Tra gli scaffali
"Nessun profumo potrà mai eguagliare quello di un libro" sussurrò, a nessuno in particolare, accarezzando le pagine ingiallite di un manoscritto che aveva sfilato da uno degli scaffali più alti.
La libreria della nonna, come il parco vicino casa, faceva parte dei suoi "posti felici"; anzi, era il posto felice di Viola per eccellenza. Lo era sempre stato, da quando aveva memoria: dopo tutti quegli anni aveva smesso di contare le ore che vi trascorreva, lì dove la sua identità era stata forgiata nell'inchiostro. Come diceva spesso, Viola aveva "rubato" dei pezzetti del carattere dei personaggi che amava e li aveva assorbiti completamente, facendoli suoi. A soli diciassette anni, aveva già vissuto innumerevoli avventure, incontrato centinaia di personaggi incredibili e viaggiato per il mondo, o meglio, per i mondi creati dal genio di scrittori di tutti i tempi. Letteralmente di tutti i tempi.
La libreria Dietro l'Angolo vantava un'ampissima collezione, comprensiva di volumi antichi accuratamente restaurati. Il settore dedicato ai romanzi d'epoca era "il piccolo regno di Viola", per citare la nonna. Sapeva prontamente identificare un libro semplicemente dando un'occhiata veloce alla copertina: aveva imparato a memoria i titoli, le trame, le biografie degli autori e per ognuno aveva formulato una sua personale recensione. L'arrivo di un libro in negozio rappresentava un evento solenne per Viola, la quale si affrettava a trovare la collocazione perfetta per la nuova recluta; altrettanto sentito era il distacco al momento della vendita, la cui malinconia era in parte contrastata dalla gioia per aver donato al caro libro una nuova vita.
Il suo primissimo ricordo era legato proprio alla libreria: un'immagine sfocata della nonna che leggeva per lei, con voce calda e animata, appoggiata al bancone, nei momenti di tranquillità tra un cliente e l'altro. Fu proprio Nonna Rose la prima a rendersi conto di quanto la nipotina fosse affezionata al negozio, vedendo crescere in lei la volontà di prendere parte alla gestione dell'attività. In effetti, Viola si dimostrava una sempre più preziosa collaboratrice: si preoccupava che tutto fosse pulito e in ordine; a scadenza regolare, concentrava la sua attenta cura su un singolo scaffale, ne estraeva delicatamente il contenuto, spolverava i libri ad uno ad uno e li riposizionava meticolosamente, sistemando le copie fuori posto e allineandole con le altre. Da quando gli impegni scolastici avevano iniziato ad assorbire gran parte del suo tempo, Viola cercava comunque di fare il possibile per non venire meno alle responsabilità affidatele, nonostante la nonna insistesse per sollevarla da tali oneri. Ma lei non voleva sentire ragioni. Aveva consacrato uno spazio quale suo personale "ufficio" - niente più di un tavolino e uno sgabello - dove passava i pomeriggi a studiare e, prima di tornare a casa, si tratteneva ancora un po' per dare una mano. Capitava talvolta, soprattutto da piccola quando aveva più tempo libero, che i genitori le concedessero di rimanere a dormire a casa della nonna, che abitava nell'appartamento sopra alla libreria: allora Viola andava in visibilio all'idea di trascorrere tutta la notte così vicina ai suoi cari i libri e alla sua adoratissima nonna paterna.
"Se lo desidererai, Viola, un giorno tutto questo diventerà tuo." Le parole che la nonna le aveva pronunciato tre anni prima risuonavano nei pensieri di Viola, costituendone una potente forza motivante. Rose non aveva mai voluto obbligare i figli a seguire le sue orme e, quando loro avevano preferito intraprendere altre strade, le sue speranze per il futuro della libreria si erano sgretolate, anche se aveva fatto del suo meglio per non darlo a vedere. Inaspettatamente, queste speranze erano tornate in vita, più forti di prima, grazie alla sua prima nipote: in lei la nonna aveva trovato l'erede perfetta. Viola, dal canto suo, ammirava e amava smisuratamente e incondizionatamente la nonna, di cui studiava con attenzione ogni mossa. Avrebbe potuto osservarla per ore, mentre si destreggiava con estrema naturalezza tra gli scaffali, sempre pronta ad offrire una sapiente consulenza e a donare pillole di saggezza. Quando si trovava lì, Viola sentiva di vivere in un sogno: non aveva idea di cosa sarebbe successo nel suo futuro, ma era certa che niente avrebbe potuto separarla da quel posto.
Si avvicinava l'orario di chiusura e Viola, dopo infiniti solleciti, finalmente si decise a tornare a casa. "Vado prima che mi diano per dispersa."
Si ricordò appena in tempo della posta che il papà le aveva chiesto di consegnarle. La nonna la smistò al volo e, tra bollette e notifiche varie, notò una busta particolare, opaca e bordata di rosso. Il mittente non le suggeriva nessun volto di sua conoscenza. Cercò nel contenuto della lettera la risposta ai suoi dubbi, ma scartando la busta trovò solo un bigliettino che riportava una breve frase a cui non fu in grado di attribuire un'interpretazione.
"Conosci un certo Stephen, cara? Il cognome inizia con la S."
"No, non mi pare."
"Bizzarro, nemmeno io. Avranno sbagliato indirizzo..." e fece scivolare distrattamente il foglio nel raccoglitore della posta.
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