Per caso
Fermi! Prima di iniziare volevo dirvi che ho cambiato personaggio per Alessio.
Date il benvenuto a Colin O'Donoghue.
Fregno vero? Bene, adesso possiamo iniziare.
Hope mollò a terra la sella che era stata trascurata da anni, un piccolo regalo per il suo amico attore.
Ryan cercava di trarre qualche aiuto per capire cosa stava succedendo, osservando l'espressione totalmente preoccupata della ragazza con notevole intensità.
-Devo aiutarlo.
Hope era vittima della paura che fosse successo qualcosa ad Ale, l'amicizia profonda la faceva agire d'istinto.
-Posso aiutarti io, ho una moto.
La ragazza recuperò la sua giacca di pelle rossa da un appendiabiti del box di Red, iniziando a correre assieme al ragazzo verso i garage della villa.
Mentre i loro passi risuonavano veloci sulla ghiaia, una voce alle loro spalle li fece voltare di scatto, avvisando l'uomo che li stava fissando di non disturbare la loro corsa.
Peccato che l'uomo era il padrone di casa.
-Dove state andando?
-Devo aiutare un amico.
Spiegò in fretta Hope, fissando i suoi occhi in quelli di Robert.
-Posso aiutarvi io.
-La sto già aiutando io signore, ci vediamo dopo.
Ryan mise un braccio attorno alle spalle della ragazza e iniziò a correre con lei verso la moto che aspettava di essere usata.
Hope intravide con la coda dell'occhio Robert che tirava un calcio ad un sasso, quasi a sfogare un senso di rabbia.
Ma probabilmente era stata la luce a tirarle qualche brutto scherzo.
Indossarono i caschi e saltarono in sella, slittando via attraverso il cancello aperto.
Hope indicò casa sua quando arrivarono a Venice, scendendo dalla moto una volta fermata.
Corsero dentro la villetta e un'odore acre li accolse, rischiando di far vomitare il ragazzo.
Perlustrarono la casa ma niente, di Alessio nessuna traccia.
-Dove diavolo è finito?
-Forse voleva farti uno scherzo.
-Conosco Alessio e se chiede aiuto significa che ha davvero bisogno di aiuto.
Ryan aprì il cassetto della piccola cucina, tirando fuori una bottiglia di vodka mezza piena, ma con ancora i segni umidi delle labbra di Alessio lasciate sul tappo della bottiglia.
-Conosco questa botttiglia.
Hope lo guardò truce.
-Ehi, non mi sono ubriacato.
-Di chi è?
-Appartiene ad un bar molto noto in città.
-Cosa l'ha reso noto?
-Offre le migliore bottiglie di alcolici del paese, te le puoi portare via addirittura e vende anche della droga. Offre delle camere da letto per chi si vuole bucare senza essere scoperto, e questa bottiglia appartiene a loro.
-È un circolo di drogati.
-Più o meno.
Hope non sapeva cosa pensare: il suo migliore amico le aveva davvero nascosto questo segreto oscuro quanto distruttivo per il loro legame? Comunque vada, resterà con lui. Il loro legame è più forte di qualunque cosa, qualsiasi catastrofe si abbatterà su di loro non riuscirà a dividerli.
-Portami da lui.
Come il vento tornarono sulla moto, addentrandosi dentro la città, sommersi dal caos di Los Angeles che risucchia ogni persona.
La moto si fermò davanti ad un bar tutto lucidato, la copertina che lasciava ingannare l'apparenza .
Non appena i due ragazzi entrarono l'odore di alcol li accolse calorosamente, disturbando i loro nervi.
Si avvicinarono al bancone dove un uomo basso e anziano aspettava pazientemente la loro richiesta.
-Siamo qui per vedere Alessio Rossi.
-Ma certo mia cara, ha prenotato una camera al primo piano. Se volete seguirmi.
Hope percepiva la slealtà di quell'uomo da ogni suo movimento, ma non poteva soffermarsi a giudicare quel spregevole essere umano.
L'ometto li condusse davanti ad una porta e l'apri, per poi tornarsene al piano di sotto.
Ryan e Hope si scambiarono un'occhiata e poi entrarono, ignorando l'odore di droga che inzuppava le pareti.
C'era solo un letto con un comodino, sul materasso era sdraiato un uomo alto, barba incolta e nera, occhi chiusi e ciuffo nero trasandato.
-Ale, Alessio mi senti?
La ragazza lo scosse per una spalla e gioì interiormente quando vide le due iridi verdi spalancarsi e fissarla con dispiacere.
Provò a sedersi e solo all'ora la ragazza notò la siringa che a stento teneva tra le dita cadere sul pavimento con un tonfo.
-Perdonami.
Singhiozzò lui disperato, tentando di mettere a fuoco la figura dei due ragazzi.
Ryan, che al momento era stato zitto e in disparte, si fece avanti per sorreggere il ragazzo ad alzarsi.
-Ti portiamo in ospedale.
Ordinò lui, vedendo che la ragazza condivideva il suo pensiero.
Mentre lo tenevano per la vita arrivò l'ometto, spalancando gli occhi.
-Giù le mani dal mio cliente!
-No signore, torni giù e chiami l'ambulanza, altrimenti chiamerò la polizia.
Il tipo sbuffò e corse di sotto, dove urlò ai medici di arrivare.
Intanto il trio era riusciti a scendere le scale.
Quando arrivò l'ambulanza Ryan offrì un passaggio a Hope per l'ospedale, dove tentarono di convincere i medici a lasciarli passare per vedere Alessio.
Tentativi falliti miseramente.
Intanto la consapevolezza di essere stata tradita in qualche modo dal suo migliore amico attraversò Hope, tentando di far vacillare il loro legame.
Ma lei non voleva dare colpe, voleva chiedere spiegazioni, voleva i fatti.
Ryan la fece voltare a la strinse tra le braccia, cercando di farla calmare.
Hope sentì la necessità di baciarlo e così fece, ottenendo una risposta da parte sua.
Sapeva che non lo conosceva bene ma sapeva che lui era altrettanto leale e gentile come lei.
Sapeva che loro due erano uguali e quindi perché non permettere di unirsi?
Forse era solo uno sfogo quel bacio, forse era l'inizio del tutto.
Fatto sta che non appena le loro labbra iniziarono a pretendersi di più arrivò una telefonata a Ryan.
Volete sapere da chi? Da Robert.
*ah si, si vede che sto guardando Once Upon A Time e mi sono innamorata di Uncino alias Colin O'Donoghue? Pazienza, fatto sta che questa frase sarà mostruosa, in entrambi i sensi. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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