Impulso e Follia

Alcune ore dopo, Talia si trovava nella sua tenda, sdraiata a pancia in su con le mani incrociate sul petto. Respirava piano, ma i suoi occhi erano aperti: era stanchissima, ma proprio non riusciva a prendere sonno.

<< Talia, dovresti dormire.>> le consigliò in quel momento Deneb, voltandosi verso di lei << Ne hai bisogno, viaggiare stanca molto più di quanto potresti pensare. Non durerai molto, se non riposi.>>

<< Non ci riesco.>> rispose lei, scuotendo appena il capo << C'è troppo silenzio.>>

<< Io l'avevo detto, ma tu hai voluto fare la dura.>> commentò la cacciatrice, facendo un lieve sorriso << Avevo detto che sarebbe stato meglio se avessi dormito con Firyan, tanto lo avete fatto anche ieri.>>

<< E tu? Con Kaydan?>> domandò ancora la ragazza, incuriosita << Non sarebbe stato un problema, per te?>>

<< Io ho dormito molte volte con altre persone. Alcuni di loro erano compagni cacciatori, altri no.>> rispose lei, facendo un lieve sbuffo dal naso << Kaydan non sarebbe stato questo grande problema. Certo, a volte può essere fastidioso, ma spero che almeno smetta quando dorme.>>

Un grande sorriso comparve sul volto di Talia a quelle parole: era sempre più convinta che in realtà i due non si odiassero davvero come volevano dare a credere. Che fosse solo tutta una mascherata.

<< Senti, posso farti una domanda?>> chiese quindi la cacciatrice << Sei una ragazza molto carina, avresti potuto avere chiunque in quella piccola città. Perché io mi domando, perché proprio Firyan? Una persona che non conosci che da pochi giorni... una delle creature più pericolose di tutta Oltremare. Perché proprio lui?>>

<< Perché è stata l'unica persona che quando mi ha guardato non ha visto solamente un mostro.>> rispose Talia, voltandosi verso di lei << Molte delle persone che abitavano a Karyden mi odiavano, avevano paura di me. Solo ora mi rendo conto che quello che temevano dovevano essere i primi segni della Voce. Ma non capivo, non ho mai capito fino a due giorni fa...>>

<< I poteri di cui sei stata fatta depositaria sono grandi, enormi. Forse troppo per qualcuno che è cresciuta come una normale locandiera. Se tuo padre avesse potuto dirti quello che eri veramente, se ne avesse avuto il tempo... sono certa che la tua vita sarebbe stata molto migliore.>> commentò Deneb << Sono certa che ti avrebbe detto tutto quello che era necessario. Solo che i mostri non gliene hanno dato il tempo.>>

<< Già... ormai ho smesso di chiedermi quante altre cose i mostri, i kaiju, potranno ancora portarmi via.>> borbottò ancora la giovane donna << Con quel poco che mi resta da perdere.>>

<< Ora però posso fartela io una domanda, però?>> domandò quindi, di rimando << Sai, è da quando ti ho vista in viso per la prima volta... perché una donna come te dovrebbe portare un elmo e nascondere la sua vera identità. Non sei solo bella, sei anche forte. Forse anche troppo per un'umana.>>

<< Non avevo paura, se è questo che volevi sapere. Non ho mai paura per me.>> rispose la donna, voltando le spalle alla sua interlocutrice << Ma sai cosa significa essere l'unica donna di tutta la gilda? Essere giudicata diversamente per ogni singola, minima cosa?>>

<< "Sei solamente una ragazza, non puoi fare questa missione da sola. Sei troppo debole...">> scimmiottò poi, storcendo il naso << Puoi evitare la paura fisica, ma quella di essere giudicata? No. Sai quante volte ho temuto di sentirmi dire quelle parole, prima di entrare a far parte della Gilda? Così ho assunto il nome di Rex e ho indossato la mia armatura, senza levarmela mai, almeno in pubblico. E così mi hanno giudicato come era giusto che fosse: in base alle mie capacità, non alla forma del mio corpo.>>

<< E poi ti immagini che strazio, avere a che fare con Kay ogni singolo giorno, sapendo che io ero una donna? Sarebbe arrivato solamente uno di noi a Karyden, puoi starne certa.>>

<< Sai, per essere una che dice di non sopportarlo, il suo nome è spesso sulle tue labbra.>> commentò ancora Talia. Il divertimento era palpabile nella sua voce, a quel punto.

