I figli del cielo
Ma il riposo di Talia non era destinato a durare troppo a lungo.
Si svegliò qualche tempo dopo essersi addormentata. Non doveva essere passato molto, era ancora buio fuori dalla tenda, ma il bagliore del fuoco si era spento. C'era silenzio, ma la tormenta di neve continua a soffiare rabbiosa tutt'attorno alla sua tenda, senza intenzione di smettere.
<< Zephyr?>> chiamò, scivolando all'esterno. Non sapeva perché, ma c'era qualcosa di strano in quella situazione. Non riusciva a spiegarselo, ma c'era qualcosa di... sbagliato attorno a lei. Il mondo le sembrava diverso rispetto a quando si era coricata << Zephyr?>>
Ma il suo compagno non rispose. Il campo era scomparso, non c'erano più tracce del fuoco che avevano acceso qualche ora prima e neppure del ragazzo dai capelli azzurri. Era rimasta da sola, abbandonata in mezzo ad una tempesta, su una scogliera di roccia attaccata da un mare burrascoso.
<< Zephyr!>> gridò, avvolgendosi nel lungo mantello, cercando qualcosa con cui farsi luce in mezzo alla più completa oscurità. Non c'era più un pezzo di legno, non uno straccio a cui dare fuoco per cercare il ragazzo dai capelli azzurri << Zephyr, dove diavolo sei?! Non è il momento di fare scherzi stupidi.>>
Per tutta risposta, però, una raffica di vento più forte delle altre la prese e la sbatté a terra con forza, facendola atterrare pesantemente nella neve alta. Si trovò a rotolare giù per un pendio, stretta in malo modo nella sua cappa da viaggio.
Un nuovo lampo illuminò a giorno il mondo che la circondava per un istante e il tuono che seguì la fece saltare in piedi per lo spavento. Non sentiva più le punte delle dita e stava cominciando ad avere davvero, davvero freddo. Si fece piccola dentro al mantello, iniziando a soffiarsi addosso per scaldarsi in qualche modo, cercando di non congelare.
<< Dove sei?>> chiamò ancora, la voce ridotta ad un sussurro ormai << Fa così freddo...>>
<< Fa così freddo...>>
Poi, d'un tratto, la tempesta si fece più tranquilla e il rombare delle onde contro la scogliera si placò per un momento.
<< Tali.>> una voce sorse in mezzo ai tuoni come musica alle sue orecchie. Anche se non la sentiva da tantissimo tempo, era una voce che non avrebbe mai potuto dimenticare.
Una torcia sbucò davanti a lei, illuminando la notte come un faro di speranza. Ci volle un momento prima che Talia capisse cosa stava succedendo, ma quando poi si rese conto di chi la stava chiamando per poco non cadde in ginocchio, in lacrime.
<< P-P-Papà?>> balbettò, confusa << Cosa...? Come...?>>
Un sorriso benevolo comparve sul viso dell'uomo alla reazione della figlia.
<< Dopo.>> rispose, facendo un lento cenno del capo verso una spiaggia vicina. Lì, illuminata da una serie di grandi torce sfavillanti, era ormeggiata Sabain, la nave che suo padre aveva costruito tanti anni prima << Dopo ti spiegherò tutto, ma ora dobbiamo andare. Tua madre ci aspetta.>>
<< Vieni, bambina.>> la chiamò, facendo un segno con la mano per dirle di avvicinarsi << Abbiamo tante cose di cui parlare.>>
"Abbiamo tanto di cui parlare..."
Fece qualche passo verso l'uomo, ma mentre sentiva quelle parole riecheggiare nelle sue orecchie per l'ultima volta, però, un grido sorpassò quelle, la tempesta che la circondava, il ruggito del vento e lo scrosciare delle onde. Un ruggito più potente di quello di un mostro, un urlo talmente forte da eclissare una scarica di tuoni che fece vibrare tutta la scogliera.
