Drago contro drago
<< Ora capisci?>> domandò quindi Talia, stringendosi le mani sul volto come a volersi nascondere dal resto del mondo << Capisci perché mi sento così... così vuota?>>
<< Beh, sì. Mi dispiace aver parlato di una situazione tanto delicata.>> rispose Ellie, attorcigliano un ciuffo che gli pendeva davanti al viso << Però devo ammettere che sei stata davvero coraggiosa. Prendere l'iniziativa... non pensavo di sentir dire qualcosa del genere, non da te almeno.>>
<< Lo so. Ma neppure quello è servito a qualcosa, alla fine.>> commentò debolmente Talia, chinando il capo verso terra, tra le gambe che teneva strette a sé.
<< Tali...>> fece l'amica, stringendola a sé per rassicurarla e farla sentire meno sola. Proprio mentre stava per riprende a parlare, tuttavia, le due videro apparire Kaydan davanti a loro, materializzandosi in un lampo di luce. Un istante dopo, poi, un urlo agghiacciante, carico di un dolore straziante, squarciò il silenzio del golfo.
<< Firyan!>> esclamò la giovane donna, scattando in piedi, trovandosi davanti l'altro cacciatore che le porgeva una mano.
<< Sì.>> le rispose, confermando le sue paure << Talia, abbiamo bisogno del tuo aiuto.>>
<< Il... il mio aiuto?>> domandò la ragazza, sorpresa e spaventata da quello che stava accadendo attorno a lei.
<< Firyan è stato coinvolto in uno scontro con... in uno scontro.>> tagliò corto il cacciatore, senza dilungarsi in particolari inutili << Deneb è convinta che tu possa farlo tornare normale, prima che perda completamente il controllo.>>
<< Ma... io cosa posso fare?>> domandò ancora la giovane donna, sotto gli occhi attoniti di Ellie, che ancora non aveva avuto il coraggio di riaprire bocca.
<< Chiamalo.>> rispose semplicemente Kaydan, poggiandole la mano sulla spalla sinistra << Chiamalo con tutta la tua forza. Con tutto il tuo cuore. Solo così lui potrà liberarsi dell'influenza malvagia di quel mostro.>>
Talia esitò per qualche momento, senza sapere cosa dire.
<< Ma... come potrebbe essere d'aiuto?>> chiese.
<< Dopo quello che hai fatto ieri, credi ancora che la tua voce non abbia potere?>> rispose vagamente il cacciatore << E poi... Firyan è Firyan. Lui ti sentirà, se le tue parole saranno accorate.>>
Sentito ciò, la ragazza prese la mano di Kaydan e fece un grande sospiro, inspirando profondamente e gonfiando il petto.
Fi...
Nella foresta, intanto, il combattimento tra i due cacciatori di mostri era entrato in una fase di stallo: Firyan e Deneb, infatti, si tenevano stretti per le mani ed entrambi cercavano di sopraffare l'avversario con la forza, mentre i loro stivali sprofondavano sempre più nella morbida terra sotto i loro piedi e gli alberi rimasti ancora eretti rischiavano di essere schiantati dalla semplice forza degli impatti dei colpi dei due giovani.
La spada della cacciatrice di mostri volteggiava nell'aria, schiantandosi contro le braccia corazzate dell'elfo, che non faceva praticamente nulla per evitare questi fendenti, limitandosi ad incassarli come se nulla fosse. Apparentemente, la lama non poteva oltrepassare la protezione dalle scaglie opache che erano apparse sulle sue braccia e, anzi, ogni volta che esse si scontravano piccole scintille incandescenti volavano ovunque, rischiando di colpire in viso persino colei che stava impugnando l'arma.
<< Firyan!>> esclamò la donna, durante uno di questi scontri, cercando di rimanere più vicina possibile al compagno << Fermati, prima che prenda completamente il sopravvento! Non lasciare che vinca così facilmente, combattilo!>>
<< Non... non ci riesco.>> rispose lui, digrignando i denti << Non riesco a respingerlo. Deneb, fai portare via tutti... cercherò di trattenerlo il più possibile qui, nella foresta.>>
<< Sarò io a trattenerti qui.>> rispose la donna, accennando un lieve sorriso, colpendo il ragazzo con il piatto dell'arma, sbattendolo a terra con forza devastante << Kaydan si occuperà del resto.>>
<< Kay...?>> chiese il ragazzo, trattenendo l'arma della giovane con mani tremanti e cercando in ogni modo di non soccombere ancora una volta alla volontà del Drago << No... devi... vai via anche tu. Non puoi...>>
<< Non posso lasciarti qui da solo. Per te, ma soprattutto per gli abitanti di Karyden: se non ci sarà nessuno a combattere, quando il mostro si risveglierà, nessuno di loro sopravvivrà. Lo sappiamo bene entrambi.>> rispose lei, liberandosi dalla stretta dell'elfo e colpendolo in pieno petto, scagliandolo nuovamente lontano.
