Le molte verità di Oltremare

Qualche tempo più tardi, la donna dai capelli blu si svegliò in una camera disadorna, realizzata completamente in legno, la stessa che aveva affittato chissà quanto prima. Il cielo, fuori dalle finestre, era tinto di viola. Poteva trattarsi dello stesso giorno? Che cosa le era successo? Non riusciva a ricordare molto bene...

Ma certo, quella ragazza! L'aveva colpita con un'onda d'urto!

Fece per mettersi a sedere, cercando di capire quanto gravi fossero state le sue ferite, ma non riuscì neppure a muoversi, bloccata da qualcosa che non riusciva neppure a vedere. Solo in quel momento si accorse di una strana sensazione che le avvolgeva braccia e gambe.

<< Non provare a muoverti, sarebbe inutile.>> le disse una voce maschile alla sua destra. La voce dello Slayer, che era accanto a lei e la guardava con occhi feroci << In questo luogo sanno fare nodi impressionanti, non riuscirai a liberarti.>>

<< Lasciami andare immediatamente!>> sbraitò lei, spaventata e rabbiosa, iniziando a strattonare le spesse corde che la fissavano al letto << Cosa vuoi fare? Perché mi hai portata qui?>>

<< Cosa voglio fare?!>> sbottò lui, adirato, strattonandola per le corde e sollevandola con tutto il letto, sbattendola contro il muro della locanda con forza irresistibile << Sarei io a doverti chiedere una cosa del genere, donna! Mi hai attaccato senza neanche darmi un motivo per il quale avremmo dovuto combattere, mi hai costretto ad affrontarti nonostante ci fosse la mia amica nelle vicinanze, rischiando di coinvolgerla nel nostro combattimento.>>

<< Ma io...>> fece per rispondere la donna, abbassando lo sguardo e lasciando cadere la sua espressione rabbiosa.

<< Ma io un accidente! Dovresti saperlo meglio di chiunque, un innocente non dovrebbe mai essere coinvolto direttamente in un combattimento tra cacciatori. Sei la vice della tua divisione, si può sapere cosa ti è preso?>> domandò ancora Firyan, praticamente aggredendola con le parole << Ti ho forse fatto qualche torto nel passato, qualcosa di cui non sono a conoscenza o che non ricordo, per aver scatenato tutto questo?>>

<< Non è per qualcosa che hai fatto a me.>> rispose lei, riprendendo a guardarlo direttamente negli occhi, l'espressione appena appianata ma comunque scura << La tua amica sta bene?>>

<< Sì, sta benissimo. Non le è successo niente, per fortuna.>> rispose lui, distogliendo appena lo sguardo, come per guardare attraverso la parete della stanza << Ora sta riposando.>>

<< Quel grido che ha lanciato...>> fece ancora la cacciatrice, con una vena di preoccupazione nella voce << Lo sai bene anche tu cos'era, non è vero? Lei è...>>

<< Non cambiare argomento, non hai ancora risposto alle mie domande!>> la interruppe bruscamente l'elfo, voltandosi nuovamente verso di lei << Per quale ragione mi hai attaccato? E non cercare di svicolare di nuovo dal discorso, non te ne andrai da qui fintanto che non avrò saputo quello che voglio sentire.>>

<< Non puoi tenermi prigioniera in questo posto!>>

<< E invece posso fare quello che voglio. Hai cercato di uccidermi!>> disse ancora il cacciatore, praticamente ringhiandole ad un palmo dal viso, solo per poi calmarsi un istante dopo, poggiando nuovamente lei e il suo letto a terra << Non voglio farti del male, te lo assicuro. Voglio solamente sapere per quale ragione hai attaccato me e i miei amici.>>

La donna esitò un momento prima di rispondere, poi fece un lungo sospiro.

