Svolta di vita
"Grazie, cucciolo." rombò la voce nella sua testa, facendo una profonda risata, simile ad una frana di roccia "Avevo proprio bisogno di un po' di aria fresca. Mi mancava vedere il mondo."
"Ci rivedremo presto."
Con quelle parole che ancora gli rimbombavano nelle orecchie, Firyan scattò a sedere, il fiato grosso e il cuore in gola. C'era qualcosa che proprio non lo convinceva in quella voce: aveva sentito un cuore freddo, malevolo, quando aveva evocato il potere per sconfiggere il mostro, quel gorvan.
Però... c'era qualcosa che proprio non andava. Non era più nella città dove aveva combattuto, ne era certo. Era seduto su un morbidissimo letto di piume, avvolto da lenzuola candide...
Poi ricordò.
"Quella donna." si disse, guardandosi attorno "Zoe. Lei mi ha portato qui?"
Era dentro una stanzona di legno spartana. Non c'erano praticamente mobili, solo il grande letto in cui lui si era appena svegliato e un tavolo accanto ad una finestra, una sedia e un caminetto di pietra in un angolo, dentro cui scoppiettava allegramente un focherello. Accatastata sul tavolo, poi, c'era una pila ordinata di pergamene tenute chiuse da nastrini di cuoio, con accanto un calamaio e una penna candida.
Firyan scivolò fuori dal letto lentamente, in silenzio.
<< C'è nessuno?>> chiamò, ma la voce gli uscì in un rantolo spezzato << Zoe?>>
Ma nessuno rispose alle sue parole. Guardò fuori dalla finestra e vide una gigantesca vallata verdeggiante che si stendeva a perdita d'occhio sotto la montagna in cui si trovava.
Quando fece per allungare una mano verso le pergamene incustodite, tuttavia, si rese conto che non era veramente da solo. C'era un notevole vociare fuori dalla porta della stanza.
<< ... Gli sei stata attaccata per più di una settimana.>> sentì dire, quando si avvicinò alla porta, sbirciando da un sottile spiraglio << Se volevi un bambino bastava chiederlo.>>
Era un giovane dai capelli azzurri e bianchi quello che aveva parlato, avvolto in un lungo mantello color platino con il quale stava giocando.
Firyan non riuscì a capire tutto quello che stavano dicendo attraverso le spesse assi di legno della porta, ma sentì quello che bastava per capire la conversazione.
<< Sei davvero insopportabile.>> ribattè Zoe, nascosta dalla porta << Ha bisogno di un... aiuto.>>
<< Non ha... aiuto e lo sai anche tu.>> gli fece notare l'altro, passandosi una mano tra i capelli << Sai bene cosa dovremmo fare.>>
<< Koternas ni, Shen-Toari voah!>> ruggì la donna, picchiando qualcosa contro il grosso tavolo di legno al quale era poggiato il ragazzo dai capelli azzurri.
<< Aiuto, ah! Cosa pensi di fare quando succederà di nuovo quello che abbiamo visto, gli stringerai la manina?>> ribattè l'altro con rabbia, drizzando la schiena e sparendo dalla vista di Fir << E non cominciare con il Draconico, non ti aiuterà in nessun modo! Non puoi dimostrarti troppo amorevole e gentile, non con una creatura simile, Gen...>>
Non riuscì mai a finire la frase: la porta alla quale si era poggiato Firyan cedette verso l'esterno e il piccolo elfo si trovò a capitombolare in mezzo alla stanza, sotto lo sguardo sorpreso dei due.
<< Firyan!>> esclamò Zoe, correndogli affianco e inginocchiandosi accanto a lui << Cosa ci fai già in piedi? Stai bene?>>
<< Io...>> rispose lui, con voce debole, guardando in alto, verso la donna << Sì. Ho sentito urlare, ero preoccupato.>>
Non disse che aveva sentito quello che aveva detto, ancora non sapeva cosa doveva tenere per sé o rivelare alla donna.
<< No, piccolo, non è successo niente.>> rispose lei, scoccando un'occhiataccia all'uomo che stava dietro di lei, a debita distanza dal bambino elfo << Va tutto bene.>>
<< Io me ne stavo giusto andando.>> commentò lui, stringendosi nelle spalle, guardando Firyan dal basso in alto con aria gelida << Chiamami quando ti sarai calmata e sarai pronta a ragionare davvero.>>
Firyan si sentì trafiggere da quegli occhi blu che sembrarono scrutare fin dentro la sua anima, in quell'istante di contatto. Un momento dopo, quindi, il giovane sbatté la la porta della casa alle sue spalle.