Non ci volle molto, prima che si rialzasse una volta ancora, ma quella volta il fuoco che ardeva dentro i suoi occhi era completamente diverso: era rivolto verso di lei, mentre la rabbia che pervadeva il ragazzo si faceva più intensa.
<< Mhh... stai diventando più brava, cacciatrice.>> commentò, con voce molto più profonda e graffiante, con un accento viscido, che diede i brividi alla combattente << E anche alla svelta. Avevi ragione, quando gli hai detto di non darti suggerimenti durante un combattimento.>>
<< Questa è l'essenza di un cacciatore di mostri. Imparare dai propri errori il più velocemente possibile e ripararli prima che sia troppo tardi.>> rispose ancora la ragazza, tornando in una posizione di guardia più stretta rispetto ad un momento prima, arretrando di appena un passo. Non voleva ammetterlo, neppure con sé stessa, ma i brividi che le percorrevano la schiena ogni volta che una parola era uscita dalla bocca di quello che fino ad un attimo prima era stato il dolce e gentile elfo Firyan, indicavano quanto effettivamente avesse paura di quello mostro che si stava facendo più forte di momento in momento all'interno del corpo del cacciatore << Tu più di tutti dovresti ricordarlo molto bene, Re Drago.>>
<< È bello sapere che in questo mondo ancora esistano persone che conoscono il mio nome.>> commentò quindi lui, parandosi istantaneamente davanti alla cacciatrice << Ma non sarà questo a salvarti dalla mia ira.>>
Un pugno dalla potenza davvero spaventosa la centrò al ventre, svuotandole i polmoni di tutta l'aria e scagliandola lontano, verso la penisola. Tyrfenias, ormai libero di agire a suo piacimento tramite il corpo di Firyan, si lanciò rapidamente al suo inseguimento, fluttuando appena sopra il sottobosco e atterrando delicatamente in uno spiazzo privo di vegetazione, al limitare del bosco.
<< Non pensare di poterti nascondere, donna.>> esclamò, voltandosi di scatto e afferrando al volo Deneb per un braccio << Riesco a sentire il tuo respiro e i tuoi passi.>>
<< Vediamo allora come reagirai a questo!>> rispose lei, scivolando dalla presa del mostro e colpendolo con i palmi alle lunghe orecchie, talmente forte da farlo piegare in due per il dolore. Un calcio lo centrò al mento, quando la comandante di Ziltrian indietreggiò, facendolo barcollare.
Quando sembrò che l'attacco fosse terminato, tuttavia, la donna si fece appena indietro di qualche braccio ancora, inspirando con tutta la sua forza e gonfiando il petto: quando fece scattare il capo in avanti, un mare di fiamme scintillanti avvolse tutta la parte superiore del corpo dell'elfo che, ancora frastornato dai colpi subiti, non poté fare altro che barcollare qua e là. Le fiamme, tuttavia, non sembrarono impensierirlo più di tanto: non si curò minimamente di essere stato avvolto da un attacco che avrebbe ucciso qualsiasi umano normale, riducendolo in cenere e carbone. Le uniche cose che bruciarono in lui, tuttavia, furono la sua camicia e parte del lungo mantello, lasciando completamente scoperto il suo torso muscoloso e tappezzato di grandi ferite.
<< Quello lo chiami un soffio?>> chiese lui, schernendola e guardandola con occhi che si facevano sempre più scintillanti, pieni di un potere magico davvero inarrestabile << Guarda e impara, piccola mezzosangue.>>
L'intero corpo del giovane elfo sembrò venire ricoperto di crepe e spaccature scintillanti, che brillarono come il Sole quando lui inspirò, preparandosi a scagliare il suo attacco. Deneb fece appena in tempo a lanciarsi di lato, evitando per un puro colpo di fortuna l'onda di energia azzurra che investì il punto in cui lei si era trovata fino ad un attimo prima, scavando una profonda trincea rosseggiante, all'interno della quale tutto era stato reso vapore e finissima cenere, roccia compresa.
