67. Dance or faint
La casa di Sam e Chris non è molto diversa dal solito: è l'aria che si respira che è vagamente triste, spenta. Quando la bionda padroncina dell'appartamento ci apre la porta, lo fa con un viso piuttosto malinconico, anche se la sua preoccupazione si stempera in sorpresa e subito dopo in placido piacere quando i suoi splendidi occhi azzurri si posano su Anthea.
"Oh! Che meraviglia!" Esclama, stringendosi al seno le sue piccole manine guantate in candido pizzo, che contrasta in modo così gradevole con il tessuto bordeaux del suo abito. "Non sapevo venissi anche tu, Anthea. Prego, cara."
"È un problema?" Chiede lei preoccupata.
"Assolutamente no, cosa vai a pensare." Risponde Chris, leggermente indignata, tendendosi a stringerla in un delicato abbraccio da sogno. "Sei sempre la benvenuta. Sam e io speravamo di rivederti presto."
Sorride in modo così angelico che, anche se non riesco a vedere direttamente il viso di Thea, dal momento che si trova davanti a me, so per certo che lei ha subito ricambiato. Impossibile resistere alla sovrumana bellezza di Christine.
"Ma quindi i due tontoloni questa volta sono accompagnati da qualcuno affidabile." Pronuncia divertita la sua degna compagna, sbucando dal salotto. Deve aver sentito Chris parlare con Anthea, perché non si stupisce di vedersela davanti ma anzi si apre in un sorrisone di denti bianchi.
"Benvenuta in casa nostra, bellezza." Dice, sollevandola in un abbraccio che inaspettatamente lei ricambia con trasporto.
"È così bello rivedervi."
"E non sai cosa ti aspetta." Ribatto, dando un bacio a Chris e facendo un cenno a Sam, mentre Ruben fa altrettanto.
"Già." Concorda lui. "Chissà se la serata ti piacerà così tanto, dopo che sarà partito il delirio Just Dance."
"Ma li senti?" Sbotta Sam, mentre trascina Anthea nel salotto. Sorrido nel notare come si guardi stranita attorno: sicuramente la quantità spropositata di oggetti accumulati sulle innumerevoli mensole e mensoline e mobili la sciocca, esattamente come ha fatto - e continua a fare - con me. Non mi capacito tuttora del fatto che i soprammobili sembrino essere in grado di riprodursi durante la notte, perché mi pare che il loro numero, rispetto all'ultima volta che sono venuto qui, sia raddoppiato.
"Avete una bellissima casa." Decreta alla fine, mentre Sam sparisce a prendere una bottiglia di vino e Chris offre dei bellissimi macarons verdi e rosa. Anthea ne prende uno mentre si siede al mio fianco e continua a guardarsi attorno. Forse mi sono sbagliato: quello che c'è sul suo volto non è stupore, ma meraviglia. Forse questa casa piena di roba la affascina. Trasecolo quando mi rendo conto di pensare alle ripercussioni che il gusto vittoriano di casa Whitlock - Machak potrebbe avere su Anthea, nel momento in cui ci ritrovassimo a vivere assieme. Mi vergogno come un ladro del volo pindarico a cui mi sono lasciato andare e faccio fatica a tornare sulla terra, tanto che quando ci riesco, ho ormai perso metà dialogo.
"Eh?" Faccio, troppo confuso per riprendere da solo il filo del discorso.
"Eh cosa?" Domanda Bub.
"Mi sono perso."
"Preoccupante, non hai neanche bevuto un bicchiere." Chiosa Sam, che nel frattempo sta già riempiendo tutti i calici di vino rosso. Guarda Anthea e le chiede: "Ma tu ce l'hai l'età per bere?"
Anthea sorride. "Ho già ventidue anni."
"Ventidue! È una bimbetta, Jess. Sei un mezzo pederasta."
"Non è vero! Che commento stupido!"
"È vero." Concorda Ruben, facendo un occhiolino scemo a Thea. "Ma io lo tengo d'occhio, questo vecchio volpone cinese."