<< Scusalo, non è molto abituato ai bambini.>> si scusò la donna, rivolgendo al piccolo elfo un sorriso splendente << È uno scorbutico.>>
Solo in quel momento, quando si trovò ancora una volta con il viso tra le mani della donna, Firyan si rese conto che non somigliava per nulla alla persona che aveva visto poco tempo prima. Certo, aveva la solita treccia avvolta dietro la testa, la stessa espressione raggiante, ma ora il grande vestito blu era stato sostituito da una spessa armatura che splendeva dei colori dell'arcobaleno e con profondi riflessi rosso-dorati. E poi, al centro del petto, le brillava un cuore brillante, come una specie di stella incastonata nella corazza.
<< Mi... mi hai chiamato per nome.>> si rese conto un momento dopo, sgranando gli occhi sotto la spessa maschera d'argento << Come fai a saperlo?>>
<< Ops.>> rispose lei, allargando ancora di più il suo sorriso, levandosi un guanto di metallo e prendendo a passargli una mano tra i capelli una volta ancora << Sei rimasto svenuto tanto a lungo che ho voluto scoprire un paio di cose. Non potevo aspettare che ti svegliassi, non sapevo quanto ci sarebbe voluto.>>
<< Hai ancora un pochino di febbre.>> commentò poi, soffermandosi per un istante sulla sua fronte << Forza, ti riporto a letto.>>
<< Anche tu sei un'elfo, vero?>> chiese lui di rimando, prendendola alla sprovvista << Ho visto le tue orecchie, prima.>>
Lei gli rivolse uno sguardo colpito.
<< Non ti sfugge proprio niente, vero?>> domandò, mentre la sua espressione si distendeva ancora una volta << No, non proprio un'elfa. Mio padre era un umano.>>
<< Dove siamo?>> chiese ancora il giovane orecchie a punta, continuando a fissare la donna, mentre lei lo sollevava di peso e lo portava di nuovo nell'altra stanza.
<< Sulla cima della Montagna Ruggente.>> spiegò la donna, adagiandolo delicatamente sul letto << A Shen-Toar, il regno dei draghi.>>
<< Cosa?>> domandò Firyan, confuso << Cosa ci facciamo?>>
<< E tu?>> domandò la donna di rimando, senza rispondere alla sua domanda << Cosa ci facevi in giro da solo?>>
<< Io sono in viaggio.>> rispose lui, fiero << Sto cercando la forza.>>
<< La forza?>> gli fece eco Zoe, inarcando un sopracciglio.
<< La forza per uccidere il mostro che ha distrutto la mia città.>> spiegò il piccolo, animandosi di colpo e mettendosi a sedere << Una bestia che ha raso al suolo Oranterin, tre settimane fa.>>
<< Oh.>> commentò lei subito dopo, storcendo le labbra in una smorfia preoccupata.
<< Ascolta.>> riprese poi, sistemandosi sul letto e iniziando a parlare in tono più gentile << Alcune cose brutte succedono e non si può fare niente per prevenirle o per fermarle. Non si può disfare quello che è accaduto.>>
<< Perdere qualcuno fa sempre male, ti capisco.>> aggiunse, lasciando vagare gli occhi verso il soffitto, perdendosi in lontani ricordi << Ma pensi veramente che vorrebbero questo per te? Una vita in caccia, come una bestia?>>
Il piccolo elfo rimase in silenzio per qualche momento, senza sapere come rispondere a quella domanda.
"È tutto quello che puoi fare. Tutto quello che ti rimane." suggerì poi la voce nella sua testa, sibilando debolmente, quasi impercettibile.
<< È il mio compito!>> ribatté Fir, saltando fuori dal letto per guardare in faccia la donna << Io ho il potere di fermare quella creatura, solo io posso farlo!>>
<< Quel potere non è tuo.>> ribatté Zoe, alzandosi in piedi a sua volta per confrontare il bambino << Farà anche parte di questa terra, ma di certo non è tuo.>>
<< Il tuo cuore è puro, Firyan.>> riprese poi, inginocchiandogli davanti e prendendolo ancora una volta per mano << Ma quella... quella cosa è malvagia. Farà del male a te e a tutte le persone che ti saranno accanto, se userai ancora quel potere.>>
"Non l'ascoltare." riprese la voce nella sua testa "Ha solo paura del tuo potere. Tutti hanno paura di te, non puoi fidarti di nessuno."
