Il prezzo da pagare

Il giorno successivo, come tutte le mattine, Talia si svegliò prima del sorgere del Sole. Si preparò rapidamente, con ordine ma anche con una certa agitazione addosso: quella mattina sarebbe stata importante. L'idea solamente che le potesse essere insegnato a volare era bastata per far sì che si addormentasse davvero tardi, contrariamente a quello che le aveva detto Firyan.

Cercando di non svegliare le sorelle, quindi, prese d'in cima all'armadio la sua nuova arma, stringendola con forza: il legno perfettamente intagliato e il cuoio dei cingoli erano molto migliori dell'asta della sua vecchia lancia, che era stata consumata dal tempo e dall'uso intensivo.

"Non posso credere che mi abbia regalato una cosa del genere!" disse fra sé e sé la ragazza, ancora sorpresa da quello che era successo la sera precedente.

Una volta all'esterno della casa, prese delle grandi boccate d'aria fresca, cercando di abituarsi all'atmosfera che la circondava.

<< Bene, sei arrivata finalmente.>> commentò una voce alle sue spalle. La ragazza si voltò e, seduto sul porticato al difuori della locanda, vide Firyan, la spada poggiata davanti a lui, fuori dal fodero, pronta per essere usata << Era un po' che ti stavo aspettando. Dormito bene?>>

<< Abbastanza, sì.>> rispose lei, annuendo rapidamente. Non poteva rivelare che aveva faticato a prendere sonno per il regalo che il ragazzo le aveva fatto solamente poche ore prima.

<< Perfetto, allora spero che tu sia pronta. Vogliamo cominciare subito il nostro allenamento?>> chiese quindi il cacciatore, inclinando il capo di lato.

<< No, non ancora.>> rispose lei, scuotendo il capo << Prima vorrei riscaldarmi un po'. Ti dispiacerebbe aspettarmi per un po'?>>

<< No, tranquilla.>> ribatté il ragazzo, accennando uno sguardo incuriosito << Fai pure quello che devi.>>

La ragazza, quindi, si legò l'arma alla schiena con un lungo cingolo di pelle.

<< Tornerò presto.>> promise e, dopo aver fatto un altro lieve inchino, si allontanò a grandi falcate, sparendo nella nebbia, mentre i suoi passi risuonavano debolmente nel buio che ancora avvolgeva la piccola città di mare. Si mise a correre, veloce, sempre più veloce, fino a quando non si trovò a sfrecciare tra le vie della città come un fulmine, schizzando da una parte all'altra delle strade, evitando ostacoli e quelle poche persone che si trovavano in giro per la cittadina.

Presto, si trovò fuori dal caseggiato, lanciandosi a tutta velocità verso la boscaglia e costeggiando la spiaggia, affondando nel terreno morbido, inumidito dalla continua risacca. Si addentrò nel sottobosco veloce come una freccia, fino a quando, qualche tempo dopo, non ne emerse, trovandosi come tutte le mattine davanti alla piccola penisola sulla quale una volta sorgeva la casa di suo padre.

Talia inspirò profondamente, cercando di riprendere fiato mentre si avvicinava sempre più alla punta estrema della lingua di terra, aggirando quello che rimaneva della sua vecchissima abitazione, poi si inginocchiò, apprezzando per qualche momento la quiete ed il silenzio di quel luogo, tanto distante dal resto della città.

<< Padre, ce l'ho fatta. Ho... abbiamo vendicato la tua morte, siamo riusciti ad abbattere quelle bestie.>> disse poi, inginocchiandosi di fronte al mare, mormorando appena << Ora saremo al sicuro, potremo dormire tutti sonni tranquilli.>>

"Talia..." sentì chiamare un momento dopo. Si voltò di scatto, preoccupata: nessuno veniva mai alla penisola, non dopo la morte di suo padre. Era un luogo spaventoso per loro, quello, sempre esposto alla pura forza degli elementi, tanto che nessuno aveva mai capito come Will avesse potuto costruire una casa proprio in quel luogo, senza che venisse spazzata via dalle onde. Il mistero si era infittito ancora di più quando, poco dopo la morte dell'uomo, la costruzione era stata spazzata via da una tempesta.

Si alzò di scatto, incuriosita, ma attorno a lei non c'era altro che il mare, la terra e la foresta.

<< C'è qualcuno?>> domandò, levandosi dalla schiena la lunga lancia << Firyan, sei tu?>>

Ma nessuno rispose alle sue parole, non quella volta.

