Cap. 42: Ultima opzione
Non c'era più tempo per recuperare armi, equipaggiamenti o comunque qualsiasi cosa dal furgone, anche se Alex si precipitò a riprendere il telefono satellitare dall'abitacolo. Non potevano fermarsi a tirare il fiato, né bere un sorso d'acqua o godersi la vittoria sull'orso.
Stavano arrivando.
Cominciarono tutti a correre il più in fretta possibile, diretti verso la base. Le uniche armi che avevano erano un paio di pistole, il fucile di Alex e uno o due randelli che Kevin e Carol avevano preso prima di uscire. Non abbastanza per affrontare quello che li inseguiva.
Jessie, stanco per la lotta con l'orso, si ritrovò a correre più lentamente di quanto avrebbe voluto, anche se lottò con tutte le proprie forze per non cedere terreno. Davanti a lui vedeva Kevin che, caricatosi Maddie sulle spalle, iniziava a perdere colpi a sua volta, appesantito dalla ragazza che da sola non riusciva a correre.
Venne presto affiancato da Carol e Day, che cercarono di sospingerlo come potevano, mentre Alex prendeva in braccio Amy al volo, continuando a correre. Jessie, alle loro spalle, continuava a sentire versi di cose che uscivano dagli alberi, combattendo contro se stesso per non voltarsi a guardare.
Alla fine, tuttavia, fu costretto a cedere, soprattutto quando gli parve di sentire qualcosa sfiorargli l'orlo della giacca. Arrischiò un'occhiata dietro le proprie spalle e vide che era pericolosamente vicino a un lupo pieno di ferite e privo di un orecchio, che correva a una velocità assurda e lo aveva quasi raggiunto, le zanne scoperte in un ringhio famelico.
Più indietro vide numerosi Vagabondi e qualche Inseguitore, che tuttavia in salita non sembravano essere pericolosi come sui terreni pianeggianti. Il problema era che loro non potevano stancarsi, e prima o poi li avrebbero raggiunti.
Dio...
Prese la pistola e la puntò freneticamente contro il lupo alle sue spalle, sparando tre volte al lupo che lo tallonava. Non lo centrò mai alla testa, ma due pallottole lo colpirono alla schiena e una riuscì a ferirgli una zampa, rallentandolo.
Fu un sollievo vederlo arrancare per stargli dietro, venendo presto calpestato dagli altri non morti, ora più veloci di lui, ma l'allegria durò poco perché, quando tornò a guardare avanti, vide un altro lupo lanciarsi su di lui da destra, dove fino a un attimo prima non aveva campo visivo.
***
Madison, sballottata sulle spalle di Kevin, riusciva a malapena a mettere a fuoco il paesaggio: aveva un gran freddo e al tempo stesso caldo, la testa le girava, e sentiva di essere costantemente sul punto di vomitare. Era dalla notte prima che la febbre continuava a salire, e anche se aveva fatto del suo meglio per non darlo a vedere, soprattutto a Jessie che aveva già tanti pensieri, adesso si sentiva davvero male. La ferita tirava, e a stento riusciva a camminare.
Non l'ideale, ora che dovevano correre.
Sentì degli spari alle sue spalle e, voltandosi (con qualche protesta da parte del suo collo rigido) vide Jessie che cercava di liberarsi di un lupo che lo inseguiva.
Riuscì ad azzopparlo, ma non si era accorto dell'altro lupo che si avvicinava di lato, sempre più vicino.
- Jessie!- cercò di gridare, anche se la voce le uscì più debole di quanto avrebbe voluto.
Vide il lupo saltargli addosso e trascinarlo a terra, rotolando con lui. Lottarono corpo a corpo, con l'animale che cercava di azzannargli la gola e lui che faceva del proprio meglio per tenerlo lontano, immobilizzato e in procinto di essere raggiunto dal muro di zombie famelici che li inseguivano.
Raccolse tutte le proprie forze per riuscire a gridare.
- Kevin! KEVIN!- urlò con immensa fatica, girandosi e battendogli forte sulla spalla - Jessie! Aiutatelo! Lo hanno preso!-
Day si fermò all'istante e si voltò, puntando freneticamente una pistola. Individuato Jessie cominciò a sparare a più non posso, nel tentativo di aiutarlo in qualche modo.
I suoi colpi imprecisi presero un Inseguitore in un occhio, colpirono alcuni alberi e centrarono diverse rotule, senza però sfiorare il lupo. Terminò i proiettili senza riuscire a fare niente per Jessie, che intanto continuava a cercare di tenere lontano il muso dell'animale, che continuava a far scattare la mascella pericolosamente vicino alla sua gola.
