Capitolo 4
Per farmi perdonare dell'assenza di due settimane oggi triplo aggiornamento❤
Durante le prove generali, Sherlock dovette riconoscere che Anthea era veramente uno schianto. Non solo suonava perfettamente caldi motivi jazz su uno strumento delicato come il violino, ma quando lo posava e si metteva a cantare risplendeva di provocante seduzione: con uno sguardo sicuro, che pareva avesse in mano il mondo, ondeggiava zampillando femminilità ed energia da tutti i pori, tanto che sarebbe stato impossibile non farsi trascinare dal suo ritmo. La voce poi, le usciva piccante e calda da quelle labbra a forma di cuore dipinte di rosso: una culla per i sensi.
Il riccio si riscoprì ad arrossire, pizzicando le corde del contrabbasso con scatti nuovi, dettati dall'emozione. Da quel che poteva vedere, anche Greg aveva cambiato espressione attorno al bocchino del sax, emettendo ogni tanto note più alte del previsto.
-Stop! Stop!- fece Susy, agitando la bacchetta. -Voi del conservatorio, cercate di seguire il ritmo delle altre, va bene?-
-Certo signora- risposero.
Lei si avvicinò un poco, e notò i buchi sul contrabbasso. –Che cosa sono questi?-
Sherlock venne preso alla sprovvista. –Ehm... Topi?-
-Non importa, ricominciamo: e uno, e due, e tre!-
La musica riprese, con Anthea che cantava e si muoveva sicura, quando, verso la fine della canzone, una mossa troppo scattante delle sue gambe fece cadere a terra la fiaschetta di vodka.
La signora Susy si voltò proprio allora e, vedendola, strillò: -Beinstock!-
L'ometto, fino a un secondo fa comodamente seduto a leggere il suo quotidiano, scatto in piedi facendo volare fogli di giornale ovunque. –Sì, Susy?-
Lei si limitò ad indicare la bottiglietta con la bacchetta, al ché lui la raccolse.
-A chi appartiene questa?- chiese. Mutismo assoluto.
-Avanti, ragazze, prima o poi salterà fuori, e allora...- successivamente gli venne un'illuminazione. –Anthea, è tua vero?-
La ragazza non rispose, si limitò a fissare il pavimento, scontenta di essere stata beccata.
-Ti avevo avvisata: un'altra volta ed eri fuori dal gruppo. Scenderai alla prossima fermata.-
Prima che potesse controbattere, Sherlock disse a voce alta: -E' mia, potrei riaverla indietro?-
Gli occhi di tutti i presenti si spalancarono increduli.
-Davvero?- domandò Beinstock.
-Sì- insisté risoluto Sherlock, con un'aria di sfida sotto il fondotinta.
-Signorina Holmes,- disse con fermezza Susy, -Queste sono cose che forse lei faceva nel conservatorio, ma qui non le tolleriamo. Se la riscopro a bere verrà immediatamente licenziata, sono stata chiara?-
-Chiarissima, signora. Non succederà più.-
Sherlock concluse le prove notando, con la coda dell'occhio, la rossa che gli sorrideva, con quello che sembrava un vero sorriso
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