In viaggio

Quando i quattro cacciatori finalmente si fermarono, il Sole ormai stava per già per calare dietro l'orizzonte.

<< Basta, per oggi va bene così.>> disse quindi Firyan, smontando rapidamente dal suo cavallo. Al contrario Talia, che prima di allora non aveva mai cavalcato neanche una volta, si lasciò praticamente cadere al suolo come un macigno.

<< Mi spiegate una cosa.>> disse, cercando di rimettersi in piedi lentamente, tutta indolenzita, poggiandosi una mano sul didietro dolorante << Come fate a viaggiare tanto a lungo su questi cosi?>>

<< Dopo un po' ci si abitua.>> rispose Deneb, scendendo dalla sua cavalcatura con un elegante saltello, passando quindi una mano sul collo di Lantarin << Però trovo inutile lamentarsi. Loro soffrono più di noi.>>

<< È speciale, non è vero?>> domandò quindi l'elfo, vedendo come si stava riferendo al magico animale.

<< È un amico.>> ammise la giovane donna, levando sella e finimenti al meraviglioso unicorno << Credeteci o no, ma mi ha salvata più di una volta mentre viaggiavo per ZIltrian.>>

<< Scusate, mi dispiace davvero interrompere questo momento, ma per quanto sia bello starvi a vedere chiacchierare amabilmente, ci sono cose che vanno fatte e anche alla svelta.>> la interruppe in quel momento Kaydan, che nel frattempo stava preparando una spianata in mezzo al sottobosco << Ho solo una mano, io. In questa situazione non posso fare tutto da solo.>>

I tre sembrarono come riscuotersi dal loro stato di raccoglimento solamente a quelle parole, mentre un potente getto di fiamme arancioni riduceva una grande area davanti a loro in finissima cenere grigia, che presto venne soffiata via dalla tenue brezza che aveva preso a soffiare nella foresta.

<< Che vittima.>> commentò la cacciatrice, alzando gli occhi al cielo, annoiata. Si guardò un momento attorno, poi lasciò cadere i suoi bagagli in un angolo della radura bruciata ed estrasse la sua spada, avviandosi in mezzo al bosco.

<< Non mi sei sembrato così piagnucolone, questa notte. Dovrei forse tenerne conto per la prossima volta?>> mormorò, una volta che ebbe affiancato il rosso.

<< Sai, è divertente che tu abbia tirato fuori l'argomento. Ci ho pensato quasi tutto il pomeriggio...>> rispose sibilante Kay, facendo uno dei suoi sorrisi maliziosi e scintillanti << Pensavo che gli unicorni avessero come compagne solamente delle donne cas...>>

Un coppino lo raggiunse fortissimo alla nuca, risuonando come il rumore di una zucca vuota nella foresta.

<< Vieni con me, testa calda.>> continuò poi la donna, praticamente trascinandoselo dietro << Slayer, noi andiamo a fare un po' di legna. Potete occuparvi voi delle tende?>>

<< Certo.>> rispose lui, lasciandosi sfuggire un lieve sorriso alla vista del viso rassegnato dell'amico << Volevo giusto insegnare a Talia come si facesse.>>

<< Prendetene parecchia.>> si raccomandò Talia, prima che sparissero nella foresta << Questa notte farà freddo.>>

L'elfo la guardò un po' sorpresa, soprattutto quando la sentì ridacchiare di gusto.

<< Cosa c'è da ridere?>> domandò, vedendola sogghignare.

<< Niente. Niente, solo una sensazione, tutto qui.>> rispose lei, scuotendo il capo << Nulla di importante.>>

<< Mhhh.>> borbottò il cacciatore, poco convinto dalle parole di Talia, osservandola per un momento con un occhio chiuso, di traverso, cercando di capire cosa volessero significare le sue parole.

<< Non dovevi insegnarmi qualcosa?>> fece lei di rimando, interrompendo il suo momento di confusione.

<< Giusto!>> esclamò Firyan, come ricordandosi solo in quel momento quello che loro due dovevano fare << Coraggio, vieni con me.>>

Firyan prese un grosso coltello dalla sella del suo cavallo e si diresse verso un albero vicino. Da esso staccò due dei rami più bassi, grandi e dritti, sfrondandoli con dei rapidi colpi.

<< Per ogni tenda ci servono sei rami come questi.>> disse, porgendole il grosso coltello per la lama dopo esserselo rigirato un paio di volte in mano << Quindi ce ne servono altri dieci come questi.>>

<< Dieci?>> domandò la ragazza, incuriosita << Siamo in quattro. Sei rami per quattro tende fa ventiquattro, no?>>

<< Lo hai detto tu, questa notte farà freddo.>> rispose lui, estraendo Nightfall dal fodero che portava sulla schiena << Sarebbe sciocco dormire in quattro tende separate, se hai ragione. Ti va bene dormire insieme a Deneb, fintanto che non ci saremo allontanati dalle foreste del nord?>>

<< Con Deneb?>> chiese lei, sorpresa << Beh, ma noi abbiamo...>>

<< Noi sì, è vero.>> ammise lui, annuendo divertito << Ma ho appena ritrovato il mio amico dopo più di quattro anni, preferirei evitare di trovare la sua testa rotta contro un sasso dopo la prima notte.>>

<< Dici che non andrebbero d'accordo?>> chiese lei, inarcando un sopracciglio.

