Potere e sofferenza

Quando il mago riaprì gli occhi, si ritrovò in una stanza buia e fredda. La stessa nella quale si era addormentato qualche tempo prima, prima che cominciasse la sua personale caccia ad alcune delle creature più temibili di tutta Oltremare. Aveva ottenuto quello che voleva, quello che aveva cercato per le ultime settimane, ora era venuto il momento di comunicare le buone nuove al suo signore.

Si incamminò per i lunghi corridoi del palazzo a passo svelto. Centinaia e centinaia di passi in mezzo alla nuda e fredda pietra lo separavano dalla sua destinazione e, nonostante avesse calcato quelle aule molte e molte volte negli anni passati, ancora lo stupiva la grandezza di quel castello.

"L'avevo detto io che il compito avrebbe dovuto essere mio sin dal principio." si disse, mentre l'oscurità che lo avvolgeva diventava sempre meno fitta "Mandare degli stupidi cacciatori di taglie a cercare un mostro..."

In uno svolazzare di lunghe vesti, giunse finalmente in una grande sala, completament deserta, non fosse stato per un solo uomo. Assiso in trono, annoiato. Dannatamente annoiato e anche nervoso, mentre giocherellava con un lungo pugnale rosseggiante, del colore del tramonto. Era un giovane uomo quello che aveva davanti: non aveva ancora compiuto trent'anni. Capelli ed occhi scuri, contornati da grandi aloni bluastri che suggerivano quanto poco stesse dormendo in quegli ultimi periodi, a causa della caccia che aveva lanciato lui stesso.

<< Cattive nuove, mio signore?>> domandò, avvicinandosi lentamente al trono ed inchinandosi davanti ad esso.

<< Pessime, Gram.>> rispose il giovane, alzandosi dal suo seggio e discendendo la corta scalinata che lo separava dal mago, poggiandogli una mano sulle spalle. La pelle abbronzata si riempì di grinze mentre le sue dita si serravano attorno alla cappa del suo suddito << Mi hanno appena riferito che i cacciatori che avevamo mandato sono stati annientati. Un'intera squadra.>>

<< Io ve lo avevo detto.>> rispose Gram, grattandosi una guancia con una mano levigata << Immaginavo che sarebbe andata a finire in questo modo, in effetti. Dopotutto...>>

<< Sì, mi ricordo molto bene le tue obiezioni in merito a questa missione.>> rispose l'altro, guardandolo con occhi socchiusi, freddi.

<< Fortunatamente per entrambi, potrei aver provveduto a seguire quei mostri.>> rispose il mago, lisciandosi la corta barba sale e pepe << Ho fatto seguire le loro tracce dai miei golem, mio signore, che proprio in questo momento li stanno affrontando in combattimento. E anche se per qualche folle ragione dovessero sopravvivere, ormai sappiamo dove si stanno dirigendo.>>

<< Stanno andando alla Reggia, non è vero?>> domandò ancora il giovane nobile, guardando il mago con aria decisamente preoccupata, solo per poi incamminarsi verso un angolo buio della sala.

<< Non c'è altro in quella regione. E poi, sapendo quali sono le loro conoscenze, mi stupirei del contrario, in un momento come questo.>> rispose ancora Gram, sollevandosi e seguendo il suo signore << Avete avuto fortuna con la ragazza?>>

<< Non ancora, ma non ci vorrà molto tempo.>> fece ancora il giovane nobile, digrignando i denti mentre i due prendevano a camminare in una delle ale più buie del castello. Si addentrarono per qualche lungo momento negli oscuri corridoi, calcando la fredda pietra in silenzio. Almeno fino a quando non raggiunsero una spessa porta di legno nero.

<< Bentrovata.>> disse quindi il nobile, spalancando l'ingresso e facendo entrare un tenue spiraglio di luce all'interno di una stanza altrimenti buia. Vi fu un lieve movimento nell'ombra, mentre una massa di lunghissimi capelli azzurri scivolavano al suolo e uno sferragliare di catene riempiva l'aria.

<< Coraggio, si svegli.>> sussurrò l'uomo, avvicinandosi ai ferri attaccati al muro << Abbiamo molto di cui parlare, principessa.>>

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Nel frattempo, molte leghe più a nord, la situazione per i quattro cacciatori stava precipitando sempre più. Dopo essere riusciti a montare a cavallo, infatti, si erano dati ad una corsa precipitosa in mezzo alla foresta ma ora, dopo qualche momento di calma, i golem avevano preso ad inseguirli, senza dare loro un attimo di tregua. Avevano avuto giusto il tempo di far passare Talia in testa al gruppo che i dardi di pietra, fatti della stessa materia dei corpi di quelle creature, avevano preso a fischiare una volta ancora attorno alle loro teste.

<< Mago da quattro soldi, non puoi proprio fare nulla per fermarli?>> domandò Deneb, voltandosi verso Kaydan con aria accigliata.

<< Smettila di lamentarti, donna.>> rispose Kay, ancora voltato all'indietro, intento a lanciare sfere infuocate verso le creature che facevano capolino dal sottobosco attorno a loro << Altrimenti giuro che...>>

<< Cosa?>> domandò ancora lei, voltandosi e lanciando lontano un golem che si era avvicinato troppo, colpendolo con un potente pugno al petto e scagliandolo nuovamente nel'oscurità.

