si addolciva quasi di colpo << Però forse hai ragione. Forse dovrei divertirmi un po' di più anche io.>>
<< Tuttavia, dal momento che dovremo viaggiare insieme, i tuoi segreti sono anche i miei.>> concluse, passandosi un pollice sulle labbra.
Dopo essere rimasto per qualche lungo momento, alla fine, Kaydan tirò un lungo sospiro di rassegnazione.
<< Certo che sei proprio insistente.>> rispose, storcendo il naso << Molto bene allora, ti racconterò una piccola storiella.>>
<< Il giorno in cui persi il braccio, ero stato inviato nelle foreste a nord di Acrates per affrontare un warg che assediava uno dei villaggi al confine con Ziltrian e Cormenis. Solo che quando sono arrivato, non era solamente uno.>> rispose lui, mentre il suo sorriso si intristiva appena << Lo inseguii nel profondo della foresta, ma una volta che lo ebbi abbattuto, ne saltò fuori un altro dalla foresta. E dopo quello un altro. E un altro ancora. E poi altri e altri, sempre di più, come uno sciame di vespe. Dovevano essere una settantina, ma non avevo davvero il tempo per contarli.>>
<< Usai tutte quante le mie forze per poter combattere contro quelle bestie, bruciando fino all'ultimo briciolo di energia magica che mi rimaneva in corpo.>> continuò, stringendo i denti << Alla fine, caddi privo di forze e mi risvegliai al villaggio, un paio di giorni dopo. Sentendo il silenzio, i suoi abitanti erano venuti a prendermi.>>
Deneb lo aiutò a sedersi e poi, lentamente, a rimettersi in piedi, ascoltando attentamente le sue parole.
<< Li avevi abbattuti tutti?>> domandò poi, sorpresa.
<< Fino all'ultimo. D'altronde, la luce gloriosa non lascia molto scampo. Uno di loro, alla fine, è riuscito a prendersi il mio braccio sinistro, ma il problema è un altro.>> spiegò lui, stringendosi nuovamente nelle spalle << Hai mai sentito parlare di degenerazione da magia radiante?>>
<< No, cos'è?>>
<< Una... condizione, possiamo chiamarla.>> rispose lui, alzando gli occhi al cielo e gesticolando con le mani, tracciando segni scomposti nell'aria, mentre una luce divertita brillava nei suoi occhi << Però sai, è gergo tecnico. Ci potrebbe volere parecchio tempo per arrivare al punto.>>
<< Sono abituata alle parole della magia.>> rispose lei, storcendo le labbra in una smorfia infastidita << E ho un sacco di tempo da perdere, ora come ora.>>
Il suggerimento parve capitare proprio nel momento opportuno al cacciatore, che quindi non si lasciò sfuggire l'occasione.
<< Te lo spiegherò più tardi, allora.>> rispose lui, facendo un nuovo sorrisetto e dandole un nuovo, fugace bacio sulle labbra, cogliendo Deneb completamente alla sprovvista << In camera tua.>>
Prima che la cacciatrice potesse colpirlo nuovamente, quindi, in una luce accecante, il cacciatore scomparve nella notte, ricomparendo in lontananza, sulla montagna dove ancora le fiaccole improvvisate degli abitanti di Karyden ardevano brillanti.
Un'espressione divertita comparve sul viso di Deneb, che quindi arricciò le labbra al pensiero del comportamento di Kaydan. Nonostante si conoscessero solamente da qualche giorno, non avrebbe mai detto che fosse quel tipo di uomo. Sarebbe stato divertente.
Giocherellò con una ciocca di capelli nuovamente color blu notte, dirigendosi verso la locanda: aveva alcune cose da fare, prima del suo ritorno.
Poco tempo dopo, ci fu un lampo all'interno del ostello. Ci sarebbe stato più di un motivo per non dormire quella notte a Karyden oltre alla paura per il mostro, almeno per i due giovani.
Per tutti gli altri, tuttavia, la notte trascorse abbastanza tranquillamente: una volta passata l'agitazione del momento, la città si riaddormentò rapidamente, mentre le luci si spegnevano persino nelle strade, come onde di un sasso gettato in uno stagno.
