Capitolo diciassette
Quando il venerdì sera Stiles bussò alla porta di casa di Lydia, rimase per un po' a bocca aperta quando lei comparve sulla soglia. Era meravigliosa. Sembrava quasi una dea in quel vestitino viola attillato. Era così bella, che Stiles dimenticava come respirare.
"Wow", riuscì a sussurrare dopo un po', gli occhi che si spostavano dall'orlo del suo abito alla sua scollatura che gli permetteva di intravedere l'inizio dei seni di lei, poi finalmente guardò su e la vide sorridere, "Dio, Lydia. Sei bellissima".
Stiles non aveva intenzione di dirglielo non appena aprì la porta, che cliché, ma la sua bocca non era riuscita a trattenersi. Lei sembrò pensarla diversamente, perché un rossore si sparse sulle sue guance e Stiles per un attimo fu fiero di se stesso: vederla così imbarazzata per merito suo valeva anche mille sdolcinatezze da film romantico da quattro soldi.
"Sei pronta ad andare?", le chiese dopo essersi chinato verso di lei per sistemarle una ciocca di capelli lisci dietro l'orecchio. Lei sembrò tornare alla realtà dopo quel gesto, era troppo impegnata ad osservarlo e godersi la vista.
Era bellissimo, con quella camicia bianca che gli fasciava perfettamente le spalle larghe e gli avambracci lasciati scoperti dalle maniche arrotolate sui gomiti: Lydia desiderava solo poter tracciare con i suoi polpastrelli le vene che gli percorrevano le braccia fino ad arrivare a quelle dita lunghe e affusolate che non vedeva l'ora di sentire addosso e dentro di se.
Lei gli allacciò le braccia attorno al collo, alzandosi sulle punte dei suoi tacchi per baciarlo. Stiles se la portò più vicino, aumentando la presa sulla sua vita e inebriandosi del suo profumo e del suo calore. Lui chiuse gli occhi quando approfondì il bacio, le mani di lei che stringevano i capelli corti della sua nuca.
Le loro lingue si trovarono subito, accarezzandosi per gustare l'uno il sapore dell'altra. Ma per quanto stesse bene in quella posizione, Stiles si obbligò a staccare le loro labbra, facendo combaciare le loro fronti, "Faremo tardi", le ricordò sfiorandole il naso con l'indice.
Lydia sbuffò leggermente, prima di tentare di nuovo ad incollare le loro bocche ma Stiles le afferrò il volto tra le mani, "Ho dei piani davvero fantastici per te stasera", la informò cercando di convincerla ad andare, ma lei sembrò cogliere un altro significato in quelle parole.
"Quindi perché non restiamo qui e li mettiamo in pratica? Per tutta la notte", suggerì sensuale, portando una mano sul volto di lui per unire in una linea invisibile i nei presenti sulle sue guance e sul suo mento.
Lui sorrise solamente, cercando a tutti i costi di non farsi convincere dalla voce languida e dai modi di fare della ragazza, che si stava spingendo sempre più su di lui facendo combaciare i loro petti e mixare i loro respiri affannati. Lydia poté giurare di sentire un accenno della sua erezione scontrarsi con la sua pancia, ma Stiles si staccò immediatamente da lei, facendo scomparire le mani piccole e fredde di lei nelle sue che erano bollenti e grandi.
"E rovinare la nostra serata romantica? No, grazie", affermò giocosamente prima di avvicinare la mano destra della ragazza sul suo viso e posarsela sulla guancia, "Sono davvero, davvero, tentato dalla tua proposta. Ma voglio che stasera sia tutto perfetto per noi due. Per te. Meriti solo il meglio, Lyds", e le lasciò un dolce bacio sul dorso.
Lydia non riuscì a non sorridere, quegli occhioni verdi luminosi si inumidirono per il tono di voce dolce di Stiles, e lui le strofinò delicatamente il labbro inferiore con il pollice, lasciandole un veloce bacio a stampo prima di riallacciare le loro mani, "Andiamo?".
Lei annuì piano, prima di mormorare un grazie a volume talmente basso che pensò che lui non riuscisse a sentire. La sentì e rispose con una semplice scrollata di spalle accompagnata da un sorriso che le fece mancare il fiato per qualche secondo.
