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La sveglia segnò le sei del mattino quando i due ragazzi si buttarono stancamente sul materasso, la pelle ancora imperlata di sudore,  i respiri affannati e il cuore che batteva forte nei loro petti.

Il maggiore aveva finalmente acquisito la sua forma originale, facendo spuntare un'altra volta le sue orecchie e la sua lunga coda non appena avevano messo i piedi in casa, verso le tre di notte.

Avevano molto alcol in corpo, erano infreddoliti, e dopo due minuti esatti non avevano più resistito e si erano lasciati andare alla passione e alla complicità che si era venuta a creare tra di loro.

Dopo due ore passate a... coccolarsi, avevano finalmente deciso che fosse arrivato il momento di riposarsi un po'; ora i due erano l'uno tra le braccia dell'altro, i corpi nudi stretti per riscaldarsi a vicenda, che si scambiavano dolci baci.

Il minore nascose il viso nel'incavo del collo di Yoongi e cominciò a lasciarvi dei bacetti teneri, che gli solleticarono la pelle e lo fecero rabbrividire.

"Sei ancora profumato, è possibile?" disse rompendo il silenzio e strofinando ancora il naso contro il suo collo.

Il moro rise leggermente per poi chiudere gli occhi a quella sensazione piacevole. "Forse perché mi lavo?"

Jimin alzò di scatto la testa e lo guardò storto. "Stai per caso insinuando che io non mi lavo?!" disse a bassa voce, mettendo un piccolo broncio.

Yoongi scosse la testa. "No, idiota, scherzo, anche tu profumi.. .di pesca" disse sfiorando il suo collo con il naso e leccandolo leggermente. "Mh..."

"Smettila, mi fai il solletico" rabbrividì il minore, scansandosi da lui.

"No! Ma dove vai, vieni qui" gli prese un braccio e lo tirò verso di sé. "Non ti ho dato il permesso di allontanarti, voglio le coccole" si lamentò l'ibrido.

Il castano sbuffò e portò una mano tra i suoi capelli scuri, iniziando a massaggiare la sua cute con lentezza. "Non è proprio giusto però"

"Cosa?" domandò Yoongi chiudendo gli occhi e smettendo di muovere la coda.

"Non puoi sempre usare la scusa dell'essere un gatto per farti fare le coccole, anche io le voglio" disse, però continuando a fargliele.

Allora Yoongi si spostò leggermente e si mise comodo, allargando le braccia e facendogli segno di avvicinarsi con un piccolo sorriso. Subito il minore si intrufolò tra di esse e lo abbracciò, chiudendo gli occhi. "Mh... sì dai, coccolami tu" mormorò strofinando il viso sul suo petto.

"Ho passato una serata meravigliosa, Jimin, grazie" disse il maggiore dopo pochi minuti passati ad ascoltare il suo respiro.

"Sono io a doverti ringraziare, hyung" sussurrò il minore alzando gli occhi su di lui e portando una mano ad accarezzargli la guancia.

"Ma sei tu ad avermi portato lì" rise piano Yoongi, una mano ancora tra i suoi capelli. "E davvero, era un posto molto bello, ed ho mangiato bene e... poi c'eri tu, quindi sono stato ancora meglio"

Jimin sorrise e gli baciò la guancia. "Anche io sono stato meglio grazie a te, micetto del mio cuore" rise poi, facendo arrossire il maggiore.

"Aish, idiota, non chiamarmi così" scosse la testa.

"Ma è ciò che sei Yoongi, non vedo perché non dovrei chiamarti in tal modo" fece un sorrisetto.

"Perché è imbarazzante e poi divento tutto rosso, e non voglio arrossire" sbuffò contrariato.

"Eppure sei bellissimo con le guanciotte rosse" rise e lasciò un piccolo morso su di essa.

"Hey! Non si fa, quando io l'ho fatto con le tue mi stavi per prendere a schiaffi!" esclamò l'ibrido.

"Le mie guance non si toccano" replicò l'umano.

"Ma sono adorabili..." fece un piccolo broncio, che subito Jimin baciò.

