Le verità sotto la maschera
"Sei più sciocco di quanto sembri, giovane cacciatore." disse una voce serpentina nella sua testa, oscura e raccapricciante "Non puoi controllare il mio potere, non è per questo che sono qui. Tu mi appartieni, non è il contrario."
<< Maledetto!>> gridò Firyan, trovandosi avvolto da un oscurità fumante e calda, umida, piena di vapori rivoltanti << Non hai già avuto abbastanza da me?>>
"Abbastanza?" domandò la voce, rabbiosa e molto più potente di prima "Non abbiamo neanche cominciato."
"Non osare più evocare il mio potere, ragazzino, altrimenti sai bene cosa succederà!" aggiunse poi la voce e, tutto ad un tratto, davanti a Firyan, comparve Karyden, vista dall'alto: era notte e la città stava andando a fuoco, mentre una massa nera, indistinta e titanica attraversava la cittadina, radendo al suolo case, moli e colline senza distinzione, incenerendo la foresta al suo passaggio.
L'incubo, poi, cambiò ancora una volta e, in mezzo alle fiamme, il giovane fu costretto a vedere Talia e la sua famiglia venire fatti a pezzi da esse. Vide il viso dell'amica pieno di orrore e di paura, mentre guardava quello che stava succedendo: avrebbe voluto urlare, ma dalla sua gola non uscì neppure un alito, soffocata com'era dal fuoco che la stava divorando.
<< Tyrfenias!>> urlò ancora Firyan, con tutti il fiato che aveva in corpo << Se farai del male anche a loro, giuro che questa volta ti ucciderò!>>
"Hahaha!" si limitò a rispondere la voce, sinceramente divertita da quelle parole, solo per poi tornare immediatamente seria "Non puoi farlo, ragazzo. Lo sai benissimo."
Talia sentì sotto la punta delle sue dita il viso del cacciatore scaldarsi improvvisamente, come se qualcuno vi avesse gettato sopra dell'acqua bollente. Quella di certo una febbre come le altre, ma perché continuava a fare così? Non era possibile che andasse con tali vampate, alla stregua di un incendio. O almeno, non lo sarebbe stato se Firyan fosse stato un umano. Lui, tuttavia, era un elfo e aveva usato da poco una magia estremamente potente.
<< Cosa ti sta succedendo?>> si domandò la ragazza, passando ancora una volta un panno umido sul viso del cacciatore, sfiorando i suoi lineamenti con la punta delle dita, restandone impressionata esattamente come la prima volta che lo aveva fatto, qualche tempo prima. Per qualche tempo, infatti, aveva pensato che, sotto quella maschera che indossava ogni giorno, nascondesse una cicatrice particolarmente profonda o talmente orribile da non volerla mostrare al mondo esterno.
Sotto di essa, invece, c'era un viso di una tale rara bellezza che, per qualche istante, Talia si era quasi dimenticata di respirare, quando l'aveva visto per la prima volta. Era irreale, quasi etereo, e se non fosse stato per l'espressione che di solito lo animava, sarebbe stato certamente l'uomo più bello che la giovane donna avesse mai incontrato. Aveva labbra piccole, molto chiare, lunghi occhi a mandorla, un naso dritto e sottile. Aveva un fisico longilineo ma, contrariamente a quanto potesse sembrare, anche incredibilmente muscoloso.
A deturpare quella bellezza, tuttavia, c'era una quantità impressionante di ferite di ogni tipo e dimensione, che il cacciatore doveva essersi procurato durante le sue cacce, chiaramente visibili attraverso quello che rimaneva della sua camicia stracciata.
<< Cosa ti spinge a fare tutto questo?>> chiese poi, come se il ragazzo potesse risponderle, passando la mano poi su una larga cicatrice a forma di croce proprio sul cuore del cacciatore.
Come accorgendosi di quel tocco gentile, Firyan tornò in sé, risvegliandosi da quell'unico, oscuro sogno. Prima ancora di aprire gli occhi, il giovane si accorse di qualcosa di fresco ed umido sulla sua fronte e della presenza di un'altra persona nella stanza, che aveva una mano appoggiata delicatamente sulle sue e l'altra sul suo petto, le punte delle dita che lo sfioravano appena. In quello stesso istante, però, si rese conto anche di una cosa molto più grave: non aveva più la sua maschera sugli occhi
<< Chi c'è?>> domandò, sentendo il contatto delle mani interrompersi ai suoi primi movimenti.