<< Nelle ultime settimane, qualcuno ha messo in giro la voce che fosse possibile assorbire il potere dei kaiju più potenti attraverso alcune armi particolari e che, nello specifico, qualcuno lo stesse già facendo da anni, mascherando la sua sete di potere con la necessità di proteggere le persone dagli attacchi di questi mostri.>> rispose qualche istante dopo, abbassando lo sguardo << Tu.>>

A quelle parole Firyan neppure riuscì a rispondere, troppo scioccato da quella rivelazione anche solamente per pensare ad una frase sensata.

<< Cerca di capirmi, per favore. Se fosse stato vero, sarebbe stata un'informazione di una tale gravità da sbilanciare tutti i poteri del continente: se attraverso della armi speciali si potessero estrarre le forze di quelle bestie, nessuna città, stato o esercito sarebbe al sicuro e una singola persona potrebbe spazzare via interi regni, senza neppure esitare.>> riprese un momento dopo la cacciatrice, seriamente preoccupata << I giorni seguenti furono la follia generale e, prima ancora che qualcuno potesse rendersene conto, tu diventasti un ricercato. Attualmente sulla tua testa pende una taglia di diecimila monete d'oro in ognuno dei regni centrali, meno che ad Acrates.>>

<< Dunque tu sei venuta qui per la taglia?>> domandò ancora Firyan, storcendo il naso.

<< No!>> sbottò la donna, arrabbiata ed imbarazzata per le parole del cacciatore << Io sono venuta qui solamente per confermare o smentire quelle voci. Volevo cercare di capire se veramente avessi ucciso tutti quei mostri solamente per il tuo tornaconto e speravo che, affrontandoti in combattimento, sarei riuscita a capirlo. Non potevo chiedertelo, altrimenti avresti potuto tranquillamente trattenerti e non mostrare i tuoi veri poteri.>>

<< Capisco.>> rispose ancora l'elfo, annuendo lievemente << E cos'hai capito da questo piccolo scontro?>>

<< Penso che tu non sia veramente il mostro che quel qualcuno ha cercato di dipingere.>> rispose ancora la giovane donna, scuotendo appena il capo << Non sono sicura se tu abbia o meno assorbito i poteri dei mostri che hai sconfitto, ma se anche fosse non penso che tu lo abbia fatto per il tuo tornaconto. Altrimenti non ti troveresti a vivere in un posto come questo, quando avresti potuto farti accogliere da grande eroe dal governatore della città.>>

A quelle parole, la giovane donna sentì i nodi attorno ai suoi polsi allentarsi rapidamente, e vide l'elfo spostarsi verso i piedi del letto e liberarla una volta per tutte.

<< Non sei così irragionevole come pensavo.>> commentò lui, gettando le corde in un angolo della stanza, accennandole un sorriso << Non posso darti torto, ora che so la verità. Probabilmente al tuo posto avrei fatto la stessa cosa.>>

<< Ma che...?>> fece per chiedere lei, quando il giovane elfo le porse la mano.

<< Coraggio, ormai è ora di cena. Immagino tu abbia fame, hai persino saltato il pranzo.>> le disse ancora Firyan, aiutandola ad alzarsi con un lieve strattone.

<< Cosa stai facendo?>> chiese lei, stupita e sconcertata da quel cambiamento tanto repentino, liberando la mano dalla stretta dell'altro cacciatore.

<< Beh, hai ammesso tu stessa che non sei più una minaccia, ormai.>> fece lui, stringendosi nelle spalle << Non c'è più bisogno di continuare a darci addosso. Le tue parole sono sincere, non ho motivo di preoccuparmi.>>

La giovane donna lo guardò nuovamente in viso, con occhi sgranati per l'incredulità, solo per poi voltarsi, incapace di sostenere quello sguardo tanto innocente e pacifico, così diverso da quello assassino che le aveva rivolto solamente alcuni istanti prima.

<< Sai, nonostante tutte le storie che ho sentito raccontare sul tuo conto, in realtà non so neppure come ti chiami.>> disse un momento dopo l'elfo, voltandosi per ricominciare a camminare << Ormai non ha più senso pensare che il tuo vero nome sia Rex, non è vero?>>

<< De...>> bofonchiò lei, quasi mangiandosi le parole, tanto che persino Firyan fece fatica a comprendere cosa avesse detto.