Dopo aver chiuso la porta, Stiles la trascinò praticamente nella sua Jeep e lei si fece scappare una risata, "Allora, dove mi porti?", chiese quando entrambi si sedettero nei sedili anteriori e si allacciarono le cinture di sicurezza.
Il sorriso di Stiles si trasformò in un ghigno beffardo, "Non te lo dico", la canzonò scuotendo la testa. Lei lo osservò con gli occhi socchiusi fingendosi arrabbiata e lui le afferrò la mano, baciandole le nocche. Era una cosa che sembrava gli piacesse tanto fare e Lydia non se ne lamentava, per niente.
"Sai, mio padre era davvero felice di badare ad Allison", parlò dopo un po' Stiles. Erano fermi ad un semaforo rosso dopo aver guidato per almeno mezz'ora, Lydia non aveva idea di dove fossero diretti, ma le sembrava che si stessero spostando verso la costa. Il tempo in auto stava trascorrendo tranquillo, Stiles aveva regolato la radio ad un volume appena udibile, così le canzoni trasmesse avrebbero fatto da sottofondo alle loro parole.
Lydia sorrise, "Anche Allison non vedeva l'ora di passare un po' di tempo con suo nonno", rispose cercando distrattamente di leggere i cartelli delle indicazioni stradali. Si, si stavano decisamente spostando verso la costa.
"Cosa faremo per il suo compleanno?", continuò Stiles, voltandosi per un secondo verso di lei prima di spingere il piede sull'acceleratore e riavviare la macchina quando la luce si fece verde.
Lydia spostò lo sguardo dal finestrino al ragazzo alla sua sinistra, il suo cuore aveva preso a battere più forte quando pensò che questo sarebbe stato il primo compleanno per Allison insieme a suo padre.
"Pensavo ad una festa a casa, con i suoi compagni d'asilo e qualche adulto", spiegò prima di ricevere uno sguardo leggermente perplesso, "Mia madre, tuo padre, Scott e Kira, la mia amica Cora...", elencò la ragazza, "Hai qualcun altro da invitare?".
Stiles intrecciò le loro dita, posando l'unione delle loro mani sul cambio, guardando nella sua direzione per un attimo prima di tornare a concentrarsi sulla strada, "Mi basta che ci siate voi due".
•••
"Chiudi gli occhi ed aspetta".
Lydia fece come lui le aveva ordinato, abbassando le palpebre e concentrandosi sul suo udito: alla sua sinistra sentì un leggero click e poi la portiera che si apriva per poi venire sbattuta con leggera forza.
Erano in una sorta di parcheggio desolato, a cui erano arrivati dopo aver attraversato un viale di alberi; o almeno quello era riuscita a vedere Lydia prima di chiudere gli occhi. Lei udì qualcuno, Stiles, camminare velocemente sui ciottoli che ricoprivano il terreno e poi lo sportello alla sua destra si aprì all'improvviso e lui le slacciò la cintura prima di afferrarle i fianchi con entrambe le mani per alzarla e farla uscire dal veicolo.
Lydia si lasciò sfuggire uno sbuffo di risata, perché si sentiva una bambina nelle sue mani e la cosa non le dispiaceva affatto. Con ancora gli occhi chiusi, lei cercò a tentoni il suo viso per lasciargli un bacio sulle labbra che si fece più intenso quando lui la fece indietreggiare, praticamente intrappolandola tra il suo corpo e la sua macchina, e tracciò il contorno delle labbra di lei con la sua lingua, garantendosi l'accesso alla sua bocca.
Quando si staccarono, entrambi con il fiato corto, lui le afferrò di nuovo la mano, "Ora puoi aprire gli occhi".
Lydia lo fece e quello che le si presentò davanti agli occhi le fece spalancare la bocca: erano su una spiaggia fantastica, ora si spiegava l'odore di salsedine che aveva percepito prima di perdersi nel loro intenso bacio, la luna si specchiava nell'oceano e le stelle brillavano nel cielo blu notte.
