Cap. 14: Campo base non in sicurezza
Il campo base stabilito dall'esercito si trovava nei pressi della Daughenbaugh Road, a sud di Green Valley. Per arrivarci il Maggiore gli fece fare tuttavia un lungo giro, prendendo stradine sterrate non segnate sulle mappe e tagliando a volte per i campi o attraverso fattorie vuote, stando ben lontano dalle strade principali, più trafficate e ingombre. Di tanto in tanto scambiò con lui qualche altra parola, chiedendogli dettagli della sua famiglia e su Jessie. Ben in cambio gli fece qualche domanda su di lui, ottenendo risposte piuttosto generiche, come se si tenesse sulla difensiva di proposito. Forse era successo qualcosa di cui non voleva parlare o, magari, era semplicemente la sua personalità. Tuttavia fu un po' più espansivo sulla sua carriera, affermando di essere stato un soldato per tutta la vita, di aver lavorato per le Forze Speciali per qualche anno e di aver combattuto tre volte in Iraq.
- Senti, per quello che riguarda il mio amico...- gli disse a un certo punto - ... esiste la possibilità di recuperarlo, in qualche modo? Cioè, puoi mandare qualcuno a cercarlo?-
- Negativo, ragazzo.- rispose Brown - Te l'ho detto, le grandi città sono off limits. Abbiamo perso troppi uomini nel tentativo di evacuarle, e Sioux Falls è piena di quelle cose. Mi dispiace, ma devi rassegnarti... è morto.-
- Tu non lo conosci.- ribatté Ben.
- In ogni caso non posso fare niente.- continuò lui - Ma mentre parliamo c'è chi sta organizzando la diffusione di un segnale radio d'emergenza, in cui verranno indicati i luoghi di raccolta di ogni stato. Se è furbo come dici andrà in uno di questi posti.-
- Speriamo...- borbottò tra sé Ben.
***
Giunsero in vista del campo base verso sera, quando ormai il sole era quasi totalmente tramontato e il buio aveva cominciato a oscurare il mondo. Zapata, appoggiato alla sua mitragliatrice, fumava con aria annoiata una sigaretta estratta dal giubbotto militare: già da un po' gli zombie avevano smesso di farsi vedere, e lui si era ritrovato senza niente da fare. Per fortuna.
In lontananza, al di là del hummer, Ben riusciva già a vedere le sagome delle baracche e dei veicoli militari, illuminati a giorno dalla luce di potenti fari. Molte persone si muovevano tra le tende, ma non pareva esserci eccessivo fermento nell'area.
- Dovreste chiamarli e dirgli di spegnere quei fari.- disse Ben, parlando nel walkie talkie - Potrebbero attirare l'attenzione.-
Stava citando di nuovo Jessie e i suoi suggerimenti: col tempo gli occhi degli zombie tendevano a deteriorarsi, ma le luci forti erano comunque una grande attrattiva per loro, anche sulle lunghe distanze.
- Infatti non è nel protocollo tutta quella luce.- rispose il Maggiore - Avrebbero dovuto abbassare i fari da un po', il piano era di ricorrere agli occhiali infrarossi dopo il tramonto.-
Il veicolo si fermò lentamente, alcune decine di metri prima del campo militare; Ben li accostò, abbassando il finestrino, mentre Brown, alla guida del suo mezzo, faceva lo stesso.
Entrambi osservarono per qualche secondo la piccola tendopoli poco distante; le figure umane che si aggiravano al suo interno ora avevano smesso di muoversi, come se a loro volta li stessero tenendo d'occhio. Poi si udirono alcune grida furiose, e qualcuno cominciò a correre contro le recinzioni, scuotendole violentemente o arrampicandosi verso il filo spinato.
- Signore!- disse Zapata, puntando il binocolo - Ci sono dei punti di cedimento nella recinzione! Sono infetti, signore!-
- Sì, l'avevo intuito.- rispose Brown, scuro in volto. Si voltò verso Ben e gli fece un cenno eloquente - Figliolo, resta in macchina. Zapata, quanti colpi hai ancora?-
Il soldato impugnò i comandi della mitragliatrice, risoluto.
- Quelli che servono, signore.-
Brown annuì.
- Ottimo. Allora Ben, fai retromarcia e allontanati di un chilometro. Puckett, vai con lui. Noi li attiriamo lontani, faremo in modo di liberarvi la strada. Scoprite cos'è successo. Ben...- aggiunse, mentre uno dei soldati scendeva dal mezzo per raggiugnerlo - ... tu sei un civile, e in casi normali non ti chiederei di fare una ricognizione, ma...-
- Capo, c'era la mia famiglia lì.- disse Ben, mettendo in moto e ingranando la retromarcia - Ti chiamo appena scopriamo qualcosa.-
***
A quanto pareva, dopo che la sua chiamata Madison aveva telefonato subito a Kevin, che in quel momento si stava recando a lavoro come lui. Tuttavia era stato più fortunato e, nonostante i disordini, era riuscito a raggiungerla senza andare a sbattere o essere speronato.
