Cap. 9: Deiscenza

Dopo la brutta esperienza con i due zombie, Jessie e Ben fecero prima di tutto un giro di ricognizione approfondita, sbirciando dalla serratura di ogni porta prima di aprirla, verificando che tutte le stanze fossero vuote. Fortunatamente non trovarono altri segni di vita o di non–vita, e tra i bagagli parzialmente pieni della coppia e le cose che trovarono in giro riuscirono a procurarsi qualche scatoletta, carne secca e acqua. Non in quantità eccelse, questo no, ma quanto bastava a due persone per sopravvivere qualche giorno. Il carburante invece bastò a rifornire completamente il furgone e a riempire le cinque taniche dei precedenti proprietari del ranch, una quantità sufficiente a far percorrere loro parecchia strada.

Infine, gettata sul sedile posteriore dell'auto, scoprirono la presenza di una vecchia carabina con una scatola di proiettili mezza piena.

- Questa è decisamente meglio di una sparachiodi...- ridacchiò Ben, controllando che fosse carica e puntandola verso un punto vuoto.

- Sì, ma è più rumorosa.- osservò Jessie - E hai visto anche tu che non è facile centrare uno zombie in testa.-

- Beh, male non fa comunque.- replicò il collega - Piuttosto, tu che sai tutto...- e fece un cenno verso i due zombie stesi a terra - ... come mai sono diversi? In città erano più rumorosi e più veloci.-

- Credo dipenda dal fatto che siano morti.- rispose Jessie, chiudendo i portelloni del furgone.

- Non lo sono tutti quanti?-

- Beh... non sono un epidemiologo, ma credo che l'infezione che abbiamo visto in città fosse meno progredita, negli zombie che ci hanno aggrediti.- spiegò - Ad esempio, nei giochi Dead Isand o Dying Light...-

Ben lo guardò con aria rassegnata.

- Ce la fai a suonare meno nerd?-

Jessie si accigliò.

- Sto cercando di dire che gli zombie che ci hanno aggrediti in città non sono del tutto morti, e per questo riescono a correre, saltare e a schivare. Una volta morti, invece, diventano così.- e indicò i due cadaveri accanto alla rimessa - Capito adesso? O te la faccio più semplice?-

- Quindi quelli con cui abbiamo combattuto prima erano al primo stadio?- chiese Ben.

- Già. Inseguitori.-

- Insegui...tori?- ripeté lentamente il collega.

Jessie si strinse nelle spalle.

- Voglio solo distinguerli.- spiegò - No, seriamente...- lo anticipò, vedendo la stessa espressione di un attimo prima - ... riflettici: nei casi di emergenza, quando andiamo di fretta, è più facile dire "zombie che corrono" o "Inseguitori"?-

Ben esitò, come se ci stesse effettivamente pensando un po' su, poi alzò le mani in segno di resa.

- Va bene. E quelli più lenti come li chiameresti?-

- Boh. Sono quelli che camminano di più... Vagabondi?-

L'amico si strinse nelle spalle, salendo al posto di guida.

- Sei tu il nerd.- decretò.

Jessie inghiottì la replica.

Il resto del viaggio fu meno traumatico, per loro fortuna: scampati all'attacco e lasciato il ranch, ripresero a percorrere la SD–44 fino a incrociare la Underwood South Road, incrociando sempre meno macchine, segno evidente che ormai la maggior parte dei fuggiaschi era già lontana a sufficienza da loro e da Rapid City, anche se di tanto in tanto incapparono in qualche veicolo abbandonato o in uno zombie, che si assicurarono di ignorare, sia perché il ricordo delle precedenti aggressioni era fin troppo vivido sia perché volevano risparmiare tempo.

In teoria quella strada avrebbe dovuto portarli a destinazione entro una quarantina di minuti, ma tra il traffico precedente, gli ostacoli, la confusione e la deviazione era passata già più di un'ora, e Ben iniziava ad avere fretta.

Anche Jessie, che pure doveva percorrere un sacco di strada in più, non si sentiva proprio tranquillo: senza più il suo cellulare non aveva alcun modo per contattare Madison, quindi non aveva idea di come se la stesse passando. Non era neanche sicuro che i cellulari funzionassero ancora, a dire il vero, ma non poteva esserne certo (c'era sempre la possibilità che i ripetitori fossero ancora integri). Mentre la strada scorreva davanti a loro, la sua mente si soffermò su di lei e sul momento in cui si sarebbero rivisti. Da una parte c'erano le aspettative (forse esagerate) di chi spera di essere riaccolto con tutti i crismi dopo anni di silenzio e di assenza, con baci, pianti e abbracci. Dall'altra, tuttavia, c'era il pensiero che potesse essere troppo tardi, che la signora Parker fosse riuscita in qualche modo a entrare, magari insieme a un'altra decina di Inseguitori, e che ormai Madison fosse morta o trasformata...

Decise che, senza alcun dubbio, sarebbe stato molto meglio per la sua sanità mentale soffermarsi di più sulla prima fantasia, e poco importava se fosse esagerata. Quantomeno, gli permetteva di sperare.

- Ci siamo.-

La voce di Ben lo colse di sorpresa: non parlava da un pezzo, e ora era un po' roca, come se avesse la gola secca, ma soprattutto era venata di impazienza. Jessie lo guardò bene e si accorse che aveva le nocche bianche, per quanto le sue dita erano serrate sul volante, e anche le spalle erano tesissime.

Spostando lo sguardo verso la strada (e stavolta prestando attenzione), Jessie notò un grosso cartello che dava il benvenuto a New Underwood.

