63. La serata del cuore - atto primo

Venerdì sera arriva e con sé trascina anche una delle mie molte promesse. 

Davanti al suo locale chiuso Ben mi sta già aspettando. È vestito di tutto punto, da anni non lo vedevo così in tiro. Indossa una camicia bianca a sottili righe beige, pantaloni scuri e bretelle in tinta. Ha perfino sistemato la barba e non ha più quei brutti baffi spioventi che aveva tentato di farsi crescere.

Al suo fianco una rockstar tascabile agita una manina non appena mi individua sul marciapiede, mentre vado loro incontro. 

"Ma che bella, questa piccolina!" Esclamo, mentre Stella, in un eccesso di orgoglio, mi corre incontro per farsi prendere in braccio. Non succede spesso che io la veda con una gonna: non è una bambina da principesse e unicorni. In effetti la minigonna di jeans che indossa, assieme a dei leggings con gattini neri e l'ennesima magliettina di Merida - sì, ma questa ha i lustrini - non sminuiscono di certo la sua orgogliosa personcina. Mi stringe le sue piccole braccia al collo, mi scocca un bacio sulla guancia, poi si volta a guardare suo padre ed esclama: "E ora andiamo!"

"Ciao, Jess." Dice Ben, con un sorriso che va da un orecchio e l'altro, disegnando una bianca mezzaluna all'interno della barba castana. "Pronto?"

"Andiamo, papà! Andiamo!"

"Sì, sì. Un attimo."

"Pronto." Affermo, soprattutto per non irritare la piccola bomba a mano che ho tra le braccia. Si vede che anche lui non vede l'ora di partire. Non che il viaggio sia molto lungo, si parla di una mezz'oretta, ma capisco che scalpiti dall'emozione.

È da settimane che non sente e soprattutto non vede Stephanie. Sì, tra loro non c'è nessuna relazione sentimentale, ma non per questo sono meno legati. Ben, in particolare, ha un particolare legame con lei. Soleil è uscita dalla sua vita quasi cinque anni fa e Steph ci è dentro da meno di due. Eppure. È impossibile non leggere la gioia in ogni suo movimento, mentre apre la sua Twingo blu, si accerta che il seggiolino di Stella sia a posto e poi ci fa ampi cenni di salire. Lo aiuto a sistemare la piccolina sul sedile posteriore e mi siedo al suo fianco, con un sospiro. Chiudo gli occhi e appoggio la testa contro lo schienale.

"Com'è andata la settimana a te?" Mi domanda, mettendo in moto.

"Domanda di riserva?"

"Non mi dire. Così male?"

"Sono successe delle cose con alcuni amici." Spiego. Ben non conosce molto bene Amos e Ford. Sarebbe inutile raccontargli di Eirene. E poi non voglio rovinargli la serata con ansie che non lo riguardano: ci sono già io che ci penso costantemente. 

"Avete litigato?"

"No, hanno avuto dei problemi."

"Ahn. E la ragazzina del New Jersey?"

Accenno un sorriso. "Mezzo litigio domenica, ma siamo sopravvissuti."

"Mezzo litigio? Pfff, per favore. Non ti ha mica spedito al Creatore! Non sarà mica per questo che hai questa faccia lunga da cavallo, vero?"

Vorrei dirgli che Anthea è solo una delle mie molte angosce, ma evito. Sorrido, per fargli capire che come al solito sto troppo rimuginando sulle cose e cambio argomento. 

"La serata del cuore, eh?" Domandò. Ben annuisce con un super sorriso. 

"Sì. La serata dedicata alle famiglie e agli amori." Gongola felice. 

"Rory come ci arriva?"

"Con la sua auto. Tranquillo." 

"Pensi che ci sarà qualcun altro?"

"Non penso proprio. Steph non parla con i suoi genitori."

"Papà." Si sente dai sedili posteriori. "Accendi la radio."

"Cosa si dice, Stellie?"

"Ora." 

"Stellie."

"Per piacere."

Soddisfatto, Ben accende. Una hit attuale ammorbidisce subito l'atmosfera.

"A questo giro ha chiesto per favore subito. Solo al secondo tentativo." Sussurra soddisfatto. Non oso dirgli quello che penso, ma lancio un'occhiatina alle mie spalle. Stella osserva incantata i riflessi di luce della sua maglietta, causati dai raggi del sole calante che entrano dai finestrini. Sembra una bimba così normale e innocua. Nessuno direbbe mai che l'asilo in cui è iscritta abbia già chiamato Benjamin cinque volte nel giro di due anni. 

Chiacchieriamo del più e del meno per una ventina di minuti, il tempo di arrivare all'Apollon, il teatro in cui The Musician ha luogo ogni venerdì sera. Non è dall'altra parte del mondo, si trova sempre nello stato di New York, ma non ci sono mai stato. Comunque capisco che è il posto giusto dalla quantità di persone che bazzicano la zona. 

"Ecco qui." Mi dice Ben, dopo aver parcheggiato parecchio distante dal teatro. Apre il cassetto davanti a me e ne estrae tre piccoli pass giallo fluorescente. "Mettitelo al collo o non ti faranno entrare."

"Farà un figurone con la mia camicia." Scherzo sarcastico, aggiungendo quel discutibile tocco di colore al mio abbigliamento minimalista. Fortunatamente Stella è felicissima della novità. 

"Sei come una vera VIP." Commenta Ben, mentre la sua bambina si atteggia davanti a noi. Si inginocchia davanti a lei, le mette le mani sulle spalle e mormora: "Cosa mi hai promesso, Stellie?"

"Che non devo dare i pugni a nessuno."

"Bene. E cosa devi fare se qualche adulto ti ferma e vuole sapere cosa stai facendo?"