"Dai Yoon, sono le sei e mezza del mattino, forse è il caso di dormire, non credi?" disse infine il castano.

"Mh... hai ragione, dormiamo un po'" annuì Yoongi, che con un veloce movimento della coda spense la lampadina, per poi abbracciare il minore. "Buonanotte Jiminie"

"Buonanotte Yoongi" sorrise lui, per poi addormentarsi stretto all'altro.

🐈🐈🐈🐈🐈

"Andiamo a fare una passeggiata Yoon?" Chiese Jimin iniziando ad asciugarsi i capelli col phon.

L'altro passò un asciugamano sui suoi, per poi infilarsi una maglietta a maniche corte ed alzare lo sguardo. "Mh? Sì, certo, dove andiamo?" domandò, in attesa della sua proposta.

"C'è un parco qui vicino, magari andiamo lì" rispose Jimin passandosi le mani tra i capelli umidi per pettinarli velocemente. "Di solito ci sono le bancarelle che vendono dolciumi e cose calde, in inverno, è carino"

"Va bene Jiminie" sorrise Yoongi avvicinandosi a lui e prendendo il phon dalle sue mani. "Siediti lì" disse indicando lo sgabello.

Il castano annuì, lo prese e si sedette sopra di esso, allora l'ibrido cominciò ad asciugare i suoi capelli con dolcezza, massaggiando la sua cute.

Jimin chiuse gli occhi a quel tocco così delicato, rilassandosi ed inclinando leggermente la testa all'indietro.

Il maggiore lo osservò a lungo, continuando a non capacitarsi della bellezza di quel ragazzo, e si piegò leggermente per lasciare un dolce bacio sulla sua fronte, facendolo sorridere. Avvicinò la coda al suo viso e lo sfiorò leggermente, con tenerezza. "Sai di essere bellissimo?" disse avvicinando il viso al suo.

Jimin aprì un occhio e trattenne un sorriso. "Me lo dici più o meno quindici volte al giorno, penso mi sia entrato in testa" rise leggermente.

"Yah, dovresti esserne felice" gli colpì la spalla con la coda.

"Lo sono, ma ora un bacio" rispose piegando ulteriormente il collo all'indietro per farsi baciare.

Allora il maggiore si piegò su di lui e lasciò un lungo bacio a stampo sulle sue labbra. "I tuoi capelli sono asciutti, vai a vestirti così usciamo prima"

"M-mh" mugugnò Jimin, alzandosi svogliatamente dalla sedia, ed uscendo dal bagno. "Fai in fretta però"

"Sì sì" annuì l'ibrido, abbassando le orecchie ed iniziando ad asciugarsi i capelli, mentre continuava a muovere la coda velocemente per asciugarne il pelo folto.

In effetti dopo pochi minuti fu completamente asciutto, chiuse gli occhi ed in meno di dieci secondi la sua forma mutò a quella di un umano qualsiasi, si recò in camera del minore, trovandolo intento ad allacciarsi le scarpe. 

"Sto pensando al fatto che continuo a prendere in prestito i tuoi vestiti da giorni, forse dovrei andare a casa a prendere i miei?" disse rubando dei jeans blu ed indossandoli sopra i boxer.

Jimin alzò lo sguardo su di lui e si tirò in piedi. "Cos'è, una richiesta molto implicita per venire a vivere con me?" disse con un sorrisetto.

"Beh, teoricamente quando mi hai trovato nella forma di un gatto mi hai rapito e portato qui per vivere con te, mica sarà cambiata la tua idea?" rispose sorridendo.

Il castano si avvicinò a lui e lo tirò a sé. "Assolutamente no, voglio vivere con te, decisamente" disse baciandolo. "Dai, mettiti qualcosa sopra e andiamo"

Yoongi annuì e si infilò il primo maglione che trovò nell'armadio del minore, per poi mettersi un paio di scarpe pesanti. "Fatto" disse andando all'ingresso, dove Jimin era già pronto e con le chiavi di casa in mano.