<< Lascia perdere.>> commentò ancora il rosso, scuotendo il capo, solo per poi levare le mani al cielo << Risplendi, fior di cristallo!>>

Facendo scattare le braccia, formò una croce nell'aria e, sulla punta delle sue dita si formarono delle minuscole sfere luminose. Poi, sotto gli occhi attoniti di Deneb, che ancora era voltata, le stelle presero a splendere più forte che mai e, come dal nulla, una scintillante rete di fili sottili come capelli si tessé dietro i quattro cavalieri, irradiandosi nella foresta. Quando i golem che li inseguivano cercarono di attraversare quel campo magico, poi, vennero fatti a pezzi uno dopo l'altro, cadendo pesantemente al suolo e rotolando nell'oscurità

<< Contenta adesso? Almeno così guadagneremo un po' di tempo.>> fece ancora il cacciatore, voltandosi con aria noncurante verso l'amica. Proprio mentre finiva di parlare, tuttavia, un frammento scintillante fischiò nell'aria e una nuvola vermiglia si levò nell'aria sotto i suoi occhi attoniti, mentre la cacciatrice cadeva di peso dalla sella, rotolando al suolo.

<< Deneb!>> gridò, lasciandosi cadere a sua volta e rotolando in mezzo al sottobosco per ammorbidire la caduta. Firyan e Talia, udendo il nome della compagna, si fermarono di colpo ma, prima che potessero tornare indietro, tra loro e gli amici si levò un muro fiammeggiante, insormontabile.

<< Firyan, no!>> esclamò il ragazzo, mentre le fiamme si aprivano per un momento davanti a lui << Non fermatevi, porta al sicuro Talia. Al resto penserò io. Ve l'ho detto, non potete combattere contro i golem.>>

<< Vai tranquillo.>> aggiunse poi, vedendo tra le fiamme divampanti l'amico che esitava << Non morirò. Non ancora.>>

<< Non era quello che pensavo.>> rispose l'elfo, scuotendo il capo e levando Nightfall in alto, verso il cielo << Vi aspetteremo alle pendici delle montagne. Non tardate.>>

<< Non lo faremo.>> concluse quindi il rosso, facendo divampare le fiamme sempre più in alto con un semplice gesto di una mano, circondando sé stesso, l'amica ed i loro cavalli con esse << Andate ora, state perdendo tempo prezioso.>>

Con un rapido gesto, quindi, Firyan portò via con sé nell'oscurità Talia. Si morse un labbro con rabbia, facendo stillare una singola goccia di sangue: stava abbandonando ancora una volta i suoi amici, anche dopo quello che aveva promesso, molto tempo prima. Dopotutto, però, Kay era stato molto chiaro: non avrebbe potuto affrontare quei costrutti, a meno che non avesse evocato ancora una volta il potere di Tyrfenias. Una cosa che, in un momento delicato come quello, avrebbe evitato a qualsiasi costo.

Mentre i due si allontanavano nell'oscurità, il rosso si precipitò accanto all'amica caduta, che ancora stava sdraiata a terra, inerme. Una larga pozza di sangue si stava già raccogliendo attorno a lei, mentre cercava di tamponarsi il collo con una mano.

<< E io che speravo di... non vedere più la tua brutta faccia.>> commentò lei, quando lo vide sopra di sè, con le mani attorno al suo viso. La voce, tuttavia, le uscì in un rantolo spezzato, mentre un nuovo sprizzo di sangue sgorgava tra le sue dita.

<< Ma senti. E io che speravo di poter fare la parte dell'eroe, per una volta.>> commentò lui, passandole una mano sul viso << Però riesci ancora a chiacchierare, sembra che tu non stia tanto male.>>

<< Già, non sto... tanto male.>> commentò ancora Deneb, mentre altro sangue continuava a colare per terra << Non dovresti essere qui... Firyan e Talia...>>

<< Loro se la sanno cavare anche troppo bene da soli.>> rispose lui, scuotendo il capo e accennando un lieve sorriso << Non ti lascerò qui da sola, in balia di quelle cose. Lo capisci, vero?>>

Ci fu un momento di silenzio, mentre gli occhi azzurri di Deneb si perdevano sul viso di Kay. Non si era aspettata quella risposta, non in quel modo.

<< Fai quello che... ti dico, una volta.>> ribatté la donna a denti stretti, mentre cercava di spingerlo via con la mano libera << Vai via. Questa ferita... è troppo grave. Non puoi curarla.>>

<< Quella ferita sarà troppo grave per gente come voi, che non sa usare gli incantesimi.>> commentò seccamente il rosso, squadrandola da capo a piedi con una rapida occhiata di rimprovero << Smetti di fare la martire, a quella ci penso io.>>

Con un gesto delicato, quindi, Kaydan fece scivolare la sua mano di metallo su quella dell'amica. Prima che potesse fare qualunque cosa, tuttavia, una scheggia di pietra fischiò attraverso le fiamme che li attorniavano. Poi un'altra e un'altra ancora, attraversarono il muro di fuoco sempre più vicine alla coppia di cacciatori.

