Cap. 22: Diffusione intraspecie

Puckett sbuffò scocciata, gettando fuori dal veicolo l'ultima scatola di munizioni. Ben, seduto sul bordo del cassone, guardò la confezione vuota senza vederla davvero, masticando lentamente la scatoletta che era il suo pranzo.

- Finite!- sbottò il Sergente, sedendosi accanto a lui - Non abbiamo più pallottole! Mi è rimasto un fottuto caricatore nella pistola e meno di metà nel fucile, poi sono a secco! E la mitragliatrice ha solo dieci cartucce!-

Si pinzò il naso con le dita, emettendo un verso di esasperazione, e afferrò la bottiglia d'acqua più vicina. Si era tolta il gilet e giubbotto militare, rimanendo con la maglietta e rivelando un fisico molto più longilineo di quanto quegli abiti informi avessero lasciato supporre fino a quel momento. Era magra, definita, dal fisico scolpito, non una modella ma comunque invidiabile. Probabilmente in un altro momento e con i vestiti giusti sarebbe stata anche attraente per molti uomini.

- Almeno abbiamo da mangiare.- osservò Ben, senza molto entusiasmo.

- Già, almeno quello...- commentò lei.

Erano da soli ad alcuni metri dalla strada, diretti verso il Montana, in attesa degli altri che si erano allontanati verso Sleepy Hollow, a un paio di chilometri dalla loro posizione. La sosta non era casuale (avevano già percorso circa centocinquanta miglia), e con il consumo attuale di carburante sarebbero rimasti a secco molto prima di arrivare a metà strada. Inoltre Lincoln aveva bisogno di bende e antibiotici per la mano, prima che la ferita si infettasse sul serio.

- Inizio davvero a preoccuparmi, adesso.- ammise la donna, abbassando la bottiglia.

- Sono via solo da mezz'ora scarsa. Brown ha detto di aspettare un'ora prima di andare a cercarli.-

- Non per loro... dico in generale.- chiarì Puckett - Quando siamo partiti per Box Elder avevamo munizioni, provviste, ordini e un campo base. Ora non riesco a contattare nessuno, più di metà della mia squadra è morta, non abbiamo più pallottole e... e non so nemmeno dove voglio andare a parare.- ammise dopo un attimo di incertezza.

- Per caso è normale che un militare perda la calma davanti a un civile?-

- Non sono più un militare.- rispose lei - Guardati intorno, Ben... il mondo è finito, i civili che dovremmo aiutare ci sparano addosso o cercano di mangiarci.- scosse la testa, ridendo amaramente - Ho trentadue anni, e dubito che arriverò a trentatré.-

La radio prese a gracchiare in quel momento, distogliendola dal suo piccolo sfogo. Schiarendosi la voce la avvicinò alla bocca, premendo il tasto di comunicazione.

- Qui Puckett.-

- Brown. Abbiamo trovato un po' di medicine, quanto basta per la mano di Lincoln. Il carburante è esaurito, e non ci sono superstiti in città, solo morti.-

- Pericolosi?-

- Nessun Inseguitore, almeno finora. Siamo riusciti a tenerli lontani senza sparare, spero che le cose continuino così. Nelson ha trovato un camion abbandonato, trasportava vestiti. Porteremo qualcosa per cambiarci e qualsiasi cosa possa tornarci utile, poi vi raggiungiamo.-

- Va bene. Qui tutto tranquillo, vi aspettiamo.-

Con un piccolo balzo si arrampicò con il fucile sul tetto del veicolo, sistemandosi in posizione di pattuglia, ogni traccia dello scoraggiamento di prima totalmente sparito.

- Non farne parola con Brown.- gli disse - Per favore.-

Ben ingoiò intero l'ultimo boccone di carne in scatola, stringendosi nelle spalle.

- Sarò una tomba.-

***

Brown e gli altri arrivarono a passo spedito ma senza correre, guardandosi alle spalle ogni tanto per accertarsi che non ci fosse niente dietro di loro. Puckett tenne il fucile puntato verso la città tutto il tempo, coprendo la loro ritirata, mentre Ben li teneva d'occhio con il binocolo.

- Libero.- sentenziò - Almeno per ora... sono stati bravi, hanno fatto tesoro dei miei appunti.-

- Poi mi spieghi chi è il tuo amico.- commentò Puckett - Come cavolo sapeva quelle cose?-

- Te l'ho detto, non mi crederesti.- rispose - Si trascinano dietro una delle taniche, forse almeno quella è piena.-

- Avranno preso il carburante da qualche rottame.-

Lui annuì senza rispondere, abbassando il binocolo e togliendosi il berretto per grattarsi la testa. Si diresse di nuovo verso il retro del veicolo con l'intenzione di richiuderlo, bloccandosi a metà strada con la mano ancora a mezz'aria, la bocca semidischiusa per la sorpresa. Il vento cambiò all'improvviso, portandogli una zaffata di odore nauseante, che fino a qualche istante prima non era riuscito a percepire.