<< Talia, svegliati!>>
La testa della ragazza prese a bruciare come se qualcuno vi avesse appiccato il fuoco e lei cadde in ginocchio, le mani chiuse ad artiglio tra i capelli. Tutto scomparve da davanti a lei mentre la sua vista si faceva buia e l'ultima cosa che vide fu suo padre che la guardava dall'alto in basso, porgendole una mano con la solita aria bonaria di un momento prima, come se non stesse succedendo proprio nulla.
Poi i suoi occhi si aprirono e si trovò sul ciglio della scogliera, a pochi passi dalla sua tenda. Zephyr la stava reggendo per la vita per evitare che precipitasse nel mare gorgogliante decine e decine di passi sotto di loro, mentre con una mano le teneva la testa serrata in una bruciante morsa di ferro.
Un grido spaventato le scappò dalle labbra quando si accorse di quello che stava succedendo, poi un momento dopo si trovò a rotolare nella neve ancora una volta, sempre con Zephyr che la teneva stretta a sé.
<< Calma, calma, è tutto finito.>> cercò di tranquillizzarla il compagno, mettendosi a sedere.
<< Cosa sta succedendo?>> chiese lei, facendosi piccola e tirandosi indietro, tremando come una foglia. Non aveva neanche davvero il mantello addosso, solo la camiciola bianca che aveva portato da quella mattina.
<< Stavi per buttarti da quella scogliera, ecco cosa stava succedendo.>> rispose l'altro, indicando la scogliera << Mi sono allontanato un solo istante e quando sono tornato tu eri pronta a fare un bel salto.>>
Vedendo lo stato in cui versava la giovane donna, poi, si levò di dosso la sua sgargiante cappa dorata.
<< Tieni.>> disse, porgendogliela con gentilezza << Sembri avere freddo.>>
<< Grazie.>> la risposta arrivò debole mentre lei si avvolgeva dentro lo spesso manto di lana << Puoi... puoi dirmi cos'è successo?>>
<< Te l'ho detto, non ho visto niente.>> spiegò Zephyr, stringendosi nelle spalle, aiutando Talia a rialzarsi e accompagnandola di nuovo accanto al fuoco << Però mi sono accorto che c'era qualcosa che non andava quando ti ho sentita. Stavi urlando come una pazza, si può sapere cosa...?>>
Prima che potesse finire di parlare, tuttavia, rumori di corde e legno in tensione lo interruppero.
<< Lo sapevo io che finiva così.>> borbottò, sbuffando annoiato << Tra tutte le cose, proprio un'Eco con gli incubi mi doveva capitare...>>
<< Bene bene, sembra proprio che il mago avesse ragione.>> commentò una voce, mentre un uomo in armatura sfavillante entrava nel cono di luce del loro fuoco da campo << Abbiamo due topolini fuori posto, persi in mezzo alla tempesta.>>
Era un uomo imponente, con la pelle color caramello bruciata dal sole e un grosso elmo con un bel pennacchio rosso che gli pendeva accanto al viso.
<< Tempesta?>> lo apostrofò Zephyr senza perdere un colpo, mettendo su un sorriso disarmante << Quale tempesta?>>
Solo in quel momento Talia si accorse che in cielo non c'era più neppure una nuvola. Sopra le loro teste ora, fino al più lontano orizzonte, si scorgeva la notte stellata più limpida che avesse mai visto in vita sua e lentamente, il cielo si dipinse di grandi festoni di luce verde e blu, proprio come quella che aveva visto quando aveva raggiunto la Reggia insieme a Firyan, la notte precedente.
Il soldato, tuttavia, cercò di non sembrare troppo impressionato.
<< Un illusionista, ma certo.>> borbottò, tirando fuori la spada dal fodero e levandola contro il ragazzo dai capelli azzurri << Non è la prima volta che ho a che fare con quelli come te, maghetto.>>
<< Gettate le armi, tutti e due.>> intimò poi, puntandogli la spada al collo << Subito.>>
<< Illusionista.>> si lamentò Zephyr, ruotando gli occhi nelle orbite << Povero me, che vergogna. Non mi insultavano così da quando mi hanno scambiato per un drago.>>
<< Ascolta.>> riprese un momento dopo in tono più basso, rivolgendosi a Talia e ignorando completamente l'arma che gli veniva puntata contro << Quanti ne vuoi?>>
<< Cosa?>> fece lei di rimando, in un sussurro.
