Cap. 38: Vaccinologia avanzata

Sotto i suoni disgustosi di carne fatta a brandelli, mandibole che ciancicavano e i lamenti dei non morti, Jessie udì dei passi irregolari avvicinarsi all'ingresso e calpestare i frammenti di vetro che avevano lasciato entrando. Non ne fu sorpreso.

Lo fu, tuttavia, quando voltandosi vide che Ben non era da solo, ma aveva costretto Day a seguirlo, una mano serrata attorno al polso della ragazza, ripiegato dietro la sua schiena, e l'altra che impugnava la sua pistola.

Madison fece per muoversi, ma Jessie la prese per la spalla e scosse la testa, senza staccare gli occhi da Ben, che lo fissava di rimando. Day, dal canto suo, stava piangendo senza emettere suoni, terrorizzata. Quando vide lo spettacolo all'interno della stanza i suoi occhi si dilatarono e nuove lacrime le rigarono le guance, mentre chiedeva silenziosamente aiuto a Jessie.

Lui le fece un cenno con la mano, cercando di rassicurarla a distanza; Day annuì, inghiottendo un grosso nodo che le si era formato in gola, e non disse niente.

- Allora, Ben?- chiese Jessie - Com'è andata? Brown e i suoi uomini hanno visto che non era sopravvissuto nessuno e hanno deciso di uccidere tutti gli zombie?-

Ben emise un sospiro vibrante, quasi disperato. Una luce strana gli attraversò gli occhi. Aveva lo sguardo basso, distante, come se stesse guardando qualcosa che solo lui vedeva. Jessie ne ebbe quasi pietà.

- Erano già stati infettati.- mormorò - Qualcuno era salito con un morso... ha sparso il contagio...- scosse la testa - Volevano ucciderli... Brown ha detto che era per il loro bene...-

Jessie alzò le mani, in un inconscio gesto conciliante.

- Voleva che trovassero pace.- disse lentamente - Non sono più loro, Ben. Se li liberassi ucciderebbero anche te, lo capisci?-

Se avesse parlato con la colonna lì accanto probabilmente avrebbe avuto più successo. Ben non diede segno di aver sentito una sola parola di quello che aveva detto, continuando a stringere il polso di Day. Aveva lo sguardo ancora fisso nel vuoto, la pistola abbandonata lungo il fianco ma il dito già sul grilletto. Un lieve tremito gli scuoteva la mano con cui la impugnava, come se fosse incerto, o avesse paura... o entrambe le cose.

- Io... ho pensato di lasciarmi mordere, sai?- continuò - Magari così saremmo rimasti insieme. Però poi lei...- e indicò con la pistola verso Maddie, che istintivamente si irrigidì e fece mezzo passo indietro, impallidendo - ... ha detto che avevi trovato una cura. Che tu potevi risolvere tutto. Perché tu... tu sai tutto sugli zombie. Tu puoi salvarci tutti, vero Jessie?- lo guardò con quella che sembrava adorazione fanatica, come se stesse osservando Dio in persona - Tu puoi rimediare. Hai salvato me... puoi salvare anche loro.-

Lui scosse la testa, sentendosi sempre più in difficoltà.

- Ben... anche la famiglia di Day è stata infettata.- disse in tono cauto - Sua madre ha provato a ucciderla. Io... ho dovuto... ho dovuto fermarla... e anche suo fratello... tutti e due. Non è successo solo a te. Io non... non posso salvare chi è in questo stato. Forse se fossero ancora alla prima fase, se fossero Inseguitori...-

- Devi aiutarli!- gridò Ben, puntandogli contro l'arma - Lei è immune! Puoi curarli usando lei, giusto? Lo ha detto anche quel medico! Quello del CDC! Puoi salvare tutti!-

- Lui parlava di Day! Del suo sangue!- esclamò Jessie, allungando le mani - Può usare i suoi anticorpi per trovare una cura, ma... io non sono un medico, non... non posso fare niente!-

L'espressione di Ben si fece all'improvviso più dura.

- Tu mi devi aiutare!- esclamò - Oppure...-

Spostò la pistola verso la destra di Jessie e premette il grilletto.

Un boato riecheggiò nella stanza, perforandogli i timpani. Day gridò, e lo stesso fece Madison, mentre crollava a terra in uno schizzo di sangue.

***

Alex si svegliò di colpo, alzandosi a sedere con il cuore che batteva velocissimo: non lo aveva sognato, vero? Era un colpo di arma da fuoco attutito quello che aveva sentito. Qualcuno stava sparando.

