Capitolo tredici

Il mercoledì mattina Lydia si svegliò con con la testa dolorante e confusa: quella notte, infatti, aveva dormito poco e niente, troppo impegnata a pensare e, soprattutto, cercare di ricordare cosa fosse davvero successo la sera precedente e cosa faceva soltanto parte del suo sogno.

Si ricordava di aver incontrato Stiles al bar del locale e che per colpa, o forse grazie, all'alcol che aveva ingerito si era divertita a provocarlo.

Durante il viaggio in macchina, Lydia aveva fatto quel maledetto sogno che ancora non riusciva a togliersi dalla testa.

Aveva sognato loro due, lei e Stiles, in una situazione decisamente... Calda. Ed imbarazzante.

La cosa ancora più imbarazzante era la sensazione che Stiles sapesse esattamente quello che lei aveva sognato.

Ma era solo una sensazione, giusto? Non poteva davvero aver capito. Era impossibile.

La ragazza si passò le mani sul viso stanco: cosa diavolo le era preso la sera prima?

Dopo un paio di minuti, passati ad insultare se stessa per aver concesso all'alcol di stravolgere le sue azioni, si alzò dal letto e andò in bagno a farsi un bel bagno rilassante.

Se c'era una cosa che amava più del mercoledì era il riposo che quel giorno le concedeva.

Lydia aprì il rubinetto della grande vasca da bagno, quella che sua mamma Natalie le aveva regalato perché a Allison non piaceva la doccia, e dopo aver regolato la temperatura ed essersi spogliata con calma, si lasciò cadere nelle bolle del suo bagnoschiuma alla ciliegia.

•••

"Quindi mi stai dicendo che non è successo niente?!".

Tre ore dopo, Lydia era seduta da Starbucks con un caffè bollente tra le mani e l'imbarazzo a colorarle le guance.

"No, Cora. Mi ha solo riaccompagnata a casa", spiegò per quella che le sembrava essere la milionesima volta.

Quella mattina, dopo essersi lavata, Lydia aveva ricevuto una chiamata da Cora e le due avevano deciso di andare a prendere un caffè.

"Io non lo conosco, ma per come ne parli deve essere proprio un gran figo", disse la mora facendole un occhiolino.

Lei e Lydia si conoscevano da poco più di due mesi, da quando la biondo fragola aveva iniziato a lavorare nello stesso ufficio di Cora, e finalmente Lydia aveva pensato di confidarsi con lei.

Le aveva raccontato tutto molto velocemente: la sua amicizia con Stiles, la sera in cui avevano fatto sesso, i quattro anni passati senza di lui e l'aver cresciuto loro figlia da sola.

La mora l'aveva ascoltata attentamente, annuendo, sorridendo o guardandola con dispiacere ogni tanto.

Alla fine Lydia aveva confessato anche quello che era successo la sera prima, evitando però di parlare di quello stupido sogno: sapeva che Cora non avrebbe smesso di tormentarla altrimenti.

"Io... Non so che fare", affermò Lydia nascondendo il viso tra le mani, "In tutti questi anni pensavo di averlo dimenticato, ma evidentemente non è così".

"Te lo si legge negli occhi, Lydia. Lo ami", disse dolcemente Cora prima di posare una mano su quella di Lydia.

Gli occhi verdi di Lydia si specchiarono in quelli color cioccolato della sua amica e la ragazza non poté negare.

Come si può fingere su qualcosa di così tanto ovvio? Come poteva convincere gli altri di non amarlo quando il suo cuore perdeva un battito ogni volta che lo vedeva.

Per non parlare del suo cervello, che non riusciva a pensare ad altro che non fosse lui: i suoi occhi nocciola, le sue labbra tanto perfette da sembrare disegnate, le sue mani grandi che la stringevano con passione.

Lydia lo amava, ma questo non avrebbe cambiato niente.

•••

Quando Lydia tornò a casa, con le idee ancora più confuse e il morale a terra, restò sorpresa nel vedere una Jeep azzurra fin troppo conosciuta parcheggiata nel suo viale di casa.

Scese dalla sua auto con le mani tremanti, il cuore che batteva così tanto forte che sembrava volesse uscirle dal petto.

Lui era lì, in piedi davanti alla sua porta di ingresso con le braccia incrociate. Un leggero sorriso gli spuntò sulle labbra quando vide Lydia guardarlo con gli occhi spalancati.