Facendo un profondo inchino con il capo, quindi, la ragazza si allontanò nuovamente, riprendendo la sua corsa, questa volta in direzione della città: non le piaceva quello che era appena successo. Cos'era quella voce che aveva appena sentito? Non lo sapeva, ma non voleva di certo perderci il sonno, non in un momento come quello, quindi cercò di scacciare quel pensiero dalla mente mentre attraversava la foresta una volta ancora.

<< Hey, ti senti bene?>> le domandò tuttavia Firyan, quando la vide tornare di corsa, il fiato grosso e il viso pallido << Sembra che tu abbia visto un fantasma.>>

<< Non è niente.>> mentì lei, scuotendo il capo << Ho solo avuto un po' freddo, mentre tornavo. Tutto qui.>>

<< Capisco.>> commentò quindi il ragazzo, aggrottando nuovamente le sopracciglia, tanto che per un momento la giovane donna si chiese se veramente avesse creduto alle sue parole.

<< Andiamo allora. Non abbiamo tempo da perdere, giusto?>> disse poi Firyan, facendole un cenno con il capo ad indicare il luogo dove il giorno precedente aveva visto la ragazza allenarsi con la sua arma improvvisata. Talia si limitò a seguirlo dietro la grande casa, poi i due si pararono uno di fronte all'altro.

<< Talia, prima di cominciare, vorrei spiegarti un paio di cose che non ho avuto modo di rivelarti ieri sera.>> cominciò a dire l'elfo, poggiando la sua lunga lama Nightfall a terra, accanto a sé << Devi sapere alcune cose sull'arma che ti ho dato.>>

<< Dimmi pure, ti ascolto.>> rispose lei, annuendo, curiosa di sapere cosa ancora ci fosse da dire sulla lancia.

<< Vedi, ieri sera ti ho detto che l'oricalco bianco, il metallo di cui è fatta la lama della tua lancia, è utilizzato solamente nelle armi dei cacciatori di mostri più esperti e potenti. Questo, in primo luogo, è ovviamente dovuto al costo del materiale e alla sua pericolosità di lavorazione, dato che tende ad esplodere durante la forgiatura.>> spiegò il ragazzo, indicando con un dito affusolato l'arma, che Talia prese a fissare con un piglio strano, come se stesse tenendo in mano un serpente pronto a morderla da un momento all'altro. Un momento dopo, l'elfo riprese, facendo dei rapidi gesti con le mani << No, non preoccuparti, una volta presa la forma definitiva è assolutamente sicuro da maneggiare. Tuttavia, c'è anche una seconda proprietà, oltre alla sua bellezza, che in pochi conoscono. Vedi, le armi create usando questa lega tendono a incrementare molte e molte volte la forza dei colpi che vengono vibrati con esse. Ha a che fare con il modo in cui il metallo si è formato, ma non mi è mai stato spiegato con precisione, quindi direi che il modo migliore per farti capire cosa voglio dire è usarla. Coraggio, impugna la tua arma.>>

Talia fece come le era stato detto, stringendo l'arma in entrambe le mani.

<< Noti qualcosa di strano? Qualcosa di diverso?>> domandò ancora il cacciatore << Come ti senti?>>

<< Beh... bene. Tutto bene, direi.>> rispose lei, annuendo ancora una volta.

<< Perfetto, allora prova a colpire...>> riprese lui, guardandosi attorno un po' interdetto, grattandosi il mento con una mano guantata di nero, solo per poi indicare una forma poco distante << Quell'albero. Voglio che tu lo colpisca con tutta la forza che hai.>>

<< Ne sei sicuro?>> domandò lei, esitante. Aveva paura di rovinare la sua bella lancia nuova, se avesse fatto quello che il giovane elfo le chiedeva.

<< Fidati di me.>> le rispose semplicemente lui, facendole un cenno di incoraggiamento. Talia, quindi, strinse nuovamente la presa sulla lancia, poi si lanciò in avanti con tutta la sua forza, come aveva fatto alcuni giorni prima: immaginò che davanti a lei ci fosse ancora il grande lindorm, immagino di potersi riprendere finalmente la sua rivincita.

<< Aaaah!>> gridò e, con tutta la potenza che le consentivano le braccia, spinse in avanti la sua arma, che impattò contro l'albero con forza impressionante. La pianta, ormai vecchia e rinsecchita, esplose in mille e mille e mille schegge ancora, crollando al suolo di botto.