<< Vorrei evitare qualsiasi possibilità di conflitto nelle prossime settimane.>> ammise ancora il cacciatore, grattandosi il capo << Già avremo il nostro bel da fare, senza che Kaydan peggiori la situazione. A volte sa essere...>>

<< Strano?>> chiese lei.

<< Irritante? No, non è adatto...>> rispose ancora l'elfo, scuotendo il capo << Ossessionante, ecco. E i draghi sono noti per la loro poca pazienza, anche se Deneb la è solamente per metà. Perciò prima o poi potremmo trovarlo carbonizzato, se non riesco a fargli tenere a freno quella lingua affilata.>>

<< La è per metà? Cosa vuol dire?>> chiese Talia, colta alla sprovvista da quell'affermazione, tralasciando tutto quello che l'amico aveva detto.

<< Esattamente quello che ho detto. Deneb è letteralmente la figlia di un drago.>> spiegò ancora il giovane, stringendosi nelle spalle. Menò un rapido fendente prima di continuare a parlare, staccando velocemente un paio di nuovi rami: la lama della sua spada passò attraverso il solido legno come un coltello caldo nel burro, facendoli cadere silenziosamente a terra.

<< Non capisco...>> fece ancora la donna, aggrottando le sopracciglia.

<< Già, immagino che sia davvero strano per qualcuno che non conosce i draghi.>> disse ancora Firyan, stringendosi nelle spalle mentre continuava a lavorare, cercando i rami che poteva essere più utili per il loro compito << I Dorati di Shen-Toar e gli Umani di Acrates sono legati da moltissimi secoli. Ogni tanto alcune di queste creature, tuttavia, per ragioni... note solamente a loro, lasciano la loro società. Amore per la razza umana, vergogna di sé stessi, odio per la propria razza, sono parecchie le ragioni che possono spingerli a lasciare il proprio posto e ad entrare a far parte della società umana.>>

<< E quale...>> fece per chiedere Talia, mentre un'esplosione si perdeva in lontananza, rimbombando tra gli alberi.

<< Ora mi domando>> fece quindi Firyan, voltandosi verso il punto dal quale aveva sentito arrivare il rombo << chi sarà stato il bersaglio di questo attacco? Il legno che ci serve o Kay?>>

Una risata leggera sfuggì alle labbra di Talia, che quindi si voltò nella stessa direzione.

<< Quanto pessimismo, mastro Firyan.>> rispose poi, stringendosi nelle spalle << Sono certo che non ci sia nulla di cui preoccuparsi.>>

<< Mi fiderò delle tue impressioni, per il momento.>> commentò quindi il cacciatore << Spero solamente di non dover intervenire.>>

I due non dissero nulla per qualche momento, ma non ci fu nessun suono nella foresta. Nulla che sembrava suggerire una battaglia in corso, quindi entrambi tirarono un lungo sospiro di sollievo.

<< Ad ogni modo.>> riprese quindi l'elfo, volgendosi nuovamente verso Talia con aria corrucciata << Io non so quale ragione abbia spinto il genitore non umano di Deneb ad allontanarsi dalla sua razza. E se fossi in te, io non gliene parlerei: i draghi che sono diventati parte del nostro mondo non sono che una manciata, in tutto il corso della storia delle nostre razze. E sono certo che per lei e per la sua famiglia sia una questione abbastanza delicata.>>

<< Perciò cerca di non fare domande inappropriate, almeno per il momento.>> suggerì alla fine, prendendo tutto il legno che aveva tagliato << Lei non è come me... non so come potrebbe rispondere all'eccessiva curiosità.>>

<< Io non sono così curiosa.>> si imbronciò lei, incrociando le braccia sul petto.

<< Hai letteralmente rischiato di risvegliare... il mostro, poco dopo che ci siamo conosciuti.>> la bloccò lui, tentennando al ricordo di quello che era successo << Sei stata fortunata.>>

L'argomento cadde nel vuoto a quelle parole, mentre l'espressione di Talia diventava immediatamente più seria. Alla fine, si trovò accanto all'amico, seduta accanto a lui, intenta ad osservarlo mentre sistemava i pezzi di legno che avevano raccolto. Lo guardò mentre li legava con un piccolo cingolo di pelle, fissandoli con mani esperte e veloci, seguì con occhi voraci i movimenti del capo libero del cordino. Le ricordava così tanto i gesti che aveva visto fare così tante volte ai pescatori di Karyden. Sembrava così simile al primo vero momento che avevano trascorso assieme, quando avevano ripristinato Sabain...