Talia e Firyan si addormentarono sulla spiaggia stretti l'uno all'altra, entrambi troppo stanchi per potersi muovere anche solamente di un passo: dopo tutte le energie magiche e vitali che avevano utilizzato in un giorno solamente, d'altro canto, era anche comprensibile. La mattina seguente, vennero svegliati dai raggi del Sole che, ormai alto nel cielo, iniziava a lambire i flutti davanti a loro. Coperti com'erano dagli scogli che difendevano Karyden dalla furia del mare, non si erano neppure accorti di quanto fosse tardi.
<< Tali... Tali...>> disse Firyan, non appena ebbe aperto gli occhi, scrollando delicatamente l'amica che ancora dormiva profondamente, accoccolata tra le sue braccia e avvolta nel suo mantello << Svegliati, è tardi. Dobbiamo proprio cominciare a preparare per partire...>>
<< No mamma... ancora un pochino.>> furono le uniche parole che riuscì a cavare dalla giovane donna. Per tutta risposta, quindi, la prese delicatamente in braccio e la portò via con sé, di nuovo verso la locanda.
"Immagino che ritardare la partenza di un paio di ore ormai non cambi più molto, dopo tutto il tempo che abbiamo perso." si disse Firyan, storcendo il naso.
Quando giunse davanti alla grande casa, trovò Kaydan indaffarato a caricare le bisacce con le quali era arrivato due giorni prima sopra un grande purosangue, uno stallone perfettamente nero. A pochi passi di distanza, una delle creature più belle che l'elfo avesse mai visto era fissato ad un grosso palo di legno: un unicorno, snello ed elegantissimo, con il manto di un bianco immacolato e crine argentate come la luce delle lune, il lungo corno dorato che splendeva sotto i raggi del Sole.
"Quindi quello è Lantarin..." commentò tra sé e sé l'elfo, meravigliato alla visione del bellissimo animale, avvicinandosi ad esso con piccoli passi.
<< Hey, Firyan! Finalmente, alla buon'ora!>> esclamò Kaydan, facendogli un grande sorriso. Sembrava letteralmente risplendere di luce propria, quella mattina, nonostante tutto quello che era successo la notte precedente.
<< Buongiorno Kay.>> rispose lui, a voce decisamente più bassa << Sì, hai ragione. È solo che non mi ero accorto di quanto fosse tardi, ho dormito sin troppo. Ma... cos'hai fatto al viso? E... sono graffi, quelli che hai sul collo? Non mi sembrava fossi stato ferito anche tu, ieri sera.>>
A quelle parole, Kaydan si affrettò ad alzare il lungo colletto della camicia scomposta e a coprire le ferite, allargando ancora di più il suo sorriso.
<< Ieri sera ho avuto a che ridire con Deneb riguardo... a come ho gestito il combattimento. E poi... beh, dopotutto è un drago, dovunque lo si affronti. Qualche graffio era inevitabile.>> commentò lui, passandosi la mano tra i capelli rosso fuoco, riavviandoli con un rapido gesto << Dovresti vedere quelli sotto la camicia.>>
<< Ti sei fatto dare una risistemata? Sono certo che Deneb potrebbe aiutarti, mentre io preparo le mie cose. E cerco di svegliare lei.>> suggerì ancora l'elfo, sistemando Talia tra le sue braccia.
Una sonora risata sfuggì dalle labbra del rosso.
<< Vai, fai quello che devi. E comunque sì, ha giù dato un'occhiata, prima...>> ammise, passandosi una mano sul viso, dove era tutto arrossato. Quando sentì la forma delle dita sotto la pelle, si accorse di quanto poco credibile fosse la storia che avrebbe voluto inventare per l'amico. Sbattere contro un mobile per la disattenzione, era poco credibile anche per qualcuno come lui, quindi si lasciò sfuggire un nuovo sorriso.
<< Molto bene, allora. E lei come sta?>> domandò ancora l'elfo, allontanandosi a grandi passi verso la locanda e passando accanto all'amico << Non mi piacevano le ferite che aveva ieri sera, quando è finito il combattimento.>>
<< Oh, lei sta benissimo. L'ho già rattoppata prima, ormai le è rimasto solo qualche livido qua e là.>> rispose Kaydan, riprendendo a sistemare i suoi bagagli << Stava finendo di fare colazione, dovrebbe essere nel salone, se le vuoi parlare.>>
<< Un saluto non può mai fare male.>> concluse il cacciatore dai capelli corvini, facendo un cenno con le spalle ed il capo in direzione dell'amico.