<< Eh?>> fece la locandiera, perplessa da quello che aveva appena visto. Era stata lei a fare tutto quello?

<< Cosa...? Come...?!>> domandò, voltandosi di scatto verso il cacciatore suo compagno << Sei stato tu? Come hai fatto?>>

<< Io non ho fatto nulla.>> rispose lui, avvicinandosi lentamente mentre osservava il grosso tronco spaccato dal colpo della ragazza << Sei stata tu, da sola. E devo anche ammettere che è un risultato davvero eccezionale, non mi aspettavo tanto. Dovrei seriamente smettere di prenderti sottogamba.>>

<< Ora ascoltami.>> disse ancora l'elfo, voltandosi verso di lei << La tua arma è un moltiplicatore di forza davvero fenomenale, ma devi promettermi che la userai solamente in casi di estrema necessità. L'ho voluta creare perché potessi difendere la tua famiglia dai mostri. Lo capisci, vero?>>

<< Sì, lo capisco.>> rispose lei, annuendo.

<< Molto bene. Ora, il metallo della lama è molto particolare: dentro di esso, infatti, risiede energia magica altamente pura. Renderà le tue reazioni più veloci, i tuoi muscoli più potenti. Ti abituerai presto ad essa, ma nei primi momenti sarà un po' difficile.>> spiegò ancora il cacciatore << Cominciamo con le basi, poi vedremo quello che riuscirai a fare da lì.>>

Da quel momento in poi, il ragazzo fece compiere esercizi sempre più lunghi alla giovane locandiera, che in un primo momento si sentì completamente normale, tranquilla, come se non stesse compiendo altro che i suoi esercizi quotidiani tra i manichini di paglia, ma ben presto si accorse di quanto le sue braccia si stessero facendo rigide alla svelta.

<< Coraggio, ora un po' di scontro uno contro uno.>> le fece Firyan, parandosi davanti a lei con un lungo bastone di legno in mano, Nightfall distante, poggiata al porticato della casa. La giovane donna lo osservò un po' preoccupata mentre si sistemava i lunghi capelli colorati dietro le orecchie a punta, levandosi con un gesto fluido, quasi teatrale, la spessa mascherina argentata.

<< Cosa stai facendo?>> chiese, preoccupata.

<< Mi preparo per uno scontro equo.>> rispose lui, intascando la maschera e toccando per un istante la conchiglia che portava al collo << Tu sei molto stanca, ora come ora. Combattere contro di te al pieno delle mie facoltà sarebbe controproducente per entrambi.>>

<< Inoltre, non posso sempre sperare che le mie battaglie vadano sempre alla perfezione.>> spiegò ancora, chinando il capo di lato << Proprio come è accaduto l'altro giorno, potrei trovarmi in condizione di dover combattere senza la mia maschera. Dovrei addestrarmi anche in quel senso...>>

<< Mi stai sottovalutando ancora?>> domandò lei, aggrottando le sopracciglia in un'espressione irritata.

<< No, niente affatto. Altrimenti avrei combattuto a mani nude.>> rispose lui, portandosi in una posizione di guardia alta << Coraggio, cominciamo.>>

Talia si scagliò immediatamente contro di lui, tentando un affondo al braccio destro ma, prima ancora di poter capire cosa fosse successo, sentì la punta del bastone del ragazzo sfiorare il suo costato, mentre lui scartava verso sinistra.

<< Sei morta.>> le disse semplicemente, ritirandosi di un passo << Non lanciarti sempre contro l'avversario con tutta la forza che hai. Non stai dando la caccia ad un mostro.>>

<< Cerca di essere più delicata nei movimenti.>> disse ancora l'elfo, preparandosi nuovamente a combattere, rilassando ancora una volta la sua espressione << I tuoi passi sembravano quelli di una carica di giganti.>>

Talia, quindi, provò nuovamente un affondo, seguendo le istruzioni del giovane cacciatore che, tuttavia, la scansò nuovamente con un semplice movimento del braccio.

<< Molto meglio, davvero.>> fece, soppesando per un momento il bastone che teneva in mano << Però devi respirare di più, sento il tuo cuore battere con troppa forza. Rilassati, non potrai combattere se ti stancherai troppo.>>

Talia rimase letteralmente senza parole: riusciva davvero a sentire il cuore battere nel suo petto? Fece alcuni lunghi sospiri, rilassandosi, guardando l'elfo davanti a lei che se ne stava ancora con gli occhi chiusi, il bastone ancora saldamente in pugno.