<< Tranquillo.>> rispose una voce dolce, delicata, mentre il panno umido gli passava ancora sulla fronte << Sono Talia.>>
<< Come stai?>> gli chiese ancora la giovane donna quasi sussurrando, levando il panno bagnato dal viso del giovane elfo e poggiandone poi uno più fresco, imbevuto di acqua e di una specie di olio profumato che sentì rinfrescargli la pelle al solo contatto << Ti senti un po' meglio?>>
<< Sì, sto bene.>> assentì lui, annuendo lievemente per non far cadere l'impacco che la ragazza gli aveva appena sistemato sul viso << Tu stai bene, non è vero? L'attacco del mostro... dimmi che l'ho fermato. Dimmi che in paese stanno tutti bene, ti prego.>>
Un grande sorriso velato di tristezza comparve sulle labbra della ragazza a quelle parole, anche se Firyan non poté coglierlo.
<< Sì, stanno tutti benissimo, grazie a te.>> rispose lei, poggiandogli una mano su un braccio per rassicurarlo << Sei stato veramente eccezionale, solo il porto ha subito qualche danno, ma non è nulla che non si possa riparare con qualche giorno di lavoro. Ti dobbiamo tutti la vita, nessuno escluso.>>
Nonostante la palese contentezza delle sue parole, tuttavia, c'era un'immane tristezza nella sua voce, che il ragazzo poté immediatamente cogliere.
<< Perché tutta questa tristezza?>> domandò l'elfo, allungando un braccio verso di lei, arrivando lentamente a sfiorarle il viso con la punta delle dita, sentendo una guancia inumidita sotto di esse << Sei sicura che vada tutto bene, non è vero? I tuoi genitori e i tuoi fratelli stanno bene, sì?>>
Talia rimase un po' sorpresa da quel gesto, ma non si sottrasse al contatto, rimanendo perfettamente immobile mentre sentiva la mano del cacciatore scorrere sulle sue guance.
<< Sì, loro stanno benissimo. Hanno avuto solamente un po' di paura per noi, ma sono stati contenti di vederci tornare sani e salvi. O almeno io...>> rispose lei, con la voce sempre più rotta, mentre alcune lacrime cadevano sulle mani del giovane.
<< Allora perché piangi? Non riesco proprio a capire.>> domandò ancora Firyan, incuriosito da quella situazione, non cogliendo il significato delle ultime parole della compagnia.
<< Perché ho avuto paura!>> ribatté lei, rizzando la schiena sulla sedia << Quei raggi di luce... ho avuto paura, pensavo che avrebbero ucciso tutti.>>
<< Ah, meno male. Per un attimo ho pensato che stessi piangendo per me.>> rispose lui, tirando come un sospiro di sollievo << Ma sarebbe stato presuntuoso da parte mia. D'altro canto, non ci conosciamo che da un paio di giorni.>>
<< E poi tu mi odi, non è vero?>>
<< Sì, è vero.>> commentò lei, come sgonfiandosi al sentire quelle parole, asciugandosi gli occhi con una manica della camicia << Io ti odiavo. Mi hai portato via tutto quello che mi era rimasto nella vita, tutto quello per cui avevo vissuto. Non potevo sopportare la tua presenza, non potevo sopportare quello che significava averti attorno, ovvero che io avevo fallito e non avrei mai più avuto modo di vendicarmi.>>
<< Accidenti, non pensavo così tanto però.>> commentò lui, facendo uno sbuffo di sorpresa << Quasi mi stupisce che tu mi abbia aiutato.>>
<< Ho esitato per un momento, è vero, però mi sono resa conto che quella sarebbe stata la mia unica altra possibilità. E poi... ho visto quello che hai fatto, quello che ti è successo dopo e alla fine ho capito.>> riprese lei, un momento più tardi << Tu porti su di te un peso ancora più grande di quello che ho dovuto sopportare io. Molto, molto più grande, non è vero?>>
<< Cos'è quel simbolo luminoso che porti sul petto?>> domandò ancora Talia, sinceramente preoccupata << Cos'è quel potere che hai usato?>>
Qualche attimo di silenzio seguì a quelle parole.