<< Soldati, soldati.>> spiegò il ragazzo, facendo un cenno con la mano alle figure che si vedevano appena alla luce delle Lune << Quanti ne vuoi?>>
<< Intendi... per combattere?>> domandò ancora, esterrefatta << Saranno una cinquantina!>>
<< Saranno anche di più, se sapevano che saremmo arrivati.>>
<< Io... sarebbe meglio scappare, no?>> fece notare lei, guardando preoccupata la lama che lambiva la pelle del ragazzo.
Uno sbuffo annoiato sfuggì al giovane, che quindi roteò ancora una volta gli occhi.
<< Ho capito, ci pen...>>
<< Avete sentito cos'ho detto?>> gridò ancora quello che doveva essere il comandante dei soldati che li circondavano << Smettete di confabulare tra di voi, armi a terra, subito! E mani in alto.>>
<< Mani in alto?>> gli fece eco Zephyr voltandosi, improvvisamente concentrato sull'uomo << Davvero?>>
L'aria si fece più fredda attorno a loro mentre il ragazzo teneva le mani levate verso il cielo, proprio come gli aveva chiesto il soldato. In quel momento le onde ripresero ad infrangersi contro l'alta scogliera, diventando di momento in momento più potenti, fin quando gli spruzzi non arrivarono a raggiungere il campo e i soldati che vi erano nascosti dietro.
<< Che brutta richiesta.>> fece notare il giovane guerriero, mettendo su un sorriso folle.
<< Non fatevi intimorire, uomini!>> esclamò il comandante, levando la spada in cielo per colpire a morte << È solamente un tru...!>>
Zit!
Prima che potesse finire di parlare, una scintilla di luce lo centrò alla fronte, proprio sull'elmo. L'uomo sembrò tentennare per un attimo, poi un sottile rivolo di fumo nero iniziò a salire dalla sua bocca.
Zephyr abbassò le due dita che aveva puntato contro il comandante e si voltò verso il resto dei soldati, scrocchiando le nocche mentre su di lui si tesseva una spessa armatura di fulmini cristallizzati e luce dorata, che illuminò a giorno l'interno promontorio, e sopra di lui le luci dell'aurora presero a vorticare in una lenta, inquietante danza.
<< Soldati, il mio nome è Zephyr di Valkamyr!>> esclamò, mentre tra le sue dita scintillava una tempesta in miniatura << Molti di voi mi conosceranno come "la Sentinella". Conoscete la mia fama, sapete quello che posso fare, lo avete appena visto.>>
Un mormorio di sorpresa si diffuse tra la truppa in quel momento.
<< Questa terra è sotto la mia protezione, ma non ho intenzione di combattere. Se lascerete immediatamente il promontorio, vi verrà fatta salva la vita. Vi do la mia parola.>>
Twock!
Con un rumore sordo, una freccia si andò a conficcare in un pezzo di legno che Talia aveva levato appena in tempo per difendere il compagno di viaggio, con una prontezza spaventosa.
<< Ci penso io a coprirti.>> concluse la donna, alzandosi in piedi e facendo scivolare dalla tenda la sua lunga lancia dalla lama candida << Fai quello che devi.>>
<< Ma bene.>> rispose il ragazzo, facendo di nuovo un sorriso spaventoso, solo per poi rivolgersi ancora ai soldati << D'accordo, non avete la mia parola!>>
Una scarica di fulmini compressi in un fascio d luce centrò la prima fila di arcieri, bruciando carne, armature e vesti come un incendio in una foresta, squarciando la notte con un verso stridulo, simile ad un grido acutissimo.
Alcuni, tuttavia, schivarono di lato il potente colpo magico e presero a correre contro i due compagni con le spade e le lance sguainate. Con un grido, quindi, Talia si lanciò contro di loro con la sua arma stretta in pugno.