<< Coraggio ora, prova tu.>> le disse il ragazzo, reggendo con una mano la semplice struttura che aveva eretto in quei momenti. Non ci vollero che pochi attimi per mettere in posizione tutti i legni che avevano raccolto, creando quindi una salda base sulla quale fissare il telo per la tenda. Vide Firyan fissarlo con dei rapidi movimenti, altri spaghi di cuoio e pezzi di legno più piccoli, che usò per fissare il telo a terra, con l'ausilio di alcune grosse pietre: finalmente la prima, spaziosa tenda da viaggio era pronta per essere utilizzata.

<< Fantastico, e una è pronta!>> esclamò l'elfo, battendo con forza le mani, apprestandosi a preparare anche l'altro giaciglio << Procediamo con la seconda.>>

Nel frattempo, gli altri due cacciatori si stavano dirigendo nuovamente verso il campo base che i loro compagni stavano stabilendo. Avevano raccolto abbastanza legna di diversi tipi per poterli tranquillamente caldi per tutta la notte.

<< Kay.>> disse tuttavia Deneb, mentre seguiva a ritroso le tracce che avevano lasciato poco prima.

<< Dimmi tutto, Debbie.>> rispose lui, giocherellando con un lungo coltello che teneva in mano, quello stesso con il quale aveva tagliato i pezzi più piccoli per il fuoco di quella sera.

<< Primo: non chiamarmi mai più Debbie.>> lo fulminò lei, parlando con voce dura e tagliente << Secondo: ammetto che le battutine su quello che è successo questa notte divertono anche me, ma avevamo detto che né Firyan né Talia né nessun'altro avrebbe dovuto sapere nulla di quello che è accaduto in quella camera. Perciò, per quanto tu possa divertirti a cercare di mettermi in imbarazzo, ti chiederei di trattenerti almeno un po', almeno fintanto che ci troviamo vicini a qualcuno dei nostri compagni. Quando siamo da soli, puoi fare e dire quello che vuoi, ma...>>

<< Tutto quello che voglio?>> domandò lui a bruciapelo. Si fermò per un momento quando vide la donna voltarsi di scatto, paonazza in viso e la spada sguainata, puntata contro il suo petto.

<< Scherzavo, scherzavo.>> si difese immediatamente, alzando la mano verso il cielo. Il sorriso che era stampato sul suo viso e che si allargava sempre più alla vista dell'espressione imbarazzate della sua amante per una notte, tuttavia, le fecero immediatamente capire quanto le sue parole fossero false << Però... cielo benedetto, era tutto il giorno che aspettavo di rivedere quell'espressione.>>

Il viso di Deneb tornò lentamente normale a quelle parole, mentre si avvicinava al compagno, la lama ormai puntata verso terra.

<< Sai, Kaydan, forse dovresti imparare a tenere a freno quella tua lingua.>> sibilò, avvicinandoglisi ancora << Ieri sono stata delicata, non ti ho fatto quasi nulla, a parte qualche graffietto involontario. Ma se non la smetti di fare tutte queste battutine, giuro che te la strappo e me la mangio. Cruda.>>

Il rosso deglutì rumorosamente a quelle parole, questa volta seriamente intimorito dalla cacciatrice.

<< Non lo faresti mai...>> rispose lui, sbiancando << Lo sai anche tu che mi serve per invocare la mia magia. E quella serve anche a voi.>>

<< Forse, ma chi lo sa?>> domandò lei e, per una volta, fu lei a ridere. Un sorriso grande e sottile, ma freddo come la neve << Sei davvero pronto a rischiare? Dopotutto, lo hai detto tu che sono un drago.>>

Kaydan indietreggiò di un passo, mentre il coltello gli cadeva di mano.

<< Sarebbe una cosa veloce.>> riprese lei, continuando ad incalzarlo lentamente a passi certi ma cadenzati, provocanti, avvicinandosi talmente tanto da sfiorare le labbra del compagno con le sue << Quasi come un bacio. Proprio come quello che mi hai dato ieri sera, dopo che ti avevo detto di non farlo.>>

Poi, un momento dopo, scoppiò in una potente risata, praticamente piegandosi in due.

<< Dovresti vedere la tua faccia! Sembri un topo in trappola!>> esclamò ancora Deneb, stringendosi le braccia al ventre. Kaydan impiegò un momento a comprendere cosa stesse dicendo la donna, confuso.

<< Coraggio, stavo solo scherzando.>> rispose ancora la giovane donna << Dai, siamo amici ora. Non vi farei del male, la mia missione è riportare tutti ai regni centrali per combattere contro i kaiju.>>

<< Non farlo mai più. Mi hai davvero spaventato.>> rispose ancora il rosso, stringendo la donna in un abbraccio tremante.