<< Dannazione.>> commentò ancora il rosso, digrignando i denti << Li ho sottovalutati. Maledetto alchimista.>>

Mentre diceva così, vide il capo dell'amica accasciarsi di lato, come se non avesse la forza

<< Deneb, ascoltami.>> disse poi il ragazzo, afferrando il viso della donna ancora una volta tra le mani e dandole alcuni buffetti sulle guance per attirare la sua attenzione e cercare di tenerla sveglia, mentre lei sprofondava nel buio sonno senza sogni prima della morte << Ascoltami donna, vedi di restare sveglia! Non ti permetto di morire così.>>

<< Smetti di chia... marmi donna. Non sopporto quando... mi parli con quel tono, rosso.>> rispose lei, con voce sempre più debole.

<< Dopo avrai tutto il tempo di lamentarti di quello che vorrai, ma ora ho bisogno che ti concentri sulla mia voce. Ascoltami, parla con me. Devi rimanere sveglia, a qualsiasi costo.>> spiegò Kaydan, passandole la mano destra tra i capelli << Avrei voluto curare completamente quella brutta ferita, ma sembra che i golem ci abbiano raggiunto ancora una volta. Pensi di poter resistere un altro po', se fermassi solamente il sangue?>>

<< Certo, per chi... mi hai presa?>> domandò ancora Deneb, guardandolo di traverso << Però vedi di sbrigarti. Non riuscirò a chiacchierare ancora... per molto.>>

Con quelle parole, quindi, il giovane cacciatore poggiò nuovamente la sua mano sul collo dell'amica, prendendo a respirare più lentamente e poggiando il suo capo sulla fronte di lei.

<< Allora vediamo di fare alla svelta.>> commentò ancora una volta lui, mentre veniva avvolto da una tiepida luce verde foresta.

Deneb venne percorsa da un brivido, quando sentì la magia del ragazzo scorrere all'interno del suo corpo come una corrente impetuosa. Era una sensazione così dolce, un'energia così delicata rispetto a quella che sentiva nella sua forma di drago, quando usava le sue fiamme. Era così piena di calma... che fosse quella la vera natura di Kaydan, nonostante quello che cercava di far credere con il suo atteggiamento?

Sentì la ferita richiudersi sotto le sue stesse dita, mentre nuova forza fluiva nelle sue membra come un torrente fiammeggiante, riempiendola di vigore ancora una volta. La sua visione tornò nitida e si sentì incredibilmente bene, come mai prima di allora.

Un momento dopo, vide il rosso risollevare il capo e guardarla con occhi scintillanti.

<< Non guardarmi con quello sguardo da cucciolo festante. Mi fai sentire uno schifo.>> commentò, lasciando vagare gli occhi nel cielo stellato, distogliendo lo sguardo da quell'espressione estatica mentre faceva passare un dito sulla profonda ferita in fase di chiusura sul suo collo.

<< Scusa.>> rispose lui, facendo un debole sorriso e alzandosi in piedi, levando una mano verso il cielo << Hai ragione.>>

<< Cerca un luogo sicuro per qualche altro momento, presto ce ne andremo da qui.>> disse poi, stringendo le dita ad artiglio, come a voler lacerare il cielo stesso. Lei non fece neppure in tempo a muoversi, però, che le fiamme che li circondavano si levarono a loro volta, formando una gigantesca sfera sopra le loro teste. Lentamente, i golem che fino a quel momento avevano esitato ad attraversare il mare di fiamme, iniziarono a farsi avanti, levando armi di pietra affilate come rasoi e decisamente minacciose.

<< Non ho più tempo da perdere con voi.>> commentò Kaydan, mentre la luce delle lune si faceva ancora più splendente, come rispondendo alla sua magia. D'un tratto, poi, le stelle sembrarono piovere dal cielo come goccie di pioggia luminescenti, vorticando e formando scie splendenti nell'inchiostro nero della notte, solo per poi venire assorbite completamente dalla sfera fiammeggiante, che quindi cominciò lentamente a cambiare. Stava diventando più...

"Granulosa?" si chiese Deneb, osservando quella scena estasiata e sconvolta allo stesso tempo: non aveva mai visto nulla di così potente, non evocato da un comune umano, almeno. L'aria stava diventando sin troppo calda, difficile da respirare, mentre quella strana forma di magia si andava condensando sulla mano di Kaydan, rimpicciolendosi a vista d'occhio. Poi, d'un tratto, ricordò dove aveva già visto quella scena. Ma certo, erano passati così tanti anni, ma lei non poteva aver dimenticato: era uguale al dipinto magico che sua madre le aveva mostrato così tanto tempo prima!

"Il Sole." si disse, scioccata.

Quello che il suo compagno teneva sul palmo era una perfetta copia del Sole che vedevano tutti i giorni, non più grande di un pugno ormai e tanto splendente da illuminare l'intera foresta a giorno. L'erba attorno a loro stava rapidamente morendo, spazzata da un vento atroce che la cacciatrice aveva sentito sulla sua pelle solamente sulle colline desertiche di Ziltrian, mentre i bordi dell'armatura di Kay sembravano essersi fatti incandescenti.

<< Sparite dalla mia vista!>> gridò poi il ragazzo, portando la mano in avanti, liberando il pieno potere della sua magia.