Aveva tuttavia dovuto abbandonare la macchina all'altezza del bar vicino, dove era stato aggredito da un uomo armato che lo aveva costretto a scendere e a farsela a piedi, rubandogli l'auto e lasciandolo in mezzo alla strada, solo e disarmato.
Si era così messo in marcia verso la casa di Sandy con le sue sole forze, scivolando tra le case nel tentativo di non farsi vedere dagli Inseguitori, troppo impegnati a correre dietro ai malcapitati più visibili per notarlo.
Uno purtroppo si era accorto di lui, e così si era fatto la bellezza di quattro isolati tutti di corsa, tagliando per i giardini fino a casa Flagg, dove aveva incontrato anche la signora Parker, che ancora assediava Madison. A quel punto se l'era vista davvero brutta, e prima ancora di poter cercare un'arma o un riparo si era ritrovato spalle al muro, protendendo le braccia nel disperato tentativo di tenere entrambi gli zombie a distanza.
Per sua fortuna era intervenuta Madison che, salita sul tetto, aveva lasciato cadere un vecchio televisore che Sandy teneva in camera direttamente sulla testa della signora Parker, ammazzandola con un colpo solo. Il secondo Inseguitore era stato neutralizzato da Kevin che, ritrovatosi ora con un solo aggressore, lo aveva afferrato per la testa e lo aveva sbattuto con tutta la propria forza (data dalla disperazione e dall'adrenalina) direttamente contro le sbarre della vicina finestra più e più volte, fino a quando non aveva smesso di agitarsi e grugnire.
- Cazzo... complimenti.- commentò Jessie, ammirato: uccidere uno zombie in quel modo non era la cosa più semplice del mondo - Fai palestra?-
- No, sono solo fortunato.- ammise Kevin, con un sorrisetto imbarazzato - Ma ammetto di essermela quasi fatta sotto.-
- Sì, è andata bene a tutti quanti.- tagliò corto Madison - Davvero hai mollato il tuo amico?- chiese, voltandosi verso Jessie.
- Non l'ho mollato, doveva andare nell'altra direzione!- replicò Jessie, piccato.
- Dai, Maddie, dagli tregua.- disse Kevin, in tono conciliante.
Lei sbuffò, incrociando le braccia, ma Jessie scosse la testa.
- Tranquillo... è arrabbiata perché non mi sono nascosto in un posto sicuro.-
- Già.- disse lei, dandogli uno spintone - La devi piantare di fare così... non stiamo mica giocando, sai?-
Subito dopo, però, gli fece un sorriso sincero, passandogli una mano dietro le spalle.
- Sono contenta che sei qui.- ammise - Mi sei mancato.-
Jessie le prese la mano, stringendola con calore.
- Anche tu.- rispose - E... Sandy.-
Il suo sorriso si incrinò un poco e abbassò lo sguardo.
- Sai, in fondo è stato più fortunato di noi.- disse - Se ci pensi... è morto sereno. Non ha visto questa schifezza.-
Jessie annuì, senza più sorridere.
- Cos'è successo?- chiese.
- Aneurisma.- rispose Kevin, quando fu chiaro che Madison non avrebbe detto una parola - Imprevedibile.-
Madison premette i palmi delle mani sugli occhi, grugnendo rabbiosamente.
- Comunque sta meglio di noi!- sbottò - E ora abbiamo... altre questioni a cui pensare!- guardò Jessie, che non poté non notare quanto le luccicavano gli occhi - Tu sei sempre stato un rompipalle in fatto di zombie. È ancora così?-
- Beh...- fece Jessie, mentre gli tornavano in mente le parole di Ben - ... abbastanza.-
- Bene.- disse lei - Perché io ho avuto troppo da fare per i videogiochi e i film...-
- Già, tu avevi una vita sociale...-
- Cosa?-
- Niente.-
- Insomma, conto su di te.- concluse - Hai pensato a cosa dovremmo fare?-
- Certo.- rispose lui - Dormire. Ho un sonno terribile. Penseremo domani a come tirare avanti, tutti insieme. D'accordo?-
Kevin annuì.
- Sì, mi sembra una buona idea.- concordò - Siamo tutti stanchi, e voi due siete particolarmente stremati.-
- Dobbiamo comunque fare la guardia.- disse Jessie - Posso...-
- Faccio io il primo turno.- disse subito Madison - Non ho sonno, tanto. E Kevin il secondo, tu dormi, o ti butto fuori.-
Detto ciò si alzò in piedi e si diresse verso il piano di sopra, senza dire altro. Jessie guardò Kevin, che fece un sorrisetto di scuse.
- Già... è un po' caparbia.-
- Lo dici a me?- chiese Jessie, trattenendo a stento una risata amara - Non sai cos'ha fatto quando la portai la prima volta al cinema...-
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