Apri il tuo cuore
<< Potete condurmi in mare?>> domandò Firyan, un po' sorpreso dalle parole della giovane.
<< Hey, non sottovalutatemi in questo modo!>> ribatté lei, imbronciata, incrociando le braccia sul petto, attenta a non ferirsi per sbaglio con la sua arma << Mio padre era il miglior navigatore nella storia di questo dannato paese!>>
<< Non pensavo che avesse avuto modo di insegnarti qualcosa.>> fece ancora l'elfo, colpito << Pensavo che foste ancora molto piccola quando...>>
<< È così infatti, ma alcune cose... forse è più semplice se ve lo faccio vedere.>> aggiunse la ragazza, voltandosi e facendogli cenno di seguirla << Andiamo, seguitemi. Immagino che non ci sia molto tempo.>>
In silenzio, il giovane osservò l'alta figura della ragazza mentre lei lo conduceva in un luogo imprecisato sulla stessa spiaggia nella quale si trovavano in quel momento: era molto alta e snella, molto diversa da quelle che aveva avuto modo di incontrare nei suoi viaggi, per la maggior parte delle volte almeno. Si muoveva a grandi passi e più che una giovane donna, in effetti, sembrava un soldato in marcia insieme con il resto del suo esercito, tanto che per un momento si domandò se non l'avessero allevata in un'accademia militare piuttosto che in una casa. Portava vestiti, come sempre, prettamente maschili, lunghi pantaloni di panno scuro e una spessa camicia di seta sopra alti stivali di pelle marroni, altra cosa che la differenziava non poco dalle altre donne che Firyan aveva conosciuto nella sua vita.
Ci volle qualche tempo prima che il cacciatore e Talia giungessero nel luogo ricercato dalla ragazza. In quei momenti la ragazza non disse una parola, non diede la più piccola spiegazione di dove si stessero recando ma, nonostante tutto il cacciatore notò che si era fatta sempre più piccola, come se stesse cercando di nascondersi da qualcosa... o di scappare da qualcosa. I dubbi dell'elfo si fecero più concreti quando, finalmente, arrivarono davanti ad un grande capanno di legno scuro, seminascosto dalla penisola.
<< Eccoci... Siamo arrivati.>> disse la giovane donna con voce rotta, poggiando una mano ad una porta del fabbricato, esitando per un momento ad entrare.
<< Va tutto bene?>> domandò il cacciatore, un po' preoccupato: dopo come aveva visto comportarsi la giovane donna fino a quel momento, quell'atteggiamento gli sembrava decisamente strano. Era indubbio che non fosse in sé, però nulla suggeriva a Firyan il vero motivo di quel suo stato.
<< Sì...>> rispose lei, sfregandosi un momento gli occhi con una mano, solo per poi voltarsi verso il suo compagno << Sì, sto bene. È tutto apposto, ho solo... ho solo bisogno di un momento.>>
Non andava tutto bene, ormai era più che ovvio. Non serviva di certo un mago per capire che, nonostante tutto, nonostante stesse cercando di nasconderlo in ogni modo, Talia fosse veramente triste per qualcosa che, tuttavia, ancora il cacciatore non poteva comprendere.
<< Vorrei...>> rivelò, facendosi appena indietro per affiancare il cacciatore << Vorrei che lo abbatteste, per favore.>>
<< Come, prego?>> chiese ancora Firyan, incuriosito e preoccupato dalla richiesta << Ma... ne siete sicura?>>
<< Ti prego, è già difficile per me...>> rispose lei, scuotendo il capo e voltandosi verso di lui. In quel momento, sempre più sorpreso, l'elfo notò che la ragazza aveva gli occhi lucidi e arrossati e, di certo, non era dovuto al mare e al vento che soffiava loro attorno << So che puoi farlo, papà... Karda non ha fatto altro che parlare di come hai abbattuto quella bestia con un solo colpo, quindi sono più che certa che tu possa farlo. Dobbiamo liberarla da questa sua prigione...>>
Il giovane elfo non comprese appieno cosa la ragazza volesse dire con quelle ultime parole ma, convinto dal suo discorso e dalla sua volontà di agire, si affrettò a fare quello che gli era stato richiesto. Poggiando una mano ad una delle spesse pareti di legno della costruzione, il ragazzo, con un moto praticamente impercettibile, diede una spinta tanto poderosa che tutto il fabbricato crollò di schianto al suolo, rovinando in un'enorme nuvola di polvere che avvolse sia lui che la compagna.