Quello che accadde dopo fu difficile da capire, per Deneb: attorno al rosso si levò un vento come d'uragano che spazzò l'intera foresta, costringendola a tenere gli occhi chiusi. Tutto quello che sentì fu un mortale ululato, mentre raffiche potentissime spiravano nelle sue orecchie. In quei brevi momenti in cui riuscì a tenere gli occhi aperti, tutto quello che vide fu una luce rosseggiante tanto splendente che per un momento pensò di rimanerne accecata.

Quando, alla fine, il vento si placò e lei poté riaprire gli occhi, quello che vide la lasciò letteralmente senza parole: davanti a loro, infatti, era stata scavata una trincea rosseggiante. Un cratere immenso, spaventoso, lungo centinaia di passi, al cui interno era stata vaporizzata persino la roccia. Davanti a lei, piegato in due dalla fatica e boccheggiante, Kaydan teneva ancora una mano puntata verso il punto nel quale, fino ad un momento prima, si erano trovati i golem che li avevano inseguiti. Si voltò lentamente, girandosi verso di lei quasi con fatica ma, un attimo dopo, tutto si fece chiaro. La battaglia era finita.

<< Abbiamo vinto.>> disse, sollevando un pollice e rivolgendo un sorriso radioso all'amica mentre ampie volute di fumo si levavano dal suo corpo. Senza tante cerimonie, quindi, la sollevò lentamente, facendosi passare un suo braccio attorno al collo, per aiutarla a camminare << Ce la fai a camminare?>>

<< Sì.>> rispose lei, cercando di drizzare la schiena il più possibile, con il respiro pesante << Sì, ce la faccio.>>

<< Certo che se volevi rimanere un po' di tempo da sola con me, non c'era bisogno di fare tutta questa scena.>> disse il rosso << Sono certo che gli altri avrebbero capito...>>

Prima che potesse dire anche solamente un'altra parola, tuttavia, un pugno lo raggiunse al petto, mozzandogli il fiato.

<< Sentirò mai qualcosa di intelligente uscire da quella tua boccaccia?>> domandò lei, voltandosi lentamente verso di lui con un debole sorriso stampato sulle labbra.

<< Scusa.>> disse ancora il giovane cacciatore, abbassando il capo << Come ti senti?>>

<< Secondo te... come posso sentirmi?>> tentennò lei, dando qualche leggero colpo di tosse << Oh, certo! Dopo tutto quello che hai passato immagino che uno squarcio alla gola per te non sia più nulla di che. Certo, tu sei quello che non ha paura del dolore...>>

<< Ma cosa stai dicendo?>> domandò Kay, guardandola di traverso. Il tono sarcastico con cui aveva pronunciato quelle ultime frasi lo avevano confuso.

<< Non lo so.>> ammise Deneb, lasciandosi cadere sulla spalla del rosso << Sento la testa esplodere. Andiamo via, ti prego.>>

<< Ti prego? Va bene, stai decisamente male.>> sancì lui, scioccato.

<< Smetti di dire stupidaggini e andiamo via da questo posto, dannazione!>> ruggì la cacciatrice, soffiando quelle parole nelle orecchie del suo accompagnatore. Quando sentì la mano della donna serrarsi attorno al suo collo, tuttavia, il rosso si fece serio tutto d'un colpo.

<< Ma cosa...?>> domandò, stupito, guardando l'amica in viso: era diventata pallidissima, ancora più di quando la ferita era aperta, e le sue labbra erano diventate di un violento viola scuro << Sei freddissima!>>

<< E tu sei troppo caldo.>> protestò lei, voltando il capo per distogliere lo sguardo.

<< Beh, grazie.>> ribatté Kay, mentre il lampo di un sorriso compariva sul suo viso, solo per poi sparire un momento dopo << No, seriamente. Si può sapere cos'hai fatto?>>

Non ci volle che un fischio della donna perché i loro animali, terminato il pericolo, tornassero da loro.

<< Nulla di che, i golem non mi hanno dato il tempo di riequilibrarmi.>> ammise ancora una volta Deneb << I draghi sono creature a sangue freddo, come le lucertole più piccole. Ogni volta che assumo "quella" forma, divento così anche io. Di solito rimedio stando al Sole il più possibile, se ho abbastanza tempo, oppure stando vicino ad un fuoco durante la notte. Pensavo di avere tempo, dopo lo scontro che ho avuto con Firyan, prima. A quanto pare mi sbagliavo.>>

Quando fini di parlare, tuttavia, i suoi denti presero a battere gli uni contro gli altri, producendo un forte *tak-tak-tak*, come il rumore di un sonaglio d'osso. Come prima cosa, quindi, Kay fece avvicinare il suo stallone a Lantarin e, con un gesto delicato, pose il suo mantello sulle spalle dell'amica.

<< Questo è il meglio che posso fare, ora come ora.>> disse, facendo avanzare il suo cavallo di qualche passo, senza voltarsi << Non riusciremo a raggiungere Firyan e Talia, non con te in quelle condizioni. Cerchiamo un posto riparato e fermiamoci per la notte, d'accordo?>>

<< Cosa intendi per... luogo riparato?>> domandò lei, mentre le parole le si perdevano in gola per un attimo, il fiato corto.

