Cap. 33: Immunologia applicata

Seduta su una sedia, Carol esaminò da vicino la ferita, composta da due asimmetrici archi rosso scuro. I bordi avevano già cominciato a rimarginarsi, anche se erano contornati da uno strato di pelle teso e leggermente gonfio color rosa acceso.

- Segni di una leggera infezione batterica.- commentò - Niente pus o altre secrezioni, e nessuna apparente aggressione del sistema linfatico. Non grave, anche se consiglierei degli antibiotici. Certo, non sono un medico, ma...-

- Scusa... possiamo fare in fretta?- chiese Day, seduta anche lei su una sedia, ma col petto appoggiato allo schienale e la maglia parzialmente sollevata - Mi sento un po'... a disagio.-

In effetti era al centro dell'attenzione, in quel momento, anche se non tanto per la quantità di pelle esposta quanto per quello che la sua ferita poteva effettivamente significare.

Dopo che lei e Jessie erano scesi e avevano spiegato la situazione Carol e Alex, gli unici due adulti presenti, erano come ammutoliti per un momento, poi avevano cominciato a fare domande su domande. Ne era nata una breve discussione, terminata solo quando Alex aveva imposto il silenzio e aveva cominciato a chiedere a Jessie di argomentare la sua teoria dell'immunità, e anche se alla fine non gli era parso del tutto convinto aveva deciso di concedere il beneficio del dubbio e lasciare che fosse lui a gestire la cosa, almeno per il momento.

Chiarito quel punto avevano chiamato Maddie e Kevin, con i quali la scena si era praticamente ripetuta, anche se era durata meno; alla fine Carol si era offerta di visitare Day per dare un punto di vista professionale in materia.

Adesso Jessie era seduto sul pavimento con Alex, Maddie e Amy, in attesa delle sue conclusioni; Kevin era l'unico assente, avendo preferito rimanere di guardia in caso di necessità; lo avrebbero aggiornato in seguito, a discussione finita.

- Sì, scusa.- disse Carol - Comunque, non mi sembri in pericolo di vita.-

Tastò gentilmente la zona intorno ai segni del morso, storcendo appena l'angolo di un labbro.

- Senti dolore?-

- No, non tanto. Faceva più male all'inizio.-

- Ci hai messo qualcosa?-

- Sloper mi ha dato dell'acqua ossigenata e un po' di garza dal bagno. Ho buttato la maglietta, comunque... sono tre giorni che giro con questa maglia di... di qualcuno.-

- Credevo che fosse tua.- osservò Maddie.

- No, una tua collega l'aveva lasciata lì in ufficio.- sospirò Day.

- Sloper ti ha anche tolto il reggiseno?- chiese Carol - L'hai agganciato male.-

Day arrossì.

- Io... lascia perdere la mia biancheria!- sbottò, improvvisamente agitata - Cosa ne pensi, allora? Della ferita, dico! Come ti sembra?-

- Che dobbiamo trovarti qualche antibiotico, ma non credo che si aggraverà. Immagino che tu non abbia notato se quello che ti ha morso aveva qualche fonte batterica in bocca, vero?-

- No, ero troppo impegnata a scappare e a evitare di essere mangiata!- sbottò lei, tirandosi su - Ora mi posso rivestire?-

- Sì, scusa...- disse Carol - Quindi dici che lei sarebbe... immune?- chiese, guardando Jessie.

- Beh, l'hanno morsa tre giorni fa e sta bene.- rispose lui, forse per la quarta volta, alzandosi in piedi - E sta guarendo. I morsi di zombie non guariscono, di solito. Le vittime si trasformano prima di poterlo fare.-

- Hai mai visto nessuno trasformarsi davanti a te?- chiese Alex, affiancandolo - Di persona, intendo.-

Jessie scosse la testa.

- No, ammetto di non averne mai avuto l'occasione. Per fortuna.- rispose.

- Sì, ma ci farebbe comodo una conferma di qualche tipo.- sospirò Alex - Non fraintendermi, sono contento che tu stia bene...- chiarì, rivolgendosi a Day - ... intendo dire che non possiamo dare per scontato niente, qui. Nessuno di noi è un medico, e non sappiamo quanto duri l'incubazione. Servirebbe il parere di qualcuno che ha un'esperienza diretta con questo tipo di ferite.-

Jessie non rispose, la mente che correva all'ennesimo riferimento cinematografico: Night of the Living Deb, uno dei pochissimi film in cui il morso degli zombie non era contagioso. In effetti era possibile che Alex avesse ragione. Difficile, ma possibile. Servivano conferme.

- E i soldati?- chiese Amy.

