Ritorno alla realtà

La mattina successiva, Talia fu svegliata dai raggi del Sole, che ormai iniziavano a lambire il suo volto. Si passò una mano sul viso, stropicciandosi gli occhi: nonostante non avesse sentito il sonno pervaderla, a causa delle forti emozioni provate, alla fine era crollata sulla spiaggia.

Quando riaprì gli occhi, tuttavia, si accorse di non trovarsi per nulla sulla spiaggia della notte precedente: era in una delle stanze della sua locanda, probabilmente quella di Firyan. Proprio il cacciatore doveva averla portata lì, ma di lui, in effetti, non c'era la minima traccia, così come delle sue cose. Sembrava che tutto fosse completamente sparito.

Per un momento appena, la ragazza entrò nel panico più totale, spaventata: pensò che se ne fosse andato, scomparso per sempre dalla sua vita, senza neppure darle l'ultimo saluto. Si alzò di scatto dal materasso e, anche con il rischio di perdere l'equilibrio, si fiondò fuori dalla porta.

Fortunatamente, una volta nel grande corridoio, tirò un lungo sospiro di sollievo: quella dove era stata posta non era la camera dell'amico e lei, semplicemente, non l'aveva riconosciuta per il troppo buio. Il peso di cui venne liberata in quel momento fu talmente palpabile che, per un momento, le sembrò di trovarsi a camminare ad un palmo da terra. Nella stanza che stava cercando, tutto era in perfetto ordine e le cose di Firyan erano impilate con precisione assoluta sul tavolo vicino al letto, facendole tirare un altro lunghissimo sospiro di sollievo. L'unico interrogativo che le rimaneva, in quel momento, era dove fosse finito il giovane elfo.

Il rombo che seguì a quei pensieri, come di un tuono distante, sembrò rispondere alle domande di Talia che, dopo essersi riavviata i capelli con una mano, si diresse al piano inferiore, nella stanza dove le sue sorelle ancora dormivano serenamente, prese la lancia che l'amico le aveva regalato solamente pochi giorni prima e, avanzando più silenziosamente possibile, uscì dalla sua casa, venendo per un istante abbagliata dai raggi dorati dell'alba.

Mentre ammirava la sfera infuocata che si levava appena sopra le cime degli alberi, in lontananza la ragazza vide levarsi un gran polverone, proprio nel punto in cui sapeva essere solito allenarsi il suo compagno di caccia. Quando lo vide, in mezzo al campo devastato, accanirsi con violenza indescrivibile sui monconi di alberi che lui stesso doveva aver piantato per terra ancora una volta, vorticando tra di loro ad una tale velocità da sembrare nient'altro che una macchia indistinta, tuttavia, Talia non poté fare altro che tentennare, chiedendosi cosa fosse giusto. Dopo quello che Firyan le aveva detto, aveva capito che rivederla gli avrebbe fatto solamente male. Però neppure riusciva a stare lontana, non sapendo che presto se ne sarebbe andato.

<< Firyan!>> esclamò alla fine, avvicinandosi a grandi passi al campo di battaglia, che ancora una volta sembrava essere stato investito da chissà quale catastrofe.

Lui si fermò all'istante, sentendo pronunciare il suo nome. Si fermò precisamente al centro del caos che aveva creato, guardando per un momento la ragazza con occhi pieni di tristezza.

<< Tali.>> mormorò appena, abbozzando un sorriso ma distogliendo lo sguardo, mentre la giovane donna si avvicinava sempre di più.

<< Scusami.>> disse poi, chinando il capo.

<< Per cosa?>> domandò lei, sorpresa da quelle parole. Non capiva, non era ancora successo nulla.

<< Stavo per andare via. Volevo lasciare Karyden, dopo averti portata alla locanda.>> ammise alla fine l'elfo e, in quel momento, Talia colse nel suo sguardo una vena di tristezza talmente profonda da provare una fitta al cuore.

<< Però sei rimasto.>> fece Talia, dopo un lungo silenzio.

<< Mi sono reso conto che ancora non potevo partire.>> rispose lui, alzando lo sguardo, nuovamente serio << Avevo ancora alcune cose da fare qui. Alcune delle quali, hanno a che fare con quella.>>

Indicò la lancia che la giovane donna portava con sé anche in quel momento.