La lama di oricalco bianco, studiata per combattere contro i Kaiju, ebbe gioco facile con le armature umane, squarciando acciaio, pelliccia e rinforzi di cuoio senza sforzo apparente, tanto che qualche momento dopo la giovane donna si trovò a volteggiare tra un gruppo di nemici, tenendoli a distanza con l'allungo della sua arma e ferendoli al tempo stesso.
Scivolò sotto la lama di una lancia che le sfiorò il viso, afferò l'asta con tutte le sue forze e con uno strattone poderoso disarmò il soldato che la stava attaccando, mandandolo lungo nella neve con il fondo della sua arma. Si voltò di scatto e levò ancora la lancia del nemico, appena in tempo per parare un colpo di spada che altrimenti l'avrebbe centrata alla testa.
Un istante dopo, tuttavia, fu proprio il soldato a venire trafitto, crollando nella neve in un rantolare sconnesso, poi Talia rotolò lontana quando sentì un nuovo grido alle sue spalle e un istante dopo tre soldati abbatterono le loro lame nel punto in cui si trovava, lanciando in aria spruzzi di neve.
Prima che potesse muoversi per attaccare ancora, tuttavia, tutto il mondo sembrò fermarsi quando il fascio di luce tornò verso Zephyr e da lui un raggio di luce bianca, accecante, si lanciò verso il cielo.
<< Rispondi alla mia chiamata!>> gridò, stringendo una mano ad artiglio, come a voler strappare il velo della notte, mentre l'aurora veniva solcata da lampi spaventosi << Scintilla, lancia dell'imperatore celeste!>>
Con quelle parole, il ragazzo prese a librare in aria ad un passo dal suolo e il vortice di luce sopra di loro si fermò per un momento appena. Poi, con il rombo di un'intera tempesta in un singolo attimo, un raggio di luce largo quanto un carro si schiantò in mezzo alla formazione nemica, squarciando terra e notte con la sua potenza, facendo splendere il mondo fino all'orizzonte.
Talia esitò per un momento a quella dimostrazione di potenza folle, piantando la lancia a terra per non venire sbalzata via dal vento di uragano di quella magia terrificante. I soldati che la circondavano vennero lanciati via, mentre la foresta, lontana centinaia di passi, era flagellata dal potere del mago dai capelli azzurri.
<< Uccidete la donna!>> una voce superò il caos di quei momenti mentre alcuni nemici iniziavano a fuggire nella foresta, raccogliendo quello che rimaneva dei loro equipaggiamenti << Non deve lasciare la scogliera! Uccidetela.>>
Per tutta risposta, lei si rimise in piedi, la lancia stretta in pugno con tutta la forza che aveva mentre il raggio di luce magica di Zephyr terminava di falciare i nemici, e si preparò a combattere ancora una volta. Sentì uno scricchiolio alle sue spalle e si voltò di scatto, centrando un soldato con un calcio all'inguine prima che questo potesse trafiggerla, solo per poi lanciarlo giù dalla scogliera e nel mare in tempesta che subito lo inghiottì in un ruggito.
<< Talia, ce ne serve uno vivo!>> le fece notare Zephyr, poggiandosi nuovamente a terra.
<< E lo dici a me?>> ribatté lei, evitando l'affondo di un nuovo nemico e colpendolo al petto con un calcio che lo scagliò a terra << Smetti di distruggere tutto e vedrai che almeno uno vivo ci rimane!>>
Davanti a loro non rimanevano che una manciata dei soldati che li aveva attaccati solamente un momento prima.
<< D'accordo, diminuiamo un po' la scala.>> mormorò, guardandosi attorno risoluto. Allungò di nuovo la mano verso il cielo e tutti i soldati che si stavano avvicinando si fermarono ai loro posti, sollevando i loro scudi.
Quando abbassò nuovamente il braccio, Zephyr stringeva in pugno una spada nera come la notte, una larga lama sottile quanto un capello punteggiata di piccole luci.
<< Bu!>> fece poi, rivolto ai soldati, che quindi arretrarono di alcuni passi, stringendo il muro di scudi.
