mask

Appena fu tutto pronto, si mise all'opera.
Amalgamó i vari ingredienti con dedizione, facendo attenzione a versare la giusta quantità di ciascuno di essi. Non era del tutto sicura che avrebbe funzionato, ma doveva almeno provare.
La riuscita di quell'operazione avrebbe portato grandi cambiamenti alla sua esistenza.
Uno stravolgimento totale.
Come guardare il cielo terso, coprirsi immediatamente di nuvole scure, dando luogo ad una tempesta senza eguali.
Ormai era troppo tardi per tirarsi indietro, ma anche se avesse voluto, non ci sarebbe stato nessuno ad aspettarla.

Va bene così.

Guardare avanti, ecco cosa doveva fare.

Non appena il composto fu pronto, lo versò in una pentola borbottante, dalla quale uscivano sottili fili di vapore. Non appena le varie polveri si depositarono sul fondo di rame, in tutta la stanza si sprigionó un forte odore, a tratti pungente, simile a quello di una foresta di conifere.
Lei ispirò forte, avvertendo un lieve senso di vertigine. Spense il fuoco sotto la pentola, coprendone la sommità con un coperchio, lasciando riposare il liquido denso.
Si diresse verso il camino, estraendo un pacchetto di fiammiferi da una tasca e accese la piccola catasta di legna che aveva sistemato precedentemente.
Le fiamme divorarono avide i ciocchi di faggio, avvinghiandovisi in tante lingue che si estendevano in direzioni diverse.

Prese da uno scrittoio un plico di fotografie, ordinatamente riposte e avvicinò una sedia davanti al fuoco, in modo che la luce sprigionata da esso potesse illuminare le immagini.

Ve n'erano di ogni, da quelle insieme agli amici, a quelle di famiglia, ma era imperativo procedere per ordine.
Dopo qualche istante la trovò.
Era una semplice fotografia, scattata in riva al lago, mentre guardava assorta un punto indefinito alla sua destra.
La guardò attentamente, imprimendosi quel viso nella mente, ricordando tutto di quel giorno, tanto, troppo lontano.
Quante cose erano cambiate, in quei momenti le sembrava di poter toccare il cielo con un dito.
Dopo aver sospirato, prese con due dita un angolo della stampa e la gettò nel fuoco, guardandola gonfiarsi ed accartocciarsi su sé stessa.

Urge un cambiamento.
Adesso, o mai più.

Si ripeteva queste frasi come un mantra, attenta a non cedere.
Impose a sé stessa di restare impassibile, mentre, una dopo l'altra, le immagini finivano dentro al camino, cercando di assaporare un'ultima volta i dolci momenti passati, per poi distruggerli senza nessuna pietà, finché non rimase un'ultima fotografia.

Sarebbe stato senza dubbio il ricordo più difficile da rimuovere.

Ritraeva due mani intrecciate, la foto era stata scattata da lei stessa, in un fugace momento di distrazione.
Poteva ancora sentire il calore sprigionato da quel tocco, un piccolo momento di intimità che ogni volta la portava ad arrossire.
Per un attimo, quasi ci ripensó.
Era ancora in tempo, dopotutto.
Avrebbe potuto ricominciare, provare un'altra volta, non attendersi.
I pensieri vagavano confusi nella sua mente, facendola precipitare in una voragine di profonda indecisione.

È troppo tardi.
Adesso, o mai più.

La carta fotografica sfrigoló al contatto con le lingue di fuoco, tingendole di verde e azzurro, a causa dell'inchiostro.

Con un altro sospiro, tornò nuovamente ai fornelli, versando la sostanza collosa in una piccola bacinella.
Afferrò un vecchio pennello da trucco, cominciando a spalmarne il contenuto sul suo viso, coprendolo interamente.
Una volta che ebbe finito ripose pentola e pennello nel lavello e si sedette per terra con lo sguardo rivolto verso la finestra aperta, sforzandosi di assumere un'espressione incolore, attendendo pazientemente che la sostanza si solidificasse.
Senza nemmeno accorgersene, chiuse gli occhi, cullata dallo scoppiettare irregolare del fuoco.

Dopo qualche minuto si risveglió, constatando con una velata soddisfazione, che non provava più nulla.

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