Tutti si voltarono verso di lei: era seduta un po' discosta da tutti quanti, abbracciata alle proprie ginocchia. Si erano quasi dimenticati della sua presenza, per quanto era silenziosa, ma era evidente che aveva comunque ascoltato tutta la conversazione.

- Cosa?- chiese Alex.

- I soldati. Quelli con cui avete parlato ieri e che viaggiano col suo amico.- spiegò, indicando Jessie - Potreste chiederlo a loro, no? Forse lo sanno.-

- Ha ragione.- disse Madison, rialzandosi a sua volta - Possiamo chiamarli per radio!-

- No, non adesso.- rispose Alex - A quest'ora probabilmente si saranno accampati per la notte, e noi siamo sovreccitati. Ne stiamo passando parecchie in poco tempo, dormiamoci su e occupiamocene col sole.-

- E cosa succede se scopriamo che sono morti?- chiese Amy.

- Sì... giusta obiezione.- osservò Madison.

Jessie sospirò, passandosi una mano tra i capelli.

- Allora... andremo tutti nel Montana.-

Alex si voltò di nuovo verso di lui, aggrottando la fronte.

- Dici sul serio?-

- Hai sentito Brown.- gli ricordò - Aveva detto che c'erano dei dottori che studiavano una cura. A prescindere da tutto, a questo punto è la cosa migliore da fare... se esiste una possibilità...-

Non finì la frase, ma non ce ne fu bisogno. Rimasero alzati ancora un po', poi decisero di terminare la giornata e andare a dormire.

Mentre Alex tentava di convincere Amy ad addormentarsi, Carol tornò al proprio giaciglio e cominciò a stilare una lista di medicinali che avrebbero dovuto cercare alle prossime soste; Maddie invece si avvicinò a Jessie prima di salire da Kevin per aggiornarlo.

- Sai, stavo pensando una cosa...- mormorò, lanciando un'occhiata a Day che, intanto, si stava preparando un sacco a pelo in un angolo in disparte.

- A cosa?-

Madison riportò gli occhi su di lui, stringendo appena le palpebre.

- Se il morso ce l'aveva sulla schiena...- disse - ... sotto la maglietta... tu come hai fatto a vederlo?-

Jessie esitò un istante, aprì la bocca per ribattere e poi la richiuse.

- Maddie... vai da Kevin.- brontolò, allontanandosi di fretta.

***

La mattina successiva Jessie venne svegliato bruscamente da due piccole mani che lo scuotevano con vigore. Nelle sue orecchie una voce vivace lo esortava ad aprire gli occhi e alzarsi, dicendo qualcosa sulla radio.

- Eh... sì... sì, cosa?- bofonchiò confusamente, sedendosi di fretta e provando, per la seconda volta in due giorni, l'atroce capogiro di un frettoloso risveglio forzato.

- Sveglia!- esclamò Amy, saltellando sulle proprie ginocchia, al suo fianco - Il tuo amico! C'è alla radio il tuo amico!-

- Amy!- esclamò Alex, comparendo sulla porta del soggiorno - Lascialo stare, è andato a letto tardi! Ha fatto lui la guardia per ultimo!-

- Ma c'è il suo amico alla radio!-

Jessie grugnì, sfregandosi la faccia con le mani, mentre Alex rimproverava la figlia per averlo disturbato in quel modo. Scuotendo la testa per schiarirsi le idee, Jessie vide che la stanza, ancora immersa nel buio, era già vuota e che tutti gli altri erano usciti all'aperto.

- Sì... sono sveglio. Sono sveglio.- ruminò Jessie, alzandosi con la stessa agilità di un Vagabondo - Lascia stare, Alex, sono... sono in piedi, vedi?-

Lui sospirò, cacciando la figlia con una pacca gentile sulla testa, e gli tese la propria borraccia.

- Tieni, sciacquati la gola.- gli disse.

- Grazie. Cos'ha detto Ben?- chiese, sorseggiando l'acqua.

- Gli abbiamo spiegato la situazione, e vuole parlarti. Appena l'ha sentito, Amy è corsa qui. Non ha detto molto altro, ma mi è sembrato contento. Chi non lo sarebbe, in fondo?-

- I suoi amici sanno qualcosa dei morsi?-

- Gli hanno detto che in media bastano dodici ore per trasformarsi. Massimo una giornata.- rispose Alex - A quanto pare avevi di nuovo ragione tu: Day è immune.-

Jessie annuì, restituendogli la borraccia, mentre quel pensiero lo svegliava completamente: esisteva una possibilità di cura. Si erano imbattuti forse nell'unica persona in grado di sopravvivere al morso di uno zombie e avevano i contatti necessari per dare una speranza all'umanità.

