Cap. 12: Evacuazione
La madre di Madison, Darlene, aveva una polizza sulla vita. Sia lei che Sandy l'avevano stipulata, nominandosi reciprocamente beneficiari. Quando era morta, quindi, Sandy Flagg aveva intascato il premio assicurativo, che aveva usato per acquistare una casa di periferia quando era andato in pensione (aveva una buona quarantina d'anni e più quando era nata Madison). A Jessie era sempre piaciuta, aveva un bel giardino e si trovava in un ottimo quartiere. D'estate facevano delle splendide cene in cortile o passavano le serate a guardare un film con il computer, o ancora montavano la piscina gonfiabile e si facevano un bagno coi loro amici.
Il problema era che, rispetto a dove si trovava Jessie in quel momento, casa Flagg era dall'altro lato di Sioux Falls, sulla quarantaduesima est, ad almeno otto miglia dalla sua posizione.
Certo, se avesse potuto procedere sull'autostrada un altro po' avrebbe allungato il percorso ma sarebbe arrivato prima (era la via più veloce), ma c'erano troppe auto che bloccavano il passaggio. Era stato già fortunato a entrare in città, dopotutto.
Non aveva scelta, doveva passare per Folsom's Addition e Beadie Greenway, prendere la East River Boulevard e superare i due parchi fino alla quarantunesima est. Da lì il passo sarebbe stato breve.
Mentre guidava, il sole si avvicinò all'orizzonte facendo scurire il cielo e rammentandogli che, presto, non sarebbe più stato in grado di procedere. Viaggiare di notte non era una buona idea.
Però era così vicino...
Dai. Si disse. Dai, tieni duro. Dormirai da Madison.
Se avesse potuto, si sarebbe preparato del caffè.
***
La squadra del Maggiore Brown procedeva davanti a lui nel humvee, col membro più giovane (il soldato Zapata) perennemente in guardia sulla torretta mitragliatrice, pronto ad accogliere i guai con una scarica di proiettili.
Ben li seguiva a pochi metri con l'auto, avanzando nella loro scia senza vedere traccia dei morti viventi a eccezione dei cadaveri che avevano falciato prima del suo arrivo; erano stati davvero efficienti, anche se gli avevano spiegato che non tutto era andato bene.
Al loro arrivo in zona il veicolo era pieno (poteva portare otto soldati e due uomini di equipaggio), ma con lo scorrere della giornata erano morti il precedente artigliere e il guidatore, motivo per il quale Brown aveva dovuto arrangiarsi. In generale, ad ogni modo, la missione di soccorso sembrava essere terminata con successo, stando alle parole del Maggiore, secondo il quale i civili erano stati caricati sui camion e portati fuori città in circa un'ora.
Solo quattro unità erano rimaste a Box Elder per uccidere i morti viventi e rallentarne l'avanzata, mentre i loro compagni conducevano tutti coloro che erano riusciti a salvare in un apposito centro di raccolta.
- Non ti mentirò, figliolo.- gli stava dicendo Brown, attraverso la ricetrasmittente che gli aveva dato prima di mettersi in marcia - Non c'è rimasto un posto che possa dire di essersela cavata con poco. Le città più grandi sono cadute nel giro di dieci minuti, sono state dichiarate Zona Morta. Rapid City è tutta in mano a quelle bestie, ormai, e a quanto mi hanno detto la missione di salvataggio lì non è andata così bene: metà dei nostri sono morti, e sono stati salvati più o meno lo stesso numero di civili di Box Elder. Il che, in proporzione, è un chiaro insuccesso, passo.-
- Il mio amico ha detto che la Casa Bianca era tagliata fuori, è vero? Passo.- chiese Ben, avvicinando la radio alla bocca.
- Tutto vero.- ammise il militare - L'intero stato maggiore è stato trasformato dal Presidente durante un meeting. Ieri pomeriggio si erano riuniti in seduta per discutere dell'aumento di casi di una malattia sconosciuta. Parlo di questa, ovviamente...-
- Ovviamente...- sospirò Ben.
- ... ma non ne sapevamo nulla in quel momento, se non che era molto contagiosa. Il Presidente si era ammalato, ma ha pensato bene di non informare nessuno, e si è trasformato durante la riunione. Queste sono tutte cose che ho saputo solo stamattina.- continuò Brown, ignaro del suo commento - Quando è scoppiato il caos l'esercito è rimasto senza ordini per alcune ore, ci siamo riorganizzati al meglio solo in tarda mattinata e abbiamo inviato squadre un po' ovunque. Se tu e il tuo amico foste rimasti in città ci avreste incrociati, anche se non so quanto sareste durati, passo.-
- Beh, probabilmente abbastanza da farci trovare. Jessie non è uno stupido.- rispose Ben - E nemmeno io. Piuttosto, sai dirmi cos'è successo? Cioè...- chiarì - ... Jessie mi ha detto come comportarmi con i morti viventi e quali precauzioni adottare, ma non aveva idea di come sia nata questa malattia, passo.-
- Davvero? Era un militare il tuo amico? Passo.-
- No, lui... è complicato, passo.-
- Beh, onestamente non so dirti cosa sia.- rispose Brown - Il CDC ha cercato una risposta. Avevano anche un piano, sai?-
- Un piano? Per l'apocalisse degli zombie?- ripeté incredulo Ben.