Talia diede qualche colpo di tosse per liberarsi la gola, ma quando riuscì nuovamente a sollevare il capo, non poté trattenere una lacrima di commozione. Aveva giurato di portarla alla luce solamente in un momento di estrema necessità, questo era quello che le aveva chiesto suo padre quando gliel'aveva lasciata, un'infinità di anni prima.
<< Eccomi.>> disse, avanzando in mezzo alle macerie e passando una mano su quello che aveva davanti. Firyan, nel frattempo, aveva compreso che quello fosse un argomento particolarmente importante per la sua giovane compagna di caccia, quindi aveva atteso in silenzio all'esterno delle macerie, osservando la scena in silenzio: davanti a lui, Talia stava passando una mano sulla chiglia di una piccola imbarcazione di lucido legno nero, un po' impolverata ma tutto sommato in ottimo stato.
<< Quando vorresti partire?>> chiese ancora la ragazza dopo qualche tempo, quando ebbe finito di contemplare l'imbarcazione.
<< Appena sei pronta.>> concesse lui, facendosi largo tra i tronchi di legno ridotti in schegge << Immagino che questa barca non veda il mare da molto tempo. Però prima dovresti seriamente parlare con i tuoi genitori di questa cosa.>>
<< Loro...>> fece Talia, serrando una mano attorno al legno e gettando la sua lancia sull'imbarcazione << Loro non sono i miei veri genitori, lo sai bene anche tu. Karda ti ha raccontato la mia storia.>>
<< Nondimeno, ti hanno cresciuta come una figlia. La caccia in cui ci stiamo per imbarcare non è semplice, dovresti almeno fargli sapere in cosa stai per lanciarti.>> ribatté ancora l'elfo, scuotendo il capo << Sai, normalmente c'è una possibilità su cinquecento di riuscire a tornare da un'impresa del genere. E questo per persone come me, abituate a fare questo tipo di cacce.>>
<< Tu però lo fai senza problemi!>> gli rinfacciò la ragazza, ora nascosta dall'imbarcazione.
<< Io posso permettermi di farlo.>> commentò lui, facendo una smorfia triste che lei non poté cogliere << E a proposito, lascia pure perdere quella lancia. Non ti servirà.>>
<< Per quale ragione?>>
<< Le armi in ferro e acciaio non possono attraversare la pelle dei lindorm.>> le spiegò ancora Firyan, avvicinandosi alla barca e passando una mano sulla sua chiglia, imitando la ragazza << È troppo spessa e troppo resistente.>>
<< Ma... la tua spada...>> fece ancora lei, colta alla sprovvista da quelle parole.
<< La mia spada è molto speciale. Può fare molte cose che le armi comuni non possono.>>
<< Vuoi dire che se fossi scesa in mare...?>> domandò ancora lei, travolta da quella verità che in realtà neppure voleva sentir pronunciare.
<< Saresti certamente morta.>> fece ancora l'elfo, solo per poi distogliere lo sguardo dal viso di Talia, che ora era sull'orlo di una crisi di nervi.
<< Scusami, non sarei dovuto essere tanto brusco.>> riprese lui, qualche momento dopo, quando la vide chinarsi sul piccolo timone che teneva stretto in mano.
<< No.>> rispose Talia, facendo un sorriso incredibilmente triste << Anzi, dovrei ringraziarti. Mi hai fatto aprire gli occhi: mi hai salvato la vita e mi hai fatto capire quanto io l'abbia sprecata. Sono stata una stupida a pensare di poter fare una cosa tanto grande da sola, anche dopo quello che mi avevano detto tutti.>>
<< Quindici anni della mia vita, buttati via così...>> mormorò poi, prendendosi la testa tra le mani, lo sguardo perso nel vuoto.