<< Come prego?>> domandò quindi l'elfo, incuriosito da quella reazione.

<< Mi chiamo Deneb.>> rispose lei, sempre a bassa voce, guardando ostinatamente verso terra.

<< Finalmente. Il mio nome è Firyan, è un piacere fare la tua conoscenza come si deve.>>

La giovane donna non seppe più cosa dire a quelle parole: la gentilezza del cacciatore era disarmante, la metteva a disagio, come se volesse farla sentire in colpa per averlo attaccato. Non poteva esistere veramente una persona del genere, non tra i cacciatori di mostri almeno, era troppo strano per poter essere vero.

Arrivati al piano inferiore, i due giovani si trovarono davanti la ragazza che Deneb aveva incontrato quella mattina, quando si era scontrata con Firyan e, vedendola badare come stava facendo, alla bambina piccola che aveva con sé, si sentì ancora più in colpa per averla messa in pericolo.

<< Talia, c'è...>> fece per dire il cacciatore ma, prima ancora che potesse terminare la frase, la giovane cacciatrice dai capelli blu notte si staccò dal suo fianco e si parò davanti alla ragazza, chinando profondamente il capo verso terra.

<< Perdonatemi!>> esclamò, sforzandosi a tenere il capo piegato fintanto che l'altra non le avesse risposto << Il mio comportamento di questa mattina è stato assolutamente inaccettabile, vi ho messo in pericolo per uno scontro che non vi riguardava!>>

Talia, dal canto suo, la squadrò per un momento tra gli occhi socchiusi.

<< Lily, vai un attimo di là, per favore.>> disse poi alla sorellina, dandole un colpetto sulla schiena << Devo parlare con questa persona.>>

<< Ma io...>> fece per ribattere la piccola, solo per poi essere presa da parte da Firyan, che la condusse in cucina, dove sapeva che avrebbe trovato i genitori o almeno i fratelli più grandi.

<< Coraggio Lily, vieni via. Talia deve fare dei discorsi importanti.>> le disse, allontanandosi lentamente ma guardando verso l'amica come a volerle dire "Sono qui, se hai bisogno." al che lei rispose con un lieve cenno di assenso.

Una volta che i due se ne furono andati e le due donne furono rimaste da sole, Talia si avvicinò nuovamente alla donna che aveva davanti.

<< Accetto le vostre scuse per avermi messa in pericolo. Dopotutto, sono stata io ad avvicinarmi anche troppo.>> rispose, tanto che la cacciatrice alzò il capo, sorpresa di essere stata perdonata da entrambi i giovani tanto facilmente, solo per poi essere smentita un attimo più tardi da Talia stessa << Quello che non intendo accettare, né tantomeno perdonare, tuttavia, è che abbiate provato a uccidere Firyan.>>

<< Ad ogni modo, dal momento che lui ha deciso di curarvi e di fare in modo che vi riprendeste, non possiamo certo lasciarvi senza mangiare.>> disse quindi Talia, facendole cenno di seguirla << Venite, la cena è quasi pronta.>>

Ancora un po' sorpresa dalla freddezza delle parole di quella donna tanto giovane, Deneb si limitò a seguirla attraverso la grande sala principale dell'edificio, solo per poi arrivare in una serie di stanze e corridoi più piccoli e bui: il retrobottega, dove Talia viveva con la sua famiglia.

Quello che videro i quattro componenti della famiglia che ancora non l'avevano incontrata, fu una donna particolarmente alta, con spalle squadrate e braccia muscolose, dai lunghissimi capelli di un blu profondo come la notte senza lune che le arrivavano in fondo alla schiena.
Il suo viso aveva lineamenti affilati, zigomi pronunciati, e su di esso campeggiavano due grandi ed affusolati occhi di un azzurro chiarissimo, quasi color del ghiaccio. Labbra piene, tinte di un bel rosso sangue un po' innaturale, erano tese in una smorfia di disagio, mentre sentiva gli occhi dei presenti scorrere su di lei e sul candido abito che le era stato fatto indossare prima di essere legata al letto.