"E non solo quello..." si disse Deneb, sorridendo nel buio.

<< È solamente un volgare donnaiolo, lo hai sentito anche tu cos'ha detto prima.>> rispose ancora, usando un tono falsamente offeso << Sappiamo chi ha fatto quel disegno solamente perché sono stati a letto assieme.>>

<< Per "a letto insieme", intendi...>> chiese ancora Talia, lasciando in sospeso quelle parole.

<< A letto insieme, sotto le stesse coperte, insieme per una notte di passione, dopo una festa alla reggia di Acrates.>> rispose lei, voltandosi nuovamente << C'è forse altro da aggiungere? Mi sembra di essere stata abbastanza chiara.>>

<< Beh, non posso dire di esserne stupita, in effetti.>> ribatté la ragazza dagli occhi blu << Bel viso, fisico notevole anche senza un braccio. Spiccato senso dell'umorismo, da quel poco che ho potuto vedere, anche se un po' fastidioso alle volte. Posso capire perché possa piacere ad alcune donne.>>

<< E tu sei fra di esse?>> domandò la cacciatrice, voltandosi ancora verso di lei e iniziando ad arricciarsi nuovamente una ciocca di capelli davanti al viso.

<< Ho altri interessi, ormai.>> rispose lei, stringendosi nelle spalle << Non ho molti motivi per tenerlo nascosto, non a voi. La cosa è ovvia.>>

<< Già, sembrava un momento molto romantico. Quello di prima, intendo.>>

<< Comunque, io volevo chiederti scusa per quello che ho detto la sera del vostro arrivo.>> disse quindi la giovane, scostandosi una frangia davanti agli occhi << Firyan... prima di partire mi ha spiegato quello che stava succedendo. Ti ho rivolto parole molto dure, come al solito non sapevo quello che stava succedendo. Sembra un classico delle ultime settimane, ormai.>>

<< Ti perdono, come lui ha fatto con me. Dopotutto, ho meritato il vostro odio.>> assentì la donna dai capelli blu << Ora però dormi, abbiamo davvero bisogno di riposare.>>

<< Deneb...>> fece poi la ragazza, un momento dopo che la cacciatrice si fu voltata dall'altra parte.

Uno sbuffo annoiato provenne dalle labbra della donna, che quindi girò la testa nella sua direzione.

<< Cosa c'è?>> chiese, tirando un lungo sospiro.

<< Ho freddo.>> ammise Talia, parlando a voce bassa, come vergognandosi delle sue parole. Rapidamente, si trovò le braccia della cacciatrice avvolte attorno ai fianchi, mentre il calore del suo corpo la scaldava profondamente. Non era così scontrosa come sembrava all'esterno.

<< Dimmele prima queste cose, d'accordo? Domani vedremo di farti un sacco a pelo più pesante.>> rispose lei, poggiandole il capo su una guancia. La ragazza sentì la grande massa di capelli della compagna sulla sua pelle, più setosa del migliore abito che avesse mai avuto: era irreale, di una tale morbidezza e leggerezza da risultare quasi impalpabile. Avrebbe voluto solamente passarvi le mani attraverso, accarezzarli. Ora capiva perché la cacciatrice ci giocasse tanto, quando non aveva nulla da fare.

<< Grazie.>> rispose poi, dopo un istante di esitazione << Buonanotte.>>

<< Buonanotte.>>

Nel frattempo, fuori dalla tenda delle due donne, i cacciatori erano ancora intorno al fuoco, in silenzio. Nessuno dei due parlava, sembravano entrambi persi in mari di pensieri tempestosi tutti loro. Poi, d'un tratto, la voce di Firyan ruppe quella quiete.

<< Kay, avrei una proposta da farti.>> cominciò, gettando un pezzetto di legno tra le fiamme. Il suo sguardo era scuro, la sua espressione corrucciata: era preoccupato.

<< Quale genere di proposta?>> chiese l'amico, più incuriosito che preoccupato da quelle parole.