<< Una grotta, nello specifico. Sarebbe il più semplice per me da difendere.>> rispose lui, indicando un punto davanti a loro, nella notte << Se continuiamo a cavalcare in quella direzione, troveremo presto le colline. Una volta arrivati, potrò rattopparti per bene ed accenderemo un fuoco, così eviterai di diventare un cubetto di ghiaccio.>>

Deneb non disse nulla, non rispose neanche alla scontata battutina del compagno, che quindi non poté fare altro che rivolgerle un'occhiata preoccupata, osservandola battere i denti come se fosse immersa nella neve fino alla vita. Le rimase accanto per tutto il tragitto, guadagnandosi anche alcune occhiate truci dalla fiera dragonessa, ma lui se le scrollò di dosso con qualche battuta tagliente o alcune semplici parole pronunciate a sproposito.

<< Sei... insopportabile.>> fu quello che ottenne dopo un po' dalla donna, che quindi si accasciò lentamente sulla sella, stringendosi con forza dentro al mantello che proprio lui le aveva dato, continuando a tremare debolmente.

Fortunatamente per entrambi, non fu difficile trovare una grotta, proprio come aveva detto Kaydan. Legati i cavalli al suo interno ed eretta una delle grandi tende che si erano portati dietro quindi, il rosso si occupò di accendere un piccolo fuoco, proprio a ridosso a ridosso del loro giaciglio. Faticò non poco con la pietra focaia, abituato com'era ad usare la magia, ma alla fine ottenne quello che voleva.

<< Risplendi, fior di cristallo!>> esclamò a quel punto e l'entrata della caverna venne ricoperta da una fittissima tela di fili argentati, scintillanti come pietre preziose. Deneb, che fino a quel momento era rimasta in piedi, davanti alle fiamme, lo osservò barcollare e lasciarsi cadere contro la parete di fondo della piccola caverna, quasi del tutto nascosto dal tessuto verde foresta della tenda.

Senza tante cerimonie, la cacciatrice gli si avvicinò e si lasciò cadere a terra, su una delle pelliccie, incastrandosi tra le sue gambe e, dopo un po' di manovre, avvolse entrambi nei lunghi mantelli che ancora portava addosso.

<< Cosa... cosa stai facendo?>> domandò Kay, preso decisamente alla sprovvista da quel comportamento tanto inaspettato.

<< Fai silenzio e stringimi.>> si lamentò lei, facendosi piccola e allungando le sue mani verso le fiamme << Ho bisogno di più calore.>>

Kay non poté fare altro che rimanere impietrito quando strinse le sue mani alle braccia dell'amica: era diventata fredda come un pezzo di ghiaccio. La situazione era davvero precipitata da quando si era accorto delle sue condizioni.

<< Capisco.>> ammise poi, annuendo lievemente e poggiandole la testa su una spalla, facendo scivolare le braccia sul suo ventre, mentre le punte delle dita danzavano sulla sua pelle fredda come la neve, ora celata solamente dalla sottile camicia bianca della donna. Sotto il morbido tessuto, poté sentire muscoli scattanti, duri come l'acciaio temprato, e una pelle incredibilmente delicata, percorsa dai brividi per quel semplice contatto.

<< Paura di qualche carezza, Comandante?>> la apostrofò, divertito da quella reazione tanto inaspettata.

<< Cielo benedetto, ringrazia solamente che ho bisogno di tutto questo, altrimenti ti avrei già pestato.>> si lamentò lei, con voce debole. Dal suo tono, tuttavia, sembrava si stesse letteralmente sciogliendo tra le sue braccia, mentre Kay poteva chiaramente sentire ogni suo singolo muscolo fremere per non muoversi di un soffio da quella posizione.

<< Sempre così fredda.>> la redarguì lui, trattenendo a stento una risata << Lo sai, non fa bene essere sempre così rabbiosi. Dovresti rilassarti un po'.>>

<< Un'altra battutaccia come quella e giuro che me ne vado.>> rispose la cacciatrice, scoccandogli un'occhiata truce, drizzando la schiena e facendo per allontanarsi, solo per venire stretta ancora di più tra le braccia dell'amico.

<< No, no, no.>> aggiunse quindi Kay, con aria implorante << Sei ancora troppo fredda per poterti allontanare. Non riusciresti a fare un passo, prima di sentirti di nuovo male, con il freddo che fa questa notte.>>

A quelle parole, lei si lasciò nuovamente ricadere addosso al rosso, strappandogli un colpo di tosse per l'impatto. Anche lui era stato indebolito dallo scontro che avevano avuto con quei golem, solamente qualche tempo prima, anche se non voleva darlo a vedere e ovviamente aveva bisogno di restare al caldo quanto ne aveva lei. Nonostante tutto, però, aveva ragione: lei non poteva allontanarsi da quella grotta. Non sarebbe andata da nessuna parte, non da sola.

<< Coraggio, Debbie, abbassa la camicia.>> la apostrofò un momento dopo il ragazzo, riscuotendola immediatamente dai suoi pensieri << Vediamo di richiudere quella ferita una volta per tutte.>>

Uno sbuffo infastidito si levò dalle labbra della donna dai capelli blu.