<< No, non lo faccio più. Però seriamente questa volta, smetti con le battutine quando ci sono anche Firyan e Talia nei paraggi. In ogni altro caso potrai dire qualsiasi altra cosa. E sì, qualsiasi cosa.>> lo incoraggiò lei, passandogli una mano sul viso, passando con un pollice su una delle sue fossette e poi sul suo labbro inferiore << Dopotutto te l'ho detto, mi diverto anche io.>>

<< E poi pensi davvero che ti farei qualcosa, con il rischio di rimanere da sola per più di un mese con i due piccioncini come unica compagnia? Piuttosto mi lancerei da una scogliera.>>

Quella fu il turno di Kaydan di lasciarsi sfuggire una risata, anche se decisamente più contenuta rispetto a quella della compagna.

<< I due piccioncini!>> ripeté, portandosi la mano davanti alla bocca per soffocare le risa, inspirando ed espirando con forza dal naso << Ma dove sei stata finora? Perché non ci siamo conosciuti prima?>>

<< Perché non sei mai stato a Ziltrian?>> commentò lei, ricevendo quindi uno sguardo interrogativo dal rosso, che la osservò stranito per un momento << O forse perché eri troppo impegnato a fare il dongiovanni ad Acrates?>>

<< Cerca di non prenderti troppo gioco di me, Comandante.>> rispose lui, squadrandola da capo a piedi con quei suoi penetranti occhi argentati << Ci sono molte cose che anche io potrei dire.>>

<< Mhhh, va bene. Per il momento tregua, d'accordo?>> stabilì quindi la cacciatrice.

<< D'accordo. Torniamo al campo.>> concluse quindi Kay, sistemandosi sulle spalle la fascina di legna che avevano preparato. Non ci volle molto tempo per ricongiungersi con i loro altri due compagni che, in effetti, stavano davvero facendo i piccioncini. I due cacciatori, infatti, li trovarono stretti mano nella mano, intenti a guardare il tramonto, mentre la luce scarlatta del Sole filtrava attraverso le fronde degli alberi.

<< Ahem!>> li interruppero entrambi i cacciatori, schiarendosi la gola praticamente nello stesso istante. Firyan e Talia saltarono di lato, presi alla sprovvista da quel rumore improvviso, allontanandosi di scatto l'uno dall'altra.

<< Siamo tornati, contenti?>> continuò quindi Kaydan, scaricando rumorosamente la legna in mezzo alle due tende, imitato anche dalla compagna, che tuttavia prese anche ad impilare con precisione i ceppi ed i legnetti in due perfette piramidi, separandone poi una parte che prese a sistemare quasi a formare una piccola capanna in mezzo allo spiazzo, circondandola poi con un cerchio di pietre.

<< Avete già finito con le tende, siete stati veloci.>> commentò senza alzare lo sguardo da terra. Sia lei che Kaydan stavano facendo finta di non aver visto quello che ovviamente era successo: se fossero arrivati solamente qualche istante più tardi, avrebbero trovato i due compagni intenti a baciarsi, senza ombra di dubbio. Dovevano aver interrotto un momento importante...

<< Già, alla fine non è stato tanto difficile. Dopotutto, gli abitanti di Karyden sono davvero bravi a fare nodi e la foresta ci ha offerto anche troppi rami utili al nostro scopo.>> rispose Firyan, grattando per terra con la punta di uno stivale, imbarazzato << Abbiamo terminato parecchio tempo fa e mentre aspettavamo il vostro ritorno...>>

<< La luce del tramonto a preso a filtrare attraverso le fronde, quindi ci siamo messi ad osservarla assieme.>> concluse per lui Talia, torcendosi la manica della camicia con la mano destra, rossa in viso e con il capo voltato nella direzione contraria rispetto a quello di Firyan.

<< Capisco.>> rispose quindi Deneb, alzando poi lo sguardo verso l'elfo << Allora, come avete deciso per stanotte? Divisi in due tende, uomini e donne, giusto?>>

<< Se a voi va bene.>> assentì lui, annuendo. Kaydan li guardò entrambi visibilmente confuso: si era forse perso qualcosa?

<< Se lo stai facendo per me, ti dico subito che non è un problema per me sopportare questo qui.>> riprese ancora la cacciatrice, indicando il rosso dietro di lei con un pollice << Dopotutto, siamo stati soli fino a quando non abbia raggiunto Karyden. E Talia ovviamente non è mai stata così lontana da casa, sei sicuro di volerle far avere il primo impatto con la foresta così, in compagnia di qualcuno che non conosce?>>

<< Non c'è bisogno di preoccuparsi per me.>> la interruppe Talia, rispondendole seccamente << Sono più che capace di non tremare come una foglia solo per una notte passata fuori casa. Non ho bisogno della guardia personale per poter dormire.>>

Un lieve sorriso soddisfatto comparve sul viso di Deneb, che quindi guardò Talia con un certo grado d'ammirazione.