<< Non posso dirtelo, mi dispiace.>> rispose debolmente Firyan, voltandosi dall'altra parte del letto e volgendole le spalle << Non farmi mai più questa domanda.>>
<< È una specie di potere della tua razza, non è vero? Quella che hai usato era magia?>> domandò ancora lei, incalzando sempre più il giovane, curiosa di capire quello che aveva visto << Coraggio, non puoi più tenermi all'oscuro, non dopo che abbiamo cacciato insieme.>>
<< Non potrei dirtelo neppure se ci conoscessimo da tutta la vita.>> borbottò l'altro, scrollando mestamente il capo << Davvero, non farmi più una domanda del genere. Lasciami ora, per favore, ho bisogno di riposare ancora un po'.>>
<< No, mi dispiace. Non posso andarmene proprio ora.>> ribatté seccamente lei << Io sono venuta con te e non ho fatto domande, anche se sapevo che avevi dei segreti, perché volevo affrontare quelle bestie. Ho accettato che tu avessi dei segreti che non mi volevi rivelare, anche dopo averti detto tutto quello che mi riguardava, anche cose che non avevo mai rivelato a nessuno, neppure ai miei più cari amici, perciò ora credo proprio di meritarmi almeno una risposta.>>
<< Dannazione, Talia!>> scattò immediatamente su Firyan, strappandosi il panno umido dal viso e lanciandolo lontano, in un angolo della stanza << Cosa vuoi sentirmi dire di preciso? Che non sono altro che...>>
Proprio mentre pronunciava quelle parole irate, tuttavia, il fiato gli si troncò in gola e lui si strinse le mani al petto, praticamente strappandosi di dosso quello che rimaneva della sua camicia a brandelli, mentre i muscoli di tutto il suo corpo si contraevano di colpo, contro il suo volere, e fitte lancinanti come coltelli arroventati gli arrivavano da ogni singolo nervo nello stesso momento.
<< Firyan!>> esclamò un istante dopo la ragazza, vedendo il giovane cacciatore contorcersi in un'espressione di dolore insopportabile. Lo prese per le spalle, adagiandolo delicatamente sul suo materasso, poi vide dal suo torace, proprio sopra al cuore, una luce scintillante emanare attraverso i suoi indumenti.
<< Questo simbolo...>> commentò, facendo per avvicinare una mano, che tuttavia venne allontanata con un debole cenno della mano.
<< Vai via.>> implorò l'elfo, guardandola con occhi socchiusi, stranamente grigi e spenti, mentre lacrime calde prendevano a scorrere copiose sul suo viso << Lasciami da solo, ti prego...>>
<< Non perdere il tuo... tempo con me.>> disse ancora Firyan, tutti i muscoli contratti mentre quelle fitte incandescenti in tutto il suo corpo continuavano sempre più forti, tanto forti da fargli pensare che sarebbe potuto morire << Io... sono solamente un mostro.>>
A quelle parole Talia rimase un po' interdetta: certo, era proprio il cacciatore che le stava chiedendo di rimanere da solo, ma come poteva lasciarlo quando si trovava in quelle condizioni?
<< No!>> esclamò poi, afferrandogli le mani, stringendole con forza e avvicinandosi a lui, facendogli sentire la sua voce in tutta la sua decisione << Tu non sei un mostro, Firyan! Sei un eroe, la persona migliore che abbiamo mai avuto in questo paese. Combatti, affronta quello che ti sta succedendo, vincilo una volta per tutte. Tu sei forte, puoi farlo, puoi sconfiggerlo come hai fatto con quei mostri. Io credo in te.>>
Non appena terminò quell'ultima parola, i tremori che scuotevano il cacciatore cessarono rapidamente e lui cadde pesantemente sul materasso, lasciando andare un lungo sospiro, le sue mani ancora serrate sul cuore, come se avesse paura che qualcosa glielo avrebbe strappato dal petto.
<< Grazie.>> sussurrò con quelle poche forze che sembravano rimanergli.
<< Cos'è successo? Ti senti bene?>> domandò semplicemente la ragazza, ora veramente preoccupata per lui.
