Cap. 10: Scissione

Scoprirono di avere più tempo del previsto, fortunatamente: Ben abitava all'estremità nord di New Underwood, e la cosa più vicina a casa sua era un campeggio misericordiosamente chiuso in quella stagione. I primi zombie, quindi, ci misero parecchio a farsi sentire, soprattutto perché si muovevano troppo lentamente per competere con due umani vivi e vegeti sulle lunghe distanze, e poterono organizzarsi senza troppi problemi.

L'auto abbandonata, una banale utilitaria, aveva il serbatoio quasi vuoto, ma adatto al carburante in loro possesso, e provvedettero a riempirlo subito. Dopodiché, Ben prese tutto quello che poteva da casa sua, inclusi vestiti, attrezzi vari, cibo e acqua, e anche una vecchia Colt .9mm con tanto di munizioni che teneva nascosta in una cassaforte sotto il pavimento.

- Ne avevo due.- spiegò a Jessie, mentre la caricava - Ma ne manca una. Deve averla presa Meg.-

- Ti permettono di tenere delle armi anche coi tuoi precedenti?- chiese stupito Jessie, che intanto travasava il carburante.

- No.- rispose semplicemente l'amico.

Aveva deciso di lasciare a lui il furgone per tre motivi: prima di tutto, lo aveva scelto lui per primo, quando era arrivato alla sede della R.C.M.; secondo, il suo viaggio era molto più lungo; terzo, sua moglie era partita con un minivan, e suo suocero possedeva un pick-up. Una volta raggiunta la famiglia i mezzi di trasporto non sarebbero stati un problema per lui.

In cambio, Jessie gli ripeté tutto ciò che gli aveva già detto sugli zombie, più qualche altra nozione importante.

Per prima cosa doveva evitare di fare l'eroe, regola che tuttavia nessuno dei due stava seguendo. In secondo luogo, ora che viaggiava da solo, avrebbe dovuto evitare di combattere se non era strettamente necessario. Prima erano in due e potevano guardarsi le spalle a vicenda, pur non essendo totalmente al sicuro, ma da solo avrebbe potuto contare solo su se stesso. Nel caso in cui avesse affrontato più nemici, comunque, non avrebbe dovuto per forza sparare alla testa, salvo essere certo oltre ogni ragionevole dubbio di non sprecare proiettili: anche colpire ginocchia o spina dorsale andava bene, così da rallentarli e scappare, o poteva sfruttare il potere d'arresto delle armi da fuoco per respingerli e creare un varco, se sufficientemente alto. Doveva anche considerare il fatto che sarebbe stato paradossalmente più lento, specie nei viaggi lunghi (anche se quello era più il caso di Jessie) in quanto si sarebbe dovuto fermare per riposare, senza nessuno a dargli il cambio alla guida.

Anche la quantità di rumore doveva adeguarsi alla situazione, ovviamente, e non avrebbe più avuto Jessie a dirgli di fare piano.

Infine, se le circostanze lo avessero obbligato ad abbandonare il suo mezzo di trasporto, avrebbe dovuto fissare bene in mente il tragitto e calcolare di conseguenza il numero di soste da fare. Meglio tante ma brevi che poche ma lunghe, così da ridurre il rischio di essere individuato, e avrebbe dovuto scegliere con molta cura gli oggetti da portare con sé, avendo un limite di peso.

Una serie di piccoli accorgimenti e di regole che, per quanto snervanti potessero sembrare (specie quella del rumore, ripetuta fino alla nausea), avrebbero forse potuto salvargli la vita.

Quando alla fine gli zombie furono in vista e i loro lamenti li ebbero raggiunti, Jessie e Ben erano ormai pronti a separarsi.

- Grazie per l'aiuto.- gli disse il collega, stringendogli la mano - E per avermi salvato a Rapid City.-

- L'hai detto tu, siamo pari.- osservò Jessie - Sai, non te l'ho mai detto, ma sei stato quello con cui lavoravo più volentieri tra tutti i nostri colleghi.-

Ben fece una smorfia.