<< Ti avevo chiesto si smettere di usare quel nomignolo.>> disse poi, mentre abbassava la camicia attorno alle spalle, lasciando completamente scoperto il collo per poterlo mostrare al compagno << Non mi piace.>>

<< So benissimo che non ti piace. L'ho fatto apposta.>> rispose lui, tornando immediatamente serio << Sembravi preoccupata per qualcosa. Speravo bastasse per riscuoterti.>>

Deneb rimase silenziosa per qualche attimo dopo quella rivelazione, mentre assaporava il contatto con le mani del rosso ed il dolce tepore che emanava dal suo corpo mentre evocava la magia di cura. Si lasciò scivolare addosso a lui, mentre si crogiolava in quella sensazione irreale, riuscendo solo a stento a rimanere cosciente. Il suo capo andò a posarsi sulla spalla sinistra di Kaydan e il viso si poggiò contro quello del cacciatore, tanto vicino da sentire il suo respiro tiepido sulla pelle, ad un soffio dal suo orecchio.

<< Sai...>> iniziò a raccontare lei, con la voce impastata dal sonno << Sai perché mi chiamo così? Sai perché il mio nome è così importante per me?>>

<< No.>> ammise lui, stringendogli il braccio libero ancora di più attorno alla vita e trattenendola perché non scivolasse ancora di più.

<< Deneb è il nome di una delle stelle più brillanti del cielo.>> spiegò lei, stringendosi al braccio dell'amico, quasi inconsapevolmente forse << Fu mio padre a scegliere questo nome, perché voleva che quello fosse il mio destino. Voleva che splendessi più di chiunque altro, più di tutti quelli che mi avrebbero mai circondata.>>

<< Sembra proprio una cosa da drago.>> commentò Kaydan, inarcando per un attimo un sopracciglio.

<< È un nome che lega tutta la mia famiglia in un unico destino. Le stelle di mia madre e i desideri di mio padre.>> continuò lei, ignorando il commento << Capisci perché è tanto importante? Perché non sopporto quella storpiatura?>>

<< Scusami.>> rispose immediatamente il cacciatore, prendendola per le spalle e facendola voltare verso di lui. La guardò per un momento negli occhi e, per quel fugace istante, la giovane donna rimase senza parole per la tristezza che colse nei suoi occhi. Aveva davvero paura di averla ferita.

<< Non fa niente.>> aggiunse lei, stringendolo a sé << Va bene così.>>

Si aspettò una risposta da parte dell'amico ma, quando alzò nuovamente il capo, trovò il rosso che la squadrava da capo a piedi con aria indagatrice, un occhio socchiuso e la bocca storta in una smorfia di disappunto.

<< Certo che per essere un abbraccio tanto caloroso, sei ancora parecchio fredda.>> commentò poi, accennando un nuovo, sottile sorriso.

Lo sguardo freddo della donna lo trafisse a quella nuova battuta, tanto che lui voltò la testa, coprendosi il volto con le mani come per proteggersi da esso.

<< Oh no, ho fatto arrabbiare la regina dei ghiacci.>> commentò poi, facendosi piccolo davanti a lei, con aria esageratamente drammatica e teatrale << Adesso congelerà anche me.>>

<< Sei davvero insopportabile.>> commentò lei alla fine, girandosi nuovamente, limitandosi ancora una volta ad appoggiarsi contro di lui, il capo appoggiato di nuovo contro la spalla del rosso, facendo una smorfia << Però cerca di rimanere sveglio ancora per un po'. Prima vorrei poter parlare un po'.>>

<< Parlare?>>

<< Di quello che è successo. Del fuoco, dei golem. Di quella tua magia.>> rispose lei, alzando appena il tono di voce << Ho visto semplici fiamme tenere lontani mostri che tu ci hai assicurato non avremmo potuto sconfiggere. Ho visto il cielo piangere stelle per rispondere alla tua chiamata. Si può sapere tu chi sei? E si può sapere cosa sono i golem e chi era quel mago che abbiamo incontrato prima?>>

Attimi di silenzio seguirono a quelle domande, mentre Kay alzava agli occhi al cielo, sbuffando.

<< Se non ti dispiace, preferirei spiegare tutto quello che so sui golem non appena ci saremo ricongiunti con Firyan e Talia.>> rispose poi, stringendosi nelle spalle << Così non dovrò raccontare tutto una seconda volta, quando saremo tutti assieme.>>

<< Hmm, capisco.>> mormorò lei, facendo un verso annoiato << Ma allora cos'era quella magia? Cos'erano quelle strane fiamme che ho visto?>>

<< Quelle? Beh quella, come dire... sono una delle mie armi segrete.>> rispose ancora Kay, passandosi ancora una mano sul viso, grattandosi una guancia.

<< Pirocinesi.>> disse poi, allargando la mano destra davanti al viso dell'amica. Dal nulla, si materializzò una sfera di fuoco grande quanto un pugno.