<< No, neanche un po'.>> rivelò lui, mettendosi lentamente a sedere, facendo forza con le braccia << Ma resta il fatto che non posso dirti quello che mi sta succedendo, nonostante tutte le splendide parole che hai speso per me.>>
<< Ma perché no? Cos'hai di tanto segreto da nascondere?>> chiese la ragazza, ferita dall'ostinazione del cacciatore << Non ti fidi di me, per caso?>>
<< No, non è per quello.>> spiegò l'elfo, scuotendo il capo, colpito da quelle parole << Ma se venissi a sapere, se ti rivelassi tutto... allora potresti diventare parte anche tu della maledizione che mi affligge. Per questa ragione non ho mai rivelato a nessuno la mia condizione, per nessuna ragione al mondo.>>
Talia esitò per un momento a quelle parole, ma poi scosse la testa con foga.
<< Non sono il tipo da farmi spaventare da una cosa simile. Ho affrontato dei mostri e sono sopravvissuta, contro tutto quello che gli altri pensavano.>> rispose, gonfiando il petto, certa delle sue parole << Coraggio, raccontami. Dimmi quello che non hai mai potuto dire a nessuno, me ne farò carico una volta per tutte.>>
Ci fu un momento in cui la ragazza pensò che il cacciatore si sarebbe messo a piangere proprio davanti a lei ma, alla fine, quell'evenienza non avvenne e Firyan si limitò a fare un lungo sospiro.
<< Hai preso la mia maschera?>> domandò poi, voltandosi appena verso di lei.
<< Sì, certo. Pensavo fosse importante per te, non ti ho mai visto senza.>> rispose la donna, annuendo appena mentre gli porgeva lo spesso pezzo di metallo levigato. Era un oggetto veramente meraviglioso, scolpito e inciso in finissimi ghirigori.
<< Grazie.>> fece ancora Firyan, accettando la mascherina dalle mani della ragazza e ponendosela sul viso.
<< Se proprio sei tanto determinata, ti racconterò... la mia storia.>> concesse alla fine il cacciatore, facendo un rapido cenno con il capo mentre i suoi occhi tornavano velocemente al loro colore originale << Quello... quello che hai visto prima, non era una magia degli elfi.>>
<< Due giorni fa, vorrai dire.>> lo interruppe lei, inarcando un sopracciglio << Sei rimasto svenuto per moltissimo tempo. Ormai sei a Karyden da quasi cinque giorni.>>
<< Due giorni? E tu sei rimasta qui tutto questo tempo?>> domandò ancora Firyan, sorpreso da quella rivelazione.
<< No, assolutamente. Mi sono data il cambio con mia mamma e mio papà. D'altro canto, nessuno di noi aveva più nulla da fare, hai spaventato tutti i nostri pochi clienti.>> rispose lei, stringendosi nelle spalle e distogliendo lo sguardo.
Firyan rimase ancora in silenzio, senza sapere cosa dire.
<< Grazie.>> rispose poi, chinando nuovamente il capo in una specie di inchino << Vi devo molto.>>
<< Quello che hai visto prima...>> disse poi, riprendendo il discorso precedente << Non era una magia degli elfi. Neanche lontanamente.>>
<< Devi sapere molte cose, cose che ovviamente nessuno ha mai potuto spiegarti, vivendo in questa piccola città.>> iniziò a raccontare il cacciatore << Vedi, in questo mondo ci sono dei mostri. Mostri dalla potenza smisurata, capaci di plasmare interi regni secondo la sola loro volontà, tanto forti da sgominare eserciti e che neppure interi squadroni di maghi da combattimento d'alto rango possono sperare di affrontare.>>
<< Nel luogo dove queste creature sono state scoperte per la prima volta, nel lontano Est, oltre il grande mare e i regni di tutte le razze che popolano Vardia, essi venivano chiamati Kaiju.>> spiegò ancora Firyan << Mostri di infinita distruzione, che sembravano vivere semplicemente per rendere le terre che visitavano povere e senza la minima forma di vita, quasi si volessero nutrire della loro stessa devastazione.>>
<< Queste bestie erano poche originariamente, un numero veramente esiguo che includeva solamente mostri unici, che tuttavia possedevano poteri e capacità talmente aldilà della comprensione umana da far pensare a veri e propri demoni, mostri venuti da un mondo oltre il nostro: gli Originali, le dodici bestie più potenti che mai abbiano calcato la Terra.>> riprese il ragazzo, dopo un momento di silenzio, appena sovrappensiero << Nei secoli, la definizione si è estesa fino al significato attuale, in cui vengono inclusi tutti i mostri marini attualmente conosciuti.>>
<< Ma cosa centra con te tutto questo?>> commentò ancora Talia, turbata da quelle parole, preoccupata dallo sguardo che animava il viso del compagno di caccia. Le sue parole erano cariche di tristezza e di rabbia, ma ancora lei non riusciva a capire dove veramente il ragazzo volesse arrivare a parare con quel racconto.
