Capitolo 3

Prima ancora di arrivare al vagone principale vennero accolti da un chiacchiericcio argentino, una sinfonia di voci sottili che ridevano e si scambiavano pettegolezzi. Aprirono la porta e si trovarono immersi in quello che aveva tutta l'aria di essere un circolo per sole donne.

Un nutrito gruppo di ragazze occupava i sedili del treno, ognuna intenta nella sua attività preferita del momento: rifarsi il trucco, darsi una sistematina ai capelli, scambiare due parole con le amiche.

Greg, da sempre il più espansivo: -Ciao ragazze. Siamo i nuovi acquisti della banda, Betty e Stephanie.-

-Ciao!- fece un coro di squillanti voci femminee, e ognuna di loro allungò la mano per stringergliela mentre passavano, quasi fossero due famose star, aggiungendo un commento personale:

-Piacere.-

-Oh, hai dei capelli bellissimi.-

-Chi di voi suona il sax?-

-Ehi, la sapete quella della cameriera e del gangster?-

In tutta quella confusione, mentre il suo amico si rifaceva gli occhi, Sherlock riusciva solo a pensare ad evitare tutte quelle mani, preoccupato che un tocco inappropriato potesse vanificare il loro travestimento, o che la parrucca si impigliasse in qualche braccialetto.

-Calma fanciulle,- disse Beinstock dalla porta della carrozza, -Fate respirare le nostre nuove amiche e non le scioccate con le vostre battute spinte. Loro vengono dal conservatorio.-

-Vengono dal conservatorio- lo scimmiottò una ragazza, e tutte esplosero in una risata cristallina.

I due se la lasciarono alle spalle raggiungendo un nuovo vagone.

-Caspita, siamo in paradiso- sospirò il moro. –Non mi ricapiterà mai più di stare sotto lo stesso tetto di tante belle donne.-

-Speriamo- lo contestò il riccio. –Non sei tu che si è fatto mettere le mani addosso. E spero per te che non ti vengano strane idee con le ragazze. Vuoi farci beccare? Sicuro come l'oro, se scoprono che siamo uomini ci fanno arrestare prima ancora di scendere dal treno.-

-Comincio a non poterne più del tuo pessimismo. E' mai possibile che tu debba sempre prendere tutto così sul serio?-

-E come dovrei prenderla? Siamo in fuga da una banda di gangster assetati di sangue e ci ritroviamo nella situazione più avvilente della nostra vita. Dimmi tu come dovrei prenderla.-

Sherlock aveva cominciato ad agitare le braccia mentre parlava, preso dalla foga del suo discorso e Greg, nel tentativo di calmarlo, lo afferrò proprio mentre questi si stava ancora dimenando.

Il riccio si fermò di colpo, incrociando le braccia sul petto. Il suo amico era perplesso. –Che cos'hai adesso?-

-Ho che mi hai staccato un seno- mormorò a denti stretti, diventando di tutti i colori. Il suo compagno fu a un passo dallo scoppiare a ridere. Vedendo il volto truce dell'altro capì che forse non era il caso.

-Ehm... Scusa. Andiamo in bagno per sistemarlo, ok?-

Lo trascinò verso la toilette, pilotando i suoi movimenti per spingerlo in quella delle donne.

-Piantala di strattonarmi. Ora si è staccato anche l'altro!-

Stavolta il moro si girò soffocando i sussulti delle risa.

Entrarono in bagno, ma lo trovarono occupato: dalla coppia di donne che avevano incrociato alla stazione, sedute su due sgabelli, intente a dividersi una fiaschetta di liquore.

La brunetta alzò su di loro due occhi spaventati, e per poco non soffocò col piccolo sorso che aveva appena preso.

-Oh! Vi prego... non ditelo a Susy. Si arrabbierebbe moltissimo se ci scoprisse a bere, e Anthea verrebbe cacciata dall'orchestra. E' già la terza volta che la sorprendono.-

L'altra ragazza, Anthea a quanto pareva, sfoderò una rigida maschera di sfida mentre richiudeva la fiaschetta e se la infilava in un reggicalze sotto la gonna. I due uomini restarono imbambolati vedendo quel singolare nascondiglio, ma si riscossero abbastanza per rispondere.

-Non preoccupatevi, non lo diremo a nessuno.-

-Bene- Anthea parlò per la prima volta, un tono soddisfatto su un viso che si apriva finalmente in un sorriso: aveva qualcosa di appagato, la sua espressione, come quando le cose vanno esattamente come dovrebbero andare. –Anche le altre bevono, sapete? Solo che scoprono sempre me, ma non capisco perché. Dopotutto si tratta solo di un poco di whiskey, capirai che scandalo; è che mi ricorda il mio paese.-

-Oh, sei inglese?- chiese Greg, molto interessato.

