24. Sleep, pale sister
Il salotto di casa Whitlock - Machak è grande il doppio del nostro e io ogni volta mi stupisco della mia capacità di abitare in una casa che è larga come la camera da letto di questa. Quando torniamo nel nostro appartamento, sia Ruben sia io viviamo un pessimo quarto d'ora di claustrofobia.
"Quello deve essere nuovo." Commenta il mio migliore amico, indicando un centrino sistemato sul ripiano esterno della vetrinetta dei libri. È affondato, come me, nel sofficissimo divano a decori floreali sistemato davanti al tappeto persiano e a una TV cinquanta pollici, circondata da uno sciame di graziose statuine di porcellana francese ritraenti gaudenti fanciulli di età prescolare. Seguo il suo sguardo e cerco di ricordare se quella piccolezza sia nuova o meno nel mare di gingilli, soprammobili, bibelot, passamanerie e altri strani oggetti da collezione che riempiono questo salone.
"Non ne ho assolutamente idea." Ammetto, spostando lo sguardo sulla pendola a carillon da cui, ogni ora, esce una sfilata di ballerini danzanti con veri vestitini di stoffa e tulle, la quale si trova proprio in mezzo alle due ampie finestre che danno sul terrazzo principale, un giardino pensile in miniatura.
Cosa ci facciamo in questo bizzarro luogo che somiglia inquietantemente a una casa di bambola? Molto semplice: è sabato sera. E ogni terzo sabato sera del mese viene festeggiato con una serata Just Dance.
"Secondo me è nuovo." Ribadisce Ruben. "Non me la ricordo."
"Perché, ti ricordi tutta la roba che c'è qui dentro?"
"Ho uno sguardo scientifico, io."
"Con roba puoi definire il pattume con cui hai arredato casa tua, bello." Tuona la voce grossa della nostra amica, comparsa al momento giusto all'ingresso.
Sooleawa Machak, meglio conosciuta come Sam, è la collega di laboratorio di Ruben. Lavorano assieme da più di sei anni, ma si conoscono dal dottorato. È quanto di più vicino a una vera sorella maggiore entrambi abbiamo mai desiderato e ottenuto.
"Scusa, Sammy. Dicevo così per far capire a Ruben."
"Mi stai per caso dando del rozzo?"
"Stai per caso negando di esserlo?"
Sam avanza verso di noi sorridendo con la quantità incredibile di denti bianchissimi che il suo viso da nativa americana riesce a contenere. Ha circa trentatré anni e il fisico prosperoso di una donna matura. Entrambi i suoi genitori fanno parte della comunità degli Arapaho del Wyoming e lei non ha di certo offeso i suoi avi in quanto a caratteristiche fisiche: pelle bronzea, viso lungo con un naso particolarmente dritto, occhi sottili ed espressivi, capelli lisci, neri e lucenti come l'ebano, che anche oggi tiene legati in una spettinatissima coda bassa da cui escono due lunghe ciocche a incorniciare il viso.
Avete presente Pocahontas? Aggiungete alla vostra immagine mentale qualche chilogrammo in più, un lessico arricchito da una certa dose di parolacce, un paio di magliette verdi dell'esercito in stock e un carattere badass alla Chuck Norris. Avrete creato così la vostra Sam personale.
"Ma quelli sono biscotti?" Chiede Ruben, più interessato al piatto da portata pieno di dolci che Sam tiene con entrambe le mani, piuttosto che al suo commento. Lei sbuffa e mentre posa il vassoio sul basso tavolo di vetro e legno a fianco del divano dove già si trovano una bottiglia di vino, quattro bicchieri e un'alzatina di cioccolatini, risponde: "No, orbo che non sei altro: è un rotolino panna e fragola. L'ha appena fatto Chris."
"Ah ok." È il sagace commento del mio caro amico, piegandosi in avanti per afferrare una manciata delle belle fette di rotolo disposte a spirale all'interno del piatto dalle sapienti, minuscole mani di fata di Christine.
Sam sbuffa e mi guarda. Si apre in un sorriso composto da splendidi denti e chiede: "Pronto alla serata - devasto?"
"Abbastanza."
"Chrissy è riuscita a farsi dare Just Dance 2016." Mi risponde lei, allegramente, come se fosse normale riuscire a ottenere giochi in anteprima mondiale così, dal nulla. "Quindi stasera lo proviamo, belli."