<< Oricalco.>> spiegò l'elfo, traendo dal suo fianco una delle frecce che il rosso gli aveva dato proprio quella mattina << Quanto ne abbiamo con noi?>>

<< A meno che tu e Deneb non ne abbiate una particolare scorta con voi, penso non più di un pugno. Giusto le punte di quelle frecce...>> rispose lui, inarcando un sopracciglio mentre parlava << Perché me lo chiedi?>>

<< Perché mi è venuta un'idea. Cosa mi risponderesti, se ti dicessi che potrei farti un braccio nuovo con quel metallo?>> chiese ancora il cacciatore dai capelli corvini.

<< Ti chiederei se sei diventato completamente pazzo. Una quantità simile sarebbe la cosa più costosa presente ad Oltremare. Persino più di una lama in armonite. Persino più della tua Nightfall, forse.>> rispose lui, scuotendo il capo e lasciandosi sfuggire una smorfia mesta, solo per poi rialzare lo sguardo un momento dopo: i suoi occhi brillavano << E tu la offriresti a me così?>>

<< Normalmente direi di no ad una cosa del genere, sarebbe folle... e tuttavia, farei di tutto per avere nuovamente entrambe le mie braccia, anche se una di esse dovesse essere finta.>> riprese poi, interrompendo sul nascere la risposta dell'amico.

<< Potremmo farlo, allora. Ma ti avverto, sarebbe la cosa più dolorosa della tua vita.>>

Con un gesto di contenuta rabbia, Kaydan scoprì la spalla sinistra, mostrando la sua mutilazione e la precisa ferita cauterizzata all'altezza del petto. Tutto sembrava essere stato staccato con un singolo, precisissimo taglio.

<< I warg mi hanno portato via il braccio appena sopra il gomito, ma il veleno nei loro denti si è sparso rapidamente al resto del braccio. Ho dovuto amputarlo da solo usando Doomsinger e cauterizzarlo con l'ultima goccia di magia che mi rimaneva, prima di svenire per lo sforzo. Altrimenti sarei morto.>> spiegò, richiudendosi la manica arrotolata e ricoprendo il tutto con la sua cappa scintillante << Perciò non ti preoccupare per il dolore, ormai sono abituato a sopportarlo.>>

<< Sarà peggio, fidati. Dovremo riaprire la ferita, poi legherò il metallo alle tue ossa, ai tuoi muscoli, ai nervi e alla pelle. Verranno perforati da migliaia e migliaia di aghi indistruttibili.>> spiegò ancora il giovane elfo << Una volta finito il processo, potrai incantarlo per fare in modo che si muova come un braccio normale. Mi ricordo che ti divertivi a fare quel trucchetto, quando viaggiavamo assieme: far muovere le cose come se facessero parte di te...>>

<< Hmm, vedo che ancora di ricordi i bei vecchi tempi.>> rispose l'uomo, passandosi una mano sul viso, sulla ferita sulla guancia sinistra più precisamente << D'accordo, possiamo provare. Mal che vada, rimarrò con un braccio solo, come mi ero già preparato a fare.>>

<< Se dovesse andare male, potresti morire.>> lo corresse Firyan << Sei veramente sicuro...>>

<< Sì, Firyan, sono sicuro. Tu non hai idea di quanto io abbia aspettato una possibilità del genere.>> lo interruppe ancora il rosso << Ma davvero hai così tanto oricalco con te?>>

<< La metallocinesi è l'unico vero potere di Tyrfenias che posso utilizzare senza rischi, anche se in una forma decisamente limitata. Sapendolo, ho cercato di raccogliere ogni scaglia di metalli rari e preziosi che mi sono capitate a tiro negli anni, in attesa che mi servissero.>> assentì l'elfo, annuendo appena << Ho un bel po' di cose, nella mia sacca. Alcune più costose di altre.>>

<< Tu sei completamente pazzo. Se lo sapessero, avresti alle calcagna anche tutti i cercatori di tesori di Oltremare, oltre a tutti quelli che già provano a darti la caccia. Altro che, ti darebbero la caccia fino in capo al mondo per possedere quel metallo.>> si lasciò sfuggire l'amico.