Stella alza ubbidiente il suo pass giallo e lo sventola davanti al naso del padre. Ben sorride, soddisfatto. "Bravissima. E ora andiamo."

La prende per mano e ci avviamo verso il teatro, illuminato da brillanti luci viola, rosse e azzurro. I manifesti del reality show sono appesi ovunque e c'è una gran coda davanti alle entrate. Vedo Ben stringere fiero il suo cartellino e sua figlia lo imita. Si assomigliano nelle piccole cose.

"Hey, uomo." Proferisce una voce femminile, ma stranamente profonda.

La ragazza che ha parlato è alta, magrissima, dalla schiena un po' troppo piegata in avanti. Indossa un paio di zatteroni che le fanno probabilmente toccare i due metri e dall'arrogante ciuffo di capelli color acquamarina ho la certezza che sia chi stavamo cercando.

"Ciao, Rory." Dice Ben, che non riesce a nascondere una certa timidezza nei suoi confronti. Rory si apre in un sorriso spaventosamente grande e tutti i piercing che ha sulle labbra seguono il movimento. Mi aspetto quasi che tintinni come uno scacciapensieri.

"Ciao!" La saluta Stella, che la conosce e che trova molto simpatica. Rory si abbassa per stringerle la manina che le viene tesa e poi mi fa un cenno.

"Ciao anche a te. Siete pronti?"

"Prontissimi!" Esclama la bimba, decidendo che la mano di Rory valga più di quella di Ben, abbandonandolo di fianco a me. "Andiamo!"

Non si può di certo resistere agli ordini della nostra piccola despota così, in men che non si dica, ci troviamo dentro. L'Apollon non è un teatro particolare: è solo molto grande. Impossibile credere alla quantità di persone assiepate tra l'ingresso della hall e quello della platea, ma fortunatamente noi abbiamo il nostro faro umano: Rory si vedrebbe perfino a un miglio di distanza. 

"Dobbiamo salire in galleria." Ci comunica Ben, dopo aver chiesto a un valletto. Rory si stanca di dover evitare che Stella venga trascinata via dalle masse, perciò la prende in braccio e se la mette in spalla. Stella sembra orgogliosissima della sua nuova posizione privilegiata.

"Si vede bene da lassù?" Le domando, mentre Rory mi rivolge un'occhiata divertita con i suoi grigi occhi impassibili. Non è una brutta ragazza, vista da vicino. Ha un viso a cuore con guance piene, una piccola bocca con il labbro superiore leggermente increspato e sopracciglia sottili, bionde. In volto avrà almeno una decina di piercing, quasi tutti nella parte inferiore, solo un paio di anellini al sopracciglio sinistro e un'asticella dorata alla base del setto nasale. Non capirò mai questo amore per la pelle addobbata con brandelli di metallo colorato, ma non riesco nemmeno a immaginare Rory senza tutta quella roba.

"Bene, sì!" Esclama contenta Stella. "Andiamo più veloci, Rory?"

Rory deve essere speciale tanto quanto Steph agli occhi della bambina. Si capisce da come le tratta, sempre con una strana, eccitata educazione. Non è mai imperiosa con loro. Chissà come mai. Soleil non assomiglia per niente a nessuna delle due e se anche fosse Stella non si ricorderebbe di lei.

Arriviamo in galleria e veniamo indirizzati ad alcuni posti privilegiati. Siamo circondati da un sacco di altri cartellini gialli. 

"Voi per chi siete qui?" Mi chiede una signora con un paio di orecchini giganteschi di quello che sembra pizzo.

"Stephanie Aldobrando." Le rispondo, prendendo posto a fianco di Rory. La signora lancia un'occhiata proprio a lei, poi studia Ben, Stella e me. Sorride, ma lo fa solo la sua bocca. Oh-o, siamo già a questi livelli di competizione?

"Noi siamo qui per Sully." Ribatte, picchiettando con due dita sulla spalla del marito. "Sully, lo conosce? Il violinista."

"Temo di no." Rispondo sincero. Ho fatto attenzione solo a Stephanie durante le puntate in streaming che ho visto. La signora non sembra prendere bene il mio commento, perché si volta di scatto, offesa, e per tutto il resto del tempo fino all'inizio dello spettacolo non mi rivolge la parola. 

"Ops." Ridacchia Rory. "Commento sbagliato."

"Ma davvero non so chi sia."

"Chissene frega. Sono qui solo per Stephanie."

"No, papà! Voglio quella verde!" Sento lamentarsi Stella, oltre Rory. Le lancio un'occhiata e noto che Ben sta rovistando nel suo borsello da spalla, una manciata di caramelle confezionate tra le dita tozze. 

"Non la trovo, Stellie."

"Va beh. Allora facciamo quella gialla."

"Ma non ti piacevano quelle rosse."

"Ieri."

"Oggi è un altro giorno." Commenta Rory e sorride di nuovo. Sembra di ottimo umore, ma non la conosco abbastanza per sapere se quello strano sorriso, con una perpetua sfumatura di feroce divertimento, sia standard o meno. 

Sobbalzo sulla mia poltroncina quando la voce del presentatore annuncia l'inizio della puntata. Mentre tutto il teatro si zittisce e luci stroboscopiche rosse e rosa danzano sul palco, mi ricordo una cosa. Il pensiero fluttua nella mia mente come un achenio di dente di leone, non lo prendo in considerazione fino a quando non mi stuzzica il naso e sono costretto a starnutire e accorgermi della sua presenza.

Questa è la serata del cuore. Significa che i concorrenti incontrano persone a loro care. Ma noi, gli invitati di Stephanie, siamo stati sistemati qui, in galleria, ben lontani dal palco. 

Chi diavolo è stato invitato per Steph? 

 

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