"Grande!" Esclamo, rubando un dolce alle rapaci mani di Ruben.
"Hoy!" Gorgoglia, quasi soffocando nella sua stessa ingordigia. Mi squadra per un istante e poi improvvisamente qualcosa cambia dietro le lenti dei suoi occhiali. I suoi occhi si illuminano di una luce malvagia. Oh, no. Lo so cosa vuole fare, questa testa di rapa.
"Shammy", inizia, sorridendo con pezzetti di pan di Spagna che come gommapiuma gli spuntano tra i denti. "Lo shai che Shess qui ha bashato una ragassha?"
Maledizione a me e alla mia lingua lunga. Sapevo che non avrei dovuto dirgli niente, ma non ho resistito. Quando sono tornato a casa, ero ubriaco di felicità e mi è sembrato doveroso - e addirittura sensato! Com'ero messo male! - confessare a Ruben la novità nella mia vita amorosa. Ovviamente è stato un errore che pagherò per mesi. A iniziare da ora.
Il sorriso di Sam scompare per un istante, per poi tornare più carico e radioso di prima. Beh, almeno è contenta. "Cosa?! Hai baciato una ragazza?!"
"Sì." Ammetto, un po' a disagio. "Ci siamo conosciuti a una festa..."
"Quella di Palmer." Precisa Ruben, deglutendo il rotolo. "Quella a cui tu non sei venuta."
"Beh, ho fatto bene! Jess si è fatto la morosa!"
"Ci provo." Rispondo, timidamente. "Abbiamo deciso di frequentarci."
"Non ho capito." È una delicatissima voce quella che si unisce al coro. Una voce dolce come zucchero filato e setosa come pelo di gatto soriano, con una punta di ambra e due gocce di gelsomino. È questo a cui ho sempre pensato nel descrivere Christine. Il fantasma di fanciulla che compare al fianco di Sam sembra minuscolo al suo confronto. Ha lunghi capelli così chiari da sembrare bianchi, acconciati con molta cura in una pettinatura anni '30 con boccoli terminali e uno splendido viso di porcellana addolcito da occhi azzurri come fiordalisi e una piccola bocca color pesca. La sua carnagione è così bianca da dare al suo corpo una sfumatura di luce, una fluorescenza innata. È tanto bella che ancora mi stupisco che possa esistere. Sembra uscita da un libro di fiabe, soprattutto per il suo bizzarro modo di vestire: Christine è una Vintage Enthusiast. Fa parte di quel bizzarro mondo di malinconici amanti della storia e della moda del Passato che, per compensare la poca beltà odierna, se ne occupano personalmente vestendosi e vivendo nel modo a loro congeniale. Nel caso della nostra amica, si tratta del primo trentennio del '900, anche se la casa ricalca una certa moda vittoriana dedita all'accumulo di oggetti. Si presenta a noi con un abitino Alice blue a vita alta e maniche corte a sbuffo, chiuse sulla parte alta del braccio da bottoncini di madreperla, così come il corpetto. Attorno al collo ha una catenella d'oro con un piccolo medaglione e alle orecchie porta due perle. È semplicemente... irreale. Uno spirito tisico evocato da un'altra epoca. Vi stupirà sapere che nonostante l'apparenza, i modi e la grazia con cui si presenta, Christine ha la mia età, studia Storia all'università come seconda laurea dopo Arte e per mantenersi - come se ce ne fosse bisogno... Avrete sicuramente capito che è ricca, no? - lavora part-time in una bottega di parrucchieria. Ovviamente vintage.
"Ciao, Chrissy." La saluta Ruben, alzando una mano. "Ti stavamo dando per dispersa."
"Soprattutto perché ha già quasi finito il tuo rotolo." Comunica Sam, cingendole le spalle con un braccio e dandole un bacio sui capelli. Lei sorride e scuote la testa, spostando i suoi occhi limpidissimi su di me. "Parlavo di Jess. Cosa è successo?"
"Ho incontrato una ragazza."
"Ci stava raccontando del primo limone della sua vita."
"Sam!"
"Amore."
"Dovevo dirlo in modo più politically correct?"
"Giusto, Sammy, fatti valere!" Incita Ruben, sempre pronto a piantare il seme della zizzania. "Torturiamo Jess!"