Il suo ingresso nel locale fu quantomeno festoso: venne accolto da Karda e da Lisa, che lo accolsero come se fosse stato un figlio perso molti anni prima. Un momento dopo, poi, giunsero anche i figli minori, che quindi circondarono i due giovani, facendo un migliaio di domande ciascuno.
<< Che cos'è quella cosa?>> tuttavia, fu la più importante di esse e fu proprio Karda a porla.
<< Fa parte di una razza chiamata sormir. Sostanzialmente un fratello marino dei draghi e un cugino più grande dei lindorm.>> rispose semplicemente Firyan, porgendo Talia ancora addormentata al padre << Vivono solamente nei luoghi più oscuri del mare orientale e nelle grandi caverne vicine alla fossa continentale di Oltremare. O almeno così si pensava.>>
<< E allora cosa ci faceva in questo posto?>> chiese ancora Karda, turbato da quelle parole come il resto della famiglia.
<< Temo che sia stato veramente richiamato dalla mia presenza, questa volta. O, più probabilmente, dalla Voce di Talia.>> rispose lui, risistemandosi addosso il suo lungo mantello << Il potere che esercita sul mare adiacente è assoluto, non mi stupirei se tutti i kaiju nel raggio di cento leghe si fossero accorti di lei, nel momento stesso in cui ha usato i suoi poteri, sia ieri che il giorno precedente.>>
Gli sguardi di Lisa e Karda si fecero preoccupati, ma non stupiti.
<< Quindi anche voi sapevate...>> commentò il cacciatore << Allora potete capire per quale ragione non possiamo più rimanere. E neppure lei, sarebbe troppo pericoloso per tutti.>>
<< Immaginavamo. Nonostante tutto quello che hanno detto di lei, alcune cose strane sono davvero successe negli anni.>> rispose il padre, annuendo gravemente << Però, in realtà non abbiamo mai saputo cosa fosse veramente.>>
<< Talia è figlia di un potente spirito del mare.>> intervenne in quel momento Deneb, schiarendosi la gola con un colpo di tosse. Sembrava avesse la voce molto più roca del giorno precedente << Lasciarla qui a Karyden sarebbe un rischio non solo per lei e per voi, ma anche per l'intero paese. La cosa migliore per tutti è che parta con noi, così che possa imparare ad utilizzare i suoi poteri nel modo migliore.>>
<< Sì, è davvero necessario.>> riprese un momento, interrompendo sul nascere le domande dei genitori di Talia sul nascere << Assolutamente.>>
I due quindi annuirono gravemente, arretrando in silenzio. I figli iniziarono immediatamente a fare altre domande ai genitori, che però li presero con loro e li portarono via: ci sarebbe voluto molto tempo per spiegare loro quello che stava veramente per succedere.
Nel frattempo, Deneb si era seduta nuovamente al suo tavolo, sorseggiando qualcosa di fumante da una tazza di legno.
<< Cosa ti è successo?>> domandò quindi il giovane elfo, sedendosi davanti a lei e osservandola incuriosito.
<< Mal di gola.>> rispose semplicemente lei, continuando a bere tranquillamente. Un'espressione incredula si dipinse sul viso del cacciatore, persino sotto la spessa maschera d'argento.
<< E da quando ai draghi viene mal di gola?>> chiese, stupito.
<< E da quando gli elfi non si fanno gli affari loro?>> ribatté Deneb, poggiando delicatamente il boccale davanti a sé, sul tavolo, guardando il compagno con occhi socchiusi, glaciali.
