17
Kabal:
La rabbia sta per esplodere, decido di far uscire il mio lupo per non permettere alle Fate di prendere possesso del mio corpo. Ma quello che accade dopo va contro ogni mia ipotesi.
Sono arrabbiato, furioso, avrei voluto uccidermi con le mie stesse mani.
Chiudo gli occhi più volte, lottando contro di lui finché la regina non parla di nuovo.
Ora che la guardo è davvero bella: i suoi lunghi capelli neri, le sue generose forme sono come piace a me. Se non ci fosse stato il rischio di vivere per sempre in queste terre, sicuramente ora starebbe urlando davvero il mio nome.
- CHE DELUSIONE! PER QUESTA NOTTE SARETE MIE OSPITI DOMANI ALL'ALBA LE MIE GUARDIE VI SCORTERANNO FUORI DALLE MIE TERRE- ancora una volta parla con un tono così forte che sembra stia gridando. Gahel fa un piccolo inchino prima di farci segno di seguire le due Fate.
Mi guardo in giro, l'immagine di tutte quelle creature mezze nude è una provocazione anche per il più santo di questo mondo. Vedo i sorrisi, i baci, e le frasi che mi rivolgono.
I miei occhi tornano di nuovo sulla piccola Ninfa, che continua a camminare, ancora scossa per le parole che il lupo le ha appena detto.
- È solo una bugia, ho dovuto inventarmi qualcosa per far smettere il loro canto! Non c'è niente, e mai ci sarà qualcosa fra me e te. Non dare peso alle mie parole, è solo scena- dico, sperando che lei mi creda.
- Lo so- risponde con un tono di voce alquanto strano.
Gahel e Tom entrano dentro una stanza, mentre a me e la Ninfa ci viene assegnata un'altra stanza.
Non sono felice di condividerla con lei, sento che il mio lupo ne approfitterà di nuovo.
Lei si avvicina vicino al letto, trovando una sottana per cambiarsi. Va vicino ad un separé, io mi sdraio sul letto guardando il soffitto. La lotta contro il lupo e il resistere ai canti mi hanno stancato, voglio solo dormire. Mi alzo per spogliarmi, prima che lei arrivi. Tolgo i pantaloni ed entro sotto le lenzuola. Sto per girarmi, quando lei esce continuando a guardarsi la camicia da notte.
Si vede ogni centimetro della sua pelle; i suoi seni, le sue parti intime, tutto è davanti a me.
Il lupo ulula per la gioia a questa visione.
- Pensi che dormano tutte così?- chiede con la sua solita ingenuità, che mi condurrà alla pazzia.
Non so cosa rispondere, continuo a guardare ogni parte del suo corpo.
La mia rovina inizia quando cammina. Lo spacco mostra tutta la sua nudità e le sue magnifiche gambe. Cerco di chiudere gli occhi iniziando a respirare per calmarmi, ma la sua mano sul mio petto aumento ancora di più il desiderio in me.
- Kabal, stai bene? Senti ancora i canti delle Fate?- vorrei risponderle che l'unica cosa che sento, e che preme di uscire, è il mio membro. Allontano la sua mano da me e mi giro dandole le spalle.
Devo resistere, fra poche ore partiremo di nuovo. Lei entra dentro al letto coprendosi, sposto le coperte dandole a lei.
- Perché mi tratti cosi? - mi giro per osservarla.
- Cosa vuoi da me, Ninfa? Ti ricordo che sono un uomo. Non continuare a provocarmi!- cerco di essere duro, lo faccio più per me, per ricordarmi che non posso permetterle di avvicinarsi.
Ma lei si avvicina di più, le sue gambe si appoggiano sulla mia, con le mani sul mio petto.
- Non è la Ninfa che si sta avvicinando a te. Sono io che lo sto facendo. Perché non mi permetti di... - blocco la sua mano quando si appoggia sul mio cuore.
- Non è quello che vuoi! Fidati, non provocarmi, altrimenti...- il suo viso si avvicina al mio, le sue labbra sfiorarono il mio mento
- Altrimenti? - la sua voce non è mai stata così sensuale come in questo momento.
In un attimo mi ritrovo sopra di lei, la mia bocca sul suo collo, iniziando a lasciare una scia di baci. Le sue mani si muovono sul mio corpo ma cerco di trattenerle, non voglio possederla voglio solo darle un assaggio di quanto io sia pericoloso per lei. Inizio a baciarla con più foga, stringo più forte la presa sul suo seno.
- Kabal... - la mia mano lascia la sua e si muove in direzione delle sue parti intime - Fermati... ti prego - sono ancora cosciente di quello che sto facendo, mi fa male sentire le sue suppliche - Âaron...- tolgo la mia mano, mettendomi in piedi davanti al letto, lei si allontana mettendo la sua testa in mezzo alle gambe, l'odore della sua paura è palpabile.
- NON PROVOCARMI MAI PIÙ NINFA! NON SONO QUELLO CHE TI SALVERÀ, NON SONO QUELLO BUONO E DOLCE CHE TU CREDI! IO SONO QUESTO... E LA PROSSIMA VOLTA NON MI FERMERÒ- dico, poco prima di sdraiarmi su una panca, lasciandola in lacrime.
I suoi pensieri, assieme al mio lupo che continua a urlare, non mi fanno chiudere occhio, decido di alzarmi per raggiungerla. L'immagine di lei che si allontana da me per paura mi fa male, ma era quello che volevo.
- Lizzy, non sono un santo, ho mille demoni che stanno lottando dentro di me!... - faccio un lungo respiro cercando di trovare le parole per giustificarmi - Non devi più avvicinarti a me così. Non sono io... l'uomo che ti renderà felice. Non volevo farti paura- rimango a guardarla, il suo viso bagnato, gli occhi gonfi per le lacrime, fanno male al mio lupo ma, per la prima volta, anche a me. La mia mano prova a sfiorarla ma lei si allontana. Mi alzo lanciandole uno sguardo riservato, prima di uscire dalla stanza.
Chiudo gli occhi, concentrandomi per entrare nella sua mente. Era da tanto che non pronunciavo questa parola, l'ultima volta che è uscita dalla mia bocca è stato quando... uccisi i miei genitori.
- Lizzy ... Perdonami-.
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