Kaydan, quando la vide arrivare, sembrò praticamente rimanere senza fiato e persino Talia, che durante il combattimento non se ne era resa conto, si era dovuta rapidamente ricredere durante la loro conversazione: quella donna era molto giovane, non poteva avere che un paio di anni più di lei al massimo, ed era anche sin troppo bella per essere una cacciatrice di mostri. Le tante principesse che aveva immaginato da bambina, quando le venivano raccontate le storie della buonanotte, le aveva sempre viste così: incredibilmente belle ed eteree, quasi irraggiungibili.

In un primo momento, la cena trascorse in un silenzio imbarazzato, a parte per Firyan che insisteva a voler conversare un po' con tutti e con Lily che ora sembrava in adorazione dei nuovi arrivati, ma soprattutto di quella donna dalla pelle candida, proprio come aveva fatto con Firyan, pochi giorni prima mentre, dal canto suo, Fleur sembrava essere stata letteralmente rapita da Kaydan, che di tanto in tanto fissava con aria sognante.

<< Che bella!>> aveva commentato infatti, sedendosi accanto a lei e guardandola con occhi sgranati, come a volerli riempire solamente dell'immagine del volto della cacciatrice.

<< Eh?>> fece l'altra, colta alla sprovvista dalla sincerità della bambina. Esitò un momento ancora a rispondere, senza sapere cosa dire: era talmente tanto tempo che non le venivano rivolti quel tipo di complimenti che non si era aspettata di certo una reazione del genere << G-Grazie, sei molto gentile.>>

<< Anche tu sei un cacciatore?>> domandò ancora la bambina, voltandosi per un momento appena verso Firyan, che nel frattempo era occupato a chiacchierare con Lisa e Karda << Ce le hai le orecchie a punta?>>

<< Orecchie a punta? No.>> rispose la donna, ancora più sorpresa dalle parole della bambina << Perché, chi ha le orecchie...?>>

Prima che potesse finire la frase, però si accorse del gesto che aveva fatto Lily, voltandosi verso il cacciatore e, proprio in quel momento, intravedendo le lunghe punte delle sue orecchie, rimanendo una volta ancora senza parole: non aveva mai immaginato che il potentissimo Slayer in realtà non fosse altro che un ragazzo tanto giovane e per dipiù un elfo, una delle razze più rare di tutto Oltremare, famosa per rimanere sempre distante dai patimenti delle altre genti.

"Questa storia non fa che diventare di minuto in minuto più assurda." si disse, abbassando gli occhi dentro il suo piatto e sforzandosi di mangiare.

<< Firyan ci ha raccontato tante cose, tu non vuoi dire niente?>> domandò ancora la bambina, sempre curiosa di sapere di più.

<< Io non mi sono mai mossa molto dalla capitale del mio regno, mi dispiace.>> rispose ancora Deneb, scuotendo lievemente il capo, notando solamente in quel momento l'espressione della bambina che diventava di attimo in attimo sempre più triste, tendendo quindi le mani verso di lei << No, no, no, aspetta, ho qualcosa da raccontarti.>>

<< Vedi, i confini del nostro regno sono stati teatro di una guerra magica, tantissimo tempo fa.>> iniziò a raccontare, attirando l'attenzione di tutti i presenti al tavolo << Nei luoghi dove si scontrarono le magie dei maghi più potenti, anche oggi succedono tante cose strane e meravigliose. Pensa, c'è un fiume che scorre al contrario e, invece di avere cascate, l'acqua risale i fianchi delle colline e delle montagne, riprendendo poi il suo viaggio verso quella che una volta era la sorgente.>>