<< Guarda guarda che bel bersaglio...>> commentò, prendendo la mira con le mani, come a voler inquadrare per bene lo sparuto drappello che aveva davanti, solo per poi rivolgersi a Talia, che poco distante da lui stava ancora combattendo contro un altro nemico << Hai bisogno di una manina?>>
<< Non. Tutti. Hanno. Poteri magici. Qui.>> ribatté lei, disarmando con due rapidi scatti delle braccia il malcapitato e centrandolo con una serie di potenti calci che fecero rimbombare la sua corazza di acciaio << Maledetto.>>
Quando l'uomo non diede segno di voler cedere, quindi, Tali si sporse in avanti e, inspirando con forza, gli urlò contro con tutto il fiato che aveva in corpo. Un'onda d'urto lo centrò in pieno, lanciandolo lontano, in mezzo alla boscaglia.
<< Sparite!>> gridò poi, rivolgendosi al resto dei soldati con occhi iniettati di sangue.
I pochi sopravvissuti non esitarono un istante e se la diedero a gambe levate, sparendo rapidamente nella notte senza neppure guardarsi indietro. Persino Zephyr si voltò a fissarla, inarcando un sopracciglio.
<< Beh?>> fece, avvicinandosi con piglio severo.
<< "Beh" cosa?>> domandò lei, di rimando.
<< Li hai fatti scappare.>> le fece notare il ragazzo, indicando il punto in cui i nemici si erano lanciati nel bosco << Ce ne serviva uno da interrogare.>>
<< Sei tu che hai raso al suolo tutto quanto, non dare la colpa a me di questo macello.>> rispose lei, rabbiosa, solo per poi indicare con un dito dietro di sé << E poi ce n'è uno vivo. È solo ferito.>>
Il soldato atterrato, sentendo quelle parole, tirò fuori dalla cintura un lungo coltello.
<< No, no, no!>> la magia di Zephyr non arrivò in tempo: la lama scintillante squarciò la gola dell'uomo, che quindi cadde riverso a terra, in silenzio.
Uno sbuffare infastidito si levò dal ragazzo, che quindi rigirò una volta ancora gli occhi nelle orbite.
<< Ahhh. Va beh, a quello penseremo dopo.>> concluse, guardandosi attorno in cerca di altri soldati ancora vivi, solo per poi voltarsi verso Talia << Tu come stai? La Voce è una bella botta da incassare, di solito.>>
<< Mi hanno fatto vedere delle cose che non erano vere.>> rispose lei, ancora scura in viso, lasciandosi cadere a terra << Dovevo urlare contro qualcosa.>>
A quelle parole, quindi, Zephyr le si inginocchiò davanti, prendendole una mano con delicatezza.
<< Che cos'è che hai visto?>> chiese, stringendole addosso il suo lungo mantello rosso.
<< Io...>> ribatté lei, a corto di parole << Io... ho visto mio padre. Mi diceva di andare con lui, che mia madre mi stava aspettando, ma lui... è morto, tanti anni fa.>>
<< Per un attimo ho pensato che fosse...>> riprese, cominciando a singhiozzare << Pensavo che fosse ancora vivo. Tu eri scomparso e io avevo così freddo, poi è arrivato lui...>>
<< Shhh, va bene. Ho capito.>> rispose lui, passandole una mano sulla testa, come ad una bambina spaventata. La sua voce si era fatta bassa, quasi dolce << Ascolta, non posso dirti che va tutto bene. Tuo padre non è tornato, ma penso che ci sia qualcun altro che ci vuole vedere.>>
Talia alzò lo sguardo sul suo compagno, confusa.
<< Poco fa è arrivata una barchetta, per quello mi ero allontanato.>> spiegò lui, indicando verso una baia poco distante, dove si vedevano appena le luci di alcune torce << C'è scritto che si chiama Sabain. Ti è familiare?>>
I grandi occhi blu della ragazza si sgranarono di colpo quando sentì pronunciare quel nome.
<< È la barca di mio padre!>> rispose, scioccata << L'ho lasciata a Karyden, come ha fatto ad arrivare fin qui?>>
<< Ti ricordi quello che ti ho detto prima?>> domandò a sua volta Zephyr, sorridendo <<Ogni tanto basta chiedere con gentilezza. Tua madre non deve essere distante.>>
<< Prima di sognare mio padre l'ho sentita che mi chiamava.>> ammise ancora Talia << Diceva che ero vicina. Mi stava aspettando?>>
<< Andiamo a chiedere?>> chiese a sua volta, alzandosi in piedi e porgendole una mano.
