Capitolo ventidue
Quel giorno il calendario segnava il quattro di Maggio, il compleanno della piccola Allison. Erano passati quattro giorni da quando Stiles aveva lasciato Lydia sulla soglia di casa sua con mille dubbi e il cuore spezzato, ma lei non aveva ancora avuto la possibilità di parlargli.
Si erano visti più volte in quei giorni, d'altronde avere una figlia in comune comportava molte responsabilità, una tra tutte proprio quella di fare di tutto per avere un rapporto civile al fine di crescere la piccola nel migliore dei modi. Ma, in nessuna di quelle occasioni, Lydia aveva mai accennato a qualcosa che riguardasse quello che era successo tra di loro, limitandosi soltanto a minime conversazioni che riguardavano la loro bambina e Stiles faceva lo stesso.
A dire la verità, Lydia neanche voleva parlarne: ormai si era rassegnata all'idea di averlo perso e alimentare la speranza che Stiles potesse tornare da lei era soltanto inutile e doloroso. Ancora più doloroso di quanto non fosse già.
Doveva dimenticare, dimenticare le sue carezze, i suoi baci, le sue parole dolci. Doveva inghiottire i suoi sentimenti, seppellire l'amore che provava per lui. Dimenticarlo era necessario per lui, per Malia, per Allison, per se stessa.
Ed era proprio quello che stava facendo in quegli ultimi giorni, cercare di pensare a tutt'altro, concentrandosi solo sul tanto lavoro che aveva in quel periodo e passando il suo tempo con Allison. A dire la verità, era anche andata a prendere un caffè con Kira una volta, solo loro due, proprio come ai vecchi tempi.
Lydia aveva tentato di tenere la conversazione il più lontano possibile da Stiles e da quello che era successo proprio due giorni prima, ma la ragazza asiatica la conosceva molto meglio di quanto lei stessa pensasse: subito infatti aveva attribuito i suoi occhioni tristi e spenti al ragazzo dai capelli corvini e aveva chiesto spiegazioni. La biondo fragola si era limitata ad un'accennata alzata di spalle, "Malia è tornata".
Kira, che poteva leggere nello sguardo della sua amica tutta la tristezza e la delusione che provava in quel momento, scosse piano la testa. Insomma, Stiles era innamorato di Lydia da quando aveva smesso di usare i pannolini e ora che finalmente avevano fatto un passo avanti nella loro relazione lui era tornato a gambe levate dalla sua ex fidanzata. E non fraintendetela, voleva un bene dell'anima a Malia, ma se il loro amore si era spento con la distanza un motivo doveva pur esserci. E quel motivo era alta un metro e sessanta, aveva gli occhi verdi e i capelli rossi. Anzi, biondo fragola. Perché, alla fine, tutti sapevano che Stiles e Lydia erano la combinazione perfetta, e Kira ne era ancora più convinta dopo aver visto come quei due si comportavano l'uno nei confronti dell'altra nell'ultimo periodo.
Lydia scosse la testa, doveva tornare alla realtà e finire di prepararsi.
NON. PENSARE. A. STILES.
Era diventato il suo motto ultimamente, inutile dire che più se lo ripetesse e più continuava a pensare a quel coglione patentato che le aveva spezzato il cuore.
Il dilemma interiore della ragazza venne interrotto da Allison che, ancora in accappatoio si diresse correndo verso la finestra quando sentì il rombo di una macchina avvicinarsi, "Mamma, mamma! È arrivata la nonna!", esclamò saltellando la bambina, vedendo Natalie scendere dal veicolo per entrare in casa.
Lydia abbozzò un sorriso, vedendo sua figlia sprizzare felicità da tutti i pori. E pensare che ancora non aveva aperto il suo regalo, sarebbe letteralmente impazzita.
La ragazza si passò un ultimo strato di rossetto rosso sulle labbra carnose prima di afferrare la versione mini del vestitino che stava indossando e voltarsi verso Allison, "Dai, piccola, dobbiamo sbrigarci o arriveranno gli altri ospiti", la informò aiutandola a vestirsi.
"Mamma?", la chiamò la bambina assumendo un'espressione pensierosa, il labbro inferiore esteso in un dolce broncio, "Papà viene alla mia festa, vero?", domando speranzosa spostandosi dagli occhi un ciuffo di capelli che Lydia aveva precedentemente arricciato.
La ragazza sorrise a quella domanda, "Certo, amore. Tuo padre non si perderebbe il tuo compleanno per nessuna ragione al mondo", affermò accarezzandole dolcemente la guancia paffuta, "Ti vuole tanto bene".