<< D'accordo allora.>> assentì quindi, annuendo lievemente << E uomini e donne sia, allora.>>

Kay si lasciò sfuggire una rapidissima smorfia di disappunto, ma riuscì a nasconderla prima ancora che qualcuno dei suoi compagni. Quando incontrò lo sguardo di Deneb, tuttavia, lei si strinse nelle spalle, sorridendo lievemente.

"Ops." gli disse, mimando la parola con le labbra per non farsi sentire dagli altri due. Lui fece una smorfia, ma alla fine non disse nulla, limitandosi a mordere l'interno di una guancia, trattenendo un nuovo sorriso. L'aveva proprio incastrato per bene, nulla da dire.

<< Hey, Fir...>> disse quindi, prendendo in disparte l'amico, poggiandogli la mano sulla spalla sinistra << Possiamo parlare un momento in privato? Volevo parlarti di un paio di cose.>>

<< Ma sì, certo. Di cosa...?>> fece per chiedere l'elfo, ma venne immediatamente interrotto dal giovane.

<< In privato.>> disse ancora Kay, parlando a voce decisamente più bassa mentre la sua espressione si scuriva << Ora.>>

I due, quindi, si allontanarono nella boscaglia, in silenzio. Vagarono per qualche tempo, arrivando fino ad un punto che, alla fine, Kaydan reputò abbastanza isolato. Poi, dal nulla, prese dal mantello un pezzo di pergamena e lo porse a Firyan.

<< Che cos'è?>> domandò l'elfo, srotolando l'involto che gli veniva porto. Davanti ai suoi occhi apparve un disegno particolarmente accurato che raffigurava il suo volto incorniciato dai lunghi capelli neri, così com'era fino a quella mattina. Per ogni momento passato ad osservarlo, tuttavia, si accorse sempre più di quanto quello non fosse solamente un semplice disegno: era una vera opera d'arte, la cui bellezza e complessità rasentavano la follia. Ogni istante, quel ritratto sembrava assumere sempre più precisione e spessore, mentre ne coglieva i vari, minuti particolari, tanto che alla fine Firyan si rese conto di stare guardando un disegno che non solo lo ritraeva alla perfezione, ma anche nei più minimi ed insignificanti particolari, mentre lo sfondo stesso del disegno sembrava su un altro piano, come se l'intera immagine fosse più una scultura che un disegno vero e proprio. Per un momento, infatti, il suo cervello gli suggerì che, se avesse guardato di lato la pergamena, avrebbe visto il lato del suo viso.

<< Il tuo ritratto. L'ho trovato su quello che rimaneva su uno dei cacciatori di taglie di ieri.>> rispose lui, lasciandosi cadere su una pietra piatta << Per questo abbiamo suggerito questo cambiamento, stamattina. Che tuttavia non andrà più bene nel momento in cui rimetteremo piede nei regni centrali. Una volta arrivati lì, temo che dovrò usare un po' di magia per fare qualche cambio... più radicale.>>

<< Ammetti che non vedi l'ora di fare anche quello, così come per i miei capelli...>> commentò l'elfo, ma si fermò immediatamente quando vide l'espressione che era dipinta sul viso dell'amico.

<< Firyan, la cosa è molto seria. Io so chi ha fatto quel disegno.>> riprese ancora il rosso, passandosi la mano tra i capelli << Si chiama Gaia, è l'artista ufficiale della reggia di Ziltrian. La pittrice del re.>>

<< Ne sei sicuro?>> domandò ancora Firyan, serrando un pugno in un gesto carico di rabbia.

<< Fidati, potrei riconoscere quelle pennellate ad occhi chiusi. L'ho conosciuta qualche mese fa, ad un ricevimento ufficiale alla reggia di Acrates. Lei... beh, diciamo che era innamorata della sua arte, quando l'ho conosciuta. Le sue camere erano tappezzate di disegni, finiti o appena iniziati che fossero, anche se non si trovava nella sua reggia.>> spiegò ancora l'uomo, passandosi una mano sul mento.

<< Come fai a sapere come fossero le sue camere?>> divagò per un momento l'elfo, incuriosito da quel particolare.

<< Il vino a quella festa era davvero buono. Forse anche un po' troppo.>> rispose ancora Kay, stringendosi nelle spalle << Immagino avessimo esagerato entrambi.>>

<< Capisco...>> commentò l'elfo, anche se Kaydan dubitò parecchio che quella parola rispondesse a verità.

<< Firyan, quella donna... Gaia, non accetta commissioni da persone qualunque. È un genio in quello che fa, come puoi vedere, ma proprio per questo le sue opere hanno un costo davvero folle.>> riprese un momento dopo il cacciatore dai capelli rossi << Disegni e ritratti le vengono commissionati solamente da re, regine e principi vari in giro per Oltremare.>>

<< Pensi che Deneb c'entri qualcosa in tutto questo? Il fatto che sia stato realizzato da un'artista del suo stesso stato potrebbe essere anche un caso. Lo hai detto tu, lavora per qualsiasi nobile con abbastanza soldi per poterla pagare, no?>> ribatté l'elfo, scuotendo il capo, poco convinto da quelle parole che a lui sembravano eccessivamente avventate.