<< A qualche lega di distanza, verso est e il mare, ci sono miniere dalle quali vengono estratte gemme di tutte le varietà, che catturano e riflettono la luce, cambiando colore secondo quanto chiesto da chi le indossa, tanto belle che re e regine pagherebbero tutto quello che possiedono per realizzarvi le loro corone.>> riprese un momento dopo Deneb, continuando a fissare la bambina che, tutta contenta, ascoltava meravigliata le storie che le venivano raccontate << E poi, una delle cose più belle che io abbia mai visto sono senza dubbio i branchi di pegasi che abitano le pianure vicine.>>

<< Cos'è un pegaso?>> domandò la bambina, stupita di sentire un nome nuovo.

<< Un pegaso è un cavallo con grandi ali da uccello. Sono animali generati dalla magia, veramente magnifici, e volano nel cielo in grandi stormi.>> rispose ancora la cacciatrice << Ne esistono di tutti i colori, ma la maggior parte sono di un bianco candido, mentre alcuni dei più belli sono neri come le penne di corvo.>>

<< Una volta ho sentito raccontare che la tua cavalcatura è un unicorno.>> commentò Firyan, facendo un fischio sommesso << Fino a qualche tempo fa l'ho presa come una storia da taverna, ma ora mi domando...?>>

<< Sì, è vero. Lantarin è nella foresta qui attorno, non ho osato portarlo in paese per paura della commozione che avrebbe generato.>> ammise Deneb, annuendo ancora.

<< Non sarà pericoloso?>> domandò ancora il cacciatore << Una creatura tanto rara...>>

<< Non ci sono problemi.>> rispose lei, tagliando corto il discorso del ragazzo << Sa difendersi perfettamente anche da solo, nel caso dovessero cercare di catturarlo.>>

<< Ad ogni modo, Firyan, è dalla prima volta che ho sentito parlare di voi che voglio rivolgervi una domanda che mi ha sempre incuriosito.>> fece ancora la cacciatrice, inclinando il capo di lato, rivolgendosi a lui per la prima volta da quando era cominciata la cena << Per quale ragione portate sempre quella mascherina metallica sugli occhi?>>

A quelle parole il silenzio calò sulla saletta, mentre Talia e Kaydan si irrigidivano sulle loro poltrone e anche il resto della famiglia dei locandieri si voltava verso di lui per sapere: anche loro avrebbero sempre voluto chiedere, ma avevano paura di offendere l'ospite, che mai avevano visto senza quello strano oggetto in viso. Dal canto suo, Talia lo osservò per un momento, nervosa: avrebbe rivelato la sua folle verità davanti a tutta la famiglia oppure avrebbe evitato di rispondere.

<< Ci sono molte domande che aleggiano nelle nostre menti in ogni momento, Deneb. Non a tutte si può avere risposta tanto facilmente.>> rispose Firyan, raddrizzando la schiena sulla sua sedia, guardando la donna dritta negli occhi e, per un momento, lei ebbe quasi un moto di repulsione: quello sguardo era tornato esattamente uguale a quello che le aveva rivolto quando si era risvegliata poco prima e sembrava guardarle direttamente dentro l'anima con rabbia. La sua espressione, tuttavia, si addolcì poco dopo << Per alcune, tuttavia, la risposta è molto semplice.>>

Davanti agli sguardi attoniti di tutti i presenti, Talia compresa, Firyan si levò la maschera dal viso, rivelando i suoi grandi occhi spenti.

<< Questa maschera è un antico cimelio della mia famiglia. Mio padre la incantò per me, per far sì che io potessi vedere normalmente.>> rispose lui, rimettendosi immediatamente la maschera di metallo sul viso, prima che il calore che già sentiva incendiargli il petto iniziasse a brillare sotto la camicia, facendo un sorriso sarcastico << Ironico, non trovate? Un cacciatore cieco. Normalmente non sarei neppure riuscito ad uscire di casa da solo.>>

Tutti abbassarono lo sguardo a quelle parole, mortificati, tranne Deneb, che sostenne ancora una volta lo sguardo dell'elfo, che non lo aveva staccato per un momento dal suo viso.