<< Sei stata fortunata, giovane cacciatrice. Ma non potrai fuggire per sempre.>> la apostrofò il mostro, vedendola sparire nuovamente all'interno del bosco << Capisco... giochiamo un po', allora.>>
Firyan si trovò a correre a testa bassa in mezzo alla foresta, intento a seguire le tracce della cacciatrice come un segugio, spinto dalla rabbia del mostro che lo controllava in quel momento. Riusciva a sentire il furore che gli bruciava dentro, come se avesse voluto ridurre in cenere ogni essere vivente sulla faccia della Terra. Lo aveva sempre sentito, aveva sempre avvertito la rabbia che permeava l'intero spirito di quel mostro distruttore, ma mai così potente, tanto intensa da pensare che lo avrebbe schiacciato da un momento all'altro.
Avrebbe voluto ribellarsi, avrebbe voluto riprendere il controllo, ma non ne aveva la forza. L'animo del drago stava diventando troppo potente, il controllo su di lui assoluto.
Ad un certo punto, Tyrfenias si fermò: aveva perso completamente le tracce di Deneb, che sembrava essere scomparsa in mezzo al fitto della foresta, come un fantasma.
<< Molto brava, piccola Deneb. Non c'è che dire, sei riuscita a scappare.>> commentò il mostro, con tono decisamente sarcastico << Ma sai bene anche tu cosa succederà, se rimarrai nascosta. La città non se la passerà tanto bene.>>
<< Coraggio, non farmi annoiare...>> commentò poi, annodando una parte ciocca di capelli corvini che gli pendeva davanti al viso << Torniamo a giocare, era così divertente. Dopo tutto il tempo trascorso nell'oscurità...>>
Prima ancora che concludesse la frase, tuttavia, una fitta di dolore improvvisa lo colse tra il collo e le spalle, facendolo sussultare.
<< Allora giochiamo, dai!>> ruggì la cacciatrice, affondando ancora di più le corte zanne, affilate come rasoi, nei muscoli del ragazzo, solo per poi colpirlo con tutta la sua forza con il piatto della spada, scagliandolo a molti passi di distanza.
<< Ti stai vendicando per la batosta che ha preso ieri, non è vero?>> chiese il drago, passandosi un pollice sulle labbra per pulire la goccia di sangue che stava per colare da esse << Ma il divertimento finisce qui.>>
Ci fu come una scarica di tuoni attorno alla giovane cacciatrice che, in un istante solamente, si trovò investita da una raffica di colpi talmente veloci e potenti da non darle neppure il tempo di difendersi. Tagli e squarci si susseguirono con una rapidità impressionante, mentre colpi che avrebbero abbattuto un muro di pietra la squassavano fino alle ossa, minacciando di spezzarle come ramoscelli.
Facendo appello a tutte le sue forze, tuttavia, nonostante quella raffica di colpi, Deneb riuscì a piantare la sua spada al suolo: la terra sotto i loro piedi esplose con forza, scagliando entrambi i cacciatori in aria, distanti l'uno dall'altra.
<< Non... non ti permetterò di sfogarti su queste terre per un semplice scontro, dannato mostro.>> esclamò Deneb, con il poco fiato che le rimaneva in corpo: in condizioni normali, nella sua forma potenziata sarebbe riuscita molto probabilmente a tenere testa allo Slayer. Sotto l'influenza del mostro che lo stava controllando, tuttavia, stava diventando davvero troppo potente. Sentiva i suoi colpi riverberare all'interno delle ossa, scuotendo tutto il suo corpo come se fosse cavo e pronto a rompersi da un momento all'altro. Si sentiva come un guscio d'uovo in mezzo ad una tempesta, ecco.