<< E luminocinesi.>> riprese un momento dopo, spalancando la sua mano di metallo e rivelando una sfera di pura luce dorata, tanto scintillante e radiosa che Deneb faticò anche solo a scostare gli occhi da quella meraviglia << Combina queste due magie e otterrai un potere insuperabile.>>

La sfera di fuoco globulare che si formò davanti al suo viso poco dopo, quando le mani di Kaydan si unirono, lasciò completamente senza fiato la cacciatrice, che si trovò completamente rapita da quella visione. Di nuovo, per la seconda volta in neppure un'ora, davanti a lei poteva vedere un piccolo Sole.

<< Io sono un cineta, per rispondere alla tua prima domanda. Un mago che manipola l'energia del mondo.>> spiegò ancora il rosso, riassorbendo l'energia magica ed estinguendo l'incantesimo con un semplice battere di mani << E quello che hai visto è la mia risposta ai mostri di questo mondo. Ti basta come spiegazione?>>

<< Beh, immagino di sì.>> rispose Deneb, stringendosi nelle spalle << Però, se ci dovessimo trovare da soli... se tu non ci dovessi essere, per una qualche ragione. Come potremmo affrontare quelle cose? Non hai qualche consiglio da darmi?>>

<< Nel caso dovessi morire, intendi?>> domandò ancora il rosso, chinando il capo e poggiando la fronte sulla spalla dell'amica.

<< No, io non...>> ribatté lei, facendo per voltarsi di scatto, solo per poi bloccarsi a metà di quel gesto. Voleva davvero guardarlo in faccia e dire una cosa del genere?

<< Perché devi sempre tirare fuori l'argomento?>> domandò un attimo dopo, stringendo i denti. C'era un tono decisamente rabbioso nella sua voce << Hai paura che me ne dimentichi, per caso?>>

<< Io non vorrei dimenticarlo.>> le sussurrò lui in un orecchio, con aria mesta << Ora che ho trovato... una compagnia così interessante.>>

I due rimasero di nuovo per qualche momento in silenzio a quella rivelazione. Poi, qualche attimo dopo, Kaydan riprese a parlare.

<< Se dovessi incontrare di nuovo dei golem, scappa.>> le disse, mentre giocava con una delle lunghe ciocche blu che le pendevano davanti al viso << È l'unico consiglio che posso darti. Sarebbe solamente uno spreco di forze inutile, a meno che tu non abbia una fiamma abbastanza potente.>>

<< Penso che non ci siamo proprio capiti.>> rispose la donna, facendo appello a tutte le forze che le rimanevano e voltandosi verso di lui, guardandolo con occhi fiammeggianti << Io non scapperò davanti a dei dannatissimi sassi con le gambe.>>

<< Quei "sassi con le gambe", come le chiami tu, potrebbero ucciderti più velocemente di quanto tu possa pensare.>> la redarguì il rosso, facendole scorrere un pollice sul collo, soffermandosi per un momento sulla grossa ferita << Ormai dovresti averlo capito anche tu. Hai davvero rischiato grosso, prima.>>

Lei non rispose nulla, voltando il capo per non trovarsi davanti gli occhi il compagno.

<< A proposito del combattimento di prima, dovresti abbassare la camicia.>> riprese lui un momento dopo, tornando serio << Vorrei poterti curare del tutto prima di addormentarmi.>>

<< Mhhh...>> mormorò lei, voltandosi appena << Cerchi sempre un motivo per vedermi senza vestiti, non è vero?>>

Quasi si morse la lingua quando, solo un attimo dopo, un dolore acutissimo la trafisse alla base del collo, mentre la punta di un dito del rosso le scivolava sulla pelle.

<< Non sei in condizione di fare battuttine stupide.>> commentò il cacciatore, scostando delicatamente il lembo di tessuto stracciato e sporco di sangue.

<< No? Allora diciamo le cose come stanno.>> ribatté Deneb, con aria decisamente più dura << Non voglio la tua compassione, come non voglio quella di nessun'altro. Non voglio essere curata, non voglio che ci si preoccupi per me, non voglio niente di nulla da nessuno! La ferita lasciala com'è, guarirà prima ancora che tu te ne accorga.>>

Ci fu un altro momento di silenzio nella grotta, mentre il fuoco continuava a scoppiettare poco distante dai due cacciatori.

<< Uffa.>> commentò poi Kaydan, lasciando andare un lungo sospiro annoiato << E poi sarei io quello insopportabile.>>

Zap!

Ci fu come un piccolo lampo dentro la tenda e un lieve odore di pelle bruciata pervase la grotta.

<< Cosa mi ha fatto?!>> esclamò un momento dopo Deneb, mentre provava in ogni modo a voltarsi verso il compagno e muoversi, senza tuttavia spostarsi di un soffio. Ogni suo muscolo era gonfio e contratto, bloccato in un inutile sforzo che non lo avrebbe portato da nessuna parte.

<< Un semplice trucchetto, nulla di permanente. Per un po', però, non potrai muoverti, quindi fammi il favore di stare tranquilla e di non lamentarti, mentre faccio quello che deve deve essere fatto.>>

Un solo istante dopo, quindi, un intenso calore, più forte ancora di quello che la cacciatrice aveva sentito avvolgerla fino a quel momento.