<< Già, forse è stato un po' avventato. Ma quello che è fatto è fatto.>> fece l'elfo, stringendosi ancora nelle spalle, solo per poi trattenere un grande sbadiglio << Ora io... vado a dormire. Dovresti farlo anche tu, domani il viaggiò sarà comunque lungo.>>

<< D'accordo, hai ragione.>> assentì l'amico, scivolando quindi nella tenda accanto a lui. Al contrario delle donne, tuttavia, i due si addormentarono rapidamente, scivolando in un profondo sonno.

Nonostante tutto, la notte trascorse tranquillamente per i quattro viaggiatori che, avvolti com'erano nelle loro pesanti pellicce, rimasero al caldo per tutta la notte, nonostante la brezza gelida che spirò in quelle ore di buio. La notte portò persino qualche sogno piacevole per il gruppo: Talia, infatti, sognò il momento in cui si sarebbe ricongiunta alla famiglia.

Doveva essere appena cominciata l'estate, i campi e le foreste tutte attorno a Karyden erano di un rigoglioso verde smeraldo. Attorno a lei, i suoi fratelli la stavano abbracciando: erano diventati così grandi nel periodo in cui era stata lontana da casa, Rick ormai era alto quasi quanto lei. E Lily... oh, quanto era cresciuta! Non sembrava più neppure la bambina che aveva lasciato alla locanda, anche se aveva sempre gli stessi occhioni grigi e i capelli perennemente arruffati.

Poi, mentre ancora si guardava attorno, una mano si strinse alla sua di sinistra. Si voltò e vide Firyan, abbigliato di oro, argento e porpora, che le sorrideva dolcemente. Non portava la maschera, ma i suoi occhi erano di quel verde bellissimo e perfetto che lei aveva presto cominciato ad amare quando si erano conosciuti, profondo come un lago di foresta.

<< Coraggio...>> le disse, conducendola lentamente verso la locanda << Andiamo a casa.>>

Rimase un momento confusa da quelle parole, mentre il suo cuore prendeva a battere all'impazzata nel suo petto. Avrebbe voluto chiedere cosa stesse succedendo, cosa ci facessero lì, ma le parole le morirono in gola quando lo sguardo le cadde sulla mano destra: due piccoli anelli scintillanti splendevano sulle sue dita. Uno molto fine, con incastonata al centro una gemma blu, che sembrava rimandare i riflessi di un mare in movimento. L'altro, invece, era una semplice fascia di metallo bianco. Una fede.

Poco mancò che si sentisse male quando vide un anello simile alla mano dell'elfo che la stringeva a lui. Vide la sua vita scorrerle davanti come sabbia in un torrente, vide la sua famiglia e l'elfo che ormai faceva parte di essa, le giornate felici passate assieme mentre tutto tornava alla normalità, come prima che lui arrivasse alla piccola città portuale. Vide il sorriso del giovane, quel sorriso splendente che le aveva rivolto nei momenti peggiori per risollevare il suo morale, per la prima volta veramente libero dalle ombre del dolore e della paura e capì: durante il loro viaggio anche Tyrfenias doveva essere caduto. Potevano vivere in pace, una volta per tutte. Per sempre.

Dal canto suo, l'elfo ebbe un sogno molto simile: il suo ritorno a casa. Una lacrima calda gli scorse sul viso anche mentre dormiva, mentre immaginava cosa sarebbe successo una volta conclusa la sua avventura, una volta passato tutto quello che era gravato sul suo animo fino a quel giorno. Aveva ottenuto tanto, certo, ma aveva perso molto di più in quel viaggio: amici e persone innocenti erano morte durante le battaglie con i mostri, oppure non era riuscito a proteggerli nel momento del bisogno. Prima che il sogno avesse termine, tuttavia, un coro di voci maschili e femminili risuonarono alle sue spalle.

"Va tutto bene, Firy..." sentì, mentre tutto intorno a lui diveniva sfocato, immerso in una luce bianca accecante "Ci siamo qua noi."