<< Mi dispiace, non immaginavo davvero...>> rispose, scuotendo appena il capo, facendo per alzarsi dal tavolo ma venendo trattenuta da un gesto di Firyan.

<< Non è necessario, non è una cosa che avreste potuto sapere e di certo non è colpa vostra.>> rispose lui, facendole cenno che non era necessario andarsene come stava per fare << Non lasciamo che una semplice domanda rovini tutta la serata. Ci sono ancora tante cose da dire.>>

Una volta che ebbe finito di parlare, poi, si voltò verso Lynn.

<< Lo sai che cos'è un unicorno, non è vero Lily?>> domandò poi, come a riprendere un discorso mai terminato. La bambina lo guardò con occhi meravigliati, annuendo vigorosamente.

<< Sì, certo. Me lo ha raccontato Talia, quando non riuscivo a prendere sonno.>> rispose lei, voltandosi più volte tra i due cacciatori, mimando come secondo lei fossero quelle bestie << Sono cavalli tanto buoni, con un grande corno sulla testa.>>

<< Brava. Sono proprio così.>> ammise ancora Firyan, rivolgendole un grande sorriso divertito. In quel momento, Deneb sentì un certo sconforto al petto, come se le facesse male il cuore, una cosa che non aveva mai provato prima. Perciò, nonostante quello che le aveva chiesto l'altro cacciatore, si alzò e si allontanò dal tavolo, chinando lievemente il capo verso i padroni di casa come segno di ringraziamento, sparendo poi nel buio dei corridoi esterni.

Talia, allo stesso modo, si alzò di scatto dal suo posto a sedere, seguendo a ruota la giovane cacciatrice.

<< Aspettate, Deneb.>> le disse una volta che la ebbe raggiunta, afferrandola per un braccio << Voglio parlarvi un momento, in privato.>>

<< Cosa succede, Talia?>> domandò la donna, con aria spenta << Avete bisogno di qualcosa?>>

<< Sì, ho bisogno di mettere ancora in chiaro una cosa. Non voglio più sentirvi fare stupide accuse a Firyan su quello che secondo voi avrebbe fatto per ottenere il potere che ha.>> disse ancora Talia, parandoglisi davanti con uno sguardo di ghiaccio << Voi non avete idea di quello che ha passato prima di arrivare qui, non avete la minima idea di quanto abbia sofferto durante la sua vita.>>

<< È vero, avete ragione. Non avevo idea di chi fosse veramente né avevo idea di cosa avesse veramente passato. Erano state messe in giro alcune voci sul suo conto e, come comandante in seconda di una delle sezioni della gilda dei cacciatori di mostri, era mia dovere indagare se esse fossero vere oppure no.>> rispose alla fine Deneb, fissandola a sua volta negli occhi, senza vacillare per un attimo << Non posso dire di essere fiera di quello che ho fatto, però era necessario. Solo ora, vedendo che ci sono così tante persone che lo amano, mi sono resa conto che non è assolutamente come avevano voluto farci credere.>>

<< Io non...!>> ribatté con forza Talia, anche se la sua voce era incerta mentre parlava. Si era sentita personalmente chiamata in causa da quelle parole.

<< Non intendevo voi nello specifico ma...>> fece per dire un momento dopo la donna, solo per poi fermarsi un istante prima di terminare la frase, facendo un sorrisetto divertito << Oh, capisco.>>

<< Non fate "Oh, capisco" in quel modo! Non fate finta di aver capito qualcosa che io non ho mai detto.>> ribatté ancora la giovane locandiera, arrossendo per l'imbarazzo delle parole della cacciatrice, che sembrava aver capito anche troppe cose.

<< D'accordo, d'accordo, non dirò più niente.>> rispose ancora Deneb, continuando a sorridere << Però è quello che non avete detto che è interessante, a mio parere.>>

Mentre l'altra donna si allontanava nell'oscurità che iniziava ad avvolgere la sala, Talia sbuffò come una teiera sul fuoco, irritata: non riusciva proprio a sopportarla.