Se c'era una cosa di cui era sicura al mondo era che Stiles teneva ad Allison più della sua stessa vita ed avrebbe fatto di tutto per recuperare quegli anni in cui Lydia li aveva tenuti separati.
Chissà, forse era proprio per quello che se l'era portata a letto per poi buttarla come un giocattolo che non gli piaceva più.
Lydia strinse forte gli occhi, facendo appello a tutte le sue forze per non far cadere le lacrime che le riempivano gli occhi. Dio, ma quanto era stupida, farsi affollare la mente dai quei pensieri proprio in quel momento era la cosa peggiore che potesse fare.
"Ma come siamo belle!", esclamò la signora Martin entrando nella stanza, risvegliando Lydia dai suoi pensieri.
La piccola Allison corse ad abbracciare la donna, "Hai visto come siamo belle, nonna? E siamo anche vestite uguali", disse la bambina saltellando sul posto con un sorriso che si espandeva da un orecchio all'altro.
La donna sorrise prima di posarle un tenero bacio sui capelli ramati, "Siete meravigliose", rispose volgendo lo sguardo a sua figlia che ricambiò con un piccolo sorriso, peccato che gli occhi verdi della ragazza non vennero coinvolti.
Natalie scosse la testa sospirando, in quegli ultimi giorni Lydia era spenta, distratta, così diversa dalla Lydia solare e spigliata che era sempre stata. E in quell'ultimo periodo, da quando Stiles era tornato nella sua vita, le era sembrato che sua figlia fosse tornata ad essere felice e serena. Completa, come aveva smesso di sentirsi dopo la morte della sua migliore amica.
Avrebbero dovuto fare un bel discorsetto tra madre e figlia.
"Tesoro, innanzitutto buon compleanno!", esclamò sorridendo, prima di abbassarsi leggermente per arrivare all'altezza della bambina, "Sai", iniziò sussurrandole all'orecchio, "un uccellino mi ha detto che di sotto c'è un regalo che ti aspetta", le spiegò. Insomma, di sicuro non potevano parlare liberamente con Allison nella stanza.
Quella frase sembrò avere l'effetto desiderato, infatti Allison non se lo fece ripetere due volte e corse fuori dalla stanza urlando un "Grazie nonnina, ti voglio bene", che fece sorridere le due donne.
Una volta sole, Natalie si voltò verso la figlia schiarendosi leggermente la voce per attirare la sua attenzione. Lydia si sedette sul letto per allacciarsi le scarpe, "Mamma, non mi guardare così, sto bene", sostenne. Se era per convincere sua madre o se stessa, non era chiaro neanche a lei.
La donna più grande alzò un sopracciglio, "Come fai a sapere come ti guardo? Non mi stai guardando", domandò ironicamente.
Era vero, Lydia teneva gli occhi bassi per evitare lo sguardo indagatore della madre, "Andiamo, mamma. Ti conosco bene", precisò con uno sbuffo infastidito.
"Anche io ti conosco, Lydia. E non stai bene come continui a ripetere. Si può sapere cosa ti prende? Riguarda Stiles?", replicò Natalie avvicinandosi a sua figlia e accomodandosi accanto a lei.
Aveva sicuramente centrato il punto, data l'espressione ferita che le aveva attraversato il volto quando aveva sentito pronunciare quel nome.
Lydia sospirò, mordendosi il labbro inferiore, "Va tutto bene, mamma. Sto bene", ribadì la ragazza cercando di sorridere, "e no, non riguarda Stiles, non c'è niente tra di noi", cercò di convincerla, sapendo che nonostante tutte le cavolate che dicesse sua madre era capace di leggerle la verità nel verde dei suoi occhi.
"Lydia,", la chiamò infatti la mamma posando una mano su quella curata della figlia e dandole una leggera stretta, "quel ragazzo ci tiene a te", le assicurò lasciandole dolci carezze sul dorso della mano con il pollice.
Lydia scosse la testa a quelle parole, "Si, sono la madre di sua figlia", obiettò a bassa voce. D'altronde era solo questo per lui ultimamente.
Natalie le afferrò il mento tra le dita, voltando il volto della figlia verso il suo, "Sai benissimo di non essere solo questo per lui", la rassicurò guardandola negli occhi prima di abbracciarla, "Stiles ti ama, tesoro".
Quelle parole per Lydia furono come veleno, svincolandosi dalle braccia della madre le lanciò uno sguardo di fuoco, "Mamma non sai di cosa stai parlando", disse duramente massaggiandosi le tempie con i polpastrelli. Cavolo, affrontare quell'argomento con quella testarda di sua madre le stava facendo venire il mal di testa.