Alla fine Day sentì il suono attutito di uno sparo e la testa del lupo esplose in una nuvola rossa, liberando Jessie. Voltandosi vide Alex inginocchiato a terra, con Amy alle spalle, che puntava il fucile verso i morti viventi.
- Cosa fai, corri!- gridò Jessie, raggiungendo Day, ancora lì impalata, e tirandosela dietro, mentre anche Alex riprendeva la fuga con Amy.
- Ho chiamato il dottore!- gridò l'ex soldato, sistemandosi meglio la figlia tra le braccia - Sta mandando un veicolo a prenderci di corsa, ma dobbiamo muoverci, non si allontaneranno molto!-
- Ci sono troppi zombie!- disse Carol, che già aveva il fiatone - Non ce la faremo mai!-
In effetti tutti avevano iniziato a rallentare, mentre i morti viventi alle loro spalle continuavano sempre alla stessa velocità, guadagnando terreno. Era come aveva profetizzato Jessie molto tempo prima: gli zombie non sentivano la fatica, non rallentavano, non potevano stancarsi. Gli umani sì.
- Sugli alberi!- gridò Jessie, indicando i più vicini.
Tutti corsero verso la macchia, raggiungendo alcuni alberi dai rami sufficientemente solidi. Alex salì per primo e si fece passare Amy, che spinse più in alto, verso la cima dell'albero, per poi aiutare Kevin a issare Madison.
Mentre gli altri continuavano a salire, Jessie rimase a terra più a lungo, sparando le poche munizioni rimaste nella pistola contro i morti viventi più vicini, mirando soprattutto alle ginocchia nella speranza quantomeno di azzopparli. Difficilmente sarebbe riuscito a ucciderli, con la mira che aveva.
- Jessie!-
Si voltò, vedendo che anche Kevin, dopo aver aiutato gli altri a salire, si era arrampicato sui rami, tendendogli la mano. Senza perdere tempo Jessie corse più vicino e cominciò a salire, accettando l'aiuto per issarsi proprio mentre un paio di lupi raggiungevano la base della pianta, latrando inferociti.
- Vai! Sali!- esclamò, dandogli una piccola spinta sul braccio.
Kevin annuì e si affrettò a spostarsi, alleggerendo il ramo, che già iniziava a gemere. Rimasto solo, Jessie si distese per distribuire meglio il proprio peso, mentre i non morti protendevano le braccia e i lupi cominciavano a saltare nel tentativo di raggiungerlo.
Si rigirò sulla schiena ansimando, gli occhi chiusi. Gli facevano male le gambe e la milza a furia di correre, e anche le braccia, con cui aveva cercato di difendersi.
Ma non era questa la parte peggiore: la testa gli stava facendo sempre più male, e sentiva un prurito diffuso sulla spalla, che stava perdendo progressivamente sensibilità. Qualcosa di umido impregnava la maglietta.
Aveva fatto più di quanto poteva, era riuscito a portare i suoi amici fino in Montana e quasi alla base, come aveva promesso, ma ora erano bloccati.
Però aveva ancora un trucco per aiutarli, per consentirgli di raggiungere la meta. Ed era l'unico a poterlo fare.
- Ragazzi...- disse, sfregandosi gli occhi con le dita. Anche quelli iniziavano a pizzicare - ... forse so come uscire da questo casino, ma dovete dirmi esattamente cosa siete riusciti a prendere dal furgone.-
- Pistola.- ansimò Day, agitandola - Scarica.- aggiunse.
- Ho il mio fucile, ma gli sono rimaste solo tre cartucce, e l'ultimo tubo esplosivo.- disse Alex, prendendo la bomba da una tasca - Non ha la potenza per toglierci dai guai, ma può uccidere.-
- Kevin e io abbiamo preso il tuo piede di porco e il tagliacatene, e ho anche un caricatore quasi vuoto. Non c'è altro.- aggiunse Carol.
Jessie annuì senza aprire gli occhi. Lui aveva ancora un paio di munizioni, ma poca roba.
- Allora datemi la bomba e l'accendino.- disse.
- Non basta a ucciderli tutti.- osservò Alex, facendo un cenno verso il suolo, dove la torma di morti viventi continuava a protendere gli arti putridi verso di loro - Posso chiamare la base e vedere se ci vengono a prendere. Rischieranno per Day.-
- Sarebbe un sacrificio non necessario.- rispose Jessie - Ho un altro piano.-
- E sarebbe?-
- Salterò di albero in albero e me li porterò dietro, poi mi farò esplodere quando saremo lontani e voi potrete correre via.-
Le sue parole furono seguite da un lungo silenzio, come se non credessero a quanto aveva appena detto. Madison, stretta tra le braccia di Kevin qualche ramo più su, si separò dal fidanzato e gli lanciò un'occhiata rovente ma arrossata dalla febbre.