-Sì. Anthea Beckham, violinista e voce del gruppo- si presentò, tendendo la mano.

-Betty Lestrade.-

-Stephanie Holmes.-

-Io sono Ir ne Adler, molto piacere- ora che la tensione iniziale era scomparsa, la ragazza aveva ritrovato la gaiezza quasi bambinesca che sembrava contraddistinguerla.

-Siete quelle nuove, vero? Benvenute. Sapete, non è una grande orchestra, ma quando vieni da un misero paesino del New England non puoi essere troppo schizzinosa. Tirarsi su con un po' d'alcool non è affatto una cattiva idea. E poi non dovete pensare che siamo delle ubriacone, io per esempio, reggo il whiskey molto bene- spiegò Anthea.

-Anche noi, sai- le confidò Greg con complicità –Stiamo cercando di fuggire da una situazione disperata. Cambiare aria e andare in cerca di nuove opportunità è sempre la cosa migliore.-

-Davvero,- concordò Irene, -Pensate che io prima suonavo la chitarra nei bar, quando stavo ancora col mio ultimo fidanzato. Per ben due anni. Ma lui continuava a buttare i soldi che guadagnavamo alle corse dei cani e al tavolo da poker.-

Sherlock lanciò un'occhiata significativa al suo amico, sempre stringendosi le braccia al petto. –Come ti capisco. Ho conosciuto un tipo del genere, una volta; sapessi quante me ne ha fatte passare.-

-E pensare che era un musicista anche lui, come me, solo che suonava il sassofono.-

-Ah, quelli sono i peggiori.-

-Anche Anthea ha avuto brutte esperienze con i sassofonisti. Sembra che tutti i mascalzoni d'America si siano dati a questo strumento.-

-Ehm...- interruppe Greg, per niente contento della piega che stava prendendo quella conversazione, -E adesso cosa fate voi due, a parte suonare in questa banda? Siete fidanzate, per caso?-

-Oh no,- rispose Irene, -Ogni volta ripenso al mio ex, ma ormai ho chiuso con gente come lui, non voglio più averci a che fare. A Miami incontrerò un bel giovane miliardario e mi sposerò, ne sono sicura.-

I suoi occhi si fecero sognanti, come se fosse immersa in una fantasia meravigliosa.

-Buon per te. Io invece ho già un fidanzato- disse la rossa con noncuranza.

Greg per un istante cambiò espressione.

Irene, che aveva voglia di chiacchierare, disse: -Il suo ragazzo si chiama Mycroft, lavora al Seminole Ritz Hotel, dove alloggeremo. E' un bel tipo, anche se non credo faccia davvero solo l'agente della sicurezza... ma io penso sempre che Anthea potrebbe puntare anche lei ad un milionario. Insomma, quale donna non lo vorrebbe? E poi lei è bellissima.-

-Concordo...- si beò Greg.

-Beh, ora noi andiamo. Non vi teniamo più il bagno occupato. Ci vediamo dopo cena per una prova con l'orchestra, ragazze- li salutò Anthea.

Lei e Irene si alzarono in piedi, lisciandosi i vestiti e raddrizzandosi le calze con la cucitura, sotto gli occhi rapiti del moro, quindi i due ragazzi restarono soli.

-Spiegami un po' cos'era quella disquisizione sui sassofonisti- chiese seccato Greg, con le mani sui fianchi e la sua voce normale.

Sherlock si stava sbottonando il vestito per raddrizzare quello stupido reggiseno imbottito. –Era solo la sacrosanta verità. Prima che tu ti mettessi a scommettere stavamo bene a New York, poi ci siamo dovuti trasferire a Chicago, e infine hai avuto la bella idea di indebitarti di nuovo e farci finire in questo casino.-

Il suo amico sbuffò come una locomotiva, mentre gli dava una mano a rivestirsi.

-Volevo dirti anche un'altra cosa: non pensare nemmeno di allungare le mani su Anthea.-

Gli occhi del moro finsero innocenza. –Io? Come ti è venuta in mente un'idea del genere?-

-Ho visto come la guardavi. Non posso negare che sia molto affascinante, ma come hai sentito prima, è felicemente fidanzata.-

Greg, con un sorriso: -Non è solo affascinante, è davvero una bomba. I fidanzamenti poi, si fanno e si sciolgono, non ti mettono mica un anello al dito. E andiamo, un responsabile della sicurezza! Sarà un poveraccio che non reggerebbe il confronto con un partito migliore. L'hai sentita anche tu Irene, no? I miliardari sono quello a cui le donne aspirano.-

-Peccato che tu non sia un miliardario- chiuse il discorso il biondino arricciando qualche ciocca della parrucca.

-Non rovinare le mie fantasie Stephanie.-

-Sto solo cercando di essere realista Betty.-



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