<< Ah!>> gridò poi, scagliandosi contro, cercando di colpire di taglio il suo braccio sinistro. Firyan fece per schivare anche quel colpo ma, prima di potersi muovere, la giovane donna cambiò posizione, facendo perno su un piede e roteando su sé stessa. In un attimo, il cacciatore si trovò il termine della lancia appena sotto al mento.

<< Sei morto.>> gli disse la ragazza, sussurrando ad un soffio dalle lunghe orecchie, mentre un lieve ghigno di soddisfazione si dipingeva sul suo volto << Dovresti fare più attenzione, cacciatore. Gli umani non attaccano sempre nello stesso modo.>>

<< Mhh.>> rispose semplicemente lui, sorridendo allo stesso modo, indietreggiando di alcuni passi e poggiandosi nuovamente sul viso la maschera d'argento << Forse ti ho davvero sottovalutato.>>

<< Quattordici anni di addestramento a qualcosa saranno pur serviti a qualcosa.>> ribatté la ragazza, facendo roteare rapidamente la sua arma e portandola lungo un fianco << Magari non contro i mostri, ma contro chi combatte con le armi di certo sì.>>

<< Ah, giusto. Avevi accennato alla cosa, qualche giorno fa.>> commentò il cacciatore, annuendo lievemente, piantando a terra il suo bastone, prendendo quindi la sua spada da dove l'aveva poggiata << Allora sarà meglio fare un po' più sul serio.>>

<< Non aspettavo altro.>> rispose la donna, riprendendo la posizione di guardia, pronta a colpire.

<< Vedi di non esagerare.>> la redarguì Firyan, scuotendo il capo << Ricorda quello che ti ho detto delle armi magiche.>>

Detto ciò, l'elfo si lanciò in avanti, come aveva fatto la ragazza poco prima.

"È veloce!" si disse Talia, facendo appena in tempo a levare l'asta della sua arma per difendersi, prima che il piatto di Nightfall si schiantasse contro di essa. Non stava volando come l'aveva visto fare contro i mostri, non poteva permetterselo, dopo quello che era successo il giorno prima, però era davvero veloce, molto più di qualsiasi umano.

Uno dopo l'altro, i colpi del cacciatore si abbatterono sempre più potenti contro l'arma dell'amica, pesando sulle sue braccia, già stanche e rigide, come montagne di granito. Sentì l'adrenalina dei momenti precedenti spegnersi, la sua testa cominciò a girare sempre più e, dopo aver parato l'ultimo colpo del cacciatore, si piegò in due, accasciandosi a terra, assalita da forti conati.

<< Talia.>> fece lui, inginocchiandosi immediatamente al suo fianco << Stai bene?>>

<< Non...>> rispose lei, portandosi una mano davanti alla bocca, respirando profondamente << No, per niente. Temo... di aver esagerato.>>

<< Capisco.>> le disse Firyan, poggiandole una mano sulle spalle << Coraggio, sdraiati un po'. È tutto normale, non vomiterai davvero. Hai solo bisogno di riposare un po'.>>

Talia quindi fece quanto suggerito dall'amico, sdraiandosi al suolo come aveva fatto anche il giorno prima.

<< Come va?>> fece Firyan, sedendosi accanto a lei.

<< Un po' meglio.>> ammise lei, annuendo appena << Però vedo tutto il mondo girare. Cosa sta succedendo?>>

<< La magia sta permeando nel tuo corpo e a tua volta tu la stai restituendo alla lama.>> spiegò il cacciatore, prendendo in mano la lancia e osservandola per un po' << Non sei ancora abituata a questa energia e il tuo corpo reagisce violentemente. L'energia magica naturale è diversa da quella contenuta nei corpi dei viventi, è più caotica, come un fulmine chiuso in una bottiglia. Nemmeno noi elfi possiamo usare delle armi magiche senza ripercussioni.>>

<< Quindi anche Nightfall...>> fece la locandiera, aggrottando le sopracciglia.

