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Mi sveglia lentamente, colpito da alcuni raggi di soli che si infiltravano fra le tende della finestra.
Sbuffai piano, oggi non avevo lavoro dato che era il mio giorno di riposo e avrei preferito dormire ancora.
Guardai Jimin, ancora vicino a me, sdraiato a pancia in su con il mio braccio sulla sua vita...
Lo mossi leggermente per svegliarlo e dopo poco lo vidi aprire leggermente gli occhi.

Yoongi: Jimin svegliati, è mattina

In risposta ricevetti un mugolio poco convinto dal doversi per forza alzare e ridacchiai alla sua espressione addormentata.

Yoongi: su gattino, ora vado a preparare la colazione, svegliati

Mi alzai lentamente dal letto e mi avviai verso la cucina stropicciandomi gli occhi un po' assonnato.
Preparai la colazione in qualche minuto, optando per del semplice latte e dei cereali, non sapendo i suoi gusti.
Visto che a quanto pareva, non si era ancora svegliato, tornai in camera per farlo alzare.
Mi bloccai non appena fui sulla soglia della porta aperta della mia stanza, vedendo Jimin sdraiato verso il lato opposto e dei segni rossi sulla maglietta bianca nella schiena.
Mi preoccupai subito e andai vicino a lui, chiamandolo.

Yoongi: Jimin svegliati...

Lo vidi aprire gli occhi e mi sorrise appena, stiracchiandosi un poco.

Jimin: È già pronta la colazione...?
Yoongi: si ma dobbiamo parlare.

Lo vidi fissarmi con uno sguardo interrogativo, non capendo a cosa mi stessi riferendo.

Yoongi: togliti la maglietta e girati

Spalancò gli occhi e si mise velocemente a sedere, contro la spalliera del letto, come spaventato.

Jimin: n-no...
Yoongi: Jimin non fare storie, toglila.

Cercai di prendere la maglietta per poi toglierla ma si ritrasse e lessi chiaramente lo spavento nei suoi occhi.

Yoongi: ti voglio aiutare... Vieni qua...

Dopo qualche minuto di lotta per fargli togliere quella dannatissima maglietta bianca, finalmente lo convinsi.
Si tolse la maglietta timido e si girò di schiena, lasciandomi senza parole.
Comparivano parecchi segni rossi sulla sua schiena, alcuni visibili, altri meno.
Provai immediatamente rabbia e tristezza, non riuscendo a capire perché aveva meritato quei segni tanto dolorosi.

Yoongi: chi te li ha fatti?

Non ottenni risposta e dentro di me sentii la rabbia crescere, senza nemmeno sapere il perché.

Yoongi: Jimin rispondi.

Chi poteva aver fatto del male a un povero ragazzo come lui? Non se lo meritava...
Ancora nessuna risposta.

Yoongi: DIMMI CHI CAZZO TE LI HA FATTI!!

Persi veramente il controllo sta volta, avrei potuto uccidere qualcuno facilmente.
Finalmente ottenni una debolissima risposta da parte sua.

Jimin: m-mio padre...

Non ebbi il tempo di realizzare quello che aveva detto, che lo vidi scoppiare in un pianto disperato.
Mi si strinse subito il cuore, cancellando immediatamente ogni traccia di rabbia che era presente in me.
In un gesto insicuro, lo abbracciai e lo lasciai piangere fra le mie braccia, mentre gli donavo qualche carezza e qualche parola dolce per farlo calmare.
A quanto pare all'inizio avevo sbagliato a pensare da dove era fuggito, e in meno di una giornata avevo già deciso che mi sarei preso cura di lui, difendendolo da tutto e da tutti.

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