<< Stai zitto!>> ribatté con rabbia Firyan, mentre i suoi occhi diventavano lucidi.
<< Come?>> domandò Zoe, confusa.
<< No, non parlavo con te.>> rispose il ragazzo, tornando a guardare la donna. Si lasciò cadere a terra di peso, prendendosi la testa tra le mani << Io... continuo a sentire questa voce. Nella mia testa.>>
<< E cosa ti dice questa voce?>> chiese ancora Zoe, avvicinandosi e parlando a voce più bassa, cercando di calmare il ragazzino.
<< Mi... mi ha detto che mi avrebbe dato la forza.>> spiegò Fir, guardandola negli occhi << Ha detto che avrei potuto fare tutto, dovevo solo chiamarlo per nome. Ha detto che si chiama Ty...>>
<< No!>> gridò Zoe, mentre una mano saettava a coprire la bocca del piccolo elfo quando i suoi occhi si illuminavano di blu.
<< Zephyr!>> chiamò poi, volgendosi verso la porta << Zephyr, vieni subito qui!>>
<< Non devi mai, mai più pronunciare quel nome, ci siamo capiti?>> gli intimò la donna, gli occhi sgranati e il respiro accelerato << Per nessuna ragione al mondo.>>
In quel momento, il giovane dai capelli azzurri entrò come un vento di tempesta nella stanza, le mani aperte, levate davanti al viso come per combattere.
<< Zoe!>> commentò, vedendola seduta a terra, con una mano premuta sul viso del bambino << Cosa stai facendo?>>
<< È urgente.>> rispose lei, voltandosi a guardarlo << Abbiamo bisogno anche del tuo aiuto.>>
<< Avevo ragione, non è vero?>> la interruppe lui, accennando un sorrisetto compiaciuto << Dunque, cosa sta succedendo?>>
<< Cosa sai del drago Tifone?>> domandò ancora la donna, guardando con aria preoccupata il piccolo elfo che stava ancora seduto a terra, poco distante.
Non appena sentì il nome del mostro, l'espressione di Zephyr si scurì e il sorriso scomparve dalle sue labbra.
<< Spostati.>> ordinò, mentre nelle sue mani compariva una lama di luce e fulmini, solida e trasparente come cristallo << Ora.>>
<< No!>> rispose lei, parandosi a braccia aperte tra i due << Non è cambiato nulla. Non è per questo che ti ho chiamato!>>
<< Conosci anche tu le leggende della tua gente.>> aggiunse ancora il guerriero, puntando una delle sue spade contro Firyan << Non possiamo permettere che torni al mondo!>>
<< Conosco molto bene le leggende, è vero. Per questo lo addestreremo, gli insegneremo come controllare il suo potere, come contrastare l'influenza mentale.>> ribatté la donna, facendo un passo indietro e rimettendosi accanto al bambino.
<< Capisci che è importante, vero?>> domandò ancora, voltandosi verso Firyan << Capisci per quale ragione lo sto facendo?>>
<< Potete davvero insegnarmi a controllare quel potere?>> chiese lui, speranzoso << Davvero potete insegnarmi a combattere?>>
<< Non hai proprio idea di chi hai davanti, ragazzino.>> lo apostrofò Zephyr, facendo sparire le lame in tessere di luce.
<< Certo che possiamo.>> rispose quindi la donna, abbozzando un sorriso mentre ricominciava a passargli una mano tra i capelli << Non ti preoccupare, non ti abbandoneremo in balia di quel mostro.>>
<< Quindi sono costretto ad assecondare questa follia, non è vero?>> commentò ancora il giovane dai capelli azzurri, guardando entrambi con un sopracciglio alzato.
<< Certo che mi tocca.>> si rispose un momento dopo, rivolto a Zoe, alzando gli occhi al cielo << Tanto so che faresti tutto alle mie spalle, se non vi aiutassi.>>
Un largo, scintillante sorriso comparve sul viso della mezzelfa a quelle parole.
<< Alla fine hai imparato qualcosa in questi mille anni, eh?>> commentò a sua volta, divertita.