- Madre de diòs, che puzza!- esclamò Puckett - Ben, hai mica sganciato?-

- Puckett...- disse lentamente, indietreggiando con tutta la cautela che riuscì ad adottare - Voltati con calma... e spara.-

- Cosa?- chiese lei, senza capire.

Quando si guardò alle spalle sbiancò a sua volta.

Nel campo dall'altro lato della strada c'erano dei cani.

Erano un branco enorme, almeno una decina o più, tutti di razze differenti gli uni dagli altri. C'erano carlini e chiuaua, ma anche pastori tedeschi, mastini e terranova.

Tutti loro erano infetti.

Era evidente, anche a quella distanza e a occhio nudo: ognuno di loro presentava evidenti ferite aperte, qualcuno in più punti del corpo, ma nessuna di esse sanguinava, anche se il pelo era ormai tinto di rosso; c'erano cani a cui mancavano interi orecchi, a qualcuno erano state strappate porzioni di pelle, uno di essi era privo di una zampa e a un altro si vedevano le costole.

Li stavano fissando immobili e silenziosi, appena al di fuori della carreggiata. Sorprendente quanto fossero stati silenziosi, ma anche spaventoso e preoccupante.

Mentre li osservava, a Ben sovvenne alla mente un'altra delle note di Jessie, una di quelle a cui aveva badato meno perché lui stesso ne era sembrato poco convinto.

In molti giochi che ho provato, gli zombie non erano solo umani. Alcuni nemici erano anche di origine mutante, molto pericolosi ma estremamente improbabili, per noi, e altri di origine animale. I cani, in particolare, erano temibili nella serie di Resident Evil.

Di solito sono più veloci, siccome hanno quattro zampe ma anche perché l'infezione su di loro ha effetto in modo leggermente diverso, ma per il resto non cambia niente nel loro comportamento rispetto ai Vagabondi o agli Inseguitori, e siccome sono animali da preda hanno una struttura fisica più adatta alla caccia, sentono il nostro odore e i nostri rumori a distanze anche superiori e i loro morsi possono essere letali al primo colpo, quindi possono essere nemici non da poco, specie in gruppo. Il mio consiglio è di evitarli ad ogni costo, e se proprio non puoi cerca di affrontarli da una posizione di vantaggio. Comunque, non credo che dovrai preoccupartene, non è detto che incontrerai animali zombie... non ne abbiamo ancora visti e Romero, per esempio, tendeva a escluderli dall'infezione. Forse è il nostro caso.

Tuttavia, mentre guardava la schiera di cani davanti a lui, Ben comprese che, per una volta, Jessie si era sbagliato.

***

- Cazzo...- gemette Puckett, puntando il fucile con una mano e recuperando la radio con l'altra - Signore, abbiamo dei cani! Ripeto, abbiamo dei cani!-

Quasi in risposta alle sue parole, il branco iniziò a ringhiare e ad abbaiare, inferocendosi di colpo. Ben corse subito verso il fucile e lo puntò verso di loro, mentre cominciavano a correre latrando furiosamente.

Sparò nel mucchio, senza preoccuparsi di prendere la mira, imitato da Puckett, mentre saltava a bordo; appena fu dentro afferrò la maniglia e richiuse il portello, mentre un pastore tedesco spiccava un balzo nel tentativo di azzannarlo, riuscendo tuttavia a urtare contro il metallo con tutto il proprio peso e spingendolo al suo posto, chiudendo Ben all'interno.

Sbalzato indietro dall'impatto, si ritrovò disteso sulla schiena a guardare le gambe di Puckett che sparava a ripetizione, cercando di tenere a bada il branco da sola. Si rialzò in fretta, insinuandosi nello spazio troppo stretto per loro due insieme, riuscendo a far passare a malapena la testa.

- Sali!- le intimò, dandole di gomito.

Senza guardarlo, la donna balzò sul tettuccio e riprese a sparare, cambiando bersaglio ogni volta. Ben si sporse completamente, alzandosi in piedi, e cominciò a darle manforte, per quanto la capienza dell'arma glielo permettesse.

I cani avevano ormai già accerchiato l'auto, e anche se i più piccoli non erano in grado di raggiungerli quelli di stazza più grande, come i pastori tedeschi e i terranova, non ebbero alcuna difficoltà a salire sul cofano con un solo balzo, avvicinandosi a zanne scoperte.

Ben sparò l'ultima cartuccia del caricatore direttamente sul muso di un grosso labrador, scagliandolo indietro con la testa ridotta a un grumo rossastro, poi impugnò l'arma per la canna e la usò come randello, rimpiangendo il piede di porco che, in quel momento, riposava appoggiato contro una ruota, fuori portata.

In lontananza risuonò uno sparo, e un altro cane venne abbattuto. Seguendo la traiettoria vide che Nelson si era inginocchiato nell'erba e aveva puntato il fucile per coprirli sulla distanza, mentre Brown e Lincoln correvano loro incontro con le armi in pugno.

Comprendendo che il pericolo sarebbe arrivato soprattutto dalla parte anteriore del veicolo, Puckett si voltò anche lei da quella parte, premendo per l'ennesima volta il grilletto contro un alano con le costole esposte che le stava saltando addosso.