"Giuro che ti metto le mani addosso." Gli sibilo contro. Christine abbandona la sua ragazza e ci viene incontro, sedendosi in mezzo a noi per gettarmi le braccia al collo. Immediatamente arrossisco: per quanto ormai sia abituato alla sua presenza, questa fanciulla ha un fascino magico che coglie sempre impreparati. È come essere abbracciati da un piccolo sogno condensato in una bolla di sapone.
"Oh, Jess, sono così contenta per te!" Dice in un cinguettio. "Come si chiama?"
"A-Anthea." Rispondo, cercando di ritrovare le mie facoltà mentali complete.
"E come mai non è qui con noi?" Domanda lei, in risposta.
"Già, perché non è qui con noi?" Ripete Sam, abbandonando il suo posto da Coldstream Guard e reclamando un posto sul divano, con l'imperativo: "Fatti un po' in là, culone", rivolto a Ruben.
"Non sono grasso." Piagnucola quel Giuda armeno.
"Sì, ho solo le ossa grosse." Gli fa il verso lei, tirandogli una manata dietro la testa, mentre con l'altro braccio stringe Christine contro di sé. È più forte di lei: quando è nei paraggi, Sam non capisce più niente. Deve sempre toccarla, che sia per prenderle una mano, abbracciarla o tenersela vicina. Chris dal canto suo non sembra soffrirne, anzi. È ben felice della situazione. Sorrido a entrambe e rispondo: "Le amiche da cui vive le hanno organizzato una serata. Era impegnata. Ma sarebbe venuta volentieri, penso."
"Però a me non avete mai detto di portare Tanya." Bofonchia Ruben, che ha deciso - di nuovo - di affogare i suoi dispiaceri nel cibo - e in un bicchiere di vino.
"Renditi utile e versalo a tutti." Gli dico, ancora rancoroso per il suo commento di poco fa. Lui sbuffa ma quantomeno obbedisce. Bravo, Bub.
"Tanya la vedo fin troppo sul lavoro, bello." Ribatte Sam, scivolando leggermente verso il basso e accavallando una gamba per stare più comoda, mentre Christine incrocia vezzosamente le sue minuscole pantofole da casa e posa una mano sul ginocchio della sua ragazza. "Non me la sorbisco anche qui."
"Siete tutti prevenuti con lei. Guardate che sta cambiando." Si difende lui, scuotendo i ricci scuri. "Ieri abbiamo passato una bella serata."
"Ah, perché è venuta a casa vostra?" Chiede la nostra amica, alzando un sopracciglio e rifilandomi un'occhiata inquisitoria. Io mi stringo nelle spalle e, novello Ponzio Pilato, ribatto: "Non l'ho vista. Ero fuori per il mio primo bacio."
"Dovevamo parlare della nostra ultima rottura." Chiarisce Ruben. "E l'abbiamo fatto. Abbiamo parlato di molte cose."
"Ah-a, e poi cosa avete fatto? Giocato a Risiko?"
"La loro storia è già un Risiko vivente." Commenta dolcemente Christine, lanciandogli un giavellotto nel cuore con la leggiadria di una ninfa danzante. Sam si tende a prendere due bicchieri di vino e mentre ne offre uno alla sua compagna, le dà un bacio sulle labbra per dirle: "Ottima osservazione."
"No", risponde Ruben, offeso. "Non sono affari vostri perché tanto non lo potete capire, streghe."
"Se intendi dire che te la sei portata a letto, credimi, Brownielocks: ho scoperto il sesso molto prima di te. Solo perché sono lesbica, non hai il permesso di credere che..."
"Amore, basta stuzzicarlo." La calma Chris, prima che scoppi un conflitto tra etnie rare proprio nel salotto di casa sua. Quatto quatto recupero anche il mio calice e mi metto a sorseggiare il vino, contentissimo che i riflettori ora siano tutti puntati su quello scemo del mio coinquilino. Tuttavia non mentivo quando ho detto che Anthea sarebbe stata felice di incontrare le mie amiche: prima di lasciarci, dopo averla accompagnata a casa - e averla baciata, un'ultima volta - le ho chiesto di vederci il giorno dopo, ma aveva già fissato l'impegno con Jennifer e Pamela. Giustamente non poteva all'improvviso dire loro di no. In fondo c'è tempo per il resto, giusto? Ci rivedremo tra un giorno o due. Nulla di tremendo. Perciò cerco di godermi la serata, immaginando con un sorriso come avrebbe preso Anthea questo mezzo litigio tra scienziati. Probabilmente se ne sarebbe uscita con una delle sue sagaci repliche taglienti e Ruben si sarebbe dovuto ritirare in bagno, annientato dal tre contro uno. Sì, forse è meglio che sia andata così. In fondo non voglio così male al mio migliore amico.
