Prologo
Notte.
Il buio la faceva da padrone, il suono del motore unito alle luci dei fari era l'unica cosa che spezzava quella monotona e fredda oscurità, fatta di asfalto ed erba incolta, appena velata di foschia.
Ogni tanto le ruote del furgone incappavano in una buca nella carreggiata, facendolo sussultare lievemente. Dal vano di carico arrivava di tanto in tanto il suono di una voce sommessa, segno evidente che qualcuno era ancora sveglio.
Con la testa praticamente sulle sue ginocchia, Madison russava appena, raggomitolata sull'ampio sedile del passeggero. Invece di andare a stendersi dietro aveva preferito rimanere nell'abitacolo con lui, "così gli avrebbe fatto compagnia". Inutile dire che si era addormentata dopo sì e no dieci minuti.
Non che a Jessie importasse molto: lei era così, i viaggi in macchina le mettevano sonno. E poi, erano anni che si conoscevano, e nonostante in passato avessero avuto qualche problema non sarebbe stata la sonnolenza d'auto di Maddie a infastidirlo.
Una delle ruote sprofondò in una buca appena più profonda che fece sussultare sul serio il Ford; Madison rimbalzò appena e, con un piccolo sobbalzo, aprì un occhio.
- 'rrivati?- biascicò, tirandosi su e stropicciandosi le palpebre.
Jessie scosse la testa.
- È ancora notte. Ci vorranno un paio d'ore, se tutto va bene. Dormi.-
- No. Ti faccio co... co... compagnia...- sbadigliò, stiracchiandosi.
- Sì, come un gatto.- sogghignò lui - Dai, rimettiti giù.-
- E tu? Non hai sonno? Non devi sempre...-
- Dormi.- tagliò corto Jessie - E non rompere. Mi darai il cambio domattina.-
Bofonchiando qualcosa, Madison si stese di nuovo sull'ampio sedile. Gli parve di sentire qualche "stronzo" e "rompipalle", ma non se ne curò. Quando lo chiamava così, lo faceva con l'affetto più totale. C'era poco di lei capace di infastidirlo... anzi, proprio niente.
E poi, aveva altro per la testa...
Ancora poche ore. Pensò. Poi avremo delle risposte.
Viaggiavano da giorni, ne erano successe di tutti i colori, e ormai erano quasi alla fine del tragitto. Non aveva intenzione di fermarsi, e voleva essere sicuro di arrivare il più in fretta possibile, per questo aveva deciso che sarebbero rimasti in movimento: aveva fatto tacito voto di proteggere tutti quanti e di farli arrivare sani e salvi fino a destinazione. In particolar modo Day.
Perso nei propri pensieri, per poco non vide la persona che attraversava lentamente la strada, proprio davanti a lui. Riuscì a fermarsi senza inchiodare (non andava mai troppo veloce), ma l'uomo si fermò.
Era vecchio, coi capelli grigi, e indossava un completo. Stringeva in mano la maniglia di una valigetta. Sarebbe sembrato normale... se fosse stato in ordine.
I capelli erano sporchi e spettinati, sparati in ogni direzione possibile; la giacca era strappata, una manica quasi totalmente distrutta, le tasche rivoltate, e dai pantaloni penzolavano lembi di stoffa. La valigetta era aperta, e alcuni fogli a stento trattenuti da alcune graffette e una vecchia cinghia frusciavano tristemente nell'aria notturna.
Si voltò lentamente verso il furgone, sollevando gli occhi lattiginosi. La bocca si aprì in un lamento, attenuato dal parabrezza. Tese la mano libera verso di lui, quasi a chiedergli aiuto... come se volesse salire a bordo e proseguire con loro.
Poi l'attimo passò, e la sua espressione disperata divenne furiosa. Artigliò inutilmente la lamiera bianca del cofano, su cui sbatté di prepotenza la valigetta, producendo un tonfo sordo.
- Vai.- disse la voce di Madison, riscuotendolo.
Jessie si voltò verso l'amica, e vide che fissava l'uomo senza espressione. Ormai era come desensibilizzata.
- Spaventerà gli altri.- gli ricordò - E poi, metterlo sotto non è certo un crimine, ti sembra?-
Jessie scosse la testa, riportando gli occhi sul Vagabondo davanti a loro.
- No.- ammise - È fargli un favore.-
Ingranò la marcia e cominciò ad avanzare, colpendolo col paraurti. Per un secondo quello cercò di aggrapparsi ai tergicristalli, ma Madison prontamente fece scattare la leva, azionandoli e impedendo che riuscisse a usarli come appiglio. Alla fine scivolò sotto il veicolo, che sussultando lo schiacciò con le ruote.
- Non fa bene al semiasse, comunque.- osservò Maddie, spegnendo i tergicristalli - Dovremmo dargli un'occhiata, quando ci fermiamo.-
Jessie annuì, allungando una mano verso la tasca della portiera, dove teneva le sigarette.
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