<< Questa è la storia della mia condizione... o, più propriamente, del mio patimento.>> rispose lui, abbassando appena il capo << Sono stato... maledetto. Sin dalla nascita, sono stato costretto a portare su di me questo peso, questa presenza opprimente. Io porto dentro lo spirito di un'antica creatura, un mostro distruttore che da secoli cerca di tornare alla luce, dopo la sua morte. Una di quelle antiche bestie che ancora popolano la terra.>>
Con quelle ultime parole, Firyan dovette osservare la mascella di Talia cadere, mentre la ragazza, sbigottita, non riusciva neppure a controllare le sue risposte alla rivelazione.
<< Tyrfenias è il suo nome e quello che hai visto sul mio petto è il suo simbolo, che si manifesta ogni volta che il suo potere torna alla luce, che sia io a richiamarlo oppure no.>> disse alla fine il cacciatore, sollevando appena gli occhi per poter guardare in viso la ragazza << Questo è quello che sono e che sono destinato a diventare: nient'altro che un mostro, non dissimile da quelli che caccio.>>
Talia si alzò in piedi davanti a lui, le mani davanti alla bocca senza saper cosa dire, spaventata e sconcertata dalle parole che il giovane aveva appena pronunciato.
<< Stai scherzando, non è vero?>> domandò, sedendosi nuovamente un'istante dopo << Ti prego, dimmi che stai scherzando.>>
<< Non sono mai stato più serio in vita mia.>> rispose lui, limitandosi a guardarla negli occhi, perfettamente immobile, mentre un senso di ineluttabilità traspirava dentro di lei. Talia gli si avvicinò, poggiandogli una mano sulla fronte come per capire se ancora la febbre bruciasse dentro di lui per fargli dire delle tali follie, ma quella non era che una misura estrema per proteggere sé stessa da quelle verità incredibili.
<< Accidenti, senti come scotti ancora.>> disse, levando immediatamente la mano e rimettendo il panno umido al suo posto sulla fronte di lui << Coraggio, non sei in te ora come ora. Cerca di riposare, ne parleremo quando ti sarai veramente ripreso.>>
<< Basta, smettila!>> esclamò nuovamente lui, innervosito, scostandole di colpo la mano << Non sono in preda alla febbre, smetti di trattarmi come uno stupido, so esattamente quello che sto dicendo! È già abbastanza difficile parlare di questa cosa! Non schernirmi con le tue parole, come se fossi un bambino che racconta una favola che ha letto troppe volte!>>
A quelle parole, Talia non poté fare altro che rimanere in silenzio, scioccata. Il discorso che aveva fatto era talmente paradossale che non poteva credere stesse dicendo la verità, ma lui sembrava così convinto e, dopo quello che aveva visto in quei giorni, Talia non si sentiva più di contraddirlo come avrebbe fatto solamente il giorno del suo arrivo.
<< Scusami...>> disse poi, chinando il capo verso terra, profondamente dispiaciuto << Sono stato troppo duro, non volevo. È solo che... questa è una cosa di cui non ho mai potuto parlare con nessuno, tu sei la prima in assoluto. E se neppure tu mi credi, cosa dovrei fare?>>
<< Guardami, tu che puoi.>> disse poi, levandosi la piccola maschera metallica che portava nuovamente sul viso e spalancando lentamente gli occhi, senza proferire altra parola.
<< Allora non me lo era semplicemente immaginato.>> commentò la donna, vedendo sparire il colore dagli occhi del compagno di caccia. Quelle che fino a poco prima erano stata delle incredibili iridi verde foresta, ora erano diventati degli specchi appannati, foschi e spenti, praticamente persi nel vuoto, le pupille assenti << Com'è successo? Sei cieco, vero?>>
<< Sì, sono così da quando sono nato.>> ammise lui, rimettendosi la piccola maschera sul viso. In un attimo appena, i suoi occhi ripresero colore, tornando vivi e guizzanti come la prima volta in cui la ragazza li aveva visti << Questo cosa, questo... potere, è talmente grande e soffocante da sopprimere tutta la magia che invece avrei potuto utilizzare. Anche la mia vista, che è di natura fortemente magica, mi è stata negata.>>
Ci fu un momento di silenzio ancora tra i due, mentre Talia sentiva le sue labbra iniziare a tremare.