<< Hey! Hey!>> fece ancora l'altro, saltando sulla barca e affiancandola, scuotendola per una spalla << Non darti mai della stupida perché hai fatto quello che credevi giusto! Nonostante quello che ti è stato detto, nonostante l'opinione degli altri. E andiamo, dov'è finita tutta la grinta che avevi prima?! Mi hai osteggiato fin quando hai voluto perché avevo ucciso il mostro che aveva preso tuo padre e ora che puoi portare nuovamente la tua vendetta ti spegni così? Non mi sembra proprio il caso.>>
Talia lo guardò per un momento a quelle parole, sorpresa e stupefatta come mai prima di allora.
<< Ma tu...>> fece, asciugandosi rapidamente gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime di rimorso e di rabbia: rabbia per tutto quello che aveva fatto, contro sé stessa per essersi lanciata in una tanto folle avventura, lacrime contro il mondo, che maledisse per averla fatta nascere tanto debole, rabbia contro quei mostri che erano arrivati a rovinare la sua vita << Tu chi sei veramente?>>
<< Pensavo che tuo padre te lo avesse detto.>> rispose ancora il ragazzo, chinandosi di fronte a lei e facendosi scivolare il cappuccio dietro le spalle, rivelando una volta ancora la mascherina argentata e i lunghi capelli scuri e multicolori << Il mio nome è Firyan, vengo dal regno di Acrates, a molte leghe a sud di qui. Sono un cacciatore di mostri e sono qui, in questo esatto momento, per intraprendere questa missione con te, Talia di Karyden.>>
<< Pensavo che non ti interessasse di noi.>> fece lei, evitando di guardare quei grandi occhi verde smeraldo, che ora luccicavano solamente ad un palmo di distanza dal suo viso.
<< Non ho mai detto che non mi interessa di voi.>> dissentì lui, scuotendo il capo << E di certo non posso lasciar perdere qualcuno nella tua situazione, non dopo che ti sei offerta di aiutarmi, soprattutto dal momento che conoscevi bene il rischio che avresti corso nel farlo.>>
<< Forza ora, andiamo a parlare con i tuoi genitori. Poi prepareremo tutto quello che ci servirà per poter rimanere in mare.>> fece ancora il giovane, portandosi le mani sui fianchi.
<< Ma... ma veramente io...>>
<< Niente ma. Ho capito subito che tipo di persona sei e sono più che certo che non glielo diresti mai, se non ci fosse qualcuno a costringerti.>>
La ragazza avrebbe voluto ribattere, ma le parole del giovane non le lasciarono scampo o forza per rispondere.
<< Li ami più di te stessa, non è vero? Loro ti hanno accolto quando pensavi di aver perso tutto, ti hanno presa nella loro famiglia nel momento peggiore della tua vita, crescendoti come se fossi veramente figlia loro.>> commentò ancora Firyan, mentre la sua espressione diventava incredibilmente triste << Per questo non vorresti dirgli la verità, per evitare che abbiano paura per te.>>
Una fitta colse il cuore di Talia a quelle parole: quel ragazzo aveva fatto centro, perfettamente centro. Il solo pensiero di dover dire alla famiglia quello che voleva fare, seppur in compagnia di qualcuno tanto singolare e capace come quel giovane, non faceva altro che pesargli sul petto come un macigno.
Ci volle solamente qualche attimo perché la ragazza si riscuotesse da quello stato, rialzando gli occhi dal ponte della barca e, con sua grande sorpresa, vide che quello strano ragazzo davanti a lei le porgeva una mano, come per aiutarla a rialzarsi.