- Devo stare... proprio di merda.- disse lentamente, trattenendo un colpo di tosse - Mi è sembrato di sentirti... di sentirti parlare di un qualche... stupido piano suicida.-
Jessie fece una smorfia.
- No, non stai così male.- rispose - La mia idea è davvero quella di suicidarmi.-
- Non dire idiozie!- esclamò Carol - Alex, chiama la base e pretendi che vengano qui loro!-
- Tanto non posso entrare!- sbottò Jessie, puntellandosi su un gomito - Non mi lasceranno oltrepassare i cancelli!-
- Perché?-
- PERCHÉ SONO INFETTO!-
***
Il silenzio seguente fu molto più lungo, nonché più freddo. All'improvviso i versi degli zombie si erano fatti meno intensi, come se avessero abbassato la voce appositamente per sentire la loro discussione.
- Cosa?- chiese Day.
Aveva la voce roca, come se le si fosse improvvisamente asciugata la gola. Madison era una maschera paonazza e febbricitante, mentre Kevin lo fissava con gli occhi di fuori.
- Come, "sono infetto"?- esclamò Alex.
- Papà?- disse Amy, tirandogli la maglia - Cosa vuol dire "infetto"?-
- Jessie... ti hanno morso?- chiese Carol.
Lui fece un sorriso amaro, spostando il colletto della giacca.
Ben visibile tra spalla e collo c'era un segno sanguinolento, attorno al quale già si stava diffondendo un alone scuro. Il tessuto della maglietta aveva assunto un colorito bruno a causa del sangue che la impregnava.
- Il lupo.- ridacchiò istericamente - Cazzo, sapevo che era forte, ma non credevo fosse così forte... ma non fa male, sapete? È quasi... freddo.-
- Jessie...-
- No, Maddie.- disse con fermezza - Qualsiasi cosa, no. Non stavolta. Sono io il fratello maggiore... tu farai quello che dico io.-
Madison tacque, mentre bollenti lacrime iniziavano a scorrerle sulle guance. Kevin la cinse con le braccia, stringendola a sé; si abbandonò a un pianto sempre più disperato sulla spalla del suo ragazzo, che si limitò a guardare Jessie senza parlare.
- Ma... ma io sono la cura!- gridò istericamente Day, battendosi con frenesia il dito sul petto - Io posso curare tutti! Tu guarirai!-
- Day, ho sì e no mezza giornata. Non abbiamo speranze di trovare una cura in meno di dodici ore.-
Si mise a sedere, tendendo una mano ad Alex.
- Allora, quella maledetta bomba... me la passi?-
Lui esitò per un momento, poi gli allungò il loro ultimo tubo esplosivo, posandolo sul suo palmo. Day accennò a un movimento, ma Jessie le puntò contro un dito.
- No!- esclamò - No, Day... resta lassù.-
Carol, la più vicina, le mise una mano sul braccio, scuotendo la testa. Day abbassò lo sguardo, stringendo i pugni, e non disse niente.
- Jessie...- disse Alex - Io... non so cosa dire.-
- Dimmi che li porterai al sicuro.- rispose Jessie, girandosi cautamente - Io non posso farlo più.-
Si sedette sul ramo inspirando a fondo. Non voleva farsi vedere spaventato, ma in realtà era già una sorpresa riuscire a controllare il tremito. Aveva una gran voglia di vomitare, e una paura fottuta.
Sentiva distintamente i primi sintomi dell'infezione farsi strada in lui. Erano sorprendentemente deboli, comunque... non era doloroso, e più i minuti scorrevano più la ferita diffondeva un vago senso di torpore misto a un po' di freddo. Il mal di testa non era forte, ma costante, e gli occhi bruciavano un po', ma non sapeva se era una cosa dovuta all'infezione o a quello che stava per fare.
Il lato positivo era che la sua situazione confermava l'immunità di Day: lei era stata morsa quasi una settimana prima e stava bene, lui in dieci minuti scarsi già sentiva qualcosa cambiare.
- Bene...- disse alla fine, appollaiandosi sui calcagni - Credo sia ora di... di salutarci.-
Li guardò un'ultima volta. Vide lacrime, occhi gonfi e sguardi cupi sui volti di ognuno. Madison, debilitata dalla febbre, aveva già smesso di singhiozzare, e sembrava quasi priva di conoscenza, semidistesa sul torace di Kevin.