- Non fare il frocio, adesso.- lo schernì - Beh, ti auguro di trovare Madison.-

- E io di trovare Meg e i bambini.- rispose - Spero di rivederti, un giorno.-

- Anch'io.- disse Ben, salendo in macchina - Addio, amico.-

L'accesso alla I–90 si rivelò più sgombro rispetto a quello che si erano lasciati alle spalle a Rapid City, e malgrado le difficoltà (dovettero percorrere un tratto sull'erba) riuscirono a rimettersi sul percorso più veloce. Se non avesse trovato ostacoli degni di nota, Ben sarebbe arrivato a Box Elder abbastanza in fretta, massimo in quindici, venti minuti al massimo. Tutt'altra storia poteva dirsi per Jessie, che aveva ancora un viaggio di quattro ore e mezza (teoriche) prima di arrivare.

Si separarono in silenzio, agitando appena una mano dal finestrino, muovendosi in due direzioni opposte. Presto Jessie smise di vedere l'auto rossa nello specchietto, che ad ogni metro andava rimpicciolendo fino a scomparire del tutto lungo il rettilineo d'asfalto.

Ora che era totalmente solo, senza compagnia, Jessie cominciò a sentire di nuovo la paura assalirlo.

Non era tanto per gli zombie e il pericolo di vita che era spaventato, quanto per l'idea di poter fallire. Quando era all'inizio, nel lavoro, gli succedeva sempre di sentirsi a disagio se veniva lasciato da solo: subito gli saliva il dubbio di non farcela, di poter essere inadeguato al compito, e anche se riusciva a terminare senza intoppi e nei tempi prestabiliti la volta successiva, puntualmente, ricominciava a non credere di riuscire da solo.

Anche per questo gli piaceva Ben: era uno dei migliori carpentieri che avesse mai conosciuto, e per di più aveva alcune nozioni di impiantistica che gli consentivano di lavorare con lui sulle linee elettriche quando serviva. Aveva parecchia esperienza, e per questo si sentiva più sicuro di se stesso quando poteva contare anche sul suo aiuto, malgrado fosse meno preparato di lui come elettricista.

Per farla breve, sentiva già la sua mancanza.

- Sarà meglio che tu sia felice di vedermi, Madison...- brontolò, allungando una mano verso una bottiglia d'acqua che si era messo vicino.

Ben si tolse il berretto da baseball, un po' accaldato, e aprì il finestrino. Gettò un rapido sguardo allo specchietto retrovisore, ma il Transit era già sparito all'orizzonte.

Non poté non chiedersi se sarebbe mai riuscito a rivederlo. Jessie era un tipo strano, un po' silenzioso a volte, ma simpatico, e anche se di tanto in tanto gli sembrava che fosse troppo riservato si era abituato ad averlo intorno. Con quello che stava succedendo poi, aveva dimostrato prontezza, ed era anche grazie a questo se ora poteva cercare la sua famiglia.

Gli aveva anche lasciato tutte le armi da fuoco, insistendo nel dire che erano troppo rumorose per i suoi gusti, e che comunque non avrebbe saputo cosa farci, non avendo mai sparato in vita sua. Così si ritrovava ad avere sia la pistola, sistemata sul sedile accanto a lui, che la carabina, distesa dietro.

A disturbarlo maggiormente, a pensarci bene, era l'idea che non avrebbero più avuto modo di contattarsi: entrambi avevano perso i cellulari, e comunque non potevano sapere se le linee fossero ancora attive. Inoltre, non avevano alcun tipo di radio, unico sistema di comunicazione che sicuramente avrebbe funzionato ancora. Con quelle, una volta raggiunte le proprie mete, avrebbero potuto concordare un punto d'incontro e riunirsi.

Beh... possiamo sempre trovare una radio più in là e sperare che anche lui ci abbia pensato. Si disse, sterzando per evitare un'auto incidentata sul cui sedile era ancora legato uno zombie agitato.

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