<< Non potevo lasciarti qui così, senza una preparazione adeguata.>> rispose poi, accennando un sorriso triste << Avrei rischiato che ti facessi più male di quanto non avresti potuto prevenirne.>>

<< Oh...>> fece lei, colpita e dispiaciuta da quelle parole allo stesso tempo: alla fine, non era rimasto lì solamente per lei, l'unica cosa che aveva sperato di sentirgli dire da quando se lo era trovato davanti, poco prima.

<< Coraggio, in posizione.>> le disse quindi il ragazzo, impugnando nuovamente la sua spada e levandola verso il cielo, stringendola al contrario, come suo solito << Oggi abbiamo davvero molte cose da fare. Devi ancora migliorare tanto!>>

Talia rimase nuovamente interdetta per un'istante, poi fece un grande sorriso, contenta che Firyan volesse ancora passare del tempo con lei, fosse anche per un allenamento come quello.

<< D'accordo.>> disse, mentre le sue labbra si assottigliavano in un ghigno divertito << Ma poi non venirti a lamentare se ti fai troppo male.>>

I due, quindi, si scagliarono l'uno contro l'altra, vibrando poderosi colpi e fendenti che risuonarono con forza nella radura: Talia si accorse di essersi abituata davvero velocemente all'arma che teneva in mano, tanto che ormai non le dava più fastidio così rapidamente come la primissima volta che l'aveva usata. Certo, la nausea stava lentamente facendo sentire, ma non rapidamente come il primo giorno e, mentre la impugnava, riusciva persino a seguire, seppur con difficoltà, i movimenti del suo avversario, nonostante questo fosse un fulmine nei gesti.

Alcune volte, addirittura, riuscì persino a coglierlo di sorpresa, colpendolo con il fondo della lancia al costato, seppur davvero lievemente, tanto da non essere poco più che carezze.

<< Non male...>> borbottò lui, mentre anche sulle sue labbra sottili compariva un sorriso feroce << Vedo che stai migliorando parecchio con l'oricalco bianco.>>

<< Già... e il merito sembra essere di un cacciatore che non mi dà mai tregua, durante gli allenamenti.>> ribatté lei, poggiandosi all'arma come per sostenersi.

<< Ed è un bene che sia così.>> rispose lui, stringendo ancora la presa sulla sua arma << Altrimenti chissà...>>

Senza aspettare che finisse la frase, Talia si lanciò nuovamente su di lui, la punta affusolata della lancia che brillava minacciosamente alla luce dei raggi del mattino, mentre Nightfall, al contrario, sembrava assorbirla completamente. Prima che potesse arrivare a colpirlo, tuttavia, il pomolo dell'arma del cacciatore la colpì delicatamente ad una spalla, facendole perdere l'equilibrio e buttandola a terra, ma lei riuscì a scattare nuovamente in piedi, tentando un nuovo attacco alla cieca, diretto verso il mento del cacciatore, che tuttavia lo deviò nuovamente.

Il vibrare e il risuonare metallico delle loro armi animarono l'intera radura, giungendo tranquillamente fino alla città poco distante. Nessuno dei due combattenti sembrava intenzionato a mollare, nessuno dei due voleva essere sopraffatto, specialmente non Talia, che stava dando letteralmente ogni singola briciola delle sue energie per avere la meglio sull'amico, che, dal canto suo, stava sia cercando di non farsi battere che di non farle del male, stando sempre attento ad usare la parte giusta della lama e a colpire l'amica usando solamente il suo piatto.

Le mosse dei due accelerarono sempre più, fino a quando entrambi non furono altro che una macchia indistinta in un campo sconvolto dai loro impatti mancati.

Alla fine, i due si bloccarono quando le loro lame arrivarono ad un soffio dei rispettivi colli, i loro visi ad un soffio di distanza.

<< Divertente, non trovi?>> domandò Firyan, guardandola negli occhi, intensamente, come aveva fatto sino a qualche giorno prima.

<< Molto divertente. Molto.>> rispose lei, mentre sentiva il cuore batterle ancora più forte nel petto, a corto di fiato.

<< Sai, forse potremmo...>> fece per dire il cacciatore ma, prima ancora di poter concludere la frase, venne interrotto da qualcosa di inaspettato.