<< Perdonami!>> esclamò, chinando profondamente il capo << Perdonami, non pensavo che la tua situazione fosse tanto grave! Non volevo prendermi gioco di te, davvero, credimi.>>
<< Non preoccuparti, posso capire. Ti ho dato talmente tante informazioni folli in così poco tempo, sarei dovuto essere meno diretto.>>
<< Ora cosa... cosa farai?>> domandò dopo qualche istante la ragazza, senza sapere cos'altro dire.
<< Ora voglio riposare ancora un po'.>> rispose lui, socchiudendo gli occhi e sdraiandosi nuovamente sul letto, incrociando le mani sul petto.
<< Non intendevo...>> fece per ribattere lei, solo per poi accorgersi del sorrisetto che era dipinto sulle labbra dell'elfo << Mi stai prendendo in giro, vero?>>
<< Ahimè, speravo di risollevare almeno un poco il morale della conversazione.>> rispose Firyan, sorridendo ancor di più << Ad ogni modo, vorrei rimanere ancora qualche giorno qui in città, poi partirò nuovamente per il mio viaggio.>>
<< Ripartirai?>> chiese, preoccupata.
<< Tra due giorni.>>
<< Ma se dovessero tornare? Cosa succederebbe se altri mostri come quelli dovessero attaccare nuovamente il villaggio? Come faremmo a difenderci?>>
<< Non torneranno, non ti preoccupare.>> spiegò Firyan, scuotendo il capo << La carcassa dell'avanzato, o almeno quello che ne resta, basterà come monito per i possibili intrusi. Non si avvicineranno più a queste terre, vedrai.>>
<< Comunque dovresti veramente pensare di rimanere ancora un po'. Sei stato davvero molto male, non puoi pensare di poter ripartire domani. Dovresti aspettare un po' di più.>> si lamentò la giovane donna, alzandosi e poggiando le mani sulla sedia, spostandola davanti al letto dove il giovane elfo ora riposava.
<< Non capisco, perché mi dici queste cose?>> chiese ancora il cacciatore << Non ci conosciamo neppure. Cosa ti cambia se...?>>
<< Perché sei stato mezzo morto per due interi giorni!>> lo interruppe Talia, colpendo con un palmo della mano lo schienale della sedia e arrossendo violentemente << Non importa se ci conosciamo da poco, non riesci davvero a capire cosa può e non può essere fatto?! Allora vai pure via, se te la senti. Nessuno te lo impedisce!>>
Detto questo, la ragazza uscì a grandi passi dalla stanza, praticamente pestando i piedi per terra mentre avanzava. Aveva un'espressione scura in viso, spaventosa, che non lasciava dubbi su quanto veramente fosse irritata dal comportamento del giovane elfo.
Si precipitò nella sua camera, ignorando tutti i suoi familiari che cercavano di fermarla per chiederle cosa fosse successo, poi si lasciò cadere sul letto, nascondendo la faccia tra i cuscini. Rimase in silenzio per qualche attimo, poi si trovò a stringere le mani attraverso il sacco di piume che teneva stretto, quasi come se si fosse ritrovata degli artigli al posto delle dita.
"Perché l'ho aggredito così?" si domandò, sorpresa di sé stessa "No, non è colpa mia. Lui non capisce, è solamente colpa sua. Se non fosse stato così..."
"No." si disse poi, interrompendosi da sola "Mi sto raccontando delle bugie da sola, non c'era bisogno di parlargli in quel modo."
"Cosa mi sta succedendo?" si chiese alla fine, guardandosi le mani, preoccupata.
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Eccola, finalmente la verità sul nostro cacciatore di mostri è stata rivelata: Tyrfenias altri non è che un mostro che abita dentro di lui, cercando un momento adatto per poter riprendere possesso dei suoi poteri e del corpo del ragazzo. Vi sareste aspettati una cosa del genere? E cosa sta succedendo alla povera Talia? Che una scintilla si sia accesa in un cuore carico di quell'odio tanto forte?
Beh, lo saprete molto presto ma nel frattempo non mancate di farmi sapere cosa ne pensate!
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