<< Oh sì, assolutamente.>> rispose Firyan, annuendo vigorosamente << La prima volta sono riuscito ad usarla solamente per via del momento. Appena è finita la battaglia mi sono sentito malissimo.>>

La giovane donna rimase in silenzio, pensando a quello che doveva aver provato il cacciatore: il loro era stato un breve scontro di allenamento, neanche tanto pesante, e lei era stata ridotta in quelle condizioni dopo soli pochi attimi. Cosa doveva aver provato lui, dopo aver combattuto contro un mostro?

I due rimasero ancora per parecchio tempo in silenzio, fino a quando il sole non fu abbastanza alto nel cielo, in silenzio, godendo dell'atmosfera: entrambi apprezzavano la compagnia, ma anche i momenti di silenzio come quello, quindi approfittarono dell'occasione che gli veniva concessa. Lo sguardo di Firyan andò a perdersi verso il mare, mentre i suoi occhi vagavano sopra quell'immensità scintillante, cercando qualcosa con disperazione, mentre una mano si soffermava nuovamente sulla conchiglia che portava al collo, stringendola delicatamente.

Talia lo fissò per un momento, osservando prima il suo viso illuminato dai raggi del primo Sole del mattino, che lo illuminavano d'oro, e poi perdendosi nel gesto del giovane, cercando di capire cosa significasse per lui quell'oggetto.

<< Va tutto bene?>> domandò, alzandosi lentamente e sedendosi accanto a lui.

<< Eh, come?>> scattò su lui, allontanando immediatamente la mano dalla conchiglia e iniziando ad annodare una ciocca di capelli che gli pendeva accanto al viso << Sì, sì, è tutto apposto. Solo qualche pensiero ramingo.>>

<< Dove hai preso quella collana?>> chiese poi a bruciapelo.

Firyan la guardò per un solo istante prima di rispondere, ma in quel momento Talia poté cogliere una grande tristezza sul suo viso.

<< Mi è stata regalata.>> spiegò, guardando ancora una volta verso il mare a nord << Tanto, tanto tempo fa. Da una persona che non meritavo come amica.>>

Con quelle parole, la donna comprese che l'elfo non aveva intenzione di raccontare nient'altro di quella storia: non sarebbe stato tanto ermetico, altrimenti.

<< Allora, il nostro allenamento per oggi finisce qui. Al volo penseremo un domani, va bene?>> le fece ancora il cacciatore, voltandosi nuovamente verso di lei e porgendole entrambe le mani << Te la senti di tornare a casa?>>

<< Sì, ora sto meglio.>> rispose lei, accettando l'aiuto dell'amico << Coraggio, ho molto da fare.>>

<< Io mi ripeto, non esagerare.>> si raccomandò l'elfo << I sintomi persisteranno per tutto oggi, almeno. Non stancarti troppo, altrimenti potresti sentirti di nuovo male.>>

Con un rapido cenno del capo, Talia assentì: non ci teneva davvero a ripetere l'esperienza che aveva appena superato.

Con calma e tranquillità, fortunatamente, Talia riuscì a superare la giornata senza ulteriori incidenti, tenuta tuttavia sotto costante controllo da Firyan oppure dai suoi genitori: una volta tornati a casa, infatti, l'elfo aveva spiegato la situazione a Karda e a Lisa, che avevano preso la cosa davvero sul serio, alleviando notevolmente il carico del giorno della ragazza. Nei primi momenti si sentì un po' in imbarazzo, tenuta così sotto controllo e trattata con tutte quelle cure, ma poi comprese che i suoi genitori lo stavano facendo solamente per il suo bene.

Quella sera, tuttavia, prima che tutto potesse avere termine, la pace della locanda venne nuovamente turbata da una notizia davvero straordinaria.

<< Sapete, domani sera avrà luogo una festa, davanti alla casa del governatore.>> rivelò Karda, volgendosi verso Firyan << Una festa come ringraziamento per quello che hai fatto, per aver salvato il villaggio.>>

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Talia finalmente ha ottenuto il potere che voleva ma, come avete potuto vedere, per lei è ancora molto difficile da controllare. Le ripercussioni della magia naturale non sono qualcosa con il quale scherzare troppo.

Ma comunque... una festa, eh? Ricordate come ha reagito Firyan, la prima volta che una possibilità del genere è stata accennata da Karda, il giorno del suo arrivo a Karyden? Però, se ci pensate bene, sono cambiate un po' di cose in questi ultimi giorni. 

Come reagirà il nostro cacciatore, questa volta? Lo saprete presto ma, fino a quel momento, non mancate di farmi sapere se il capitolo vi è piaciuto!

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