2.

Scendo le scale come una furia. Non sono mai stata così in ritardo prima d'ora ma, per qualche strano motivo, non riuscivo proprio ad alzarmi dal letto stamattina.
Prendo da un piatto sul tavolo una fetta di pane tostato preparato da zia Katie prima di andare in pasticceria, il cappotto all'ingresso ed esco nella fredda mattinata di febbraio.
Comincio a mangiare il toast mentre corro verso la fermata dell'autobus, certa di non riuscire a fare in tempo. Accelero ancora e, inaspettatamente, arrivo un secondo prima che le porte si chiudano. Mi siedo col fiatone e sospiro di sollievo prima di riprendere a respirare normalmente.
Quando arrivo in classe, Maddie mi accoglie con uno sguardo di rimprovero.
«Ce l'hai fatta! Pensavo non venissi più», parla sottovoce sporgendosi dal suo banco.
«Ho fatto tardi. Non puoi immaginare che corsa ho fatto per prendere l'ultimo autobus», le spiego mentre il professore richiama la nostra attenzione.
«Devo raccontarti una cosa a pranzo. Quando l'ho scoperto ieri sera per poco non ho fatto cadere il pc dal letto», non capisco se sia più arrabbiata o eccitata ma non indago ulteriormente. Tanto a pranzo mi racconterà, come sempre, ogni dettaglio, lo farebbe anche contro la mia volontà.
Infatti, appena ci sediamo in uno dei tavolini della mensa inizia il suo monologo.
Mentre provo a sistemarlo sulla sedia, mi cade il cappotto. Mi abbasso a raccoglierlo sbuffando e noto qualcosa spuntare fuori da una tasca. Mi avvicino con timore a quel rettangolino di carta e aggrotto spontaneamente le ciglia quando mi accorgo di cosa si tratta. È la foto scattata ieri da zia Katie, quella che ritrae me ed Henri.
Sapevo che l'avrebbe fatta stampare per poi darla ad Ashley ma non capisco come sia finita nella tasca del mio cappotto.
Maddie deve rendersi conto che non la sto ascoltando da molti minuti ormai poiché, vedendomi intenta ad osservare il pezzo di carta che tengo tra le mani, si allunga a sfilarmelo senza preavviso.
«Cosa guardi di tanto interessante?»
Non faccio neanche in tempo a pensare di rispondere qualcosa, una frazione di secondo dopo avermi strappato di mano la foto, lancia un urlo di sorpresa che fa voltare verso di noi almeno la metà degli studenti presenti. Ci osservano alcuni incuriositi, altri infastiditi mentre Maddie continua ad ammirare la foto a bocca aperta.
«Sei pazza ad urlare così?» la riprendo mantenendo il tono di voce basso mentre sorrido in imbarazzo a chi ci sta ancora guardando.
«Hai incontrato Henri dei Just Us e non mi dici niente?» domanda con voce stridula.
«Abbassa la voce, accidenti!» le do un colpetto sul braccio.
«Oddio, non posso crederci. Quando è successo? Raccontami tutto. Com'è lui di persona? Dove vi siete incontrati? Ma aspetta, questo è il laboratorio della tua pasticceria? E...»
«Calma, calma», la interrompo.
«No, niente calma, voglio sapere tutto», mi lancia uno sguardo minaccioso.
«D'accordo ma respira», la prendo in giro guadagnandomi un'altra occhiataccia. Poi, non avendo altra scelta, le racconto tutto. Lei rimane in silenzio, lascia perdere persino il pranzo e, per tutto il tempo, mi fissa con gli occhi spalancati.
«Non posso credere che tu non l'abbia riconosciuto», mi rimprovera. «Non fanno che parlare di loro dappertutto, sono la rivelazione del programma A new talent UK», mi dice incredula.
«Lo sai che non seguo queste cose», cerco di giustificarmi.
«Oggi pomeriggio passa da me, ti do un po' di ripetizioni», mi comunica in tono perentorio. «Non sto scherzando», continua prima che possa dire qualsiasi cosa.