Fu proprio in quel momento che il sogno ebbe termine. Aprendo gli occhi, si accorse che non aveva pianto solamente in sogno: una singola lacrima era scivolata sul suo viso. Si alzò, passandosi una mano sul viso per asciugarlo e ricomporsi. Anche se quello che aveva visto era stato molto bello, non poteva perdersi in tali pensieri, non in un momento tanto grave. C'erano anche troppe cose da sistemare nell'immediato futuro per potersi preoccupare.

La prima di essere era prepararsi per ripartire, quindi, Firyan si sforzò di alzarsi, nonostante il freddo che sentiva gelare la loro tenda. Il vento non aveva fatto altro che alzarsi durante la notte e la temperatura era calata di molto rispetto al giorno precedente.

<< Tali aveva ragione, quindi.>> mormorò, scivolando all'esterno del suo giaciglio. Si strinse dentro il suo lungo mantello, lasciandosi quindi cadere davanti al fuoco che ancora ardeva davanti a lui, scoppiettando allegramente. Qualcuno aveva rimesso della nuova legna mentre loro dormivano.

Non ci volle molto per capire chi fosse stato: poco distante, infatti, Deneb si agitava nella quiete mattutina della foresta, illuminata dalla luce dorata del mattino. Lui, tuttavia, non si mosse, soffermandosi ancora per un momento sui pensieri che ancora gli frullavano in mente: non era per niente sicuro che fosse una buona idea, quella che aveva proposto a Kaydan la sera precedente...

Un rumore scricchiolante lo colse un momento dopo, riscuotendolo dalle idee che lo stavano assillando.

<< Inutile che ti avvicini di soppiatto, se sei sottovento.>> commentò, senza alzare lo sguardo da terra << Odori di bruciato, Deneb.>>

<< Davvero?!>> esclamò lei, quasi scioccata da quell'affermazione, riponendo il suo grande spadone e palesandosi alla vista del cacciatore, sedendosi difronte a lui, sull'altro tronco che proprio l'elfo aveva abbattuto la sera precedente.

<< No.>> ammise Firyan, lasciandosi sfuggire un debole sorriso << Ti stavo prendendo in giro. Scherzavo. Ti ho semplicemente camminare su di un rametto.>>

<< Lo sapevo, è contagiosa.>> borbottò su lei, scuotendo il capo. Si colpì la fronte con un palmo, con aria delusa.

<< Cosa?>> domandò l'elfo, incuriosito e anche un po' preoccupato dalle parole della donna.

<< La stupidità di Kaydan.>> rispose lei, facendo dei giri con gli occhi, dando un'aria decisamente teatrale a tutta la scena << Sapevo che non dovevo lasciarvi da soli, ieri sera. Adesso ci siamo giocate anche l'unico uomo normale della compagnia.>>

L'ilarità che in quel momento scaturì in Firyan, tuttavia, venne sovrastata da un'altra voce.

<< Divertente donna, molto divertente.>> ribatté Kay, scivolando fuori dalla tenda con aria assonnata, stentando a reggersi bene in piedi. Si passò la mano tra i capelli, riavviandoli con alcuni rapidi gesti << Spero che prima o poi ti sveglierai anche tu con la voce di qualcuno che ti insulta mentre stai dormendo.>>

<< Impossibile.>> rispose lei, alzando fieramente la testa e scuotendo il capo, facendo gonfiare i lunghi capelli blu come una criniera << Io sono adorabile.>>

<< Impossibile lo dico io.>> ribatté il rosso, scoccandole un ghigno malizioso << Sei piena di te e altezzosa.>>

<< E tu sei insopportabile ed egocentrico.>> riprese lei, squadrandolo con occhi sottili.

<< Violenta.>>

<< Avventato.>>

<< Insensibile.>>

<< Testa calda.>>

Prima che potessero dire altro, tuttavia, sia Firyan che Talia li bloccarono, parlando nello stesso momento.

<< Ragazzi, basta!>> esclamarono i due.

<< Se fossimo ancora in città vi direi di prendervi una stanza.>> commentò alla fine Firyan e i due sembrarono più sconcertati da quelle parole che da quello che dovevano essersi detti fino a quel momento.