<< Sciocca.>> rispose lui, mentre un grande ghigno deturpava il suo viso << Tu non potrai mai fermarmi. Sei solamente metà di quello che servireb...>>
<< Tyr... fenias...>> ringhiò tra i denti il corpo del ragazzo un momento dopo, interrompendo il discorso del mostro, mentre la sua intera forma veniva scossa da tremiti violenti << Non... farai del male... ai miei amici.>>
Deneb approfittò del momento per arretrare rapidamente e riprendere fiato, osservando stupita mentre l'intero corpo del giovane sembrava in conflitto con sé stesso. Oltre al combattimento che aveva sostenuto con lei, sembrava essercene uno interno, tra il mostro e il cacciatore. Quel colpo che aveva subito doveva essere stato abbastanza forte da destabilizzare il potere del mostro sul corpo del suo compagno, che ora stava lottando con tutte le sue forze per fermarlo.
<< Silenzio, elfo!>> ruggì il mostro, mentre le mani di Firyan stringevano la testa in una morsa di ferro e questa si scuoteva da una parte e dall'altra, come se stesse cercando di scacciare un insetto fastidioso << Il mio tempo è finalmente giunto. Non me ne starò più in attesa, non mi farò più controllare da un cucciolo che non sa neppure cosa fare della propria vita.>>
Con quelle parole, quindi, Tyrfenias riprese completamente il controllo del corpo dell'elfo e si scagliò con tutta la sua potenza smisurata contro Deneb, che fece appena in tempo a difendersi prima di venire spazzata via.
<< Comincerò con lei, poi i tuoi amici.>> continuò, rivolto ovviamente alla coscienza dell'elfo che condivideva con lui il corpo << Brucerò Karyden e infine, per ultima, ucciderò quella Talia che ti sta tanto a cuore.>>
Gli artigli arrivarono ad un soffio dal viso della cacciatrice poi, in un moto completamente innaturale, come se fossero stati spinti da una forza esterna, si conficcarono nell'albero dietro di lei, squarciando in profondità la dura corteccia marrone.
<< Non osare...>> rispose nuovamente la debole voce di Firyan, mentre i suoi occhi si infiammavano sempre più di rabbia << torcere... un solo capello a Talia. Non te lo permetterò mai.>>
<< Non sei in condizione di avanzare pretese, piccolo orecchie a punta.>> gli rinfacciò ancora il mostro, parando con una mano un calcio di Deneb e scagliandola in lontananza, mandandola a perdersi nella boscaglia << Sono Io a comandare, adesso.>>
Sotto gli occhi attoniti del cacciatore, quindi, le sue mani si accesero come di fiamme e fulmini carichi di una potente luce blu, allungandosi verso la città in maniera decisamente minacciosa.
<< Anzi, penso proprio che li incenerirò tutti quanti.>> commentò poi Tyrfenias, sogghignando mentre pregustava la scena << Penso che sarebbe molto meglio come ritorno alla vita.>>
Proprio in quel momento, tuttavia, dalla penisola provenne come un rombo di tuono.
<< Firyan!>> si sentì gridare, mentre la voce di Talia rimbombava per l'intera baia della città scuotendo aria, acqua e terra con la forza di un uragano. Il giovane elfo venne investito da quel vento, che lo mandò lungo disteso per terra, ma lo pervase anche di una forza incredibile. Si sentì riemergere dall'abisso di tenebre in cui l'antico drago l'aveva fatto sprofondare in quell'ultimo confronto di anime, poco prima che cercasse di usare il suo Soffio. Sentì la sua coscienza rimontare all'interno del suo corpo, avvolgere lo spirito di Tyrfenias che era sigillato dentro di lui, stritolarlo con una potenza che non aveva mai percepito prima, schiacciarlo nella sua prigione di oscurità.
"Non è finita qui, moccioso." sibilò alla fine Tyrfenias, mentre veniva riassorbito dentro lo spirito del ragazzo "Non finirà mai, ricordalo sempre. Prima o poi sarò io a vincere, non ci sarà sempre quella ragazzina a salvarti."
<< Per quel giorno... allora sarò pronto.>> rispose lui, rialzandosi a fatica.
Lentamente, con una fatica davvero immane, Firyan riuscì a prendere nuovamente il controllo sul suo corpo. Appena in tempo: nonostante lo spirito del Drago fosse stato riassorbito all'interno del suo corpo, lui ancora ardeva dell'energia magica che esso aveva evocato nella sua folle intenzione di attaccare Karyden. Sentì le sue mani, ormai tornate alla loro forma normale, ardere come se fossero state veramente date alle fiamme, sentì la sua pelle in procinto di prendere fuoco e ogni singolo nervo del suo corpo ululare e sferzare la sua mente di un dolore indicibile, mentre le fiamme magiche del Soffio di Tifone ancora ardevano davanti a lui e assorbivano la sua forza vitale, ogni momento sempre più: senza il potere magico del Drago a sostenerle, esse si stavano alimentando della sorgente di energia più ovvia possibile. Ossia lui, la sua forza vitale stava contribuendo a tenere attivo quel potere sovrumano.
