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Lizzy:

Le braccia di Tom non si sono mai staccate dal mio corpo, perfino Kabal ha provato a spostarlo senza cambiare la situazione. In un primo momento è rimasto fermo a guardarmi, ma in pochi minuti si è lanciato su di me stringendomi forte. Gahel mi ha sorriso come se avesse previsto il mio immane ritorno. Anche Ramira ha la stessa espressione, solo l'Alpha Thor mi guarda in un modo strano che non riesco a capire.

- Tom vieni, ti faccio vedere il nuovo cavallo che è nato ieri – lo alletta Gahel, per convincere il bambino a staccarsi da me. La curiosità di Tom lo spinge ad alzare la testa, lasciando le mani attaccate al mio corpo. Mi guarda con quei suoi bellissimi occhi, mentre leggo la sua paura di perdermi, pensa che forse me ne andrò via di nuovo.
- Non andrò più via - gli sussurro vicino all'orecchio. Quando si stacca da me per prendere la mano di Gahel sento il forte respiro di Kabal liberarsi, come se avesse trattenuto il respiro per reprimere la sua gelosia. Mi volto verso di lui che mi regala uno dei suoi sorrisi che nasconde agli altri.

- Mancano solo due giorni. Lizzy oggi ti alleno io - Thor parla con tono duro.
- Non ci pensare nemmeno! L'ultima volta per poco non moriva - risponde Kabal seccato. Guardo di nuovo Thor per capire cosa ha nei miei confronti, ma come il figlio, non lascia trasparire niente dal suo viso.
- Non ho detto che tu non ti allenerai, lo farete insieme, dovete imparare a difendervi a vicenda. -
Usciamo tutti insieme per dirigerci verso la boscaglia dove gli uomini dell'Alpha ci attendono.

Davanti a me otto enormi lupi, grossi quanto Kabal, ringhiano pronti ad attaccare, al segnale del loro Alpha.
Kabal si mette davanti a me per proteggermi, ma il padre lo riprende: - Deve aiutarti, non dipendere da te - aggiunge quasi seccato, per il gesto del figlio.

All'inizio cerco di non farci caso, ma ora il suo tono mi sta dando fastidio. Kabal ringhia contro i lupi per minacciarli di non toccarmi, ma loro non lo prendono in considerazione.
- ATTACCATE LA RAGAZZA! - urla l'Alpha, prima che i lupi inizino la loro corsa verso di me. Kabal non ascolta le parole del padre e si mette davanti a me. Morde uno di loro, mentre altri due gli saltano addosso.
Sono accerchiata da cinque lupi che continuano a mostrarmi i canini per farmi paura; Kabal cerca di allontanarli venendo in mio soccorso, uno di loro passa dietro di me facendomi cadere in avanti.
- Pensi che i Rovdyr avranno pietà per te Lizzy? - urlò il padre mentre io mi rialzo - non aspettare che lui venga in tuo aiuto. Combatti, Lizzy -
Kabal si libera dei tre lupi, riuscendo a saltare davanti a me, e ringhiando ancora più forte. Ma loro fanno fronte comune e attaccano in branco.
Non so cosa ho fatto, ma una grossa bolla appare davanti a noi racchiudendoci e lasciando i lupi fuori. Kabal si gira verso di me, mentre io rimango ferma con la mano destra in avanti, come a dare l'ordine alla bolla di difenderci.
- Non sarà una barriera di protezione a salvarvi, ragazzina. – Lo sento chiamare la madre e chiederle di togliere la barriera. In un attimo la barriera sparisce, lasciando i lupi avvicinarsi a noi.
Kabal cerca di parare i morsi dei quattro lupi che lo stanno attaccando. Vorrei urlare di smetterla, che non c'è bisogno di questo allenamento, finché l'ordine del padre non mi gela il sangue.
- UCCIDETELI! – urla, mentre la madre cerca di fermarlo. I lupi non hanno nemmeno un attimo d'esitazione. Senti un morso verso la gamba che mi fa urlare dal dolore, un altro prese una parte del mio vestito cercando di trascinarmi.
- Liz, non è una simulazione combatti - urla Ramira. Cerco di concentrarmi ma sento un altro morso verso il braccio, e poi lui...
Lui che ha ringhiato così forte da far tremare la terra; la sua rabbia sta scoppiando. Mi giro velocemente mentre cinque dei lupi contro di lui stanno cercando di farlo cedere, ma lui combatte! Combatte con gli occhi rossi, puntando verso il lupo davanti a me.
È a pochi centimetri da me, sta per sbranarmi, decido di chiudere gli occhi, mentre un'energia sta invadendo il mio corpo.