<< Io sono un drago solamente per metà.>> riprese poi, stringendosi nelle spalle << E poi... non sono molto abituata a gridare. Sai, per... farmi sentire mentre combattevamo, ecco.>>
<< Dovresti fare qualcosa. Kay non può aiutarti?>> chiese ancora Firyan << Preferirei partire da qui con tutti nel loro stato migliore possibile.>>
<< Kaydan ha fatto anche troppo. E di certo non ha aiutato.>> borbottò lei, solo per poi alzare nuovamente la voce un momento dopo << E poi, sto già facendo qualcosa. Infuso di camomilla caldo, non vedi?>>
<< Ah. Non credevo che la buona vecchia medicina casalinga funzionasse anche per voi.>> commentò lui, poi il suo tono allegro si spense di punto in bianco << Allora, avete avuto modo di parlare quando siete andati via? Cosa diavolo gli è preso ieri sera?>>
<< Ha detto che non era niente.>> rispose immediatamente Deneb, prendendo a fissare il boccale di legno e stringendolo con più forza << Ha detto solamente che sperava di potermi salvare con il suo gesto, bofonchiando qualcosa a proposito della velocità di preparazione delle magie e sul loro spreco di energia...>>
<< Ne sei sicura?>> chiese ancora l'elfo, sporgendosi verso di lei e abbassando la voce << Non ha detto proprio nulla?>>
<< Assolutamente sicura. Niente di niente, per quanto io abbia provato a farlo confessare.>> passandosi una mano sul collo e mettendo appena in vista una serie di lividi scuri e quasi perfettamente circolari alla sua base.
<< Alcune delle scaglie del sormir mi hanno colpito di piatto mentre lo attaccavamo, ieri.>> spiegò poi, rendendosi conto di come l'altro cacciatore la stesse osservando << Non ti preoccupare, guariranno prima che arrivi la sera, non è nulla di grave.>>
<< Ho capito, allora se avete tutto sotto controllo io non posso fare altro che andare al piano di sopra e preparare le mie cose.>> rispose lui, stringendosi nelle spalle e allontanandosi silenzioso come un'ombra.
<< Sarà anche il cacciatore migliore di tutta Acrates, ma è ancora troppo innocente per questo mondo.>> commentò in quel momento Kaydan, comparendo alle spalle della donna, poggiando la mano sulla sua sedia << Chiunque altro si sarebbe accorto che quelli sono...>>
<< Kaydan!>> lo fulminò Deneb, senza neppure voltarsi << Non un'altra parola.>>
<< Sì, ecco...>> rispose lui, scivolando sulla sedia accanto alla sua << Vedi, a proposito, in realtà è da prima che volevo parlarti di quello che è successo questa notte.>>
<< Non è successo nulla questa notte, o mi sbaglio?>> ribatté seccamente lei, serrando gli occhi in uno sguardo freddo più degli antichi inverni << Non abbiamo parlato del motivo per cui ti sei comportato così, né della tua condizione. E di certo non abbiamo dormito assieme.>>
<< Già...>> riprese lui, tirando un lungo sospiro e alzando gli occhi verso il cielo << A proposito di quello che non abbiamo fatto nel tuo letto... mi chiedevo se prima o poi si sarebbe potuta ripetere una tale evenienza.>>
<< Pensavo avessi detto che si trattava solamente di una cosa di una notte.>> rispose lei, guardandolo di sbieco << Un'avventura, mi sembra che tu l'abbia definita.>>
<< Un uomo non può neanche ricredersi su quello che ha detto?>> fece lui, grattandosi il mento << E poi non mi sembra che anche a te...>>
<< Vedremo, cacciatore. Vedremo.>> lo interruppe la giovane donna, arricciando nuovamente le labbra in un'espressione indecifrabile.
Sentitosi dire quello che voleva, Kaydan si alzò dal tavolo con un sorriso ancora più grande di quello che aveva su quando era arrivato.
<< E comunque...>> concluse alla fine, scoccandole un occhiolino e dirigendosi anche lui al piano superiore della locanda << in effetti è vero che non abbiamo dormito assieme.>>
A quelle parole Deneb arrossì lievemente al ricordo della notte appena trascorsa, ma non replicò nulla, né ribatté al sorriso malizioso del rosso. Quando lui se ne fu andato, tuttavia, un involontario sorriso sottile, a taglio, comparve anche sul suo viso. Ancora non aveva capito se lo odiava oppure no per quel suo comportamento: sembrava prendere tutto con sin troppa leggerezza. Ma, d'altro canto, non era quello che l'aveva attirata, sin dal primo momento?
Dopo quello che le aveva detto la sera precedente, tuttavia, forse non si sentiva tanto di biasimarlo.