"È meraviglioso", riuscì ad articolare dopo poco, gli occhi verdi saettavano da un punto all'altro, incapaci di resistere a tanta bellezza. Lo sguardo di Stiles invece, reso ancora più chiaro dalla luce della luna, era fisso sulla ragazza al suo fianco e sul sorriso enorme che si espandeva sul suo viso facendo mostra di quelle tenerissime fossette ai lati della bocca e non poté fare a meno di concordare, era davvero meraviglioso.
Stiles strizzò leggermente la sua mano, prima di condurla verso la vera sorpresa. Lydia adorava la sensazione della sabbia fredda sotto ai piedi, quindi si sfilò velocemente i tacchi color carne per camminare scalza. Lui sorrise quando infantilmente lei iniziò a correre sulla sabbia chiara ridendo fragorosamente e trascinandoselo dietro.
Quella risata era il suo suono preferito.
Poco dopo Stiles la imitò, togliendosi le scarpe e le calze e lasciandole in un punto imprecisato della spiaggia, e la guidò verso quello a cui aveva lavorato tutto il pomeriggio. A terra, quasi in riva al mare, era steso un piumone bianco come la neve, dei cuscini rossi erano sparsi qua e là su di esso e un cestino da picnic ne occupava il centro.
"So che non è una cena in un ristorante di lusso ma-", inizia lui voltandosi a guardarla ma lei lo interruppe facendo scontrare le loro labbra.
"È perfetto", sussurrò sulla sua bocca quando si staccarono per riprendere fiato, due sorrisi luminosi su entrambe le loro facce.
Si sedettero sul tessuto morbido e Stiles aprì il cestino per porgerle dei sandwich al burro di arachidi e marmellata che aveva fatto lui stesso. Lydia ne afferrò uno e scartò velocemente la carta che lo avvolgeva prima di mordere. Dio, erano i suoi preferiti e lui lo sapeva.
Si lasciò scappare un leggero sospiro quando quel sapore dolce invase le sue papille gustative e Stiles strinse i denti attorno al suo sandwich al prosciutto. Non era giusto che Lydia fosse così meravigliosa e sexy anche mentre mangiava.
Lei mandò giù l'ultimo boccone mentre Stiles stava bevendo un bicchiere di soda, "Aspetta, sei sporca qui", la avvisò prima di passarle la punta del pollice sull'angolo della bocca carnosa, rimuovendo così il burro di arachidi e infilandosi il dito in bocca, leccandone via ogni traccia.
Lydia boccheggiò per un attimo prima di chinarsi verso di lui e baciargli via quel sorrisetto compiaciuto dalle labbra. Il suo solito sapore di menta era alterato dalla soda e dal burro di arachidi ancora percepibile sulla punta della sua lingua.
Stiles la baciò a sua volta con tutto l'ardore possibile e inevitabilmente il bacio crebbe di intensità, mentre le mani di lui si facevano sempre più bramose afferrandola dalla vita e mettendola a sedere sul proprio bacino. Erano anni che nessuno la toccava così, ma probabilmente nessun altro lo aveva mai fatto con la stessa passione. La desiderava così tanto, Lydia riusciva a sentirlo.
Lui interruppe il bacio solo per spostare le sue labbra ancora gonfie e bagnate sul collo candido di Lydia. Le sue mani si spostarono sulle braccia di lei, scivolando lentamente fino a legare insieme le loro dita di entrambe le mani e spostarle ai lati dei loro corpi. Le strinse le mani, muovendo labbra sempre più oltre e più in basso sul collo di lei. Il petto di Lydia si alzò e si abbassò velocemente non appena lui raggiunse un punto appena sotto la sua clavicola. Lui alzò per un secondo gli occhi verso di lei, vedendola strizzare le palpebre e aprire la bocca.
Stiles si inclinò di nuovo, più determinato che mai. Succhiò su quel punto particolarmente sensibile, lasciando poi un leggero morso. Inumidì quel tratto di pelle con la sua lingua prima di soffiare e far salire i brividi a Lydia, che si stava praticamente strofinando contro la sua erezione ben evidente, sempre più desiderosa di maggiore frizione.
Lui continuò a tracciare con la lingua quel marchio color porpora che spiccava sulla pelle d'alabastro di Lydia. Stiles sorrise soddisfatto quando la immaginò impazzire perché le aveva lasciato un succhiotto, ma ci avrebbe pensato il mattino seguente. Ora era troppo impegnato a godersi la visione di lei che ansimava e gemeva su di lui mentre le sue labbra erano ancora impegnate a baciare, leccare e mordere ogni centimetro di pelle lasciata a disposizione.