La Kølie, eccola, la sento. Il suo potere è così forte, pronto ad uscire fuori. Apro gli occhi e vedo la bocca del lupo aprirsi, in un attimo il suo corpo viene gettato distante da me.
Mi alzo schivando un attacco da parte di un altro lupo. La mia mano si muove velocemente alzando il lupo da terra e gettandolo lontano.
Kabal sta mordendo un lupo, mi avvicino a lui e veniamo accerchiati di nuovo.
Combattiamo contro i lupi finché non uniamo le nostre forze: io li blocco mentre lui li ferisce, solo quando l'Alpha ci ferma, noi lasciamo i lupi allontanarsi da noi.

Si trasformano in umani; divento rossa per l'imbarazzo dalla loro nudità. Ramira si avvicina ad ognuno di loro per guarirli.
- Non hai niente, la Kølie ti protegge. Solo una ferita al cuore ti potrebbe uccidere - disse Alpha avvicinandosi al figlio e notando anche la mia perplessità sulle mie di ferite.
Mi giro verso Kabal, è stanco ma nessuna ferita grave; tutte si stavano richiudendo, a differenza degli altri lupi.
- Le ferite con la magia sono letali - aggiunge l'Alpha.
- Ma sei impazzito o cosa? - urla Kabal con gli occhi di fuoco, mentre prende per il collo il padre. Cerco di fermarlo, ma lui non vuole sentire ragioni.
- Metti da parte la gelosia, non ci serve ora. Sapevo cosa stavo facendo, nessuno l'avrebbe ferita. E poi, c'è una battaglia se non te lo sei dimenticato - grida staccandosi dal figlio e andando via.

Nessuno si spiega il comportamento dell'Alpha, nemmeno quando torniamo a casa Kabal vuole parlargli, ma so che c'entro io, cosi prendo coraggio e vado da lui. Lo trovo nella sala dove ci sediamo per discutere, questa volta riesco a leggere nel suo viso la preoccupazione.
- Alpha – dico, attirando la sua attenzione. Mi fa segno di sedermi accanto a lui, sta bevendo qualcosa da un boccale, dall'odore capisco che è dell'alcool.
- Ce l'hai con me per qualcosa che ho fatto? -
- No. Ma sono stato duro con te oggi, perché dovete essere pronti - risponde senza mai guardarmi.
- Ce la faremo – sussurro, sapendo che lui mi ha sentito.
- Lo so, insieme siete invincibili. Ma... - non finisce la frase guardando verso le sue mani.
- C'è dell'altro? – spero mi parli ancora.
- Ci sono tante cose e così poco tempo. E mi dispiace averti conosciuta in questa situazione. Ma del resto, era il vostro destino. Però non ho preso lui in considerazione. – Punta lo sguardo su di me. Non riesco a capire di chi parla.
- Non lo sai? - chiede.
- Sapere cosa? - rispondo incuriosita dalla sua domanda. Lui rimane in silenzio come a pensare se darmi o meno la risposta. Si alza in piedi, io faccio lo stesso. La sua mano si muove delicatamente verso di me, posandosi sul mio ventre. La sua mano è così calda; sul suo viso compare un sorriso felice, ma allo stesso tempo così triste.

- Lui...- dice, prima che la mia mente capisca a cosa si riferisce.

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