<< Cosa odono mai le mie orecchie?>> fece Kaydan, ostentando un eccessivo imbarazzo << Il cacciatore immacolato che ci consiglia di fare...>>

<< Kay!>> sbottò ancora l'elfo, scoccandogli un'occhiata truce << Un'altra parole e userò l'oricalco per tagliarti quella linguaccia affilata.>>

<< Ma cos'avete tutti contro la mia lingua?>> chiese il rosso, assumendo la sua faccia da cane bastonato.

<< Parli decisamente troppo.>> commentò ancora il cacciatore dai capelli neri << E tu, Deneb... e poi sarei io quello che è stato contagiato dalla sua influenza, eh? Da te non me lo aspettavo, rispondere così ad una sciocca provocazione.>>

La donna, quindi, ricevuto il rimprovero del cacciatore più anziano, si allontanò in silenzio, senza dire nulla. Non aveva davvero capito niente di quello che stava succedendo...

<< Firy, va tutto bene?>> domandò quindi Talia, perplesso da quella reazione esagerata << C'è qualcosa che non va?>>

<< Ero sovrappensiero, stavo pensando a cose importanti e si sono messi a starnazzare come un paio di oche.>> rispose ancora lui, mentre la sua espressione si scuriva ancora.

<< Stai ancora pensando alla storia del braccio?>> domandò Kay, anche lui preoccupato dalle parole dell'amico << Fir, ti ho già detto che per me va più che bene. Che sono pronto a rischiare.>>

<< Storia del braccio? Di cosa state parlando?>> chiese quindi Deneb, tornando sui suoi passi << Perché vengo sempre a sapere per ultima le cose importanti che succedono in questo gruppo?>>

<< Perché stavate dormendo.>> rispose semplicemente Kaydan, diventando immediatamente serio a sua volta, rivolgendosi poi a Firyan << E dunque, qual è la grande idea? Sei già pronto per cominciare?>>

<< Ci vorrà un po' di tempo perché il metallo si fissi, io consiglierei di cavalcare almeno un po', prima di poter procedere. Almeno fino all'ora di pranzo, poi pianteremo le tende e ci fermeremo per la notte.>> rispose lui, scuotendo il capo << Ti va bene?>>

<< Sì, va bene. Portiamoci avanti il più possibile, poi procederemo quando avremo più tempo. L'oricalco è lì e non scappa.>> assentì alla fine Kay, annuendo lievemente. Alzandosi lentamente, quindi, si allontanò a sua volta, iniziando a preparare le sue cose per la partenza. Era impaziente, era ovvio ormai: la prospettiva di riavere il braccio perduto era qualcosa di molto forte, forse anche troppo. Non vedeva l'ora, era comprensibile.

Mentre si voltava, Firyan incrociò lo sguardo di Talia che, nonostante avrebbe voluto ovviamente fare domande in merito alla conversazione, si astenne anche solamente dal parlare. Quando i loro sguardi si incrociarono, tuttavia, le guance dell'amica si imporporarono rapidamente, perciò lei si voltò di scatto, allontanandosi mentre si strofinava la mano sinistra con l'altra.

Kaydan, invece, si allontanò un momento dal gruppo con il pretesto di andare un momento a caccia per schiarirsi le idee ma, in breve tempo, venne raggiunto da Deneb, che volle sentire la storia del braccio raccontata nei minimi particolari. Quando Kay ebbe finito di parlare, lei lo guardò con aria scioccata.

<< Sei davvero uno stupido.>> commentò poi, serrando gli occhi a formare due fessure del colore di un ghiacciaio << Kaydan, per quanto tu possa essere avventato e sciocco, sei anche il mago da combattimento più formidabile che io abbia mai conosciuto. Anche senza un braccio. Serve veramente sottoporsi ad una procedura tanto folle? Il dolore che Firyan ti promette è inevitabile e atroce, perché vuoi fare una cosa del genere al tuo corpo?>>

<< È forse preoccupazione per me quella che sento nella tua voce, comandante?>> chiese lui con una vena ironica, rivolgendole un ghigno sottile, al che lei fece un lungo sospiro deluso.

<< Ringrazia di essere l'unico mago del gruppo e che abbiamo bisogno di te, perché quando fai così mi dai proprio sui nervi.>> sibilò lei, digrignando i denti in una smorfia di rabbia << Tutte le volte che apri bocca mi viene voglia di romperti la testa.>>

<< Sarebbe la prima volta che ti lamenti di una cosa del genere...>> ribatté ancora il rosso, senza cambiare per un istante la sua espressione.