"Tu non sai di cosa parli, quel ragazzo è sempre stato innamorato di te e-".
"Basta, mamma!", la interruppe la ragazza, "È tornato con Malia. È tornato con la sua fidanzata storica proprio dopo che gli ho confessato di essermi innamorata di lui", ammise Lydia lasciando cadere una lacrima che scacciò via bruscamente col dorso della mano.
Natalie guardò sua figlia tristemente, la distruggeva guardare quella che era ancora la sua bambina in quelle condizioni per un ragazzo su cui lei aveva riposto tutta la sua fiducia. Ma nonostante tutto qualcosa non le quadrava in quella questione, insomma, Natalie era davvero convinta che Stiles amasse Lydia. Ogni volta che erano insieme poteva vedere con quanta passione, desiderio e ammirazione la guardasse, la seguiva con lo sguardo quando lei si allontanava anche di un passo. Cavoli, era rimasto nella sala d'attesa di un ospedale per un intero week-end quando Lydia era stata ricoverata all'inizio del secondo anno di liceo. E poi, perfino poche settimane fa, quando insieme erano venuti a prendere Allison a casa sua, Natalie poteva leggere nient'altro che amore negli occhi del ragazzo.
"Mamma, io... io lo amo", confessò la ragazza gettandosi nelle braccia di sua madre in cerca di comprensione. Da quando era nata Allison aveva fatto di tutto per essere forte, per non crollare mai, ma ora aveva solo bisogno di un abbraccio da parte di sua madre. Voleva essere lei quella da proteggere per una volta.
La donna dagli occhi azzurri non disse niente, limitandosi a stringere maggiormente le braccia intorno a sua figlia e lasciarle dei baci sui capelli rossi.
•••
La festa era iniziata e ormai quasi tutti gli ospiti erano arrivati. Allison, che stava giocando con i suoi amichetti dell'asilo, rivolgeva sguardi ansiosi alla porta di ingresso più o meno ogni tre minuti. Strizzando i suoi occhietti nocciola per vedere meglio da lontano, la bambina non aspettava altro che vedere il suo papà entrare e stringerla tra le braccia facendola volteggiare in aria come faceva sempre.
Dall'altra parte della stanza, Lydia era impegnata a parlare con Cora, o meglio, La mora non faceva altro che blaterare su quante cose avrebbe potuto fare ad Isaac se solo gli avesse messo le mani addosso. Isaac, era un amico di Scott che lui aveva cortesemente chiesto a Lydia di poter invitare dato che era nuovo in città e non conosceva nessuno. La biondo fragola non poteva fare altro che ridere alle parole maliziose della sua amica, lo sfogo avuto con sua madre ore prima dimenticato e messo da parte nel momento stesso in cui si era asciugata le lacrime che copiose le avevano bagnato il viso.
A ridestare l'attenzione della ragazza fu l'urlo di sua figlia che si gettò nelle braccia della persona che era appena entrata in casa.
"Papà!!!", lo chiamò infatti la bambina sorridendo mentre lui le augurava buon compleanno e le baciava ripetutamente le guance.
Già, il ragazzo che aveva varcato la soglia era proprio Stiles: colui che nonostante tutto era ancora il padrone del suo cuore. E, mentre il braccio destro serviva a reggere Allison, aggrappata a lui come un koala, con il braccio sinistro stringeva la mano di una ragazza alta e magra. La sua fidanzata. Malia era lì.
Angolo autrice:
Scusate, scusate e ancora scusate per questa lunga attesa.
Quando ho iniziato questa storia non avrei mai creduto di poterla abbandonare per quasi un anno, ma purtroppo è successo. Non avevo messo in conto che tra i mille impegni, la scuola, la famiglia e gli amici potessi quasi dimenticare la mia passione per la scrittura e questa storia, che, essendo il mio primo vero lavoro, considero un po' come la mia bambina.
Ma, tempo fa vi ho fatto una promessa: non rimarrete senza un finale. Forse ci vorrà più tempo del previsto, forse ci saranno altre pause o forse no, ma comunque questa storia non rimarrà incompiuta.
Mi scuso ancora per l'immenso ritardo, non ho davvero scuse, ma nonostante questo spero voi possiate perdonarmi e che siate contenti che abbia deciso di riprendere la storia.
Spero che il capitolo vi piaccia e alla prossima, che spero sia più vicina dell'ultima volta.
Un bacio❤️
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