Dall'opzione numero tre, quella dei sopravvissuti che superavano le difficoltà con qualche caduto per poi riprendere a cercare un luogo in cui stabilirsi e ricominciare, erano improvvisamente passati alla numero uno: quella in cui i sopravvissuti risalivano alla cura.

Non è possibile...

Una parte di lui stentava ancora a credere che fosse una cosa reale, ma sembrava proprio così. Era a dir poco... formidabile.

D'altra parte, il suo lato più pessimista intervenne subito: da lì al Montana era lunga (meno di quanto lo fosse da lì alla costa, ma comunque lunga), e poteva succedere di tutto.

Un passo alla volta, come sempre.

- Va bene... parliamo un po' con Ben.- disse con ritrovato vigore, battendo le mani e uscendo alla luce del sole.

Rimase abbacinato per qualche secondo, abituato al buio della stanza chiusa, distinguendo pian piano tutti gli altri, seduti nei pressi del furgone aperto che facevano colazione. Kevin gli fece un cenno di saluto dallo scalino laterale del Transit, da cui aveva tirato fuori il necessario per mangiare, ostentando lo stesso sorriso bonario che aveva quando si erano conosciuti, come se il suo morale fosse improvvisamente migliorato; anche Carol, seduta su un ciocco vicino, aveva un'aria molto più spensierata del giorno prima mentre chiacchierava con Amy, che si era sistemata sul terreno polveroso lì davanti.

Day invece sedeva un po' in disparte, appoggiata con la schiena a un palo della staccionata, e succhiava la cannuccia di un succo di frutta alla pera con lo sguardo assente, il volto privo di espressione. Impossibile dire cosa stesse pensando.

Maddie invece era seduta (o meglio, spaparanzata) sui sedili del passeggero, i piedi appoggiati sul cruscotto, e cinguettava allegramente nel microfono della radio, raccontando a Ben una storia che Jessie, con suo sommo sconforto, scoprì di riconoscere.

- ... era tutto eccitato perché aveva abboccato un pesce di quelli grossi e vivaci.- stava dicendo - Così ha cominciato a tirare, ma prima che papà potesse raggiungerlo ha perso l'equilibrio ed è stato trascinato in acqua come un sacco di patate per almeno sei metri. E quando finalmente abbiamo recuperato prima lui e poi la canna è venuto fuori che aveva pescato un groviglio di rami secchi!-

- Okay, ora ci parlo io.- sbuffò Jessie, prendendole dalle mani il microfono - Ben, come va?-

- Ah! Jessie!- esclamò l'amico - Non mi avevi detto di essere un provetto pescatore!-

- Piantala di sfottere e dimmi dove siete. Avete raggiunto la base?-

- No, non ancora. Ci siamo dovuti fermare, abbiamo trovato un elicottero precipitato. Stiamo aiutando i sopravvissuti.-

- Ah, quindi avete trovato altri. Beh, meglio così. Ascolta, ti hanno già detto cosa abbiamo appena scoperto, vero?-

- Sì, e non riesco ancora a crederci. È la verità? Non si è trasformata?-

- No. A questo punto abbiamo deciso di venire tutti nel Montana. Se ci dai la vostra posizione cercheremo di raggiungervi, sempre che non ripartiate subito.-

- No, io... ne avremo per un po'. Penso che potremo aspettarvi, soprattutto se vi sbrigate. Siamo nella città di Crow Agency, sai arrivarci?-

- Ce la faremo. Voi pensate di poter contattare quella vostra base?-

- Non lo so. Vediamo.- rispose lui - Troveremo un luogo sicuro, accenderemo un fuoco per segnalarvi la nostra posizione... o è qualcosa da non fare con gli zombie?-

- Fai in modo che non vedano la luce e sei a posto. Magari un'abitazione privata, con un camino.- rispose Jessie - Ormai sono già alcuni giorni che è scoppiata l'epidemia, gli Inseguitori saranno arrivati allo stadio di Vagabondi, e quelli che erano già Vagabondi avranno gli occhi marci. Se stai attento non ti noteranno.-

- Va bene, troverò qualcosa. Allora vi aspetto.-

- Okay, a presto.-

Restituì il microfono a Maddie, che lo rimise a posto, e si voltò verso il resto del gruppo, scoprendo che tutti lo fissavano come in attesa.

- Cosa?- chiese.

- Allora andiamo?- chiese Kevin.

- Abbiamo altra scelta?- sospirò lui - L'obbiettivo è sopravvivere, no? Quale modo migliore di trovare una cura?-

- Ha ragione.- annuì Alex - Va bene... inutile aspettare ancora. Jessie, tu fai colazione, qualcuno di voi mi aiuti a recuperare le nostre cose. Tanto vale partire subito.-

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