"Degenerazione da magia radiante..." si chiese, osservando il lungo mantello scuro del giovane sparire su per le scale "Perché non ho mai sentito parlare di questa cosa?"
Nonostante tutto, però, il resto della mattinata scorse abbastanza rapidamente e in tranquillità, mentre i tre cacciatori si occupavano di caricare tutto quello che sarebbe potuto essere loro utile per il lungo viaggio che avrebbero dovuto intraprendere, percorrendo quasi metà del continente di Oltremare. Ad un certo punto, tuttavia, nella casa risuonò un pianto fragoroso, che allarmò tutti e tre. Corsero tutti all'interno della casa con le armi spianate, prima di capire cosa stesse succedendo: Talia stava cercando di spiegare al resto della famiglia, soprattutto alle sorelle più piccole, per quale ragione fosse necessaria la sua partenza da Karyden.
Lynn, tuttavia, non aveva preso per nulla bene la notizia ed era scoppiata in un pianto incontrollato, stretta tra le braccia della sorella maggiore. Quando videro quella scena, Deneb e Kaydan si ritirarono immediatamente, lasciando alla famiglia il loro momento di intimità, mentre Firyan rimase sulla porta della casa vera e propria ad osservare Talia che cercava di non piangere a sua volta.
<< Coraggio Lily, non piangere...>> singhiozzò la giovane donna, passando una mano sul capo della sorellina << Io starò via solo per un po', come ha fatto Ellie. Tornerò prima che te ne accorga.>>
<< Ma... perché devi andare via?>> chiese ancora la bambina, stringendosi a lei con tutte le sue forze, come per trattenerla a sé.
<< Perché Firyan e gli altri cacciatori devono... fare una cosa tanto importante e hanno bisogno del mio aiuto.>> rispose Talia, cercando di trovare una spiegazione più semplice possibile per la sorellina. La verità era sin troppo complicata perché una bambina come lei potesse comprenderla, soprattutto in una situazione come quella.
<< Mi dispiace Lynn, davvero. Se potessi lo sai che non vi lascerei mai, ma non abbiamo proprio scelta. Devo andare, ma tornerò presto.>> promise ancora la locandiera, staccandosi delicatamente di dosso la piccola e porgendola a Karda.
<< Papà, portala via per favore. Non... non ce la faccio.>> implorò, mentre una lacrima scivolava dai suoi grandi occhi blu. L'uomo, quindi, prese in braccio la bambina e la cullò, passando accanto a Firyan che ancora se ne stava impalato accanto all'ingresso. Tentennò per un momento, vedendo il suo nuovo stile, poi gli si avvicinò, di modo che potesse sentirlo parlare solo lui.
<< Mastro Firyan, te l'ho già chiesto una volta, ma voglio ripetermi.>> sussurrò, cullando la bambina che ancora teneva in braccio << Tieni al sicuro la nostra Tali.>>
<< Lo giuro. Combatterò con qualsiasi mezzo che ho per fare in modo che non le venga fatto neppure il più piccolo graffio.>> promise lui, inclinando il capo in un cenno di assenso << Ve la riporterò esattamente così com'è. Solo... più consapevole di quello che è veramente.>>
<< Grazie.>> concluse quindi l'uomo, allontanandosi in silenzio << Non chiedo di meglio.>>
Poco tempo dopo, infine, anche il resto della famiglia si allontanò dalla stanza e Firyan poté finalmente avvicinarsi al letto dove Talia stava ancora seduta ad asciugarsi gli occhi con una manica della camicia.
<< Hey, Tali.>> furono le uniche parole che disse, inginocchiandosi davanti a lei per poterla guardare negli occhi.
Per un momento la ragazza rimase senza parole a quella vista: l'elfo era vestito da capo a piedi di nero, con abiti dalle bordature intrecciate in fili dorati e con un mantello intessuto con quelle che sembravano penne di corvo. Persino la sua maschera era cambiata e ora era praticamente identica al resto del suo abbigliamento, squadrata, sottile quasi quanto una lama, intrecciata con fili di metallo nero come la notte e dorato come l'alba a fare da contorno. I suoi capelli, poi, erano stati tagliati quasi del tutto, arrivando ormai a coprire solamente la sua fronte e le punte delle sue orecchie anomale.