Talia accettò l'aiuto, ma prima di rimettersi in piedi, le gambe le cedettero di colpo e fu solo grazie al compagno che non ruzzolò una volta ancora.
<< Rigetto magico.>> commentò lui, tirandola in piedi con forza << Mi dispiace, non sapevo che ancora non fossi abituata alle tue armi. Non avrei dovuto coinvolgerti in questo scontro.>>
<< Avresti fatto tutto da solo, eh?>> domandò lei, cercando di fare un sorriso tra un colpo di tosse e l'altro, pulendosi la bocca con una mano << Sì... immagino di sì. Sentinella?>>
<< Uno dei tanti nomi con cui mi conoscono in giro per Oltremare.>> rispose lui, stringendosi nelle spalle << Sinceramente preferisco imperatore celeste. È più nostalgico.>>
<< Ma tu... chi sei?>> si trovò a chiedere ancora la giovane donna, confusa dal suo compagno di viaggio, camminando a piccoli passi verso la piccola baia dov'era ancorata la sua barca << Veramente, intendo. E non dirmi "solo un umano", perché stavolta ti picchio.>>
Per tutta risposta, Zephyr si lasciò andare ad una risata esplosiva, di gusto.
<< Oh sì.>> commentò, divertito << Sei proprio come Tyllia, non ci sono dubbi. I tuoi non potevano scegliere nome migliore.>>
<< La storia te l'ho già raccontata, mi pare.>> aggiunse poi, dopo un istante di silenzio << Io sono il più debole figlio della Terra, benedetto con il potere della Luce per portare a termine le guerre del mondo.>>
<< Sì, mi ricordo...>> ammise lei. Un momento dopo, però, sgranò nuovamente gli occhi, capendo cosa volevano dire quelle parole << Aspetta, è quella storia di prima. Tu sei... il primo Virkayn?>>
<< In carne, ossa>> rispose Zephyr, facendo un inchino teatrale mentre la sua armatura spariva in una serie infinita di tessere sfavillanti << e magia.>>
<< Ma non...>> balbettò Talia, confusa, fermandosi a fissare il ragazzo << Non è possibile. Hai detto che è nato dopo la caduta del Drago di Firyan, ma sono passati...>>
<< Tredicimila centosettantaquattro anni.>> rispose il ragazzo, mentre il suo sorriso diventava più timido << Il mese prossimo. Sono nato quasi duemila anni prima della guerra dei draghi, in uno stato del continente di Vardia chiamato Repubblica di Valkamyr, se proprio lo vuoi sapere.>>
<< Hai tenuto il conto?! Ci credo che non avevamo abbastanza tempo.>> commentò Talia, scrollando la testa << Quanti lo sanno, giusto per curiosità?>>
<< Ho avuto tanto tempo libero, ad un certo punto. E in pratica lo sa tutta Shen-Toar, oltre a te.>> spiegò Zephyr, stringendosi ancora nelle spalle << Non è una cosa che tengo proprio segreta. In effetti l'unico con cui non ne ho mai davvero parlato è stato Fir, ma lui era un caso un po' particolare. C'erano tante altre cose da fare prima di chiacchierare di me.>>
<< E Kay.>> aggiunse la donna, mentre scendevano lentamente il pendio che conduceva alla baia più piccola.
<< Non per colpa mia.>> spiegò lui, alzando ancora lo sguardo al cielo stellato << Era ostile, non ha voluto ascoltarmi. Quindi non sono stato a raccontare, non aveva senso.>>
<< Vorrà dire che gliene parlerò io, quando ci rivedremo.>> sentenziò lei, stringendosi nelle spalle.