<< Smettila!>> gridò lei, colpendo con un pugno l'albero che stava dietro al compagno, facendolo schiantare al suolo con un rumore assordante, afferrandolo poi per il colletto della giubba << Riesci a prendere qualcosa seriamente, una volta nella tua dannatissima vita?! Certo che sono preoccupata, vuoi farti attaccare un pezzo di metallo al corpo! Non è come un semplice taglio, Firyan te lo ha spiegato! Si aggancerà alle tue ossa e ai tuoi nervi, hai idea di cosa significhi?!>>

<< La sto prendendo seriamente, Deneb.>> rispose lui, divenendo immediatamente più serio, mentre i suoi occhi perdevano quella luce divertita che li aveva illuminati fino a quel momento << E l'unica cosa che riesco a pensare è che preferisco che accada a me piuttosto che a qualunque altro di voi. Prego solamente che tu non sappia mai cosa si provi ad essere nella mia condizione.>>

<< Ora però basta discutere, dobbiamo preparare per la partenza.>> disse infine, scostandole delicatamente il braccio che lo teneva fermo e tornando al campo.

Nonostante tutti quei discorsi e quella strana sveglia, comunque, il viaggio mattutino trascorse nella pace più totale. Talia riuscì persino ad ottenere alcune informazioni che, per un motivo o per l'altro, non aveva mai avuto modo di chiedere durante la permanenza dei cacciatori a Karyden.

<< Firyan.>> disse ad un certo punto, mentre cavalcavano lungo un sentiero più o meno battuto nel profondo del bosco << Posso chiederti una cosa?>>

<< Certo, dimmi pure.>> assentì lui, facendo avvicinare le loro due cavalcature.

<< Mentre aspettavamo che arrivassero i lindorm nella baia, ti ho sentito dire una cosa strana. Ti ho sentito dire "Sono solo degli uno, non sarà un problema". Cosa volevi dire?>> chiese lei, perplessa << Sono giorni che me lo chiedo, ogni volta che mi torna in mente.>>

<< Beh, immagino che ora abbia anche senso dirtelo.>> ammise lui, annuendo vigorosamente << Vedi, dal momento che ogni mostro marino è racchiuso nella definizione Kaiju, ci vorrebbe troppo tempo per poterli categorizzare singolarmente per pericolosità. Perciò, viene utilizzata una scala, definita Scala di Cortys, dal nome del cacciatore che ideò tale sistema. Questa misura viene divisa in sei categorie.>>

<< Dalla più bassa, la prima, alla più alta, la sesta, i mostri vengono categorizzati secondo la quantità di danni che possono arrecare alle città che attaccano.>> continuò quindi il cacciatore, mentre osservava l'amica sgranare i grandi occhi blu oltremare << I Lindorm normali, come quei tre che abbiamo affrontato, rientrano nella prima categoria: possono distruggere semplicemente case costruite in legno o pietra, a patto che esse non siano rinforzate con armature di metallo. In generale non presentano un rischio concreto di distruzione per la città attaccata.>>

<< Già...>> commentò poi, quando vide l'espressione scioccata di Talia << Quelli che abbiamo affrontato sono solamente il fondo scala di quella catena. I più deboli.

<< D'altro canto, quell'avanzato che ha quasi raso al suolo Karyden era un terza categoria. Un mostro dalla potenza veramente eccezionale...>> riprese un momento dopo, abbassando il capo verso terra << Genericamente, una bestia simile potrebbe affrontare con facilità un drago, se preso nelle condizioni peggiori possibili.>>

<< E il... sormir, giusto? Quello invece?>> domandò ancora Talia, curiosa di sapere a cosa veramente fosse sopravvissuta nelle settimane precedenti.