- Certo. Lo avevano approntato a causa della crescente diffusione della sottocultura zombie nata con film, videogiochi e quant'altro. A sentir loro, un ragazzino sufficientemente sveglio e con una buona conoscenza dell'argomento avrebbe più probabilità di noi qua fuori...- rise il Maggiore.
Ben preferì non commentare, lasciando che continuasse.
- ... ad ogni modo, non hanno fatto molti progressi. Il piano è fallito dopo tipo due minuti.- spiegò - Pare che già molti di loro fossero infetti prima ancora di potersi accorgere che c'era una malattia che girava per il mondo. Quelli che sono rimasti hanno condotto alcune ricerche, ma con attrezzature limitate in laboratori di fortuna. Per ora non sappiamo molto, se non che dobbiamo evitare di farci mordere e che bisogna sparargli in testa.-
- Già lo sapevo, ma sono attratti dal rumore.- lo interruppe Ben - E ce ne sono di due tipi. Lo avete notato? Quelli veloci, gli Inseguitori, e quelli lenti, morti da un po', i Vagabondi.-
- Per noi non hanno nome. Ci limitiamo ad ammazzarli.-
A Ben non sfuggì il cambiamento del tono, l'assenza dei "passo" che era arrivata all'improvviso. Sembrava che Brown non avesse più molta voglia di pensare al protocollo.
- I centri di raccolta profughi sono stati predisposti in località strategiche, ma sono solo temporanei. Quello che resta dei nostri superiori sta cercando di localizzare un posto sicuro in cui trasferire tutti. Dove hai detto che era diretto il tuo amico?-
- Sioux Falls.- rispose - Voleva raggiungere una sua amica.-
Per alcuni istanti ci fu solo silenzio e qualche scarica dall'altro lato della linea, e Ben pensò che la conversazione fosse terminata, ma alla fine sentì un sospiro scoraggiato.
- Spero che tu gli abbia detto addio, ragazzo.- disse Brown - Sioux Falls è stata dichiarata Zona Morta.-
***
Il sole ormai era quasi totalmente tramontato, ma Jessie ancora esitava ad accendere i fari, consapevole che già il rumore del motore era un rischio per lui. Luci in movimento avrebbero attratto i non morti con una calamita.
In lontananza, nelle zone più interne della città, vedeva comunque altre fonti luminose, intense e stabili, oltre i meri incendi scoppiati durante i disordini della mattina: l'elettricità sembrava essere ancora presente, almeno in alcune aree (dov'era lui solo pochi lampioni sporadici sembravano tenere duro), il che forse dava una speranza alle comunicazioni telefoniche. Non che avesse qualcuno da chiamare: Ben era sprovvisto di cellulare, e Madison stava per raggiungerla. Tutte le altre persone che conosceva se non erano morte erano a propria volta in fuga, e comunque non c'era nessun altro a cui riuscisse a pensare: erano forse gli unici due verso cui sentisse qualcosa, le altre persone che conosceva gli interessavano solo da un punto di vista prettamente umano.
Proseguì senza fermarsi e senza mai accendere i fari, le orecchie che tentavano di ignorare i suoni ovattati e i versi degli zombie, perlopiù molto lontani da lui: a quanto pareva, la scelta di prendere il percorso più lungo lo aveva favorito, dato che li trovò in numero alquanto limitato lungo la strada. La maggior parte erano i lenti Vagabondi, e si imbatté solo in due o tre Inseguitori, che riuscì a investire o seminare senza troppi problemi.
Quando finalmente ebbe superato anche la zona dei parchi la strada iniziò a farsi più praticabile, con meno auto a ostruire la carreggiata e a costringerlo a fare deviazioni. Si ritrovò ben presto circondato dalle villette a schiera dell'area periferica, coi loro giardini verdi e i tetti spioventi, diverse dai palazzi squadrati e monotoni del centro città.
Fu un altro tuffo nei ricordi, malgrado il buio gli rendesse difficile riconoscere chiaramente qualcosa (la luna, unica fonte di luce, rischiarava solo parzialmente l'aria notturna), a cui faticò a resistere anche per via della stanchezza, ora davvero acuta.
Allora... Pensò, passandosi una mano sulla faccia, esausto. Casa di Sandy era tra la quarantaduesima e Fernwood, se non ricordo male.
Era solo poche centinaia di metri più avanti, all'incrocio. Li percorse rapidamente, fermando il Transit (che ormai aveva quasi raggiunto la riserva) proprio all'imbocco della Fernwood, esalando un sospiro sfinito: aveva i muscoli doloranti, in particolare i glutei a furia di guidare, e il mal di testa era peggiorato.
Ad ogni modo, ce l'aveva fatta: era arrivato a destinazione.
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