Una risata singhiozzante scappò dalle labbra della giovane.
<< Pfft.>> fece, continuando a ridere silenziosamente << Sei bellissimo... mi fai sentire quasi male. Sembra quasi tu stia per andare ad un'altra festa.>>
<< Siete pronti per partire, non è vero?>>
<< Già.>> rispose lui, prendendole le mani << Ma possiamo aspettare ancora un pochino. Separarsi dalla propria famiglia non è mai facile...>>
A quelle parole, Talia si alzò finalmente dal letto, asciugandosi nuovamente gli occhi con i lembi della camicia.
<< No, non è quello.>> rispose, colpendosi il viso con dei leggeri schiaffetti per ricomporsi << Li rivedrò, ne sono certa. So che mi riporterai a casa. Lo hai promesso, dopotutto.>>
L'elfo ebbe un tuffo al cuore a quelle parole: sarebbe riuscito veramente a mantenere la promessa che aveva così tranquillamente fatto al padre dell'amica, con tutto quello che si prospettava sulla loro strada?
<< Sì, è vero.>> disse alla fine, alzandosi nuovamente fino a svettare su di lei di oltre una spanna << Ho promesso. Tornerai a Karyden senza un graffio.>>
<< Grazie, non volevo sentire altro.>> rispose lei, passandogli una mano tra i capelli e accennando un nuovo sorriso, questa volta molto più radioso del precedente << Sai, stai molto meglio così. Come mai questo cambio?>>
<< Un'idea degli altri. Dicevano che ero troppo riconoscibile con i capelli lunghi come quelli di una donna.>> spiegò lui, stringendosi nelle spalle << Secondo me era solamente Kaydan che voleva divertirsi. Non vedeva l'ora di poterlo fare, da quando ci siamo conosciuti.>>
A quelle parole, una nuova, fragorosa risata sfuggi alle labbra della locandiera, che quasi si piegò in due. L'idea del rosso che tagliava i capelli all'amico con un gigantesco ghigno stampato in volto le era apparsa davanti quasi come un lampo.
<< Non è per niente divertente, dannata ragazza.>> rispose lui, dandole un buffetto sul capo << Ormai mi ero affezionato.>>
<< Va bene, va bene. Ho capito, tutto a posto.>> disse poi, facendo grandi respiri per calmarsi, anche se minacciò di scoppiare nuovamente quando vide l'espressione imbronciata dell'elfo << Aiutami, per favore. Così faremo prima.>>
Un momento dopo, quindi, Firyan prese una delle grandi sacche della sella che aveva comprato per la ragazza, dal momento che lei non aveva mai avuto un cavallo, e la aiutò a scegliere quello che era bene che si portasse per il viaggio: da lì fino a Acrates il viaggio avrebbe richiesto almeno alcune settimane, avrebbero incontrato molte condizioni diverse: dal caldo delle foreste costiere del regno centrale al freddo intenso delle montagne poco distanti dalla cittadina e alle piogge delle regioni marine vicino alla Reggia.
Ci vollero alcune ore prima che tutto fosse pronto perché i quattro potessero cominciare il loro viaggio. Mentre Firyan e Talia erano stati impegnati nella preparazione delle loro cose, infatti, Kaydan era andato fino alla penisola e aveva recuperato tutto quello che poteva essere utile dai cadaveri dei cacciatori di taglie, prima di incenerire i loro corpi. A differenza di quanto aveva fatto Deneb, infatti, il loro era stato un attacco deliberato a tutti e tre, perciò non si sentiva di provare nessuna pietà per loro.
Tuttavia, anche se i loro archi erano stati praticamente ridotti in schegge dagli attacchi di Firyan e Tyrfenias, moltissime delle loro frecce in oricalco erano perfettamente utilizzabili, perciò aveva passato buona parte della mattinata a raccogliere quelle che erano disseminate per la spiaggia e per il bosco.
<< Tenete.>> aveva detto poi, porgendone alcune sia all'elfo che a Deneb << Sono certo che prima o poi potrebbero tornarci utili, visto che voi le potete usare.>>
L'altro cacciatore le soppesò per un momento, ancora turbato da quello che era successo la mattina precedente: chi poteva avere le risorse necessarie per comprare una quantità di oricalco tale da ripagare il costo di una città, al difuori della nobiltà dei vari regni di Oltremare e dei cacciatori di mostri? E chi aveva messo sulle sue tracce quei dannati tagliagole?