Malgrado il baccano, i versi dei cani che abbaiavano e ringhiavano, il suono degli spari di Nelson e i grugniti di Ben quando colpiva, il suono del percussore che scattava a vuoto si udì comunque benissimo.

***

Non la morse alla gola, questo no, perché riuscì a scansarsi appena in tempo, ma la prese per un braccio, trascinandola giù con sé. Puckett lanciò un grido, rotolando a terra in un vortice di zampe e ringhi feroci. Cominciò a lottare, mentre la sua mano libera correva verso la pistola.

Riuscì a sparare in testa al cane due volte, facendogli saltare il cervello, poi puntò l'arma verso un carlino che si avvicinava e uccise anche lui. A quel punto Brown fu vicino a lei, e finì l'ultimo cane che cercava di assalirla, sgominando definitivamente la minaccia.

Ben, ancora appollaiato sul tettuccio, si ritrovò a fissare la scena ansimando, mentre il Maggiore riponeva l'arma e guardava il Sergente ai suoi piedi, che si stringeva convulsamente l'avambraccio ferito.

I denti dell'animale avevano lasciato sulla sua pelle una serie di identici fori sanguinanti, non gravi ma abbastanza profondi. In ogni caso, erano comunque letali.

- Cazzo...- gemette Puckett, posando il capo sulle ginocchia e sollevando il braccio, le dita così serrate attorno alla ferita da farle sbiancare e arrestare l'emorragia - Perra! No es posible, dios...-

Continuò a imprecare in spagnolo per un po', rannicchiata nell'erba come una bambina. Brown si inginocchiò accanto a lei e le mise una mano sulla spalla senza dire niente, guardandola in silenzio. Ben scese dal veicolo ancora attonito, affiancando Lincoln e Nelson, che li raggiunse in quel momento.

- Dobbiamo andare.- disse questi dopo qualche minuto - Gli spari avranno attirato l'attenzione.-

Brown annuì, alzandosi in piedi, prendendo la pistola e mettendo un colpo in canna.

Puckett alzò lo sguardo e, vedendo l'arma puntata, scosse la testa.

- No...- disse - No, io... lo faccio da sola, signore. Solo... datemi qualche minuto. Vedrò di tenerli qui mentre vi allontanate. Almeno questo lo posso ancora fare.-

- Sei sicura?- chiese Brown, senza abbassare la pistola.

- Sì, sicura... tanto che differenza fa?- borbottò, passandosi una mano su un occhio umido - Beh... lo sapevo, no?- rise amaramente, rimettendosi in piedi. Guardò Ben, facendo una smorfia - Cosa avevo appena detto? Non ci arrivo a trentatré.-

Ben non disse niente, passandosi una mano sulla collottola, a disagio.

- Va bene, Puckett.- disse Brown, mettendo via la pistola - Come preferisci. Mi spiace di non poter fare niente per te.-

Lei scosse la testa, sbuffando con gli occhi al cielo.

- Angela.- disse - Non mi va di morire come Zapata... con nessuno che si ricordi come mi chiamo.-

Brown annuì appena, poi fece un cenno agli altri per dire loro di salire, precedendoli a bordo. Nelson si avvicinò per primo a Puckett e la cinse in un abbraccio silenzioso, a cui lei rispose nell'identico modo. Poi fu la volta di Lincoln, che portò la mano alla fronte per il saluto militare, ma stavolta Puckett scosse la testa.

- Non siamo più soldati.- disse - Testa alta, gringo. Sei uno forte.-

Lincoln abbassò la mano, annuendo appena.

- Grazie, Ser... Angela.-

Lei sorrise appena, facendogli un cenno col capo, poi si voltò verso Ben, ancora fermo con la carabina stretta per la canna.

- Dai...- sospirò - Devi ritrovare la tua famiglia, no?-

Ben annuì, facendole un cenno di saluto con la mano.

- Già.- disse - Allora... beh... grazie di tutto, Puckett.-

Non riuscì a dire altro. Non era mai stato eccessivamente espansivo, né si sentiva particolarmente bravo negli addii. Anche con Jessie era andata più o meno in quel modo, solo che la situazione era meno tragica... non si sentiva così male.

Recuperò il piede di porco e seguì Brown sul hummer in silenzio, lanciando uno sguardo a Puckett che, invece, si era già rivolta verso Sleepy Hollow, contando le munizioni della sua pistola.

- Lascia perdere.- disse Brown, già seduto al suo posto - Non possiamo fare niente.-

Ben annuì, chiudendo lo sportello.

- Quanto le resta?-

- Una giornata al massimo. Forse meno.- rispose Brown - Ho visto gente trasformarsi in dodici ore. Non te l'ha detto il tuo amico?-

Ben non rispose, ma sì, gliel'aveva detto: da pochi minuti a un paio di giorni al massimo, ma in media una mezza giornata circa. In tutti i casi, la soluzione migliore era una sola: puntare e sparare.

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