<< No, anche se ha provato ad ucciderci appena arrivati. Ma lei è fatta così, crede davvero con tutto il cuore che la sicurezza di Oltremare sia più importante di tutto il resto. Che sia sotto l'identità di Deneb o di Rex.>> spiegò il cacciatore, stringendosi nelle spalle e poi tirando fuori dal mantello anche un pugnale, un'arma che fino a quel giorno Firyan non gli aveva mai visto addosso << No, io penso che qualcuno sia stato abbastanza stupido da commissionare un tuo ritratto da Gaia e che poi abbia messo qualche cacciatore di taglie di quello stesso regno sulle nostre tracce. Io penso che ci abbiano seguito fino a quando non ti abbiamo trovato, perché loro non avevano modo di trovarti. Qualcuno che conosceva la tua vera natura e i tuoi poteri...>>

<< Qualcuno con accesso a grandi quantità di denaro e capace di reperire oricalco puro e...>> fece ancora Firyan, sguainando la lama e osservandola splendere di tutti i colori dell'arcobaleno, sorpreso e sconvolto << Iridian, pietra metallica. I poteri di Tyrfenias non possono piegarla... Avevano pronto tutto quello che poteva servire per potermi... per poterci uccidere tutti. Né la mia armatura né quella di Deneb avrebbero fermato delle armi del genere.>>

<< Solo che ti hanno sottovalutato, così come hanno sottovalutato la follia del Re dei re dei draghi.>> commentò ancora Kay, stringendosi nelle spalle << E ne hanno pagato le conseguenze. Solo, io penso che dovremmo seguire questa pista, dopo aver compreso quello che è successo alla Reggia. Per far capire al mondo che tu non hai fatto niente. Chiunque sia stato, lo porteremo a giudizio a Shen-Toar, dovranno dare per forza ascolto all'Alto Tribunale.>>

L'elfo sembrò pensarci un po' su, senza dire nulla. Poi, alla fine, annuì profondamente.

<< D'accordo. Però voglio parlarne anche con Talia e soprattutto con Deneb.>> rispose ancora Firyan, rilassandosi lentamente << Devono sapere cosa sta succedendo.>>

<< Anche tu ti fidi di lei, eh?>>

<< Mi fido di quello che ho visto quando abbiamo parlato. E mi fido di te.>> rispose ancora l'elfo, tendendo il braccio verso di lui << Fratello.>>

<< Grazie, fratello.>> rispose il rosso, serrandogli il braccio in una morsa, cosa che fece un momento dopo anche l'altro.

Non ci volle molto prima che i due tornassero all'accampamento.

<< Alla buon'ora.>> commentò Deneb, vedendoli riemergere dalla boscaglia, stavo quasi cominciando a preoccuparmi.>>

<< Avevamo alcune cose di cui parlare.>> rispose per entrambi Firyan.

<< Deneb.>> disse quindi Kaydan e la donna si voltò immediatamente verso di lui, colpita dalla serietà del suo tono. Persino Talia, che era seduta su un tronco caduto poco distante, si volse verso di loro per vedere cosa sarebbe successo << Siediti, per favore. Dobbiamo parlare anche con te.>>

<< E con te, Tali.>> aggiunse Firyan, facendole segno di avvicinarsi << È importante. Venite qui.>>

Le due donne si avvicinarono e si sedettero davanti al fuoco che ormai ardeva allegramente, attorno al quale erano stati sistemati alcuni di pesce ad abbrustolire, gentile cortesia, tra le mille altre cose, degli abitanti di Karyden. Imitando i due cacciatori, presero da mangiare e iniziarono ad ascoltare tutta la storia che Kaydan e Firyan dovevano raccontare. Mentre le parole scorrevano sulle labbra dei due giovani, tuttavia, la fame passò loro sempre più rapidamente.

Ad un certo punto, poi, lo spiedo cadde addirittura dalle mani della mezza dragonessa. Oltre a quello, tuttavia, non dimostrò in nessun'altro modo il turbamento che era sorto nel suo animo, riprendendo un nuovo pezzo di pesce e continuando a mangiare tranquillamente.

<< Quindi siamo stati utilizzati come delle pedine in qualche specie di piano più grande?>> domandò, osservando il cibo fumante che teneva davanti al viso, staccandone un pezzetto con la mano destra e mettendolo delicatamente in bocca << Ci hanno usati per arrivare fino a Firyan e hanno cercato di ucciderci tutti, giusto?>>

<< È quello che pensiamo, sì.>> ammise Kaydan, annuendo gravemente.