<< Io starei attento, fossi in voi, miss.>> disse una voce, proveniente dalla boscaglia accanto a loro << Sono certo che il potente Slayer non sia abituato a sudare a quel modo per sconfiggere un nemico.>>

I due si voltarono di scatto, sorpresi da quelle parole. Fra loro, però, il più sorpreso fu certamente Firyan, che non si aspettava di risentire quel soprannome: davanti agli occhi dei due amici, infatti, uscendo rapidamente dalla boscaglia, si pararono due individui in armatura. Uno di loro, probabilmente quello che aveva parlato, a giudicare dal grande sorriso che aveva stampato in faccia, portava un grande mantello scarlatto che copriva tutta la parte sinistra del suo corpo, mentre l'altro era completamente rivestito da una corazza scintillante, nera come la notte, tanto che Talia non poté cogliere nulla della sua fisionomia, se non che sembrava essere molto più esile del giovane che gli stava affianco, che già di per sé non era così imponente, anche se non meno alto.

<< Kaydan?>> domandò l'elfo, avvicinandosi ai due e rinfoderando Nightfall, confuso << Sei tu?>>

<< Certo che sono io.>> rispose l'uomo, allargando il braccio destro e continuando a camminare verso di lui, mentre il sorriso che aveva in viso diventava ancora più grande << Non ricordi neppure un vecchio amico?>>

<< Ma certo che mi ricordo!>> rispose l'elfo, stringendolo in un abbraccio << Da quanto tempo!>>

I due rimasero per un momento in quella posizione, prima di parlare nuovamente.

<< Come mai siete qui?>> domandò ancora Firyan, allontanandosi appena, per guardare la persona in armatura nera << E chi è...?>>

Le sue parole, tuttavia, gli morirono in gola, quando vide il grande simbolo stilizzato che campeggiava sul petto di quello che, ovviamente, era un altro cacciatore: un'incisione, la testa di un grosso leone, contornata con bordi d'oro.

<< Il leone di ferro.>> commentò, sorpreso, sgranando appena gli occhi, parandosi di fronte a lui e porgendogli la mano << Non pensavo che avrei mai incontrato il comandante in seconda della gilda dei cacciatori di Ziltrian, non in posto come questo almeno.>>

L'altro esitò un po', poi rispose al saluto del cacciatore, annuendo appena.

<< E io non pensavo che il grande Slayer, la leggenda dei cacciatori di Acrates, mi conoscesse. Ho sentito molto parlare delle tue gesta, soprattutto nelle ultime settimane.>> commentò, mentre la sua testa si voltava appena verso Kaydan. La sua voce suonava bassa e metallica, come se fosse l'elmo stesso a parlare << Cosa ci fai in un luogo tanto sperduto?>>

<< Ero in viaggio, stavo... cercando una cosa.>> rispose il cacciatore, tenendo la conversazione sul vago << Ci sono stati degli imprevisti e mi sono dovuto fermare qui per un po'.>>

Lo sguardo di Firyan corse a Talia, che ancora aspettava dietro di lui.

<< Talia, vieni, ti voglio presentare due compagni.>> fece poi, facendole segno di avvicinarsi, annuendo lievemente. Talia tentennò per un momento, in soggezione: per un momento, la sua mente iniziò a correre. Dopo quello che aveva visto fare a Firyan, ora aveva un po' paura di quello di cui i due nuovi arrivati fossero capaci.

<< Loro sono Kaydan e...>> fece poi il giovane cacciatore, inarcando un sopracciglio in direzione del comandante. Non sapeva come quell'individuo si chiamasse, ricordava solamente che dalle persone che lo conoscevano e lo avevano incontrato era chiamato "L'imbattuto re della caccia" oppure il Leone di Ferro, un ovvio riferimento alla sua armatura.

<< I miei compagni mi chiamano Rex.>> rispose lui, facendo un leggero cenno con il capo. Per un momento appena Kaydan lo guardò di traverso, ma alla fine non disse nulla, tornando a focalizzare la sua attenzione sui due ragazzi che aveva davanti a sé.

Tutto quello che Talia riuscì a cogliere, sotto lo spesso elmo di metallo nero, furono due sottili occhi affusolati, color ghiaccio e di una freddezza atroce, che la squadrarono per un attimo. Le ricordò quei pochi momenti in cui aveva visto Firyan veramente arrabbiato, come durante il combattimento contro i lindorm.

Il giovane che stava accanto a lui, invece, era completamente diverso: aveva corti capelli rosso fiamma e occhi grigi scattanti e vivaci, incastonati su un bel viso dai lineamenti squadrati, il naso dritto ricoperto da una spruzzata di lentiggini. Una lunga cicatrice scolorita percorreva tutta la sua guancia sinistra, ma non deturpava per nulla il suo viso, anzi, sembrava quasi una prosecuzione naturale delle fossette che aveva attorno alle labbra carnose. Aveva spalle larghe sotto il grande mantello, eppure sembrava chiaramente più esile di Firyan, molto meno muscoloso anche sotto la spessa armatura. Sul suo viso, poi, era stampata un'espressione solare, calma e pacifica.

