56.

«Perché sei qui?» mi metto subito sulla difensiva.

«Io, ehm... Mi dispiace, Annie», si passa una mano tra i capelli.

«Per cosa?»

«Per tutto».

Mi trattengo dal ridergli in faccia. «Se hai fatto tutto questo per chiedermi scusa hai davvero sprecato il tuo tempo». Non è da me usare toni così aspri ma è forse l'unica arma che mi è rimasta per proteggermi.

«Volevo che ricordassi alcuni dei momenti più belli che abbiamo passato insieme...» come se potessi mai dimenticarli, «...e farti capire che li ho vissuti insieme a te, che per me sono stati importanti come lo sono stati per te».

«Davvero?»

«Dio, Annie, sì. Pensi veramente il contrario?» Si avvicina in uno scatto, eliminando la distanza tra noi in poche falcate. Allunga una mano a sfiorare la mia ma la ritraggo subito e mi allontano, non posso permettergli di toccarmi.

Reprimo il desiderio di cedere alle sue carezze e lasciarmi cullare dal calore delle sue mani.

Henri dischiude le labbra, non dice niente ma, a giudicare dall'espressione del suo viso, sembra ferito. Vederlo così fa star male anche me e vorrei prendermi a sberle per questa mia debolezza.

No, non mi lascerò ammaliare dai suoi modi gentili o dal suo sguardo dispiaciuto, non questa volta. Faccio un altro passo indietro e incrocio le braccia al petto a farmi da scudo.

«A parole sei molto bravo ma a fatti...»

«Se ti riferisci a Krystal, io-»

«Lei è solo l'ultima della lista», non riesco a non commentare acidamente.

«Io non...lei è...»

«Lasciami indovinare, è solo un'amica, giusto?» interrompo il suo balbettare. «Dopo aver chiuso con me hai resistito quanto prima di correre da lei, una settimana? Non devi darmi spiegazioni, sei libero di frequentare chi vuoi, ma non dovresti essere qui, ora», faccio per voltarmi ma lui mi trattiene per un braccio.

«Non è andata così», mi stringe un po' più forte. «Erano uscite le foto di te e Lucas e credevo che...» lascia cadere la sua mano e il silenzio.

«Cosa» lo sfido con uno sguardo, «che avessimo passato la notte insieme dopo tutto quello che era successo? Seriamente, Henri?». Non so se mi senta più offesa o delusa.

«Non ci ho creduto all'inizio ma ho trovato i vestiti che ti avevo prestato in camera di Lucas e lui non ha detto niente per smentirlo, anzi, ha cercato di farmelo credere in ogni modo, non so nemmeno perché. Cos'altro potevo pensare? Cosa penseresti tu se Maddie ti lasciasse intendere di essere stata a letto con me?»

Sostengo il suo sguardo per qualche istante poi lo abbasso senza rispondere. In fondo, non posso biasimarlo per averci creduto, ho sentito io stessa come Lucas l'abbia provocato e abbia detto di tutto per fargli credere che ci fosse qualcosa tra noi.

«Comunque», ricomincia a spiegare schiarendosi la voce, «ho evitato ogni contatto non strettamente necessario con Lucas, ho resistito solo perché, di lì a qualche giorno, avremmo avuto una pausa e finalmente non avrei dovuto vederlo per un po' e sarei stato in pace, invece, non ho fatto altro che pensare a te e lui insieme. Sono arrivato a considerare l'idea di seguirlo per, non so, vedere se vi foste incontrati, se tu fossi felice con lui».

«Cosa?» mi sfugge con voce più acuta del solito.

Alza le spalle in risposta, arrossendo appena come qualcuno che abbia accidentalmente confessato un pensiero intimo e se ne vergognasse.

«Non l'ho fatto davvero ma ho capito che dovevo trovare un diversivo, un modo per smettere di immaginarmi voi due mentre...» scuote la testa a voler scacciare quel pensiero riavviandosi i capelli. «Krystal mi aveva proposto quel viaggio settimane prima ma non ho mai pensato di accettare perché volevo passare quel tempo con te. Poi, però, abbiamo litigato, sono uscite quelle foto e alla fine ho accettato per tenermi occupato. Lo so che non è una motivazione valida, non sono fiero di questa scelta ma mi sembrava l'unica possibile in quel momento». Si passa nuovamente una mano tra i lunghi capelli, visibilmente agitato. Sembra riflettere un po', come a voler formulare correttamente un pensiero non ancora espresso. «È stato così ogni volta anche se non ho mai voluto ammetterlo. Ho frequentato altre ragazze solo perché non volevo farmi coinvolgere da te».

«Oh, ti prego, risparmiami queste frasi da commedia romantica. Puoi, per una volta, essere sincero?» sbotto dalla frustrazione.

«Lo sono sempre stato e lo sono tuttora! Per tutto questo tempo, non ho fatto altro che tentare di tenerti a distanza: ti ho proposto di vederci senza impegno però poi sono impazzito quando ho visto la foto di te che ballavi con quel tipo; sei l'unica che abbia presentato ai ragazzi; l'unica a cui scrivessi o chiamassi ogni giorno e non sento così spesso nemmeno mia madre; l'unica che potesse accedere all'hotel in cui soggiornavamo ogni volta che volesse; hai persino il numero di telefono di Paul e solo i nostri famigliari ce l'hanno».

«È proprio questo il punto: mi hai sempre trattato come fossi qualcosa di speciale, me l'hai fatto credere per tutto il tempo quando, in realtà, non ti sono mai bastata», pronuncio sottovoce, non ho più la forza nemmeno per gridare.

