Capitolo undici

La musica elettronica suonava a volume altissimo in tutta l'ampia sala, le luci stroboscopiche creavano illusioni ottiche che non permettevano di vedere perfettamente le figure che si dimenavano sulla pista.

Lydia era entrata in quel club poco fuori Beacon Hills da pochi minuti e già trovava irrespirabile quell'aria acre e pesante.

Se ne stava appoggiata al bancone mentre cercava di allungare il più possibile il collo per individuare la chioma corvina della sua collega Cora: solo pochi minuti prima, infatti, la ragazza le aveva scritto che stava ordinando qualcosa da bere.

La biondo fragola stava iniziando a spazientirsi e questo era intuibile dai suoi piedi che si muovevano freneticamente a tempo di musica.

Ma proprio mentre iniziò a pensare che avrebbe fatto meglio a restare a casa, Cora le spuntò davanti.

"Sei una bomba, Martin!", la salutò la mora con un sorriso malizioso sul viso.

Lydia aveva indossato un vestitino nero che le arrivava poco sopra il ginocchio, era molto semplice, ma la parte migliore stava sul retro: una scollatura vertiginosa le scopriva l'intera schiena fino a pochi centimetri sopra il bordo dei suoi slip neri.

Consapevole del suo aspetto, la ragazza sorrise, "Tu non sei da meno, Hale", rispose riferendosi al corpo snello della sua amica stretto in un attillato abitino blu, "Ma si può sapere dove eri?".

Un ghigno spuntò sul viso della mora, "In giro. Non sai quanta bella gente frequenta questo locale", la informò continuando a guardarsi attorno.

Lydia sapeva perfettamente a cosa Cora si riferiva: ragazzi.

"Non mi interessa, lo sai", affermò Lydia ruotando gli occhi al cielo.

Era vero, Lydia non aveva alcuna intenzione di conoscere nessun ragazzo quella sera. In quei quattro anni, infatti, la ragazza era uscita solo con pochi uomini, tre per la precisione, preferendo concentrarsi su se stessa e soprattutto su sua figlia.

"Andiamo Lydia, non devi mica trovare marito! Solo soddisfare i tuoi desideri".

A quelle parole Lydia si sentì avvampare, "Cora!", ammonì la sua amica colpendole il braccio con un leggero schiaffo.

Alla sua reazione, l'altra ragazza scoppiò a ridere, "Da quanto non scopi, Lydia?", le domandò.

Sulle sue labbra colorate di fucsia c'era ancora quel ghigno malizioso che infastidiva Lydia.

"Non sono affari tuoi", rispose infatti la ragazza.

Quei discorsi la imbarazzavano da morire, come erano finite a parlare di sesso? In un locale pieno zeppo di gente, per giunta.

"Scommetto da parecchio, ti vedo molto stressata", la provocò Cora, posandole una mano sulla spalla scoperta.

Su questo aveva ragione. Lydia non aveva avuto rapporti con nessun ragazzo da almeno due anni e questo non aiutava per niente la sua personalità già ansiosa e nervosa.

Nonostante fosse la verità, Lydia non voleva dare soddisfazioni a Cora, quindi alzò gli occhi al cielo con un sospiro e cambiò discorso, "Prendiamo qualcosa da bere?".

"Ci puoi scommettere, bambina!".

•••

"Uno, due, tre, mh... Quattro. O forse questi sono due?", disse Lydia arricciando le labbra in un leggero broncio.

Era seduta al bancone da sola a contare i bicchierini ormai vuoti che erano davanti a lei.

Non era ubriaca, solo abbastanza brilla. Quella sera voleva divertirsi, perdere quei freni che la facevano sentire sempre controllata e priva di emozioni.

Cora l'aveva lasciata almeno venti minuti prima, quando Lydia era ancora abbastanza lucida, per dirigersi mano nella mano con un ragazzo biondo nel bagno degli uomini.

La mora sapeva come divertirsi.

Lydia iniziò ad osservarsi le mani, notando come le piccole luci colorate si alternavano sulla sua pelle chiara.

Neanche il tempo di toccarla, che sparivano via.

Ma a distrarla dalla sua concentrata osservazione fu una voce che proveniva dalle sue spalle.

Vicina. Troppo vicina.

"Che ci fai qua?".

Lydia non si voltò, nonostante la quantità di alcol che aveva nel sangue non le permetteva di ragionare perfettamente era ancora in grado di riconoscere quella voce tra mille.

Stiles.

La schiena di Lydia si raddrizzò non appena sentì il ragazzo fare un passo verso di lei e avvertì il suo respiro caldo sulla propria pelle.

La biondo fragola teneva gli occhi chiusi, troppo focalizzata sulle sensazioni che la sola presenza di Stiles le stava donando, "Non si vede? Mi diverto".

Stiles inarcò un sopracciglio a quell'affermazione, "Seduta qui tutta sola? Bel concetto di divertimento."

Lydia gli dava ancora le spalle, decisa a non voltarsi per non affogare in quegli occhi nocciola.

Ma quegli stessi occhi nocciola erano impegnati ad osservare la schiena liscia e immacolata di Lydia, lasciata scoperta dal vestito che indossava.

Quella pelle candida stava facendo impazzire Stiles dal preciso istante in cui aveva messo piede in quel locale dove Scott e Kira lo avevano trascinato contro la sua volontà.

Non appena entrato, infatti, il ragazzo era rimasto ammaliato da quella ragazza seduta di spalle al bancone.