Amy era invece perfettamente sveglia, e piangeva accanto a suo padre, tirando su col naso di quando in quando, asciugandosi inutilmente gli occhi umidi con la manica. Carol continuava a tenere Day per la spalla, ma non riusciva a guardarlo, fissando un punto qualsiasi del bosco sotto di loro.
Day era l'unica che lo guardava direttamente, come congelata sul ramo, come se stesse per saltare da lui senza però muoversi. Qualche lacrima silenziosa le scorreva sulle guance.
Si scambiarono uno sguardo lungo, un messaggio privo di parole, l'ultima cosa che avrebbero condiviso. Non fu necessario aggiungere altro, e quando Jessie fu sicuro di ricordare a memoria ogni sfumatura dei suoi occhi distolse i propri, sforzandosi di non tradire troppe emozioni.
- Addio.- disse semplicemente, spostandosi verso l'albero più vicino.
Senza voltarsi indietro si mise in equilibrio sul ramo e saltò, afferrando il successivo, allontanandosi dal rifugio.
Scese dopo qualche altro salto di ramo in ramo degno della più improbabile interpretazione di Tarzan, rotolando sul duro suolo freddo per assorbire l'impatto. Qualche zombie si era già voltato verso di lui, abbandonando la caccia agli umani sull'albero, ma tanti altri non si erano minimamente accorti della sua fuga, o forse non se ne erano interessati.
- Ehi!- gridò, estraendo la pistola - Sono qui, pezzi di merda!-
Sparò una delle sue ultime pallottole in mezzo al mucchio, centrando la nuca di uno zombie senza neanche mirare. Il rumore parve sufficiente per attirarli, perché cominciarono tutti a voltarsi verso di lui, avanzando più o meno velocemente.
Jessie suo malgrado sorrise, sparando la penultima pallottola e cominciando a correre quasi contemporaneamente, senza neanche controllare se aveva colpito il bersaglio oppure no. Sentì gli Inseguitori urlare e cominciare a muoversi in fretta, e i lupi ululare mentre si lanciavano a rotta di collo giù per il pendio.
Conscio di non avere molto tempo, Jessie si diresse rapidamente verso il Transit, l'unico posto dove poteva massimizzare l'effetto di una semplice bomba: là dentro c'erano ancora alcune munizioni e un minimo di carburante nel serbatoio. Era la scelta migliore.
Inciampò e cadde, ma non si fermò, rotolando per rimettersi subito in piedi senza perdere troppa velocità. Sentì il verso ringhiante dei lupi farsi più vicino e accelerò il più possibile cercando di guadagnare qualche altro metro prima che riuscissero a prenderlo.
Ormai il suo fidato furgone era a meno di cinque metri di distanza. Solo altri pochi passi...
Urlando, un Inseguitore sbucò fuori dalla boscaglia e gli fu addosso, buttandolo violentemente a terra e mordendogli la spalla già ferita e quasi insensibile per il principio di infezione. In pochi secondi ebbero addosso anche il resto del gruppo, che cominciò a sciamare e a saltare su di lui con versi famelici.
Sentì distintamente i loro denti affondare in ogni centimetro libero del suo corpo, azzannando la carne fino alle ossa e strappando interi pezzi dei suoi muscoli per poi inghiottirli praticamente interi. I suoi vestiti si lacerarono e inzupparono rapidamente di sangue, mentre ogni nervo urlava di dolore.
Districando le braccia, Jessie avvicinò l'accendino alla bomba e la accese, subito prima di essere addentato al polso e di ritrovarsi di nuovo bloccato nella morsa dei morti viventi che lo stavano sbranando vivo.
- VAFFANCULO!- urlò, mentre la miccia si esauriva.
Madison ebbe pochi, brevi flash di quello che successe dopo che Jessie ebbe finito di parlare. Le parve di averlo visto saltare di ramo in ramo come una scimmia, e di aver sentito Day gridare qualcosa di indistinto.
Poi ci fu un balzo di forse intere ore, o magari di giorni (ma poteva essere un'impressione dovuta alla febbre), e si ritrovò tra le braccia di Kevin che la calava con attenzione ad Alex e Carol, mentre qualcosa esplodeva in lontananza.
Il successivo ricordo fu di uomini vestiti di verde, e di un grosso camion ad alcuni metri da loro, mentre Kevin continuava a portarla sulle spalle. Amy singhiozzava da qualche parte.
Dopo non ci fu più nulla, e dormì per giorni.
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