Capitolo quindici
Lydia si stava appuntando gli orecchini dorati quando la porta di camera sua si aprì e come un tornado Allison irruppe nella stanza, "Mamma!", la chiamò, cercando di aggiustarsi le spalline del vestitino rosa senza sporcare la stoffa con le sue manine sporche di cioccolato. Inutile dire che avrebbe rovinosamente fallito se lei non fosse intervenuta.
"Allison, amore, si può sapere perché stai mangiando? Ora ti si rovinerà l'appetito e a cena non mangerai niente", disse avvicinandosi frettolosamente a sua figlia, perché erano già in ritardo e non poteva permettersi un contrattempo simile.
Chinandosi sulle ginocchia, e Lydia ringraziò il cielo per essere ancora scalza e non sui tacchi che non le avrebbero garantito nulla se non una dolorosa caduta, si mise all'altezza della bambina, rialzando la stoffa che era caduta dalla sua spalla minuta.
"Avevo fame", fu l'unica risposta che ricevette da Allison che, con un'alzata di spalle, parve quasi scocciata dal rimprovero della madre. Cosa poteva mai farle di male una merendina prima di cena?!
La giovane donna sbruffò impercettibilmente prima di prendere un fazzoletto dalla scatola sul suo comodino e pulirle minuziosamente le mani. Dopo essersi assicurata che ogni traccia di cioccolato fosse stata rimossa, prese le scarpette bianche ai piedi del letto e l'aiutò ad indossarle prima di mettere a sua volta le sue scarpe rosse con i tacchi.
Quando Stiles le aveva riaccompagnate a casa, ormai parecchie ore prima, aveva promesso che la sera stessa le avrebbe portate fuori a cena. Allison aveva battuto le mani contenta a quell'invito e Lydia gli aveva rivolto un sorriso che non aveva bisogno di spiegazioni: quegli occhi splendenti parlavano da se.
Sulla porta di casa, con Allison ormai fuori portata di vista perché corsa dentro l'appartamento, i due si erano scambiati un veloce bacio sulle labbra e lui, ancora incollato alla sua bocca, le aveva sussurrato di vestirsi elegante, perché le avrebbe sorprese. Lydia non poté fare a meno di annuire, perché quel ragazzo la sorprendeva ogni volta.
Voltandosi un'ultima volta verso lo specchio, Lydia si compiacque del suo aspetto e, dopo essersi ravvivata i boccoli biondo fragola che prima aveva fatto a lei e a sua figlia, si passò cautamente le mani sulla gonna morbida del suo vestitino bianco. Il suo iPhone squillò per una volta, il nome di Stiles ben visibile sul display, e questo fu abbastanza perché Lydia afferrasse la mano di sua figlia per dirigersi al piano di sotto.
Quando aprì la porta di casa, Lydia sentì il respiro mancarle per qualche secondo e il cuore perdere un battito per ricominciare a pomparle forsennatamente nel petto. Sulla soglia di casa sua c'era il ragazzo dei suoi sogni con una camicia e un sorriso compiaciuto sul viso: il bastardo sapeva l'effetto che le faceva.
Le spalle possenti e larghe erano fasciate alla perfezione dall'aderente tessuto blu e le maniche erano state arrotolate fino al gomito, rendendo ben visibili quegli avambracci e le vene presenti su di essi, "Siete pronte, principesse?".
Lydia sembrò risvegliarsi dopo quelle parole, il nomignolo le aveva fatto salire un leggero rossore alle guance ma sperava che si sarebbe mimetizzato con il blush che aveva applicato.
La bambina al suo fianco alzò le braccia al cielo, urlando un semplice 'Si' prima di correre velocemente verso la Jeep del ragazzo, ancora aperta.
Stiles scosse la testa divertito dalla reazione della bambina, riusciva davvero a comprendere da chi avesse preso quel lato del carattere così gioioso e vitale: a volte gli sembrava di rivedere in sua figlia quel bambino iperattivo e sempre sorridente che era stato.
Voltandosi verso la ragazza, rimase piacevolmente colpito quando la scoprì a guardarlo mordendosi il labbro inferiore. Alzò un angolo della sua bocca in un sorriso sornione prima di avvicinarsi e carezzarle leggermente una ciocca di capelli ramati, "Dio, come sei bella".
Un calore pervase le guance della ragazza, la gola asciutta che Lydia cercò di aiutare deglutendo vistosamente. Lui le lasciò un bacio sulla guancia, decisamente troppo vicino alle sue labbra per essere innocente, prima di intrecciare le loro mani e guidarla verso l'auto parcheggiata sul viale.
Le gambe di Lydia talmente molli che dovette aggrapparsi a lui con così tanta forza che Stiles sciolse la stretta delle loro mani, e lei si sentì vuota per qualche istante, per circondarle il fianco con lo stesso braccio così da sorreggerla maggiormente.
Lei non riusciva davvero a capacitarsi di quanto Stiles riuscisse a renderla debole e potente allo stesso tempo: passava dal sentirsi fragile come un cristallo a forte come un diamante. Era una sensazione strana, ma l'amore è un qualcosa di inspiegabile e troppo difficile da comprendere.
•••
Meno di un'ora dopo, i tre erano comodamente seduti in un rinomato ristorante italiano appena fuori Beacon Hills. Appena scesa dalla macchina, Lydia era rimasta a bocca aperta alla vista del locale in cui Stiles le aveva portate e lui si era goduto l'espressione positivamente scioccata della ragazza: sapeva di aver colto nel segno.