<< È un piacere fare la vostra conoscenza, mastri cacciatori.>> disse la giovane donna, facendo un lieve inchino con il capo << Il mio nome è Talia. Sono... sono un'amica di Firyan...>>

Il cuore le sprofondò petto mentre pronunciava quelle parole fatidiche, le parole di chi sapeva che nulla sarebbe mai andato come realmente voleva.

Con un gesto della mano, quindi, Talia indicò la costruzione dietro di lei.

<< Immagino che abbiate fatto un lungo viaggio.>> disse poi, guardando entrambi con aria falsamente allegra, notando la stanchezza sul viso di Kaydan << Vi prepareremo un pasto caldo e delle stanze dove riposare. Sembra proprio che ne abbiate bisogno.>>

<< Grazie, siete molto gentile.>> rispose per entrambi il rosso, annuendo profondamente, facendo un altro grande sorriso << Accetteremo molto volentieri la vostra ospitalità. D'altro canto, era nostra intenzione cercare una locanda dopo aver parlato con Firyan.>>

<< Sì, è giusto.>> rispose quindi Rex, facendo un cenno con il capo << Non avrebbe senso ripartire adesso, dopo il viaggio che abbiamo fatto per giungere sin qui.>>

<< Coraggio allora, andiamo.>> rispose quindi Firyan, facendo per dare una pacca all'amico << Abbiamo molto di cui parlare.>>

La sua mano, tuttavia, proseguì la sua corsa fino ad arrivare contro il pettorale di Kaydan, spostando semplicemente il mantello dove sarebbe dovuto essere il suo braccio.

<< Sì.>> ammise l'uomo dai capelli rossi, facendo un sorriso mesto << Abbiamo molte cose di cui parlare.>>

Ci volle solo qualche tempo, prima che i quattro giungessero alla locanda e lo fecero in un silenzio di tomba. Lì, dopo che entrambi ebbero affittato una stanza, Kaydan ebbe anche modo di farsi preparare una zuppa calda: dopo il lungo periodo passato a cavalcare, dopotutto, sembrava averne davvero bisogno.

Tuttavia, c'era un'altra cosa per cui Firyan era davvero preoccupato, oltre alla loro presenza in quel luogo.

<< Com'è successo?>> domandò, indicando vagamente il braccio mancante dell'amico, mentre questi, dopo essersi lavato e cambiato, stava allegramente pasteggiando ad uno dei tavoli della locanda << Sei un ottimo cacciatore, cosa...?>>

<< Mi ha preso alla sprovvista.>> rispose semplicemente Kaydan, abbassando lo sguardo e stringendosi nelle spalle.

Era giovane, ma era anche uno dei cacciatori di mostri più preparati di tutta Acrates, ed era anche uno dei suoi migliori amici. Avevano passato molto tempo assieme, negli otto anni precedenti, da quando si erano conosciuti, e venire a sapere che gli era successa una cosa tanto grave proprio quando lui non era presente...

<< Non capisco.>>

<< Firyan, tutti i mostri del continente sono in subbuglio.>> fece ancora il cacciatore dai capelli rossi << Abbiamo ricevuto talmente tante richieste, nelle ultime settimane, da non riuscire a tenerle sotto controllo.>>

<< Io sono stato fortunato, ho perso solamente un braccio, ma ai confini dei regni centrali le persone muoiono a frotte.>> riprese poi, divenendo immediatamente più serio e scuro in viso << Per questo siamo venuti a cercarti. Abbiamo bisogno anche del tuo aiuto.>>

<< Io ho la mia missione da portare avanti. Te lo ricordi, vero?>> fece semplicemente l'elfo, inarcando un fine sopracciglio.

