Ti regalo le stelle

Peter esitava ad entrare. In momenti di tensione come quello, gli capitava di ritrovarsi a indugiare su alcuni amari ricordi che solitamente riusciva a relegare in un angolo nascosto della sua memoria. Nonostante la giovane età, la vita non era stata particolarmente clemente con lui e lo aveva messo spesso in situazioni che avrebbero facilmente potuto spegnere ogni sua volontà di reazione. Ma Peter non aveva mai permesso alla paura di paralizzare la sua forza d'animo, anzi aveva trovato il coraggio di alimentarla sempre più.
Un passo davanti all'altro. Ancora uno.
Forte di queste parole che riempivano i suoi pensieri, finalmente varcò l'ingresso: in quel preciso istante, un brivido gli attraversò fulmineo la schiena, facendogli venire la pelle d'oca. Non poteva averne la certezza, ma sentiva che la Gemma era vicina.
Iniziò a studiare con circospezione l'ambiente in cui si trovava: niente avrebbe suggerito che si trattasse di qualcosa di diverso da una comunissima libreria. Si soffermò qualche istante sull'anziana signora dietro al bancone, impegnata in una cordiale conversazione con un paio di clienti, dopodiché si addentrò nel negozio, spostando lo sguardo in tutte le direzioni: gli scaffali erano straripanti di libri fino all'ultimo ripiano, a sfioro sul soffitto chiaro, ingrigito dal tempo e dall'umidità. L'atmosfera familiare e accogliente che si respirava in ogni angolo della libreria fece sì che l'ansia di Peter si smorzasse un po'. Per un secondo, riuscì a distaccarsi dal motivo per cui era entrato e prese a contemplare, rapito, l'infinito susseguirsi di titoli e copertine, che si intervallavano a perdita d'occhio. Sebbene fosse stato un avido lettore da piccolo, non era mai stato un altrettanto assiduo frequentatore di librerie. Per Peter i libri rappresentavano una delle più alte espressioni di libertà e l'idea di trovarli imballati, etichettati e pronti per essere venduti, ridotti a una mera merce di scambio, lo aveva spesso tenuto lontano da simili negozi. Ma, almeno in quel posto, non poteva fare altro che ricredersi: non avrebbe saputo spiegare bene a cosa fosse legata, ma aveva la netta sensazione che quella libreria non fosse come tutte le altre. C'era qualcosa di speciale che lo aveva fatto sentire subito come non si sentiva da tempo: a casa.

"Posso aiutarti?"

Sovrappensiero, Peter trasalì. La signora che prima era dietro al bancone, stava ora a pochi passi da lui, sfoggiando un adorabile sorriso.

"Cerchi qualcosa in particolare?" continuò lei, non avendo ricevuto risposta alcuna alla domanda precedente.

Bastarono quelle poche parole a svegliare Peter dal suo sogno ad occhi aperti, facendolo ripiombare in quel vortice di tensione causato dal motivo principale per cui si trovava lì. Il sopralluogo non aveva prodotto nessun risultato fino a quel momento, quindi Peter pensò che potesse essere una buona idea cercare di estrapolare qualche informazione da quella simpatica signora. Doveva trovare un modo per farlo senza destare sospetti.

"Sì, ehm, sto cercando un libro."

"Oh, sei nel posto giusto allora!"  La donna ridacchiò sarcasticamente.

Peter sorrise, imbarazzato dalla risposta poco sagace che aveva appena dato. Cercò in fretta un modo per recuperare e per assicurarsi, al tempo stesso, qualche minuto in più per parlare con la donna.

"Non so bene quale scegliere, in realtà. Sa, non è per me. Speravo potesse darmi una mano..."

"Un regalo, splendido! Ma certo, caro, sono qui apposta."
La prospettiva di andare alla ricerca del libro perfetto aveva illuminato lo sguardo della donna.

"E dimmi, lei com'è?"

"Come scusi?"

"La tua fidanzata! Scommetto che il libro è per lei. Su, dimmi che tipo è!"

La tuta che Peter usava di solito per mascherarsi era di un rosso acceso, ma niente in confronto al colore che aveva preso il suo viso in quel momento. Provò a protestare, ma il risultato fu un confuso balbettio.

"Coraggio, non essere timido. Se non mi dici niente su di lei, come posso aiutarti a trovare il regalo giusto?"

Peter si arrese all'entusiasmo della sua interlocutrice e capì che accontentarla era l'unico modo per ottenere quello che gli interessava. Era stato preso in contropiede, quindi reagì d'istinto, attingendo alla vita reale per la descrizione della sua irreale fidanzata.

"Lei com'è?" ripetè e, mentre faceva mente locale, si accarezzò i capelli per nascondere l'imbarazzo, finché le parole non iniziarono a fluire da sole.

"Lei, beh... lei è una delle persone più in gamba che io conosca... È brillante, divertente, gentile... si fa sempre in quattro per gli altri, senza aspettarsi nulla in cambio... riesce a vedere il mondo a colori anche nelle giornate senza sole... e nemmeno se ne rende conto, ma riesce a dipingere allo stesso modo la vita di chi le sta intorno..."