<< Capisco.>> commentò ancora la donna, alzandosi e buttando lo stecco nel fuoco, svuotato. Detto ciò, quindi, si allontanò nel buio, silenziosa come un gatto.

Ci fu qualche attimo di silenzio attorno al fuoco, mentre nessuno dei tre sembrava intenzionato a seguire la cacciatrice.

<< Valle a parlare.>> fece poi Talia, rivolgendosi a Kay, facendogli un cenno verso il punto in cui la loro compagna era scomparsa nella notte << Sbrigati, cosa aspetti?>>

<< Io?>> domandò lui, inarcando un sopracciglio.

<< Di noi sei quello che ha trascorso più tempo con lei, anche se pensavi fosse un'altra persona.>> lo incoraggiò ancora lei, annuendo ancora e sporgendosi verso di lui << Io vorrei parlare con qualcuno, in questo momento. Sono certa che anche per lei sia così.>>

<< Dai, non mi può vedere. Lo dovete aver capito anche voi, prima.>> fece drammaticamente il rosso, rivolgendo gli occhi al cielo e pulendosi le mani con un grosso fazzoletto immacolato di cotone, che quindi ripose nella tasca della giacca.

<< Sai, penso che tu ti stia rifiutando di aiutare una donna alla quale la maggior parte degli uomini correrebbe dietro senza esitare un istante.>> commentò quindi Firyan, voltandosi verso l'amico incuriosito.

<< Ci stai forse nascondendo qualcosa, cacciatore?>> lo incalzò quindi la donna, sporgendosi verso di lui con un sorriso ammiccante.

<< Voi due siete stati decisamente troppo tempo assieme.>> commentò lui, alzandosi in piedi di scatto << Siete inquietanti, smettete di completare le vostre frasi a vicenda. E pregate che non mi stacchi la testa, almeno.>>

Detto ciò, quindi, scomparve in una sfera di luce scintillante, praticamente accecando i due giovani.

Frattanto, Deneb si era seduta a terra poco distante, nel buio della notte che la avvolgeva. Era poggiata con la schiena ad una grossa quercia secolare, impegnata ad intagliare una punta acuminata in un ramo spezzato. Le dava forma con il coltellino che aveva sempre portato alla cintura, saggiandola poi con il pollice destro e poi, scontenta, ricominciava daccapo la sua opera.

Fu lì che Kaydan la trovò, mentre un raggio della luce delle lune le illuminava il viso, tingendo d'argento la sua espressione annoiata.

<< Mi chiedevo quando saresti arrivato.>> commentò lei, senza neppure alzare lo sguardo dal legnetto << Ci hai messo un po' più di quanto immaginassi.>>

<< Ti ho per caso delusa? Per quello hai su quell'espressione?>> domandò lui, sedendosi davanti a lei.

<< No, non mi aspettavo che mi corressi dietro, tranquillo. Solo, speravo che non fossero gli altri a dirti quello che dovevi fare. Sei stato un po' lento, per essere conosciuto come il cacciatore più veloce di Oltremare.>> riprese la donna, iniziando ad intrecciarsi i capelli con una mano.

<< Se fossimo stati da soli, ti sarei corso dietro.>> rispose lui, afferrando la mano che lei teneva tra i lunghi capelli blu << Senza aspettare un attimo. Questa cosa ha scosso anche me, devo ammetterlo.>>

<< Non sono scossa. Non sono spaventata, non ho paura. Voglio solamente sapere perché proprio io.>> rispose lei, serrando gli occhi in due puntini glaciali << Questa missione mi è stata affidata direttamente dal re, prima che venisse messa la taglia sulla testa di Firyan. Una settimana per venire a prenderti, così da poterlo trovare, e il mondo è precipitato.>>

<< Cos'avete intenzione di fare, una volta che avremo trovato chi ha tramato tutto questo?>> chiese poi la donna, alzando lo sguardo e piantando gli occhi in quelli di Kay.

<< L'idea sarebbe quella di portarli a Shen-Toar, davanti all'Alto Tribunale.>> rispose il rosso, inclinandosi all'indietro e guardandola con occhi indagatori << Altrimenti, sai bene come fa Firyan. Ci ha messi tutti in pericolo, non ci sarà nessuna pietà.>>

Un sorriso carico di divertimento e di rabbia comparve sul viso della cacciatrice.

<< Dovevi dirmi subito così, allora. Cominciare subito da quello.>> fece poi, rianimandosi d'un tratto << Portarli all'Alto Tribunale? Sarà più divertente che farli a pezzi con le mie mani.>>

<< Hai mai assistito ad un processo?>> domandò Kaydan, chinando il capo di lato.

<< Ho avuto a che fare con mio padre. Mi è bastato per capire cosa succede a chi a che fare con la legge dei draghi.>> affermò Deneb, stringendosi nelle spalle.