<< Lo so, ma non puoi pensare solamente a quello. Non in un momento come questo.>> ribatté ancora Kaydan, scuotendo vigorosamente il capo << C'è... qualcosa, che sta scuotendo il mondo dei mostri in questo momento. Lo sentiamo tutti chiaramente. Ci sono stati più attacchi agli insediamenti umani nelle scorse tre settimane che negli ultimi cinque anni, le città della costa sono sottoposte ad invasioni da parte di ogni tipo di creatura e non possiamo più attraversare il mare in nessuna delle due direzioni. I serpenti marini, se solo di quello si tratta, si sono messi in moto. Tutte le bestie che rientrano nelle prime sei categorie si stanno muovendo, non è qualcosa che possiamo ignorare.>>

<< Sormìr, giganti, warg, amarok, leviatani, roc. Persino i kraken sono scesi dalle regioni del nord del mare.>> spiegò ancora Kaydan, abbassando nuovamente la voce, dopo essersi accorto di aver parlato anche troppo forte << Firyan, devi tornare ad Acrates. E dovremo anche portar via tutte queste persone, quelle che vivono in questa città. Ormai non sono più al sicuro, non così distanti dal resto della civiltà.>>

<< Ho già sconfitto i mostri che si stavano dirigendo qui. Non dovrebbe essere più un problema.>> lo rassicurò l'elfo, scuotendo il capo << Tuttavia... io ora come ora non sono in grado di viaggiare. Non dopo quello che ho fatto per difendere questo villaggio.>>

<< Capisco.>> ammise ancora il giovane uomo, annuendo. Non sapeva bene cosa affliggesse veramente l'amico, ma sapeva che la sua condizione era veramente grave. Se diceva di non poter viaggiare, allora non poteva davvero farlo, non ancora almeno.

<< Kay, c'era un avanzato.>> disse poi Firyan, avvicinandosi come per sussurrare, quando vide fare capolino dalla porta della loro casa la piccola Lynn << Quanto tempo era che non ne sentivi parlare, alla gilda?>>

<< Ne sei sicuro?>> domandò ancora il cacciatore dai capelli rossi, sgranando gli occhi << Un avanzato, qui? Dicono che vivono solamente negli abissi, cosa ci faceva in coste così basse?>>

<< Non lo so, ma ho rischiato che distruggesse tutta Karyden...>>

<< È per questo che sei ancora qui?>> domandò l'uomo, inarcando un sopracciglio << Oppure è per quella donna?>>

<< Quale donna?>> ribatté l'elfo, facendo finta di niente.

<< Talia.>> gli rinfacciò ancora l'altro cacciatore << Cosa significa per te?>>

<< È... un'amica. Mi ha aiutato durante la caccia ai lindorm.>> rispose ancora Firyan, tentennando per un momento prima di rispondere alle domande dell'amico.

<< Hai portato una civile in una caccia?!>> domandò Kaydan, sconvolto.

<< Lei non è una persona come le altre.>> spiegò ancora Firyan, scuotendo il capo << È molto forte e ha perso il padre quando era ancora molto piccola. Ha dedicato la sua vita a cercare di uccidere quelle bestie e, anche se non aveva nessuna possibilità di sconfiggerle, ha comunque assentito a venire con me. Ha fatto in modo che non morisse nessuno in questa città, quanti cacciatori possono dire la stessa cosa?>>

<< Per questo la stavi addestrando? Per farla...>> fece per chiedere ancora l'uomo, ma si interruppe immediatamente quando vide accanto a sé Lynn.

<< Lily, cosa ci fai qui?>> domandò subito Firyan, incuriosito.

<< Stavo guardando.>> rispose lei, senza distogliere per un momento lo sguardo dal viso di Kaydan, indicando la sua testa e rivolgendosi a lui << Hai i capelli strani. Sono così belli.>>

<< Hai fatto colpo sull'attrice di casa.>> commentò ancora Firyan, volgendosi verso l'amico, prima di passare una mano tra i capelli della piccola << Lily, noi adesso dobbiamo parlare di cose importanti. Potresti tornare di là, per favore? Ti prometto che, tra poco, Kay sarà tutto per te e ti racconterà tante belle storie.>>

Gli occhi grigi della bimba sembrarono illuminarsi a quelle parole quindi, senza neanche rispondere, corse via in tutta fretta, scomparendo nuovamente nella sua casa.

<< Quanto tempo rimarrà ancora così?>> si chiese Kaydan, mentre il suo sorriso si spegneva di colpo << Quanto ancora potrà permettersi di vivere una vita da bambina normale, mentre il mondo oltre le montagne va letteralmente a fuoco?>>

Firyan non osò rispondere a quelle parole, turbato dall'espressione del suo amico: raramente lo aveva visto così, negli anni che avevano trascorso assieme.