Quelle parole erano state una rivelazione per Peter, che fino a quel momento non aveva mai permesso ai suoi sentimenti di rivelare la loro intensità, nemmeno a sé stesso. Gli erano scivolate fuori senza filtri razionali, una dopo l'altra, attraversandogli prima il cuore e poi la mente, lasciandolo senza fiato. Seguì un momento di silenzio, durante il quale Peter non riuscì a impedire alla sua immaginazione di tratteggiare con precisione i lineamenti della persona che aveva ispirato la descrizione appena conclusasi.

"Wow, ci tieni davvero molto a lei. D'altronde, a giudicare da quello che mi hai detto, la cosa non mi stupisce." La voce e lo sguardo della libraria erano intrisi di ammirazione e tenerezza per il ragazzo, ancora troppo scosso per rispondere alcunché.

"Penso proprio di avere quello che fa al caso tuo."

Si allontanò di qualche metro, fino a raggiungere uno scaffale poco distante, di cui passò in rassegna i ripiani inferiori. Il dito scorreva frenetico sul dorso dei libri lì riposti, fino ad arrestarsi di colpo, a metà della penultima fila: lo aveva trovato.
Peter era rimasto dall'altra parte del corridoio, ad ammirare la maestria con cui la donna si destreggiava tra i tanti scaffali. La seguì con lo sguardo e dopo poco la vide riavvicinarsi, stringendo quel libro come il più prezioso dei tesori.
Quando fu di nuovo a pochi passi di distanza, lei glielo porse, colma di soddisfazione.
Peter lo prese e se lo rigirò tra le mani, accarezzandone la rigida copertina blu, illuminata qui e là da inserti dorati, come le lettere che andavano a comporre il titolo.
Ti regalo le stelle.

"Un libro speciale per una ragazza speciale" commentò la donna.

"Mi sembra perfetto" fu tutto quello che riuscì a rispondere lui.
Inclinò leggermente il dorso del libro, in modo da poterlo vedere meglio: questo movimento fece sì che la luce di una lampada poco distante si riflettesse sui caratteri dorati del titolo, accecando lo sguardo di Peter per un istante. Quel breve bagliore, ancora una volta, riportò all'attenzione di Peter il pensiero della Gemma perduta, che continuava a sfuggire dalla sua mente.

Peter seguì la libraria attraverso gli scaffali, nel percorso a ritroso che li condusse al bancone vicino all'entrata. Si rese conto di aver già perso troppo tempo prezioso ed era ora alla disperata di uno stratagemma per raccogliere informalmente quante più informazioni utili per la ricerca della Gemma.

"Lavora da tanto qui?" chiese disinvolto.
Intanto la donna aveva iniziato a incartare il libro.

"Direi di sì. Sono passati ormai più di trent'anni da quando io e mio marito abbiamo aperto questa libreria."

"Wow, che roba! Deve averne viste di cose in tutti questi anni... è cambiato molto il quartiere?"

"Sicuramente non posso dire che sia tale e quale a com'era nel 1987, ma l'anima... quella è rimasta la stessa".

"Sono certo che questo sia anche grazie a lei, Signora."

"Oh, chiamami Rose! Mi fa sentire più giovane" e concluse la frase con un occhiolino.

"Va bene, Rose" rispose Peter con uno sguardo accondiscendente.
"A proposito, io sono Peter."

Guardò attraverso la porta d'ingresso, che permetteva di osservare la vita che scorreva inesorabile al di fuori della libreria, prima di riprendere il discorso.
"Avete avuto dei problemi nell'ultimo periodo? Ho sentito di alcuni negozi dove ci sono state rapine, addirittura piccole esplosioni..."
Stava ormai giocando a carte scoperte. Attese la risposta della libraria guardandola attentamente, pronto a intercettare anche il più piccolo segnale che potesse indicare che Rose nascondeva qualcosa. Niente.

"Per fortuna no, mio caro, per ora tutto tranquillo. Anche se cerco di non pensarci: non voglio lasciare che l'ansia getti un'ombra sul mio amato lavoro... Accidenti!" esclamò guardando sconsolata il pacchetto che aveva quasi finito di incartare.
"Ho finito il nastro adesivo. Vado a vedere se Viola ne ha ancora un po' sul suo tavolino."

"Viola?"
La domanda di Peter tradiva il suo sgomento, ma Rose si era già allontanata e non lo sentì nemmeno.
Non può essere lei.

Fu solo allora che il ragazzo notò una fotografia incorniciata e appesa, che fino a quel momento gli era sfuggita perché nascosta da Rose. L'immagine ritraeva proprio quest'ultima, di pochi anni più giovane, insieme a una ragazzina, che teneva la testa poggiata sulla sua spalla.
La foto aveva reso eterno un momento bellissimo, in cui entrambe ridevano.
Peter impiegò non più di due secondi per riconoscere il sorriso della più giovane delle due: era lo stesso della ragazza a cui era destinato il libro che aveva appena comprato.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top