"È lui che mi provoca! Solo perché ha il..."
"Sam." Questa volta nella voce di Christine si scorge una severità da maestra dei tempi del Far West; ce la vedrei bene con in mano una bacchetta di legno pronta all'uso. "Basta."
L'altra obbedisce. Si silenzia, come Ruben prima di lei, dopo aver borbottato sottovoce qualcosa che Chris ha prontamente deciso di ignorare. Le sorride con il suo sorriso angelico e allunga una mano a giocare con la sua ciocca di capelli.
"Vi devo dare una notizia." Comunica allegra, mentre la sua fidanzata smette il broncio, preferendo un sorrisetto da complice, posando la tempia contro la sua spalla.
"Cosa?" Domandiamo quasi in coro Ruben e io.
"Laurence e io abbiamo deciso di iscriverci allo U.S. Open Swing di quest'anno."
Christine, per essere coerente con se stessa, balla da anni lo swing. Dato che Sam non ha mai avuto pazienza nell'imparare i passi, il suo compagno di danza è sempre stato il suo migliore amico, anche lui un Vintage Enthusiast che veste solo con panciotti, camicie e pantaloni con l'allacciatura laterale. Sam mi ha raccontato che quando aveva conosciuto Chris, aveva immediatamente pensato che lui fosse il suo ragazzo dal momento che stavano sempre assieme, in università e fuori. Fortunatamente Laurence non era e non è interessato in alcun modo alle grazie femminili - e neanche a quelle maschili. È un cultore del bello che preferisce stringere legami di amore platonico. Sicuramente particolare, ma molto buono. È solo per questo che Sam lo tollera: è molto gelosa di Christine.
"Cosa? Sul serio? È fantastico!" Dico, felicissimo per loro due.
"Quando?" Chiede Ruben, che di swing non si intende ma che sa quanto è importante per la nostra amica.
"A Novembre." Risponde lei, con un sorriso vivace. "Andremo a Los Angeles."
"Ci vai anche tu, Sammy?"
"Ovvio. Ti abbandonerò per una settimana in Lab."
"Che bello..."
"Stiamo già scegliendo la musica." Afferma Christine, stringendo le piccole mani sotto il viso con uno sguardo sognante. "Siamo indecisi se andare sul classico in stile Rogers - Astaire o osare con lo swing moderno."
Sam mi rivolge un'occhiata e mima con la bocca un Parla arabo, cosa che fa ridere me e voltare Christine. "Cosa?"
"Aaaaalloraaa..." Sam svia il discorso con una maestria comparabile solo a quella del suo collega di lavoro. "Iniziamo o no questa serata - devasto?"
"Vai! Era ora!" Salta su Ruben, tirandosi proprio in piedi per fare quello che definisce come il suo riscaldamento, cioè un paio di saltelli sul posto che lo lasciano quasi immediatamente spompato.
"E cerca di stare attento ai soprammobili." Lo avvisa Sam, mentre si alza per spostare il tavolino su un lato, in maniera tale che non disturbi. Christine, di ottimo umore, saltella via a recuperare il suo videogioco in anteprima e solo quando sparisce oltre la porta, Sam mi guarda e dice: "Preparati, bello. Abbiamo scaricato un DCL solo per te."
"Mi devo preoccupare?" Chiedo, in realtà già preoccupato. Lei sorride in modo scaltro e mi lascia a sobbollire nella mia incertezza, anche perché quando Christine ricompare, la serata ha finalmente inizio.
Siete curiosi di sapere cosa intendesse Sam con quell'oscura predizione? Vi dico solo che a tre quarti della sera, dopo aver già ballato cose indicibili come Hey mama - io in mezzo, Sam e Bub sui lati - e I'm an Albatraoz, vengo messo davanti a Gangnam Style con la scusa che ho gli occhi a mandorla, mentre le due partners in crime ridono. L'unica consolazione? A Ruben tocca fare la poliziotta.
Sì, ad Anthea tutto questo piacerà.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top