<< Ad ogni modo, non hai risposto alla mia domanda.>> riprese poi il rosso, voltandosi verso di lui e passandosi la mano tra i capelli << Stavi addestrando la ragazza a diventare una cacciatrice di mostri? Volevi portare anche lei ad Acrates?>>

<< NO!>> ribatté immediatamente l'elfo, alzandosi di scatto in piedi, alterato, ricordandosi solamente troppo tardi che l'amica e la sua famiglia non erano poi tanto distanti da loro.

<< Non porterei mai nessuno con me, lo sai benissimo.>> rispose poi, abbassando la voce << Conosci anche tu il motivo per il quale ci siamo separati, per cui non sono rimasto a cacciare con te nelle mie terre, te l'ho raccontato.>>

Gli occhi di Kaydan si ridussero a due fessure argentate, mentre la sua espressione si rabbuiava ancora una di più.

<< Ancora non hai rinunciato? Lo sai bene che Merafax non è qualcosa che possa essere sconfitto, neppure impugnando una lama come Nightfall.>> lo redarguì l'amico, scuotendo il capo << È troppo grande e potente. Ti stai facendo consumare dalla rabbia, Firyan. Non risvegliare quel mostro, non ora che abbiamo a che fare con una crisi di questo tipo. Se dovesse tornare a calcare i territori di Oltremare, per tutti noi sarebbe la fine, tu più di tutti gli altri dovresti capirlo.>>

<< Lo capisco, ed è proprio per questo che non posso lasciarlo in vita.>> ribatté Firyan, sibilando appena, mentre i suoi occhi si riempivano di un fuoco selvaggio << Se il mondo brucia, non è possibile che lui ne resti al di fuori. No, non sarò io a risvegliarlo, ma i suoi simili. E allora io dovrò abbatterlo, prima che sia troppo tardi.>>

<< Quello che ho fatto... addestrare Talia, darle la lancia che ora possiede... l'ho fatto solamente per proteggerla.>> spiegò poi, abbassando ancora lo sguardo << Vorrei poter rimanere in questo posto ancora per un po'...>>

<< Slayer!>> tuonò una voce sopra di loro, interrompendo il discorso dell'elfo, mentre la figura ammantata di metallo nero di Rex si precipitava già dalle scale con due rapidi balzi.

<< Cosa succede?>> domandò lui, sorpreso da quella fretta che sembrava animare il comandante di ZIltrian.

<< Ho bisogno di parlarti in privato.>> rispose lui, superandolo a grandi passi e uscendo rapidamente dalla locanda, mentre la grossa lama ondulata della flamberga che portava con sé tintinnava contro la sua spessa armatura << Alla svelta.>>

Kaydan guardò l'amico un po' sconvolto, senza sapere cosa dire, ma quando fece per alzarsi lui lo fermò.

<< Ha detto da solo.>> ribatté Firyan, scuotendo il capo, avviandosi a grandi passi dietro il cacciatore che lo aveva preceduto. Lo trovò poco dopo, nella radura dietro la casa, proprio dove lui e Talia avevano combattuto solamente fino a poco prima. Un lieve vento cominciò a spirare sulla radura, sollevando i loro mantelli nell'aria, strappando alcune foglie dagli alberi, che presero a vorticare attorno a loro.

<< Che cosa vuoi da me?>> gridò l'elfo, mantenendosi ad una decina di passi di distanza dall'altro, cercando di sovrastare il fischio che il vento, ora teso, faceva risuonare nelle loro orecchie << Perché ovviamente non sei venuto qui solamente per accompagnare Kaydan.>>

<< Voglio combattere contro di te. Impugna la tua spada, cacciatore!>> rispose semplicemente Rex, sfoderando la sua grande lama con un gesto fulmineo e puntandola contro di lui << Non ho tempo da perdere!>>

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Avevo detto che non avrei aggiornato fino all'inizio di Ottobre, ma ovviamente non ho resistito. Nuovi arrivi in quel di Karyden, sono arrivati a guastare i piani del povero Firyan, che già era confuso su cosa fare. Cosa ne pensate di Kaydan, il solare cacciatore dai capelli rossi? E cosa vorrà mai da lui il misterioso Rex? Per quale ragione vorrà combattere contro di lui così insistentemente?

Beh, lo scoprirete. Quando? Non lo so, prego solamente che possa essere il più presto possibile, perché ci sono molte cose in ballo in questo momento. Questo capitolo, difatti, segna l'inizio della seconda parte della storia di Kaiju Slayer.

Non mancate di farmi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, come al solito. E grazie per essere rimasti con me fino a questo punto.

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