Quei dubbi e quelle domande, tuttavia, vennero completamente accantonati quando vide la famiglia di Talia avvicinarsi a loro. Avevano la morte nel cuore, si poteva chiaramente comprendere dal loro sguardo. Talia si diresse verso di loro a grandi passi, cercando in ogni modo di tenere la schiena dritta e di mostrarsi decisa e sicura.
Funzionò, ma solo per un soffio. Strinse a sé i fratelli più piccoli in un grande abbraccio di gruppo e loro quasi la sollevarono da terra in quel momento, poi si rivolse ad ognuno di loro singolarmente e Firyan immaginò che stesse dicendo cose molto simili a quelle che aveva riferito quando erano partiti per cacciare il lindorm. Dopotutto, era stata Talia stessa a dire che quel saluto era somigliato anche troppo ad un addio.
Un momento dopo, poi, si strinse ai genitori, gettando loro le braccia al collo, e il grande sorriso che l'aveva animata fino a quel momento si spense di colpo, mentre alcune grandi lacrime calde scorrevano sulle sue guance, nonostante lei si fosse ripromessa di non piangere davanti alla famiglia prima della partenza.
<< Tornerò. Lo prometto.>> furono le uniche parole che Firyan udì distintamente. Poi Talia voltò le spalle alla famiglia, stringendo con forza la lancia che le era stata regalata proprio da lui e, senza voltarsi indietro neppure una volta, si diresse verso di loro. Deneb la aiutò ad issarsi sulla sella e, con un breve cenno di saluto, i quattro si avviarono sulla strada maestra di Karyden al trotto leggero.
Neppure una volta, fino a quando non furono usciti dalla città e si furono avviati nel profondo della foresta, Talia si voltò indietro. Chissà se avrebbe mai davvero rivisto la sua vecchia città.
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Beh, immagino che abbiate trovato questo capitolo un po' strano e """diverso""" dal solito, giusto? Devo ammettere che, in effetti, neppure io so come sono arrivato a tutto questo. Il rapporto tra Kaydan e Deneb non esisteva neppure nel più remoto angolo del mio cervello prima di ieri sera. So che la cosa sembrerà un po' campata in aria, ma d'altro canto cosa può esserci di normale in un mondo dove elfi, umani e draghi coesistono (quasi) civilmente? No, non sto cercando di coprire un buco di trama facendo della retorica sul fantasy, solo... mi sono reso conto che, così come tutte le persone non sono uguali, esse potrebbero cercare anche cose diverse dalla vita o dai rapporti con le persone che li circondano.
Prometto che tutto vi sarà chiaro quando si scoprirà cosa veramente è la condizione di cui ha parlato Kaydan, questa misteriosa "degenerazione da magia radiante" di cui persino la vice-comandante dei cacciatori di Ziltrian non ha mai sentito parlare.
Detto questo, per scrivere questo capitolo sono andato anche contro una mia personale convinzione, ossia che se c'è bisogno di inserire una scena di smut, allora è necessario raccontare anch'essa, così come tutto il resto, nei dettagli e non cercare di cavarsela con un rapido "... e poi lo abbiamo fatto...". Tuttavia, questa parte nello specifico avrebbe richiesto anche la spiegazione di tutto quello che sarebbe avvenuto prima, ovvero anche la spiegazione del fenomeno della Degenerazione, cosa che ancora non ho intenzione di spiegare, perciò ho ovviato lasciando alla vostra mente tutti i dettagli della focosa notte di passione dei due cacciatori di mostri, dalla quale nessuno dei due sembra essere uscito indenne.
Ok, devo ammettere che difficilmente mi sono mai divertito tanto a scrivere un capitolo di una qualsiasi delle mie storie come ho fatto con questo. Spero solamente che voi possiate trovare le mille frecciatine che ho inserito in questo brano come ho fatto io.
Alla fine di tutto questo, con una coppia quasi ufficiale e una di "amici con benefit", secondo voi come potrà mai andare il lungo e pericoloso viaggio che attende i nostri ormai quattro cacciatori di mostri?
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