"Ti sono mancato?", le chiese quando lei lo raggiunse. Notò con piacere che la ragazza aveva delle semplici scarpe basse e così gli arrivava praticamente al petto: Stiles trovava la loro differenza di altezza davvero adorabile.

La biondo fragola si schiarì la voce, più per recuperare un po' di contegno che per altro, e si volto ad aprire la porta, "Che ci fai qua?, chiese, evitando di rispondere alla domanda del moro.

"Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, Lydia", la provocò guadagnandosi uno sguardo di fuoco in risposta, "Volevo solo sapere come stavi. Ieri sera non sembravi tanto lucida".

I due ragazzi entrarono in casa e Lydia lanciò i suoi occhiali da sole sul divano, "Sto benissimo".

Stiles non rispose, limitandosi ad osservarla con occhi curiosi: non sembrava stare bene, per niente.

Conosceva Lydia e sapeva che quando la ragazza si comportava così era inutile insistere. Quindi fece l'unica cosa che gli passò per la mente, cambiò argomento, "Sai, l'altro giorno, di sopra, ho visto delle foto di Allison. Mi... Si, insomma, ne hai delle altre?".

Gli occhi verdi di Lydia si addolcirono all'istante, il tono di voce insicuro di Stiles le aveva fatto sciogliere il cuore.

Lydia sapeva che ci teneva davvero ad essere un buon padre per loro figlia e lei non avrebbe desiderato nessun altro al suo posto.

"Certo", sorridendo lo invitò ad accomodarsi sul divano.

Dopo poco Lydia lo raggiunse, almeno 5 album di fotografie si trovavano tra le sue braccia e Stiles non poté reprimere un sorriso nel vederla quasi correre verso di lui emozionata.

I primi due album erano i più recenti, le fotografie riguardavano gli ultimi due anni.

C'erano foto di Allison all'asilo, al parco sulle altalene o mentre faceva lo scivolo sorridendo, ad una festa in maschera vestita da Elsa di Frozen, Lydia gli aveva detto che era ossessionata da quel cartone animato.

In molte altre c'era anche Lydia, Stiles era sicuro di averne vista qualcuna nella camera della ragazza, e la biondo fragola ogni tanto indicava qualche foto per raccontagli qualche aneddoto sorridendo.

I ricordi le facevano brillare gli occhi verdi, rendendoli ancora più splendenti e belli: Stiles alternava lo sguardo da quegli smeraldi meravigliosi alle labbra carnose lasciate al naturale, rapito dalla bellezza della ragazza che gli aveva rubato il cuore.

Quando iniziarono a sfogliare il terzo album, il cuore di Stiles prese a battere all'impazzata.

Sulla prima pagina c'era una fotografia di Lydia: la ragazza indossava un morbido vestito rosa confetto, la sua pancia era ben visibile e un grande sorriso si faceva spazio sul suo viso.

"Qui ero incinta di sette mesi", gli spiegò lei sorridendo, "Si, so che ero parecchio grassa".

Il viso di Stiles scattò immediatamente a quelle parole, i suoi occhi nocciola si tuffarono in quelli verdi di lei tanto che Lydia poté scorgere quelle pagliuzze dorate che tanto amava.

Un leggero rossore si manifestò sul viso di Lydia quando lui alzò una mano per afferrare una ciocca di capelli biondo fragola e mettergliela dietro l'orecchio sinistro.

"Eri bellissima, Lyds", sussurrò lui avvicinandosi maggiormente alla ragazza e spostando la mano sul suo collo candido.

Lydia si sentì avvampare a quelle parole, quel nomignolo con cui Stiles era solito chiamarla alle superiori e quelle mani grandi e callose sul suo corpo le diedero la pelle d'oca.

Le dita di Stiles continuavano ad accarezzarle dolcemente il collo, gli occhi lucidi non si staccavano da quelli della ragazza, che era emozionata allo stesso modo.

"Sei bellissima", aggiunse prima di prendere il volto di Lydia tra le mani e far scontrare le loro labbra in un bacio che entrambi avevano desiderato per troppo tempo.

Angolo autrice:
Buon pomeriggio!
Come state? Io sono felicissima, la scuola è finalmente finita e sono libera!!!
Ora avrò molto più tempo per scrivere (starò tutti i giorni a dormire e recuperare serie tv😉). Sul capitolo non ho molto da dire, anche perché non voglio spoilerare niente. Lasciatemi un voto e un commento per farmi sapere cosa ne pensate.
A mercoledì.
Un bacione❤️😘.

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