Non aveva molto tempo, doveva riuscire ad estinguerle il prima possibile, altrimenti la situazione sarebbe nuovamente precipitata. Si lasciò cadere a terra, serrando gli occhi e intrecciando le mani, iniziando a meditare: aveva bisogno di concentrazione e di pace, in un momento come quello.
Sulla spiaggia, intanto, il silenzio ormai era calato più profondo che mai. Talia era praticamente paralizzata, scioccata da quello che lei stessa aveva fatto solamente pochi istanti prima, mentre Eleonore la guardava come se fosse venuta da un altro mondo. Nessun'altro in paese sembrava essersi accorto di quanto fosse appena successo, eppure lei aveva sentito chiaramente la sua migliore amica, la Talia che conosceva sin da bambina, gridare con una tale forza da far fermare l'intero mare, scavare in esso una fossa e farla richiudere un momento dopo, non appena il nome del cacciatore aveva smesso di risuonare sulle sue labbra.
<< È tutto finito.>> commentò quindi Kaydan, praticamente beandosi di quel silenzio interrotto solamente dalla vicina risacca << Sei stata bravissima Talia, davvero. Ci hai salvati tutti.>>
Terminato di parlare, quindi, il cacciatore scomparve in un nuovo lampo di luce abbagliante.
Tali si voltò verso di lei e la giovane donna vide che sul suo viso era stampato lo stesso stupore che sentiva animare la sua espressione.
<< Ora sì che dobbiamo parlare.>> commentò, lasciandosi ricadere nella sabbia tiepida.
Sulla collina, intanto, Deneb si era ripresa dallo scontro sostenuto e, seppur zoppicando, si era accostata a Firyan, che invece era sdraiato a terra, lo sguardo perso verso il cielo.
<< Mi dispiace.>> fu la prima cosa che disse, sdraiandosi a sua volta e raccogliendo i suoi lunghi capelli blu su una spalla, evitando così che si sporcassero. Era tornata alla sua forma normale, notò Firyan, osservandola con la coda dell'occhio << Non sono riuscita a fermarlo da sola.>>
<< Hai fatto quello che potevi, non era possibile chiedere di più.>> rispose lui, scrollando lievemente il capo << Neppure ad una figlia dei draghi come te.>>
<< Quindi tu sai...>> commentò lei, sorpresa.
<< Non pensavo esisteste davvero, come gli abitanti di qui non pensavano che noi elfi fossimo reali.>> spiegò ancora il cacciatore, cercando di sollevare un braccio verso il cielo, ma senza riuscirci << Però, dopo aver avuto a che fare con loro, tanto tempo fa, ho capito che non potevano essere solamente dicerie. E il fatto che tu fossi così forte avrebbe dovuto farmelo capire molto prima...>>
<< Certo che è strano...>> commentò in uno sbuffo, sorridendo, divertito dalle sue stesse parole << Un elfo in cui esiste un mostro reincarnato, una mezza dragonessa, un figlio benedetto della Luce e un Eco del Mare, tutti nella stessa città.>>
<< Dovremmo andarcene, prima di distruggerla...>> concluse infine, chiudendo gli occhi.
Deneb avrebbe voluto fare domande a riguardo ma, prima ancora di poter aprire bocca, davanti a loro giunse Kay, nel suo solito sfolgorare abbagliante, con un grande sorriso splendente stampato sul viso.
<< Bisogno di una mano?>> chiese, aiutando prima la donna a rimettersi in piedi e poi, senza neppure aspettare risposta, caricandosi Firyan in spalla come un sacco di patate.
<< Grazie, fratello...>> sussurrò Firyan, praticamente perso in un sonno vigile, troppo stanco per riuscire a tenere gli occhi aperti.
<< Di niente, fratello.>> rispose l'altro, sistemandolo in modo che non cadesse e reggendolo con l'unico braccio che gli rimaneva << Coraggio, andiamo ora.>>
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