<< Hey Tali, va tutto bene?>> le domandò un istante dopo il ragazzo, giungendole alle spalle, come al solito senza fare il minimo rumore.

<< Sì, va tutto bene, però quella donna mi dà sui nervi.>> rispose lei, sbuffando e allontanandosi a grandi passi, praticamente pestando i piedi per terra.

Qualche tempo più tardi, Talia si ritrovò a letto con la più piccola delle due sorelle minori che, per qualche ragione, faticava a prendere sonno.

<< Tali, vuoi parlare?>> le domandò la piccola, voltandosi appena verso di lei.

<< Di cosa?>>

<< Di Firyan. Perché i suoi occhi sono così, senza maschera?>> domandò ancora la bambina << Non ho capito bene.>>

<< È nato così.>> spiegò la donna, passandole una mano tra i capelli << Non tutte le persone sono fortunate come noi, alle volte può succedere.>>

<< Ma gli fa male?>>

<< Sei preoccupata per lui?>> chiese ancora la sorella, sorpresa dalle domande della bambina.

<< Sì.>> rivelò la piccola, tirando su con il naso, la voce appena rotta da qualche singhiozzo, mentre una lacrima calda colava dal suo viso sulla mano di Talia che la bambina stringeva a sé.

<< Lily, cosa succede? Perché piangi?>> le domandò ancora la giovane, sorpresa.

<< Perché lui è tanto buono con noi.>> rispose lei, mentre calde lacrime continuava a scorrere sul suo viso << Non voglio che stia male, non è giusto.>>

Per un momento Talia non seppe come rispondere a quelle parole, sconcertata: non aveva capito che la sorellina si fosse legata tanto al cacciatore in così poco tempo.

<< No tesoro, no. Firyan non sta male.>> le disse poi, stringendola a sé con forza << Non gli fa male, è solo come chiudere gli occhi.>>

<< Ne sei sicura?>> domandò ancora Lynn, un po' calmata dalle parole della sorella.

<< Sì, certo. Chiediglielo pure, domani, sono certa che ti dirà la stessa cosa.>> rispose ancora la ragazza, passandole una mano sul viso per asciugarle le lacrime << E ora basta piangere, su. Firyan è forte, non ha bisogno delle nostre lacrime, sta meglio di tutti noi.>>

Nel frattempo, nella sala grande della locanda, Kaydan afferrò Firyan per una spalla, fermandolo prima che potesse andare nella sua stanza.

<< Firyan.>> disse, poggiandogli la mano su una spalla << Ho bisogno di parlarti un momento. Non... non sono riuscito a dirti tutto, questa mattina...>>

<< Cosa succede?>> chiese ancora l'elfo, un po' preoccupato dal tono di voce dell'amico << Va tutto bene?>>

<< No, non va tutto bene.>> rispose il rosso, scuotendo il capo con foga << Per niente. Firyan... la Reggia Marina è caduta. Non riceviamo più notizie da essa da poco dopo la tua partenza.>>

L'elfo sentì il cuore sprofondargli nel petto, inghiottito da un abisso freddo e senza fine. Non era possibile, come poteva essere? La Reggia si era sempre difesa dagli attacchi, persino da quelli dei mostri più grandi.

<< Ne sei sicuro?>> domandò ancora il cacciatore, sgranando gli occhi, preoccupato << Nessuna parola, neppure dalle sentinelle di confine?>>

<< No, nessuna. Il Re è disperso, non sappiamo dove sia.>> spiegò ancora Kaydan, scuotendo gravemente il capo << E... Menia è scomparsa, poco prima che tu lasciassi Acrates.>>

Gli occhi di Firyan sembrarono riempirsi di fiamme in quel momento.

<< Domani.>> disse, uscendo a grandi passi dalla locanda << Domani ci prepareremo per partire.>>

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