- Dove vivi?-

- Vicino al benzinaio.- rispose - Dall'altro lato della città. Tranquillo, è piccola. La attraversiamo in un minuto. Carico la famiglia e andiamo dalla tua ragazza.-

- Mi prendi in giro apposta, vero?-

- Sì, ovvio. Devo pur scaricare la tensione.- ammise Ben, storcendo appena le labbra in una smorfia involontaria.

Più si inoltravano nella città, che si rivelò avere all'incirca le stesse dimensioni di Green Valley, più lo scenario si rivelava desolante: le strade erano quasi totalmente ostruite da auto incidentate, e diversi edifici erano bruciati durante le sommosse (qualcuno fumava ancora). Il Transit fece fatica a oltrepassare tutte le carcasse di lamiera che incrociarono, e solo procedendo lentamente attraverso molte delle vie secondarie.

Inutile dire che incrociarono non pochi zombie, quasi tutti Vagabondi. I radi Inseguitori in cui si imbatterono furono rapidamente investiti da Ben, risolvendo così il problema prima che diventasse tale. Di umani vivi neanche l'ombra.

- Sai, pensavo alla carabina.- disse Jessie a un certo punto.

- Vuoi usarla?-

- No, pensavo che fa rumore. Ma anche il motore.-

- E quindi?-

- Quindi, qui ci sono diversi zombie. Potrebbero sentirci.-

- Sai, inizi a rompere con questa storia del rumore!- sbottò Ben, scocciato - Fammi arrivare a casa, okay?-

- Va bene, stai calmo!- esclamò Jessie, alzando le mani - Era così per dire.-

Finalmente raggiunsero il distributore di benzina, che sembrava essere stato già preso d'assalto da diverse ore e molto probabilmente svuotato di tutto ciò che conteneva. Dall'altro lato della strada c'erano alcune case, e fu accanto a queste che Ben fermò il furgone. Recuperò la carabina e il suo piede di porco, scendendo al volo, con Jessie che lo seguiva a ruota, guardandosi attorno: c'erano due Vagabondi in vista, un'auto e una moto abbandonate in due punti diversi della strada e qualche traccia di sangue sull'asfalto.

Ben ignorò gli zombie e si fiondò rapidamente verso la porta della casa più vicina alla strada, mentre Jessie, dal canto suo, si voltava per affrontare i due avversari in arrivo, brandendo il piede di porco. Mentre li guardava fisso nei loro occhi spenti, si sentì immensamente stupido: una delle regole fondamentali durante un'apocalisse zombie era quella di non fare l'eroe, e lui non solo stava attraversando il Sud Dakota per salvare un'amica d'infanzia che non vedeva e con cui non parlava da anni, ma stava anche affrontando due zombie tutto da solo, facendo salire così il conto di quelli con cui aveva combattuto in un solo giorno a cinque.

Decisamente una pessima media per uno che si arrogava il titolo di esperto in zombie.

Prima che potessero avvicinarsi abbastanza a lui, d'altronde, risuonarono due spari in rapida successione. Il cranio dei Vagabondi esplose in due identiche nuvole rosse, e istantaneamente si afflosciarono a terra davanti a Jessie, spandendo cervello marcio sull'asfalto.

Subito si voltò verso Ben, incredulo, e vide l'amico rimettersi in spalla il fucile, scendendo furioso i gradini d'ingresso.

- Cos'hai fatto, Ben?- esclamò - Tra poco ci saranno addosso!-

- E noi ce ne andremo.- sbottò secco, ficcandogli un foglio in mano.

Senza capire, Jessie abbassò lo sguardo sul pezzo di carta, e vide che era un messaggio scritto in una frettolosa grafia femminile:

Ben

Ho preso i bambini e sono andata via. Non so cosa sta succedendo, non so neanche se leggerai questo messaggio, ma sto andando a casa dei miei. Ti prego, raggiungimi lì appena puoi

Meg

- A casa dei... ehi!- esclamò, vedendo che si era già diretto verso il Transit - Ben!-

- Dobbiamo andare, l'hai detto tu, no?-

- Dove vivono i suoi?- chiese, ricorrendolo.

- A Box Elder.- rispose Ben, facendo per salire al posto di guida.

- Aspetta... ehi! Aspetta, Ben!- sbottò Jessie, strattonandolo per costringerlo a fermarsi - Ascoltami, cazzo!-

L'amico tornò a terra e si voltò verso di lui, scocciato.

- Cosa?-

- Box Elder è a metà strada per Rapid City.- gli ricordò - Bisogna tornare indietro lungo l'autostrada.-

- Sì, lo so!-

- E sai anche che io non posso venire?-

A quelle parole, il collega si bloccò per un istante, come se lo avesse realizzato solo il quel momento.

- Come?-

- Ben, io devo andare a Sioux Falls.- gli ricordò - Mi dispiace, dico davvero... ma non ti posso seguire lì.-

Rimasero in silenzio per qualche secondo, mentre Ben guardava nel vuoto, perso nei suoi pensieri.

- Devo farcela da solo, insomma?- chiese alla fine.

- E così io.- sospirò Jessie.

Ben si tolse il berretto, grattandosi la testa.

- Pensavo... che fossimo una squadra.-

- Già...- annuì Jessie.

Il collega sospirò, rimettendosi il cappello, e guardò il furgone.

- Va bene.- disse - Dammi un po' di provviste e di equipaggiamento. E tutte le dritte che puoi sugli zombie. Giuro che stavolta me le segno.-

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