Dopo poco, un giovane ragazzo dai capelli biondo scuro si avvicinò a loro: dell'uniforme che indossava era facile intuire fosse un cameriere.
"Salve, io sono Liam e sarò il vostro cameriere per questa sera. Cosa prendete da bere?", chiese estraendo il taccuino per le ordinazioni e una penna.
Lydia e Stiles scelsero del vino bianco per la loro cena, mentre per la piccola presero della semplice Coca Cola.
Il ragazzo, Liam, sorrise cortesemente prima di allontanarsi dal tavolo e lasciare i tre a chiacchierare.
"Mamma!", Allison, che era seduta di fianco a Stiles, chiamò Lydia, "Cosa faremo per il mio compleanno?", chiese quando la mamma le rivolse la sua completa attenzione.
Stiles alzò un sopracciglio, colpito da quella domanda, "Quando sarà il tuo compleanno?", domandò a sua volta alla bambina.
Allison girò il viso verso di lui, masticando velocemente i grissini che si trovano al centro del tavolo e dopo aver ingoiato, rispose, "Il quattro maggio", affermò sollevando la mano destra con quattro dita alzate per precisare quanto aveva detto.
Il ragazzo rivolse una veloce occhiata a Lydia, "Non sapevo fosse così vicino". Fece velocemente i conti, mancavano sedici giorni.
Lei alzò le spalle, sorridendo leggermente. Il loro scambio di sguardi fu interrotto dal cameriere, che riempi i loro bicchieri di vino e quello di Allison di bibita gassata, "Avete deciso cosa ordinare?", chiese cortesemente.
Stiles diede una veloce occhiata al menù, prima di scegliere le tagliatelle con i funghi per entrambi e zittire l'accenno di protesta di Lydia con un "Ti piaceranno", accompagnato da un occhiolino.
Allison chiese un piatto di lasagne e Liam se ne andò sorridendo. Lydia si voltò verso sua figlia, "Faremo tutto quello che vuoi, amore mio", affermò dolce e la bambina batté le mani felice con un sorriso che arrivava da un orecchio all'altro.
Stiles, dopo aver bevuto un sorso di vino, tornò a concentrarsi sulla bambina, "E cosa vorresti come regalo di compleanno?", chiese.
Allison sembrò pensarci per un momento, battendo ritmicamente l'indice contro il mento. Poi, il suo sguardo color nocciola si illuminò, "Vorrei un papà".
Lydia sbiancò all'istante, quasi strozzandosi con il vino che stava bevendo: Allison non aveva mai chiesto di suo padre, quindi quell'affermazione la colpì come un secchio d'acqua ghiacciata.
"U-un papà-à?", balbettò dopo essersi ripresa. Sapeva che questo argomento sarebbe stato tirato fuori un giorno, ma non si aspettava che succedesse così, da un momento all'altro senza preavviso. Allison era ancora così piccola e Lydia dubitava che riuscisse a comprendere a pieno cosa significasse avere una famiglia.
Voltandosi verso Stiles, Lydia poté notare in lui lo specchio di se stessa: occhi spalancati e bocca aperta dallo shock. Cosa le avrebbero raccontato?
Con loro grande stupore però, la prima ad interrompere l'interminabile silenzio fu proprio Allison, "All'asilo, tutti i bambini hanno una mamma e un papà. Michael l'altro giorno mi ha preso in giro perché io non ho un papà", affermò con un leggero broncio.
Lydia sentì gli occhi farsi lucidi: non poteva sopportare che la sua piccolina soffrisse per un suo errore. A volte i bambini sanno essere davvero crudeli.
"Allison io-", tentò di dire, ma venne interrotta dalla figlia.
"Io gli ho risposto che ce l'ho un papà. Stiles è il mio papà. Insomma, tu lo vuoi essere?".
Il ragazzo in questione senti il cuore stringersi a quelle parole, un sorriso stampato sul volto, "S-si, Allison. Certo che voglio essere il tuo papà. Sarebbe un onore", affermò stringendola forte in un abbraccio e carezzandole i capelli.
Le lacrime che Lydia cercava di trattenere scesero copiosamente a quella vista e dopo poco si ritrovò a piangere di gioia all'interno di un ristorante pieno di gente. Ma non le importava, le emozioni che stava provando erano decisamente troppo forti per essere combattute.
E quando Stiles, dopo aver lasciato un dolce bacio sulla testa di loro figlia, si voltò verso di lei con gli occhi lucidi, Lydia capì che non avrebbe desiderato essere in nessun altro posto e che la vita le aveva decisamente regalato una seconda opportunità.
Angolo autrice:
Buon pomeriggio cuccioli di foca❤️, come state? Io una favola, non faccio altro che dormire tutto il giorno, mangiare e recuperare serie tv: che vita😍.
Ora, tralasciando la mia vita molto piena, che ve ne pare del capitolo? Io sono molto felice del rapporto che hanno Stiles e Allison, mi fanno troppa tenerezza.
Fatemi sapere cosa ne pensate voi, lasciando una stellina e un commento.
Vi lascio, devo uscire con i miei amici e godermi questa meravigliosa estate, no, ok non esageriamo.
Vi bacio fortissimissimo(?).
Ve se ama❤️❤️❤️.
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