Poi un fascio di luce bianca aveva illuminato per un secondo la piccola figura e Stiles non aveva potuto fare a meno di notare quei capelli biondo fragola che scendevano sulla spalla destra.

Quei capelli che potevano appartenere solo ad una persona.

Lydia si voltò d'istinto, infastidita dal tono pieno sarcasmo che Stiles aveva usato, "Vuoi divertirti con me?".

Il moro si sentì mancare a quelle parole, pensieri per niente casti popolavano la sua mente solo ad immaginare come avrebbero potuto divertirsi.

Lydia se ne stava lì, quelle labbra coperte dal rossetto rosso che lui desiderava poter mordere e baciare, a guardarlo con quegli occhi verdi dall'aria per niente innocente e un sopracciglio perfettamente inarcato.

Gli occhi vogliosi di Stiles percorsero velocemente il corpo della ragazza, il vestito corto che si era alzato maggiormente scoprendole almeno la metà delle cosce.

Lydia si sbilanciò sulla sedia, avvicinandosi pericolosamente al corpo del ragazzo.

Stiles portò immediatamente le sue mani a sorreggere Lydia, i suoi polpastrelli ruvidi che sfregavano delicatamente la pelle della sua schiena nuda.

Lydia socchiuse gli occhi a quel contatto, un calore la pervase quando le dita di Stiles toccarono un punto particolarmente sensibile del suo fondoschiena, quasi sull'orlo della scollatura.

Il ragazzo continuava a sfiorare ogni parte di pelle che le sue mani riuscivano a raggiungere, soffermandosi su quel punto abbastanza in basso che dava i brividi a Lydia.

La biondo fragola si avvicinò maggiormente, il suo seno libero dall'intimo schiacciato contro il petto duro di Stiles.

"Lydia", Stiles cercò di parlare, ma ingoiò a vuoto quando si accorse che quel nome aveva lasciato la sua bocca sotto forma di gemito, "Lydia, sei ubriaca?", continuò dopo aver trovato un pizzico di lucidità.

La ragazza alzò le mani fino alle braccia di Stiles, fermandosi poi sui suoi bicipiti muscolosi che accarezzò a lungo, la pelle del ragazzo rabbrividiva sotto le sue dita.

Lydia alzò di poco il suo viso, facendo scendere le sue onde biondo fragola sulla schiena come una cascata a solleticare le dita lunghe di Stiles.

Le sue labbra rosse si avvicinarono all'orecchio del moro, "Ti sembro ubriaca?", sussurrò prima di abbassarsi leggermente, lasciando un piccolo morso sul lobo destro.

La mente di Stiles andò in tilt a quel gesto, il suo cervello non riusciva a pensare ad altro che a Lydia sul suo letto, nella sua doccia, nei sedili posteriori della sua Jeep.

Immaginava quelle labbra carnose poggiarsi su tutta la sua pelle, soffermandosi in quei punti sensibili che lo avrebbero fatto impazzire.

Un piccolo sospiro di piacere uscì dalla sua bocca, i denti di Lydia che gli mordevano la porzione di pelle sotto l'orecchio di certo non lo aiutavano a calmarsi.

"Lydia, ferma", cercò di protestare lui, nonostante non suonasse per niente sincero. La sua voce era roca: ne voleva di più, molto di più.

La ragazza continuò a mordere e succhiare quel punto delizioso del corpo di Stiles sorridendo soddisfatta dopo aver alzato il viso e aver notato il piccolo marchio che la sua bocca gli aveva lasciato.

Le sue unghie rosse percorsero lentamente le braccia del ragazzo fino al collo, soffermandosi a stringere tra le mani quei capelli così morbidi.

Stiles aveva la pelle d'oca, non riusciva ad articolare una sola parola, la bocca asciutta per il piacere che la ragazza gli stava donando.

Le mani di Lydia continuavano a stringere i suoi capelli e Stiles si lasciò scappare un altro gemito, aumentando la presa su di lei.

La pelle della ragazza bruciava al suo tocco.

"Non sono ubriaca, mi sto solo lasciando andare", sussurrò Lydia, la sua bocca distante pochi millimetri da quella del moro.

Solo allungandosi un po' Stiles avrebbe potuto finalmente assaggiare di nuovo il sapore delle sue labbra dolci.

Il cavallo dei suoi skinny jeans neri si faceva sempre più stretto, gli risultava difficile persino respirare. Si sentiva scoppiare.

Il palmo sinistro di Lydia scivolò fino al suo petto, dove strinse in un pugno il tessuto della t-shirt di Stiles, "Portami a casa", sussurrò, leccandosi il labbro inferiore mentre i suoi occhi verdi erano legati a quelli nocciola di Stiles.

Il ragazzo non credeva a quello che aveva sentito pronunciare da quelle labbra, ma, nonostante fosse sicuro che la sua eccitazione non avrebbe reso le cose facili, decise di accontentarla.

Angolo autrice:
Salve! Chi poteva mai incontrare Lydia se non Stiles?! E soprattutto, cosa succederà quando arriveranno a casa?
Come ben sappiamo, gli Stydia ubriachi e una casa vuota non sono proprio una buona combinazione, o forse sì😏😉.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, lasciatemi commenti e voti per farmi sapere cosa ne pensate.
Io scappo perché purtroppo devo studiare😖.
A mercoledì, un bacio😘💕.

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