Dopo un paio d'ore in pasticceria, invece di rientrare a casa mia e buttarmi finalmente sul divano per una manciata di minuti prima di preparare la cena, mi dirigo verso casa di Maddie. Lei mi aspetta in camera sua con il pc acceso e diverse pagine web aperte. Sono davvero qui per parlare dei Just Us invece di studiare? Non posso credere di essermi fatta incastrare in questa cosa.
Maddie inizia subito a mostrarmi qualche foto e a raccontarmi di come Henri, Lake, Lucas, Nick e Zack si siano conosciuti presentandosi singolarmente ai provini per il programma A new talent UK. Durante le selezioni, dopo essere stati scartati come cantanti singoli, è stato loro proposto di unirsi a formare una band e di continuare il percorso come gruppo. Sono entrati nel programma e sono arrivati in finale classificandosi però solo al terzo posto. Un'ingiustizia a detta sua. Nonostante non abbiano vinto, gli è stato offerto un grosso contratto discografico e, in questo periodo, stanno registrando il loro primo album mentre sono in tour per tutta la Gran Bretagna con gli altri partecipanti del talent show. Ovviamente, lei non vede l'ora che vengano passate alla radio i primi brani estratti dall'album.
Dopo le informazioni sulla nascita della band, la "lezione" continua con aneddoti, curiosità su ogni membro e con anticipazioni riguardanti le canzoni del nuovo album. Non so nemmeno come faccia ad avere tutte queste informazioni ma, a quanto pare, lei non è l'unica ad essere così informata e, anzi, non è nemmeno una delle loro fan più sfegatate. Mi ha raccontato di ragazze che li hanno aspettati per ore fuori dagli studi televisivi per vederli anche solo per pochi secondi. È anche capitato che qualcuna di queste scavalcasse le barriere per correre incontro ai ragazzi costringendo gli uomini della sicurezza a bloccarle e allontanarle con la forza.
Stando alle sue parole, le fan si stanno moltiplicando a macchia d'olio. I tantissimi blog, articoli, video pubblicati ogni giorno ne sono la prova.
Quando esco dalla sua camera per tornare a casa sono un po' frastornata da tutte le informazioni ricevute. Non capisco nemmeno a cosa mi servano in realtà. Non ho intenzione di impazzire e inseguire i Just Us per tutta l'Inghilterra.
Appena metto piede in camera mia, il mio cellulare prende a squillare. È Maddie.
«Ho dimenticato qualcosa da te?» le chiedo subito.
«Entra subito su Twitter, devi assolutamente vedere una cosa», dal tono di voce capisco che è eccitatissima. «L'ho appena scoperto e non potevo non dirtelo subito», continua.
«Su Twitter? Ma non sono nemmeno iscritta, lo sai».
Ho a malapena iniziato ad usare WhatsApp, non mi piace molto comunicare tramite social network, preferisco le chiamate o le chiacchierate di persona.
La sento sbuffare.
«Ti mando una foto. Ti richiamo tra qualche minuto», riattacca. Cosa ci sarà mai di così importante da farmi vedere con questa urgenza?
Pochi secondi e arriva. La apro borbottando qualcosa tra me e me per l'esuberanza immotivata di Maddie ma, inaspettatamente, devo ricredermi.
Sul suo profilo, Henri ha postato una foto del gruppo, ogni membro con in bocca un dolce e al centro, sorretto da Henri, il vassoio semivuoto che mia zia gli ha offerto prima che uscisse dal negozio. Insieme alla foto ha postato un messaggio: i migliori dolci di Manchester e subito accanto il nome della nostra pasticceria.
Fisso per un po' l'immagine che poi scompare per lasciare il posto alla schermata di una chiamata in arrivo. Maddie mi sta richiamando.
«Hai visto quanti commenti?» inizia subito. «Più di duemila in poche ore», grida all'altro capo del telefono. «Pensa se mettessi online la vostra foto. Faresti morire d'invidia tutte le ragazze a scuola», sghignazza.
«Non dirlo neanche per scherzo», scaccio quel pensiero all'istante scuotendo la testa. Odio stare al centro dell'attenzione.
«Pensa a quanto diventeresti popolare a scuola», ribatte con voce sognante. Sta immaginando la scena mentre me lo dice. Io, invece, rabbrividisco solo all'idea.
«Scusa, devo andare. Zia Katie mi sta chiamando», la saluto e chiudo.
Scendo di sotto ringraziando mentalmente mia zia per avermi tirato fuori dalle fantasticherie di Maddie, la raggiungo in cucina e, senza dire niente, le mostro la foto del tweet.
Dopo qualche secondo di smarrimento, le si illumina il volto. «Che carino a farci un po' di pubblicità. Speriamo che i dolci siano piaciuti anche ai suoi compagni».
«Beh, direi proprio di sì», le sorrido tornando a guardare le espressioni soddisfatte dei cinque ragazzi sullo schermo del mio cellulare. Sembrano tutti così normali. Forse è per questo che piacciono tanto.
«Comunque», riprende a parlare, «ti ho chiamata perché non ho ancora dato la foto ad Ashley. Volevo che ci fossi anche tu per goderci insieme la sua reazione», mi fa la linguaccia.
«Impazzirà di gioia», prevedo. Non vedo l'ora di assistere alla scena.
«A proposito di quella foto, mi spieghi come c'è finita nella tasca del mio cappotto?»
«Ho pensato che avrebbe fatto piacere anche a te averne una copia».
«Ma se non sapevo nemmeno chi fosse fino a ieri», ridacchio per l'assurdità della sua affermazione.
Lei si limita ad alzare le spalle e si rimette a cucinare lasciandomi lì, confusa e a bocca aperta.

Quando Ashley vede la foto, ci impieghiamo dieci minuti buoni per farla smettere di urlare e saltare per tutta la cucina quindi credo che sì, sia pazza di gioia. O solo pazza, forse.
«Non ti offendi se taglio la parte in cui ci sei tu Annie, vero?» mi chiede senza mezzi termini.
«No, certo che no. Puoi sostituire la mia faccia con la tua, se vuoi», la prendo in giro.
«Ma come l'hai incontrato? Dove? Guarda quant'è carino. Scommetto che dal vivo è ancora meglio...» è un fiume di domande e anche di risposte. Fa tutto da sola.
Io e la zia non possiamo far altro che ridere. 

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