<< Oh, ne avrai di cose da raccontare quando li rincontrerai che non so se ti rimarrà il tempo di parlare anche di me.>> rispose il guerriero, porgendole una spalla per aiutarla nella discesa << Aspetta di arrivare al Seggio e capirai.>>
I due ragazzi, quindi, scesero lentamente dalla scogliera, attenti a non scivolare sul pendio semi-congelato. Talia fece perno con la sua lancia, ma Zephyr, che non aveva nessun appoggio, rischiò di scivolare un paio di volte e la giovane donna lo sentì imprecare sottovoce contro la neve, il ghiaccio e tutto quello che era freddo.
<< Tra tutti i dannatissimi posti di Oltremare, sono venuti a scegliere il peggiore, più freddo, fastidioso inferno ghiacciato di questa terra.>> lo sentì borbottare << Sta bene il Sole Sommerso, ma ci sono tanti bei posti al caldo...>>
Per poco non scoppiò a ridere a sua volta.
Ci volle ancora un po' di tempo, prima che i tre potessero raggiungere la barca, ma una volta saliti a bordo, questa prese a muoversi da sola, senza che loro avessero toccato niente. Le vele si tesero di colpo, attirandoli verso il mare aperto, e Talia afferrò il timone per forza dell'abitudine.
<< Lascia andare.>> suggerì il suo accompagnatore, scuotendo il capo << Ci guiderà lei.>>
La ragazza, quindi, andò a sedersi su uno dei bordi della barca, guardando l'acqua nera, piatta come una tavola, correre sotto di loro. Non aveva mai visto un mare così calmo, neppure nei giorni senza vento delle estati di Karyden.
C'era una strana ebbrezza nell'aria e nella sua mente, mentre la barchetta nera si dirigeva rapidamente verso un isolotto poco distante, completamente spoglio. Forse era quello che rimaneva della battaglia di poco prima, forse erano i resti del potere della Voce che aveva usato contro quel soldato oppure era l'idea di poter incontrare finalmente sua madre. O magari tutte e tre le cose assieme.
<< Eccola, ora la sento.>> commentò Zephyr, euforico, alzandosi in piedi e sporgendosi dalla prua della barca << Però è così debole...>>
<< Sta bene?>> chiese immediatamente Talia, raggiungendolo a grandi passi.
<< Penso che lo scopriremo presto.>> rispose lui, indicando il punto in cui si stavano dirigendo. Una piccola grotta si apriva in un fianco dell'isolotto, invisibile dalle coste della baia.
Sabain venne guidata all'interno, sempre più lentamente, e le torce che la illuminavano presero a splendere contro mura di pietra perfettamente levigate. C'era una lieve brezza profumata che soffiava all'interno della caverna, suonando una lieve melodia tra le colonne di sale che accolsero i due viaggiatori, che diventò più forte ad ogni passo percorso all'interno dello stretto canale cristallino.
Ad un certo punto, la barchetta si fermò davanti ad una rampa di scale, quindi i due scesero, senza aspettare neppure un momento. C'era ancora domande che dovevano ricevere risposte.
Risposte che arrivarono nel momento in cui i due viaggiatori misero piede in cima alla scalinata, trovandosi in una grande sala di marmo bianco. E lì, seduta su un grezzo trono di pietra, trovarono una donna avvolta da lunghe vesti scintillanti e con lunghi capelli rossi che danzavano in balia del vento.
<< Per tutte le onde del mare.>> esclamò, alzandosi in piedi e avvicinandosi ai due viaggiatori, i sottili occhi blu mare piantati in quelli di Talia << Sei arrivata.>>
<< Tali.>> mormorò, allungando una mano verso di lei, sfiorandole il viso mentre con l'altra si copriva la bocca.
La pelle della donna era caldissima contro Talia, sembrava quasi avesse la febbre, ma era un tepore delicato, dolce, come il tono della sua voce.
<< Madre...>> rispose lei, con voce rotta << Sei tu? Sei Sabain?>>
Un sorriso radioso comparve sulle labbra della donna e i suoi occhi si inumidirono di colpo.
<< Sì.>> ammise, annuendo lentamente << Sono io.>>
<< Piccola mia.>> concluse, stringendo Talia in un forte abbraccio, mentre lacrime calde le solcavano il viso << Mi sei mancata così tanto.>>
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