<< Sei veramente impossibile.>> continuò a borbottare Kaydan, mentre le sue dita danzavano sopra la morbida pelle della cacciatrice, mentre sotto di esse la grande ferita si richiudeva sempre più, di momento in momento << Io qua, io là, orgoglio questo...>>

Dovette fermarsi quando alcuni forti colpi di tosse spezzarono la sua voce, coprendosi la bocca con una mano, mentre la luce della magia di cura sfarfallava per un istante, solo per poi splendere ancora più forte.

<< Ti sei mai fermata... a pensare che ora fai parte di un gruppo? Se i miei segreti sono i tuoi segreti, i tuoi problemi sono i nostri roblemi.>> riprese Kay, parlando con durezza alla donna << E se la ferita non dovesse guarire come ti immagini? Se ti sentissi male durante una battaglia come quella di prima, in un momento in cui magari speravi di poter riposare, cosa faresti? E noi cosa potremmo fare? Io non ti lascerei mai indietro, Firyan aspetterebbe me e Talia aspetterebbe lui. Perciò ora non dipende più da quello che tu vuoi o meno, ma da quello che è meglio per la sorte di tutti.>>

Deneb si morse un labbro con forza, facendo stillare una singola goccia di sangue. Avrebbe voluto rispondere nel peggiore dei modi al rosso, ma, dopotutto, sapeva che quello che le aveva appena detto era giusto.

<< Ecco fatto, ho finito.>> concesse alla fine Kay, schioccando le dita. In quello stesso istante, l'intero corpo della cacciatrice si rilassò, lasciandosi praticamente cadere a terra, prima che lei potesse riprendere il controllo dei suoi muscoli. Si voltò di scatto, come una furia, guardando con occhi fiammeggianti. Contrasse un pugno più volte, aprendo e chiudendo le dita a ritmo con il suo respiro accelerato, il viso infiammato e gli occhi ridotti a due capocchie di spillo.

Poi, con una velocità impressionante, uno schiaffo raggiunse il viso del rosso, che fino a quel momento l'aveva guardata con sguardo di pietra, facendolo voltare violentemente.

<< Non farlo mai più.>> ruggì lei, scoprendo denti affilati come rasoi, mentre i suoi capelli scintillavano di un bagliore dorato << Non bloccarmi mai più in quel modo.>>

<< E tu non fare più cose tanto sciocche.>> rispose lui, la mano destra poggiata dove era stato colpito, con aria decisamente ferita << Sai bene che ho ragione, non cercare di far finta di no.>>

Per un attimo sembrò che Deneb lo avrebbe colpito di nuovo, levando nuovamente il braccio verso il cielo, ma poi lasciò andare un lungo sospiro, scivolando all'interno di uno dei grandi sacchi a pelo, poggiando la schiena contro le gambe del compagno.

<< Per stavolta va bene così.>> concesse, borbottando appena, con la faccia seminascosta dalla spessa pelliccia << Ma non usare più la tua magia in quel modo.>>

<< Va bene.>> assentì lui, stringendola nuovamente in un abbraccio, parandosi tra di lei e la parete della grotta.

<< So che è difficile ingoiare il proprio orgoglio così, soprattutto per qualcuno come te, però cerca di capire...>> riprese lui, venendo interrotto da una leggera gomitata di Deneb.

<< Dormi, rosso.>> ribatté lei, con aria annoiata << Mi sono già stancata della tua voce.>>

Con quelle parole, quindi, si coricò definitivamente, stringendosi a lui con un impercettibile movimento delle gambe. Voltata com'era, però, non poté notare il suo amico che si puliva un lato della bocca con il suo fazzoletto candido, facendo sbocciare su di esso alcuni fiori scarlatti.

<< D'accordo.>> concesse alla fine lui, accennando un sorriso sofferente << Buonanotte.>>

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Beh, che dire... c'è voluto un po' di tempo per riuscire a partorire questo dannatissimo capitolo, però è uno dei miei preferiti degli ultimi tempi. Avrei voluto inserire più spiegazioni, ma considerando la parte finale e lo stato in cui versavano entrambi i personaggi, forse mettersi a parlare di magie e dettagli noiosi avrebbe rovinato l'atmosfera. Terremo quella conversazione per un altro momento, quando il nostro gruppo di cacciatori di mostri si riunirà.

E dunque: abbiamo scoperto che esiste qualcuno ad Oltremare capace di un potere notevole, abbiamo scoperto che tengono in ostaggio una principessa dai capelli azzurri, che né Firyan né Deneb possono affrontare i golem ad armi pari e che Kay può evocare la luce delle stelle per potenziare la sua magia. E abbiamo scoperto, in ultimo, un'altro paio di cose molto importanti, anche se non proprio ai fini della trama.

Un mago che non può fare a meno di bruciare e una figlia dei draghi che rischia di congelare quando si trasforma. Giuro che non è stata una cosa voluta, non da principio, però poi due neuroni hanno fatto contatto e quello che ne è derivato è la chiara prosecuzione ed approfondimento del legame tra due cacciatori che, per ogni momento trascorso su questa storia, mi rendo conto sono sempre più complementari tra di loro, nonostante io non avessi neppure lontanamente pensato di renderli tali.

Concludo chiedendovi questo: cosa ne pensate? Vi è piaciuto questo ultimo capitolo? Non esitate a farmelo sapere, sarò più che contento di ricevere ogni feedback.

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