Aveva sbagliato prima, era decisamente questo il suo suono preferito.
Lei aprì improvvisamente gli occhi quando Stiles staccò la bocca da lei e lasciò la presa sulle sue mani solo per sistemarle i capelli ormai tutti disordinati dietro le orecchie. Gli occhi lucidi e appannati dal piacere di Lydia osservarono per un po' il volto appagato di Stiles, "Perché sorridi?", chiese con la voce ancora un po' roca.
Lui fece sfiorare dolcemente le punte dei loro nasi, lasciandole una sorta di bacio eschimese che fece sorridere anche lei, "Vedi, di solito non è questo che si fa ad un primo appuntamento. Si parla, ci si conosce a vicenda", spiegò alla fine.
Lydia alzò una spalla, passando le mani tra i capelli scuri di lui, "Ti conosco benissimo", disse prima di dargli un piccolo bacio sulle labbra, "E poi non mi accade da anni, è come se fosse tutto nuovo per me", si giustificò cercando di allentare la tensione.
Al contrario però le sopracciglia di Stiles si aggrottarono, "Che intendi?", domandò curioso.
Lei sentì un leggero calore invaderle le guance, "Questo", affermò brevemente spostando l'indice in aria per indicare loro due, e l'intera situazione, sperando di non ricevere altri quesiti. Stiles piegò impercettibilmente la testa verso destra, mordendosi le labbra cercando di capire.
Lei nascose il viso nel suo petto prima di parlare, era davvero imbarazzante, "Non sto con un uomo da anni, Stiles", sussurrò, la voce quasi soffocata dalla pelle calda del collo di lui sotto la sua bocca.
"Davvero?", chiese lui accarezzandole i capelli biondo fragola, tentando di farla sentire di nuovo a suo agio. Per tutta risposta lei annuì sul suo petto, strofinando il naso contro lo sterno di lui.
Stiles prese il viso di lei tra lei mani, tracciando con i pollici piccoli cerchi sugli zigomi alti, "Da quanto?", continuò e lei mormorò qualcosa di incomprensibile abbassando lo sguardo imbarazzata.
Lui applicò una leggera pressione sul suo mento e i loro occhi tornarono a fondersi, "Più di due anni", ammise timidamente. Stiles si lasciò scappare un leggero sospiro, perché, cazzo, i pensieri che invadevano la sua mente gli facevano salire la pelle d'oca.
Lydia sentì il suo membro irrigidirsi sempre di più sotto di lei e non poté far a meno di rivolgergli un'occhiata perplessa a cui lui rispose avvicinandosi maggiormente, "È che ti immagino così stretta attorno a me", le sussurrò all'orecchio afferrando tra i denti la pelle chiara proprio sotto di esso e stringendo le mani attorno alle sue cosce lisce.
Quelle parole percorsero velocemente la mente di Lydia, facendo prima nascere un brivido lungo la sua schiena e poi addentrandosi in profondità dentro le sue gambe, proprio in corrispondenza del suo centro bagnato e caldo.
Abbassandosi verso la sua bocca, Stiles aumento sempre più la presa sulle cosce di lei, posizionandola meglio sul suo bacino e inglobando un gemito che la ragazza si stava lasciando sfuggire nelle sue labbra, baciandola con passione.
Questa volta ad allontanarsi fu Lydia, che, continuando a lasciare baci a stampo sulle labbra di lui, gli chiese, "Andiamo a casa?".
Allora Stiles si alzò in piedi tutto di un colpo, con ancora Lydia tra le braccia, e si diresse verso la sua macchina. Perché nessuno dice mai di no a Lydia Martin, e lui non desiderava proprio interrompere la tradizione.
Angolo autrice:
Salveee❤️, tutto bene?
Io meravigliosamente, anche se fa decisamente troppo caldo😖.
Purtroppo devo scappare, quindi vi dico solo che il prossimo capitolo sarà quello che tutti aspettavate.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, lasciate una stellina e un commento e fatemi sapere che ne pensate.
A mercoledì.
Un bacio😘❤️.
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