"E chi tiene d'occhio il vecchio volpone armeno?" Chiede Sam.
"Non ne ha alcun bisogno." Risponde Anthea, che come al solito è già entrata nel circolo delle battutacce. "L'armeno è zen."
"Nel senso che non scopi." Chiarisce candida Sam, mentre Chris le picchietta scocciata sul ginocchio, per ricordarle il contegno nelle parole.
"Ma di cosa stavate parlando prima?" Insisto.
"Eh? Ho chiesto ad Anthea se le avete spiegato come funziona la serata."
"Certo che l'abbiamo fatto. Ruben le ha anche promesso di farle ballare roba trash."
"Con Just Dance 2016." Chiarisce subito Bub, guardando Anthea come se le stesse rivelando un segreto di Stato. "Non so se capisci. Non è ancora in vendita."
"E voi allora come lo avete ottenuto?" Chiede lei, giustamente incuriosita. Tutti gli occhi si fissano su Chris, che siede su una delle due poltrone presenti con i piedi elegantemente intrecciati e il bicchiere di vino a pochi centimetri dalle labbra. Abbassa il calice e ricambia il nostro sguardo, prima di sorridere con il suo solito candore e rispondere: "È merito della mia famiglia."
"La famiglia Whitlock gestisce metà dei negozi di giochi ed elettronica degli Stati Uniti." Si premura di spiegare Ruben. "Abbiamo tutto in anticipo, quando vogliamo."
"Non proprio." Lo corregge educatamente Chris. "Dipende anche da Chris."
Noto della confusione sul volto della mia ragazza, così questa volta sono io ad aggiungere un chiarimento.
"Chris sta per Christopher. Il fratello maggiore di Christine."
"Ha in mano la compagnia." Spiega Chris, con gli occhi che brillano, come sempre quando si parla del suo adorato gemello. È maggiore solo di venti minuti, ma tanto basta per definirlo tale. In effetti sono molto simili: lei sembra un angelo sceso in Terra, lui veste solo di colori pastello e ce lo vedrei davvero bene in una fabbrica di cioccolato Wonka.
"Hai delle conoscenze famosissime, bella." Commenta Sam, posando una mano sui capelli color platino di Christine, contro cui lei si abbandona. Anthea beve un sorso di vino e sorride. Mi lancia uno sguardo, che ricambio, prima di dirmi: "E tu che qui non ci volevi venire."
"Ah, sì? Non ci volevi venire a casa nostra, Jess?"
"Non è così. Pensavo che per la situazione che stiamo vivendo, non fosse il caso di..."
"Non ci possiamo fare niente." Taglia corto Sam. "Assolutamente niente. Cosa facciamo mentre aspettiamo? Ci tagliamo le vene? Cosa possiamo fare di utile che non sia già stato fatto?"
Non ho una risposta a questa domanda. So che in realtà Sam ha ragione. Fatto sta che mi sento comunque strano, colpevole. Prima di uscire di casa ho anche mandato un messaggio a Steph, ma non ho ricevuto risposta. Di Amos e Ford, invece, non si hanno notizie da questa mattina. Ruben deve averli fatti impazzire, anche se ora non lo dà a vedere, tranquillo come sembra. Penso a come si sta sentendo in questo periodo e mi dico che forse un po' di normalità non può fargli male. Bisogna che lo facciamo anche per lui, povero signor Kaloosh: Tanya sicuramente non è stata dimenticata, anche se in alcuni momenti vorrei che fosse così.
"Allora, che ne diciamo di iniziare?" Esclamo un po' stridulo, desiderando a tutti i costi di dissipare la leggera tensione che è venuta a crearsi a causa mia. Chris e Sam si lanciano uno sguardo, ma alla fine sorridere. Ruben è il primo a scattare in piedi, urlando: "Comincio io!"
Comincia davvero lui e improvvisa non pochi passi al ritmo di Uptown Funk. Bruno Mars è un altro dei suoi cantanti preferiti.
"In un test di BuzzFeed gli è uscito come suo sosia." Spiego a Thea, che non riesce a sopprimere un sorriso. "Quindi ora crede di essere lui."