<< Coraggio, vieni con me.>> le disse, ripetendo quello che lei gli aveva detto solamente poco tempo prima << C'è un arduo compito che ci attende, prima di ogni altra cosa.>>
E fu veramente un compito molto arduo quello che la giovane donna si trovò a dover compiere, quando lei e Firyan tornarono alla locanda. Il giovane la accompagnò lentamente, in silenzio, fino alle stanze private sue e dei suoi genitori, la loro casa nel retro della bottega, poi, quando vide il resto della famiglia riunita tutta in quel luogo, le diede un buffetto di incitamento su una spalla, come per incoraggiarla a dire tutta la verità. Ci volle qualche istante prima che Talia riuscisse a trovare le parole adatte per spiegare quello che stava succedendo alla famiglia che, nel frattempo, si era riunita nella cucina per la colazione e, mentre cercava di spiegare quello che aveva intenzione di fare insieme con il cacciatore, dovette anche assistere al cambiamento di espressione dei suoi fratelli e dei suoi genitori, che ora la guardavano con occhi pieni di panico e di orrore.
<< Nessuno scenderà in mare, non in un momento come quello, quando sarà infestato dai mostri.>> fece ancora la ragazza, stringendosi le mani sul cuore come a volersi difendere dal dolore che sentiva di dare alla sua famiglia e che avvertiva sempre più nei loro sguardi.
<< Ma perché?>> domandò la madre, alzandosi e prendendola per le spalle con gli occhi lucidi << Perché proprio tu? Non sei uscita in mare più di un paio di volte, perché hai deciso di fare così?>>
I tre fratelli più piccoli la attorniarono un momento dopo, tirandola per le mani e per le maniche della lunga camicia.
<< Tali!>> fece Fleur, la figlia più grande, guardandola con occhi pieni di preoccupazione, proprio come quelli della madre, dopo quello che aveva sentito dire dai genitori << Puoi spiegare anche a noi? Io non ho capito.>>
<< Vuoi andare via?>> domandò Lynn, la più piccola dei tre, triste << Non ci vuoi più bene?>>
Poco mancò che la ragazza si mettesse a piangere di nuovo, sentendo quelle parole. Prima ancora che potesse rispondere alle due sorelline, tuttavia, il giovane che l'aveva accompagnata fin lì si avvicinò, chinandosi davanti a loro e passando una mano tra i capelli della più piccola, sorridendo dolcemente.
<< No, la sorellona vi vuole tanto bene.>> le disse, sedendosi per terra al fianco di Talia << C'è una cosa tanto cattiva nel mare e lei vuole fermarla, prima che possa fare del male anche a voi. Per questo vuole partire, perché tutti gli altri hanno paura di farlo.>>
<< È coraggiosa?>> domandò ancora Lynn, guardando prima la sorella adottiva e poi il ragazzo, spostando spesso la sua attenzione tra i due.
<< Sì, è tanto coraggiosa.>> rispose lui, alzandosi poi in piedi e rivolgendosi ai genitori della compagna << Per questo dovreste proprio lasciarla andare.>>
Lisa e Karda si voltarono verso di lei, guardandola direttamente negli occhi, scuri in viso.
<< Sei sempre stata molto testarda, proprio come Will alla tua età. So che non ce lo perdoneresti mai, se non ti lasciassimo andare.>> disse poi l'uomo, avvicinandosi a lei e, imitando la moglie, le posò le mani sulle spalle << Vai pure, se senti che questo è quello che veramente vuoi ma ti prego, promettimi solamente che tornerai a casa da noi e che non farai nulla di stupido>>
<< Sì, certamente. Ve lo prometto, non farò nulla di sciocco.>> rispose lei, annuendo profondamente.