«Era un modo per... cercavo di starti lontano, di illudermi che non fossi totalmente preso da te; in questi ultimi mesi ho provato a dimenticarti, a ripetermi che era meglio per te, a rimpiazzarti, ti ho perfino odiato per avermi reso così dipendente da te ma non è servito a niente. Io voglio solo te».

Abbasso la testa per nascondere, complice la notte che ha ormai preso il sopravvento sulla luce del giorno, il sorrisetto che si è insinuato spontaneamente tra le mie labbra e, per un attimo di stupida debolezza, lascio l'emozione prendere il sopravvento e riempirmi il cuore. Mi lascio attraversare da questa folle euforia che mi prende alla sprovvista e quasi mi abbandono ad essa.

Vorrei far sorridere di nuovo quel paio di occhi tristi che cercano di leggermi dentro e vedere spuntare le sue inconfondibili fossette; vorrei assaporare le sue labbra rosa e toccare ancora una volta i suoi riccioli.

Ma l'attimo passa e la realtà si ripresenta con prepotenza nella mia mente. Una realtà in cui, dopo esserci incontrati fugacemente, abbiamo preso strade diverse e ora siamo distanti anni luce.

«Ti prego di' qualcosa».

«Cosa ti aspetti che dica?»

«Qualsiasi cosa», la sua voce profonda mi fa venire i brividi.

«Rientro oggi in Inghilterra dopo due mesi passati in Italia per cercare di far pace con il mio passato e allontanarmi da tutto questo», muovo una mano nello spazio tra me e lui, «e mi ritrovo a fare la trottola per tutta Londra e Manchester, per poi arrivare qui e sentirmi dire cose che avrei voluto ascoltare due anni fa».

«Mi dispiace, se avessi avuto più tempo a disposizione avrei aspettato ma domani ripartiamo per il tour e avevo bisogno di incontrarti. So che avrei dovuto dirtelo molto tempo fa, Dio sono stato così stupido, credevo di fare la cosa più giusta per entrambi».

«Perché adesso?» trovo il coraggio di chiedere.

«Perché sono stanco di reprimere quello che sento. Perché le ho provate tutte tranne l'unica cosa che dovevo fare dall'inizio: stare con te fino in fondo», mi sorride speranzoso.

«Abbiamo avuto un mare di occasioni, se le cose non sono mai andate per il verso giusto forse è il caso di smettere di accanirci tanto e ammettere che non siamo compatibili».

«Non siamo compatibili», ripete lasciando cadere il sorriso. «Ne sei proprio convinta?» aggiunge dopo un po' con voce suadente.

«Certo», ribatto subito.

Henri prende ad avvicinarsi senza distogliere lo sguardo dal mio come un predatore che ha adocchiato la sua preda e attende il momento adatto per sferrare l'attacco. Io indietreggio ad ogni suo passo ma ben presto il muro blocca la mia ritirata e le sue dita che si stringono intorno ai miei polsi non mi lasciano via di scampo.

«Davvero?» mi sussurra all'orecchio prima di posare un leggerissimo bacio sulla pelle sottostante.

«Henri», mormoro quasi in una supplica, non so se per farlo smettere o continuare.

Espiro rumorosamente restando immobile in attesa che la mia mente torni a funzionare normalmente e mi aiuti a riprendere il controllo. Ma è troppo tardi per evitare l'impatto.

Henri mi bacia, con dolcezza ma anche decisione e, finalmente, tutto sembra ritrovare un senso. Lascio libere le mie labbra di rispondere alle sue mentre lui sposta le sue mani sulle mie guance. Stringo la sua maglietta per i fianchi e lo avvicino di più a me, ho un disperato bisogno di sentirmelo addosso, di sentire che, solo per una manciata di secondi, possiamo essere di nuovo quelli che eravamo quella notte dopo il primo concerto dei JU a cui ho assistito, quando ancora non c'erano modelle né foto né paparazzi di mezzo.

«Non siamo semplicemente compatibili, siamo fatti apposta per incastrarci come due metà di una stessa cosa», soffia sulle mie labbra allontanandosi appena dopo il bacio.

«Questo non cambia niente», riprendo fiato a fatica.

«Anche tu sei molto brava a parole ma ti contraddici a fatti», mi mostra le sue fossette come ogni volta che sorride così.

«Penso che dovresti andare a usare queste frasi da rimorchio con qualcun'altra», lo spingo via.

«Ti chiamo domani», indietreggia infilandosi le mani in tasca sempre col sorriso sulle labbra.

«No, Henri. Non voglio che mi chiami», ribadisco con fermezza.

«Lo farò lo stesso», continua imperterrito.

«Non risponderò».

«Vorrà dire che chiamerò finché non risponderai. Buonanotte, Annie».

Se ne va così, come un alito di vento.

Mi appoggio di schiena al muro accanto a me e mi lascio scivolare giù fino a sedermi per terra con le ginocchia piegate. Appoggio la fronte su esse e lascio che il mio cuore riprenda a battere normalmente mentre qualche lacrima sfugge al mio controllo.

«Annie», mi chiama Maddie.

Appena alzo la testa a guardarla, comincio a singhiozzare. Lei si mette al mio fianco e mi abbraccia senza dire una parola, cosa di cui le sono immensamente grata.

«Io-io non ce la faccio», balbetto dopo qualche minuto.

«A fare cosa?»

«A stare senza di lui», dico tra i singhiozzi.

«Perché l'hai lasciato andare, allora?»

«Perché non riesco nemmeno a stare con lui».

****************************

Ci siamo! La fine sta arrivando davvero.
Il prossimo capitolo (forse due se viene troppo lungo) sarà l'ultimo.
Spero che il viaggio sia stato piacevole, fatemi sapere cosa vi aspettate o cosa sperate per i nostri Annie e Henri.

Z.

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