<< Quarta categoria. Quelli sono alcuni dei mostri più potenti di tutta Oltremare, persino i cacciatori più esperti non li affrontano se non fiancheggiati da un gruppo numeroso.>> ammise Firyan, divertito dalla piega della conversazione << E tu l'hai ucciso con un colpo solamente. Ora capisci finalmente cosa intendevo quando dicevo che il tuo è un potere enorme?>>

<< Sì.>> ammise lei, abbassando lo sguardo << E devo ammettere che ne ho anche un po' paura. Un bel po'.>>

<< Non devi. Se ne avrai paura, perderai il controllo e rischierai di fare del male a tutti quelli che ti circondano.>>

Talia rimase per qualche momento in silenzio, senza dire nulla. Poi, alla fine, annuì lievemente.

<< Sì, hai ragione. Non posso farmi sopraffare da questa cosa.>> ammise, stringendo con forza le redini del suo cavallo << Devo imparare a domarla.>>

<< Questo è lo spirito giusto.>> la incoraggiò l'elfo, facendole un cenno di assenso con la mano, sollevando il pollice << Tuttavia... vuoi sapere qualcos'altro, non è vero?>>

<< Già. Volevo chiederti...>> ammise lei, annuendo ancora una volta << Come rientrano T... il Drago e gli Originali nelle Categorie? Chi è nella sesta categoria?>>

<< Gli Originali. La Sesta categoria è stata creata appositamente per loro.>> affermò il giovane, irrigidendosi sulla sella << Capaci di portare devastazione su larga scala, abbattere montagne e scavare valli, rappresentando una minaccia per interi regni. Questa è la definizione ufficiale dei mostri della categoria più alta.>>

<< E tuttavia...>> riprese, dopo un momento di silenzio teso << Il Re dei Draghi rientra in una categoria speciale. Creata quando i cacciatori si accorsero che quella che era stata raccontata per secoli e millenni dai loro antenati non era solamente una bella fiaba in cui il bene trionfa sul male e le forze della luce sconfiggono l'oscurità.>>

<< Lui è quello che si ergeva al vertice del mondo, nulla può competere singolarmente con esso, nella sua forma originale.>> continuò Firyan, mordendosi con foga l'interno della guancia << Colui che issò la Dorsale Occidentale che corre per tutta Oltremare e arse la terra nella sua furia e follia. Tutto quello che ancora vive su questa Terra lo fa solamente perché un esercito di folli, ancora più del mostro stesso, si lanciò contro di esso, sbaragliandolo dopo anni di conflitto.>>

<< Categoria 7-Alfa. Questo è il nome ufficiale.>> concluse alla fine, stringendosi nelle spalle << Una denominazione completamente inutile a mio parere. Sette. Otto. Nove. Dieci. Sono solo numeri, parole vuote che non fanno altro che farmi capire quanto io sia una nullità in confronto a questo essere.>>

Talia non replicò dopo aver sentito quel discorso: non aveva mai immaginato che quella creatura fosse talmente potente... ora come ora non poteva fare nulla. Non poteva rassicurarlo come aveva fatto nei giorni precedenti, era ovvio che non avrebbe apprezzato, non in un momento come quello.

La cavalcata, da quel momento, trascorse di nuovo tranquillamente, anche se gli animi di tutti e quattro i viaggiatori erano profondamente per una ragione o per l'altra.

<< Basta, questo è il luogo migliore.>> commentò ad un certo punto Deneb, dopo un paio di lievi sgroppate da parte del suo unicorno << Scendete, se volete. Più avanti ci aspetta del terreno difficile, temo che dovremo faticare molto più di quanto abbiamo fatto finora.>>

<< Se volete fare... quella cosa, allora questo è il momento migliore.>> disse poi, storcendo il naso << Altrimenti non potremo fermarci prima di sera.>>

<< D'accordo.>> fece quindi Firyan, smontando al volo dal suo cavallo e aiutando quindi Talia a fare lo stesso, cosa di cui lei fu particolarmente grata, solo per poi rivolgersi verso l'amico << Kay, sei pronto? Te la senti?>>

<< Te l'ho già detto prima, Firyan.>> rispose lui, sollevandosi in piedi sulla sella del suo animale e piroettando quindi a mezz'aria, come un'acrobata, atterrando proprio tra i due cacciatori << Non aspetto altro.>>

<< Molto bene, allora.>> sancì l'elfo, chiudendo lentamente gli occhi e facendo un lungo sospiro << Procediamo.>>

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