"In effetti con un cappello rosa potrebbe essere."
"E anche con quindici chilogrammi di meno."
Un cuscino a velocità supersonica mi colpisce in faccia, tanto che per poco non crollo sul divano. Alzo sconvolto gli occhi e incrocio quelli di Sam, il mio cecchino. Fiammeggiano.
"Solo io posso dire al mio collega che è grasso. Stai nel tuo."
"Non sono grasso!" Strilla Bub, cercando di rimanere concentrato sulla canzone, anche perché ormai è stata superata la metà e non ha neanche mezza stellina. "Sono solo morbido!"
"Ossa grosse."
"Vaffanculo! Tu e i tuoi fianchi da fattrice!"
"L'età è solo un numero." Sospira Christine.
Subito dopo Ruben tocca a lei, prima da sola, poi con me. Dopo ancora è Sam a rubare l'attenzione di tutti, riuscendo mirabilmente a sostenere una prova da quattro stelline sulla canzone di Meghan Trainor e nel frattempo rispondere a tono alle accuse di Ruben, sempre a tema peso.
Anthea in tutto questo sembra divertirsi parecchio. Mangia un bel po' di macarons e beve un intero calice di vino. Ogni tanto si appoggia alla mia spalla quando ride e mi pare serena, divertita. Ne sono felice. Sono felice di vedere che la mia compagnia di amici continua a farla sentire a proprio agio e che i problemi della sua vita famigliare, quando è con me, sono meno pressanti. In fondo è venuta a New York proprio per questo. Sono contento di sapere che riesco nel mio intento.
Alla fine, tuttavia, Sam si volta e le tende una mano.
"Il battesimo del fuoco." Le dice, quando Thea sgrana gli occhi e viene sollevata, facendo appena in tempo ad abbandonare il bicchiere vuoto sul basso tavolino. "Forza, tesoro."
Viene messa davanti a This Is How We Do, Katy Perry. Non è una delle canzoni più difficili, anche se ha l'inconveniente di volere quattro ballerini, mentre Thea giocherà da sola. Con il telecomando seleziona la cheerleader con le trecce e si mette in posizione, un po' troppo rigida.
"Balla come ti viene." La rassicura Sam. "Tanto il peggiore rimane Ruben."
"Vero, Thea." Dice Bub, premuroso. "Peggio di me non c'è nessuno. Potresti star lì ferma immobile e prenderti più stelline di me."
Lei si volta e gli lancia un sorriso riconoscente cosa che, in realtà, faccio anche io. Ruben è un buon amico, un buon amico per me e ora anche per lei. È quello di cui entrambi necessitiamo.
"Dopo ne facciamo una assieme." Gli prometto. "Distruggeremo quell'indiana gradassa."
"Ma sentilo, il consorzio delle Asie unite."
La canzone nel frattempo inizia e Anthea segue i passi, più o meno discretamente. La tengo d'occhio, anche se il battibecco tranquillizzante tra Sam e Bub procede imperterrito. Thea dimostra di avere parecchia energia e questo mi rende soddisfatto: mi sono fatto, come al solito, un mucchio di paranoie. Fa una giravolta, ridacchiando emozionata, e io mi concedo di guardare il gestaccio che Sam rivolge a Ruben.
Ed è proprio a causa della mia sciocca distrazione se noto in ritardo che Thea smette lentamente di ballare, con uno strano fiatone, leggermente piegata in avanti. È solo grazie all'esclamazione di sorpresa di Chris se mi accorgo che ha iniziato a barcollare leggermente, muovendo un primo e poi un secondo passo all'indietro. Non so quale istinto mi guidi, ma gli devo rendere grazie: un secondo prima che Thea cada all'indietro, perdendo i sensi, scatto in piedi e la prendo al volo.
Anche tutti gli altri si alzano di corsa, spaventati, ma nessuno raggiunge il mio livello di ansia: è pallidissima, fradicia di sudore. Non avrei voluto arrivare a questo punto per scoprire che forse i miei sospetti erano davvero fondati.
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