<< Sei veramente sicura, Tali?>> domandò la madre, ancora preoccupata per la figlia << Quei mostri... sai bene anche tu di cosa sono capaci. Sei sicura di poter scendere in mare? Quella barca... lo sai che solamente tuo padre poteva usarla, te lo abbiamo raccontato tante volte.>>
<< Sì, lo so.>> rispose lei, facendo un lieve sorriso carico di tristezza. Quello, più che una spiegazione, somigliava sempre più ad un addio e la cosa non le piaceva neanche un po', quindi cercò di fare un grande sorriso per i genitori, sperando che pensassero che non fosse spaventata come in realtà si sentiva << È esattamente per questo che penso di poterla utilizzare... Mamma, papà, devo farlo. Mi capite vero? Capite che, se non scenderemo in mare, saremo tutti in pericolo comunque? Lo sto facendo...>>
<< Sì Tali, lo abbiamo capito.>> la interruppe Karda, annuendo mestamente, voltandosi poi verso il cacciatore di mostri << Mastro elfo, voglio chiederti una cosa solamente: riporta nostra figlia a casa sana e salva. È tutto quello che ci preme.>>
<< Sarà fatto, signore.>> lo rassicurò lui, facendo un grande sorriso splendente e scostandosi una lunga ciocca di capelli neri e verdi dietro un lungo orecchio a punta con un rapido gesto << Non le verrà torto un singolo capello.>>
<< Mi fido della tua parola.>> affermò l'uomo, annuendo profondamente: aveva visto di cosa fosse capace quel giovane, se gli aveva promesso che a Talia non sarebbe successo nulla, di certo sarebbe stato così.
<< Vi ringrazio. È importante per me.>> disse ancora il cacciatore, poi si voltò e fece per uscire dalla stanza, voltandosi verso la sua nuova compagna di caccia << Talia, dovremmo proprio andare ora. Ci sono molte cose da preparare e molte altre che voglio chiederti.>>
<< Sì, certo. Arrivo subito.>> rispose la ragazza, annuendo e accucciandosi accanto ai fratellini, rivolgendosi loro a voce molto più bassa << Fleur, Rick, Lily, la sorellona torna presto. Voi fate i buoni, va bene? Non fate diventare matti mamma e papà, ci siamo capiti?>>
<< Va bene.>> fecero in coro i piccoli, al che la sorella maggiore li strinse con forza a sé, facendo un altro sorriso carico di tristezza, solo per poi passare ai genitori, stringendo anche loro a sé.
<< Non state in pensiero per me, per favore.>> disse poi, liberandosi dalla loro stretta gentile ed allontanandosi a piccoli passi, indietreggiando verso l'uscita dove ancora Firyan la attendeva << Ora devo andare, Firyan... il cacciatore mi sta aspettando.>>
E prima ancora che i genitori potessero salutarla ancora una volta, la giovane si allontanò a grandi passi.
L'elfo la vide avvicinarsi con gli occhi arrossati, mentre con un lembo delle maniche si asciugava gli occhi, ancora lucidi dopo la conversazione che aveva appena avuto.
<< Te la senti?>> domandò, un po' preoccupato per lei << Sei sicura di riuscire ad andare?>>
<< Dopo... dopo tutti i discorsi che abbiamo fatto>> fece Talia, tirando su con il naso << non partire immediatamente sembrerebbe sciocco, non trovi?>>
<< Ti devo... ti devo ringraziare.>> riprese poi un momento dopo, asciugandosi ancora una volta gli occhi con un lembo della maglia che indossava << Se non ci fossi stato tu, non mi avrebbero mai permesso di uscire in un momento simile. Inoltre... hai detto delle cose molto belle.>>
<< I tuoi fratelli sono davvero bravi. Volevo che sapessero quello che la loro sorella più grande stava facendo, volevo che fossero fieri.>> rispose lui, alzando lo sguardo verso il soffitto, come a voler vedere un cielo in quel momento invisibile << Avrei voluto tanto...>>
<< Cosa?>> domandò un momento dopo Talia, incuriosita dalle parole del giovane. Era già la seconda volta che diceva una cosa del genere, senza mai concludere il discorso.
<< Nulla.>> ribatté lui, scuotendo il capo e allungando il passo come per distanziarla, confermando le idee che la giovane donna si era fatta << Forza, sbrighiamoci. Abbiamo ancora molto da fare.>>
Senza aggiungere altro, la ragazza si sbrigò a seguirlo, allungando il passo a sua volta. Non avrebbe indagato per il momento, ma ora era più che certa che ci fossero moltissime cose che non voleva rivelarle e la cosa un po' la preoccupava.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top