<< Molto bene.>> concluse poi, sollevando una volta ancora il piccolo elfo << Direi che è il caso di coinvolgere anche qualcun altro a questo punto.>>
Il resto della giornata trascorse... tranquillamente? Cioè, per quanto potesse essere tranquilla una giornata per qualcuno che ha appena scoperto di avere un mostro nel proprio corpo.
Firyan osservò in silenzio, e anche con un certo timore, Zoe e Zephyr che battibeccavano sul modo migliore per portare avanti la follia architettata dalla donna. Non erano d'accordo praticamente su nulla, se non sul fatto che sarebbe stato compito di entrambi preparare il giovane elfo a resistere all'influenza di Tyrfenias.
Per fortuna, poi, la coscienza del mostro sembrava scomparsa completamente dalla mente di Firyan, quindi nulla impedì ai tre di fare piani per il futuro.
Senza che il piccolo elfo se ne rendesse conto, quindi, arrivò l'ora di cena. Sulla cima della montagna il Sole più presto di quanto avrebbe creduto, circondata com'era da altre alte montagne, ma la cosa che sorprese di più Firyan fu il pasto che ne seguì.
Prendendolo alla sprovvista, Zoe spostò tavolo e sedie dalla sala da pranzo, mentre Zephyr si occupava di mescolare quello che sembrava uno stufato di carne sul grosso fuoco ad un lato della stanza.
Per la prima volta in quasi un mese, quando gli porsero una scodella fumante e un tozzo di pane croccante, Firyan poté vivere la parvenza di un pasto in famiglia. Magari non la sua, ma una famiglia nondimeno.
<< Sembri un po' spaesato.>> gli fece notare la donna, dopo averlo visto guardarsi attorno, soffermandosi in particolare su loro due << Immagino che non sia proprio facile, eh? Ci sono così tante cose che devi ancora sapere, tante che non ti abbiamo detto.>>
<< Mhh...>> mormorò lui con la bocca piena, annuendo lievemente.
<< Hai ragione, ma non temere. Al momento adatto ti spiegheremo tutto quanto, per filo e per segno.>> aggiunse lei, quando ebbe quella risposta.
<< Non è solo quello.>> ribatté il piccolo, mentre gli occhi gli diventavano lucidi << Io... ho sentito quello che stavate dicendo prima, che vi siete presi cura di me per una settimana. Io... non so come ringraziarvi.>>
<< Ringraziaci non facendo esplodere più niente.>> rispose Zephyr, poggiando da un lato il suo cucchiaio di legno << E cerca di essere un po' meno gentile, altrimenti qualcuno qui non riuscirà mai ad addestrarti come dovrebbe.>>
<< Già le brillano gli occhi tutte le volte che ti guarda...>> aggiunse un momento dopo, beccandosi una cucchiaiata umida sul naso.
<< Zitto tu, hai perso il diritto di parola quando sei entrato spade in pugno.>> ribatté Zoe, riprendendo a mangiare con calma, solo per poi rivolgersi all'elfo << Non starlo ad ascoltare, vai benissimo così come sei. Si diverte a infastidire quelli che lo circondano.>>
Fir, però, si fece piccolo trovandosi ancora una volta in mezzo ad una discussione dei due.
Mentre Zoe stava per riprendere a parlare, tuttavia, un rombo di tuono sin troppo vicino squassò la casetta di legno, facendola vibrare anche la montagna sotto di loro. Un grande sorriso comparve sul volto di Zoe quando sentì quel tremore.
<< È arrivato!>> commentò, prendendo il bambino per mano e tirandolo quasi via dal tavolo << Vieni, Fir! Ti devo presentare ancora qualcun altro.>>
Lui avrebbe voluto rispondere, ma la donna non gliene lasciò minimamente il tempo, tirandoselo dietro per tutta la casa senza aspettare un istante.
<< Ma chi...?>> fece per chiedere, quando arrivarono fuori dalla casa, ma la sua voce venne troncata dalla sorpresa, quando si rese conto che davanti a lui c'era un drago candido talmente grande da oscurare tutto il cielo notturno anche con le ali piegate.
<< Lui è Hype.>> spiegò lei, raggiante, indicandolo con un braccio << Il mio compagno.>>
"Salve, cucciolo d'elfo." commentò una voce potente nella sua testa, simile alla frana di una montagna "A quanto pare il mio Campione ha deciso di prendere un'apprendista."
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top