- Cosa succede?- brontolò Kevin, ancora mezzo addormentato - Cos'era quel baccano?-

- Mi sembrava uno sparo.- disse Carol, in tono agitato - Chi ha sparato? Ci sono gli zombie?-

Alex scosse la testa, alzandosi: se lo avevano sentito tutti, attraverso il leggerissimo strato di sonno che li aveva avvolti come ogni sera, allora era successo davvero.

- Papà, dove sono gli altri?- chiese Amy, accanto a lui.

- Cosa?-

- Jessie e Madison non ci sono.- spiegò lei, indicando i loro sacchi a pelo - E neanche Day... e l'uomo tutto strano.-

Alex guardò i loro sacchi a pelo, vuoti e disfatti. Un campanello di allarme si accese nella sua testa.

- Lo sparo veniva da fuori.- disse - Kevin, la porta!-

Lui corse all'ingresso, rimbalzandoci contro mentre lo spingeva. Sorpreso, scosse la maniglia senza successo.

- Qualcuno l'ha bloccata.- disse - È chiusa da fuori!-

Merda...

- Va bene, schiodate le finestre!- ordinò, andando a prendere le armi - Tutte quelle che riuscite! Io vado a quella del bagno, è piccola ma almeno posso vedere fuori! Amy, tu rimani qui e non muoverti finché non te lo dico io!-

Carol e Kevin corsero verso le assi più vicine, combinando i loro sforzi per liberare un passaggio, mentre lui si avviava rapidamente in bagno con un fucile di precisione tra le braccia. In cuor suo sperava che quella pallottola fosse per gli zombie, perché l'alternativa sarebbe stata decisamente peggiore.

***

- Maddie!-

- Non fare un passo! Stai lì!- gridò Ben.

Jessie si bloccò a metà strada, il cuore che batteva a mille. Sentiva di voler correre da Madison per aiutarla, ma era anche sicuro che se ci avesse provato Ben avrebbe sparato di nuovo a tutti e due.

- Ben, per favore...-

- Aiutami!- esclamò, senza ascoltarlo.

- Ben, devo aiutare Maddie!-

- No, devi aiutare me!-

- Farò quello che posso, ma lasciami...-

- Ti ho detto di non muoverti!-

- VA BENE!- urlò - Ti aiuterò, okay? Ma non puoi lasciarla morire! Per favore Ben!-

Lui serrò la presa sulla pistola, ma dopo un momento la abbassò leggermente, facendogli un cenno con la testa. Jessie corse subito da Madison, scoprendo che aveva perso i sensi. Il proiettile l'aveva colpita a un fianco, e l'emorragia stava già spandendo una grossa macchia di sangue sulla sua maglia, colando anche sul pavimento. Non era particolarmente copiosa, ma nonostante tutte le sue nozioni di sopravvivenza Jessie non era al livello di Carol in materia di ferite.

- Le servono cure.- disse - Lasciamela portare da Carol, per favore.-

Ben scosse la testa.

- No. Prima loro...- ordinò, puntando la pistola verso i tre zombie che, in seguito al colpo di pistola, si erano fatti più agitati, strattonando le catene che li tenevano bloccati nel tentativo di raggiungerli - ... e poi lei.-

Day, ancora bloccata nella sua morsa, si lasciò scappare un singhiozzo disperato.

- Non capisci?- gemette - Jessie non può fare niente! Se vuoi una cura ti serve quel dottore! Lasciami andare, per favore!-

- Sta zitta!- gridò Ben.

Con la coda dell'occhio Jessie vide Madison fare un debole movimento e riprendersi. Quasi subito, lei spostò lo guardo sulla ferita, premendoci sopra una mano con un gemito.

- Non è grave.- disse Jessie, passandole una mano sotto la testa - Resta con me.-

Lei fece un sorrisetto accennato, portando la mano libera dietro la schiena.

- Il tuo amico...- borbottò - ... è davvero uno stronzo.-

Puntò di scatto la mano, in cui era comparsa all'improvviso una pistola, e prima che Ben potesse muoversi sparò più volte contro di lui.

***

Alex entrò in bagno quasi incespicando per la fretta, la tracolla del fucile che gli si impigliava addosso. Spalancò in fretta la piccola finestra, puntando il fucile nella notte e sbirciando dal mirino.

Purtroppo non era dotato di filtro infrarossi, ma fortunatamente una torcia brillava da dentro al padiglione dietro la chiesa, la cui porta era stata aperta. Attraverso le lenti riuscì a vedere due sagome stagliate nel piccolo ingresso che gli davano le spalle, anche se riusciva a distinguere pochi dettagli. A occhio, una delle due era Day, mentre l'altra sembrava Ben, e in mano aveva una pistola.

Tolse la sicura e puntò verso la sua testa, ma prima di riuscire a stabilizzare il tiro risuonarono altri spari e lui crollò all'indietro, sanguinando da tre fori nel petto.

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