Indossò un cappotto e prese la sua mano. "Andiamo dai" disse baciandogli teneramente la guancia ed intrecciando le dita con le sue.

Il minore assentì ed insieme uscirono di casa, chiudendosi la porta alle spalle e scendendo le scale insieme.

"Per me è ancora strano vederti senza coda e orecchie, sai?" ridacchiò Jimin uscendo sulla strada.

"Pensa quanto sia stato traumatico per me vederti per due anni senza coda ed orecchie dopo avertici visto per una vita" rispose l'altro sbuffando, per poi rabbrividire. "Ugh, fa freddissimo, camminiamo che è meglio" fece cominciando a muoversi verso la direzione indicatagli prima dal minore.

Poi accadde tutto in una frazione di secondo.

La strada era ricoperta di ghiaccio, e quindi estremamente scivolosa, ed una moto perse completamente il controllo. Jimin vide la moto inchiodare troppo tardi e il ragazzo dai capelli mori volare molti metri più in là. Per un istante senti il cuore cessare di battere e le funzioni vitali tenerlo inchiodato sul posto, poi corse verso di lui il più veloce possibile. "Yoongi!" urlò inginocchiandosi accanto a lui. Un rivolo di sangue usciva da una ferita formatasi sulla sua nuca, e colorava di rosso la neve bianca.

"Oddio Yoongi ti prego..." alzò la sua testa con le mani e gli accarezzò una guancia, per poi alzare lo sguardo sul motociclista, in cerca di un aiuto,  ma quello si alzò lentamente da terra e risalì sulla moto. "Hey! Hey cosa stai facendo!" esclamò stupito Jimin. "Devi aiutarmi ti prego non- Fottiti!" urlò quando quello neanche lo degnò di uno sguardo e scappò via con la moto.

"Cazzo!" sbatté un pugno a terra ed urlò, scoppiando poi in un pianto. "Yoongi... Yoongi ti prego..." mormorò avvicinando la fronte alla sua e sentendo il suo lento respiro. "Non puoi lasciarmi c-così Yoon, n-non ora che ci s-siamo ritrovati...ti supplico" singhiozzò, bagnando il suo volto con le lacrime. "Yoonie..." mormorò baciandogli le labbra con dolcezza. "Ti amo, ti prego torna da me, ti amo da impazzire"fece contro la sua bocca, chiudendo gli occhi.

Perché sì, Jimin lo amava, lo amava tanto da far male e non avrebbe resistito un minuto senza di lui. Prese in fretta il suo cellulare e chiamò un'ambulanza, nella speranza che questa arrivasse in tempo, dato che il maggiore ancora respirava, e strinse la mano alla sua, tirando su il suo busto e stringendolo a sé.

"Ti amo... ti amo Yoongi, per favore..." continuò a ripetere al suo orecchio.

Fu allora che sentì la propria mano venir stretta leggermente.

"Ti...ti amo anch'io, Jiminie" mormorò la voce del più grande.

Jimin si sciolse da lui e prese il suo volto tra le mani.

Fu quando i loro occhi si incontrarono che la testa sembrò esplodergli, e fiumi di voci, immagini, ricordi gli passarono davanti come un fiume in piena, facendolo urlare di dolore e piegarsi contro l'asfalto bagnato.

Quel dolore passò solo quando sentì le sirene avvicinarsi, e allora riuscì a capire, alzando lo sguardo incredulo su Yoongi, che lo guardava estremamente preoccupato.

"Yoonie..." mormorò ricordando il nome che sempre gli dava quando erano bambini.

Il maggiore, ancora frastornato, spalancò gli occhi. "J-Jiminie...?"

Lo strinse a sé con delicatezza per non fargli male e cominciò a piangere. "Mi ricordo... ricordo tutto Yoongi, ogni cosa..."

Yoongi si era risvegliato.

Jimin aveva ricordato.

Ma nessuno dei due sapeva che quel miracolo era accaduto grazie a due piccole, semplici, ma profonde paroline.

Perché sì, i miracoli esistevano, e quello era il miracolo del loro amore.

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