Kaydan rimase in silenzio a quelle parole: di tutte le volte che gli era capitato di sentir parlare la giovane donna, quella era stata l'unica in cui non aveva capito cosa veramente volesse dire. Era stato suo padre a punire o era stato punito? O entrambe le cose, seguendo la legge della sua razza?

<< E così...>> fece quindi la cacciatrice, riscuotendolo dai suoi pensieri << hai avuto a che fare con la Tessitrice d'Inchiostro, mh?>>

<< Un po' di tempo fa, sì. Un esperienza interessante, nondimeno.>>

<< Ho sentito dire che è bellissima.>> riprese quindi la donna, arricciando le labbra.

<< Non sarai mica gelosa, non è vero?>> commentò Kay, facendo un fischio modulato.

<< Non sono così sciocca da pensare di essere stata la prima, né la tua unica donna.>> rispose lei, scuotendo il capo << Con quell'aria da cattivo ragazzo avrai fatto cadere ai tuoi piedi chissà quante povere ragazze innocenti.>>

<< Molte meno di quanto potresti pensare. Prima di perdere il braccio non ero così. Non del tutto, almeno... ma di certo nessuna di loro era più innocente, ormai.>> rispose lui, grattandosi la guancia destra << E tuttavia, se proprio vuoi sentire di Gaia, posso descrivertela. Immagina una donna con capelli scuri, ricci, con occhi verde acqua tanto grandi e limpidi da rapire i cuori degli uomini con un solo sguardo. Un viso a goccia, da ragazza. Piccola e carina come una bambola di porcellana. E ora immaginala come la persona più disordinata e folle che tu abbia mai visto. Ecco, così avresti più o meno un'idea di com'era Gaia quando l'ho conosciuta.>>

Una debole risata provenne dalla cacciatrice a quelle parole, mentre immaginava questa donna rotolarsi nelle pitture delle sue opere.

<< Eravamo ad un ricevimento ufficiale, eppure sino ad un momento prima della festa era come se non si fosse mai mossa dal suo studio alla vostra reggia. Sporca di pittura fin dentro le orecchie, con i capelli tenuti fermi da una fascia di cotone, più scarmigliati di quelli di Firyan dopo il vostro combattimento, la punta della lingua perennemente fuori dalle labbra come a valutare e a giudicare il mondo che la circondava con un occhio chiuso.>>

<< Eppure non mi sembra tu te la sia lasciata sfuggire, nonostante tutto ciò.>> fece ancora lei, squadrandolo con un occhio chiuso, proprio come lui aveva detto della pittrice.

<< Sarebbe stato davvero sciocco da parte mia. Dopotutto, è comunque annoverata come una delle dieci donne più belle di tutta Oltremare. E per fortuna il suo re l'aveva praticamente fatta rapire da alcune ancelle per poterla preparare...>> spiegò ancora Kay, lasciandosi sfuggire un grande ghigno divertito al ricordo della scena nella quale era incappato quasi per puro caso << Come ho già detto a Firyan, inoltre, sia lei che io avevamo alzato un po' troppo il gomito. Lei voleva divertirsi e io l'ho assecondata, ma, dopotutto, per lei non era altro che quello: uno svago. La sua vita ruota solamente attorno alla sua arte, tutto il resto la annoia, a meno che non siano emozioni... forti, diciamo.>>

<< Sai, un giorno vorrei conoscere i nomi delle donne che hai frequentato prima di me.>> commentò quindi Deneb, gettando da un lato il legnetto che aveva tenuto in mano fino a quel momento.

<< E per quale ragione?>> domandò lui, incuriosito da quella richiesta. A quelle parole, la donna si avvicinò nuovamente a lui, arrivando quasi a sfiorarlo una volta ancora con il suo viso.

<< Per sapere chi avrò superato, nel momento in cui te le farò dimenticare tutte.>> rispose ancora lei, sussurrando appena, solo per poi allontanarsi ancora e alzare nuovamente la voce. Un nuovo ghigno sottile comparve sulle sue labbra quando vide la faccia scioccata del giovane e a stento si trattenne dal ridere come una matta << Ahimè, però immagino che dovremo aspettare. Dopotutto, a quanto pare dovrò passare le mie notti con Talia...>>

<< Già, non pensare che io non abbia capito quello che hai fatto oggi.>> ribatté lui, alzandosi in piedi << Avevi capito che avrebbe reagito così, non è vero?>>

<< Non c'è voluto molto, dopo quello che ha fatto ieri sera... l'essersi parata davanti ad un sormir così, priva di veri poteri...>> rispose Deneb, mordendosi un labbro << Sciocco da parte sua, però encomiabile. È davvero coraggiosa.>>

<< Forza ora, torniamo al campo.>> disse poi, alzandosi a sua volta con un rapido scatto << Non vorrei che pensassero che ho fatto la vittima inconsolabile fino a questo momento. Non potrei sopportarlo.>>

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