Ringraziamenti
Come dicevo in Metephro, nei ringraziamenti come un gatto mi adatto alle dimensioni della storia, quindi cercherò di fare una via di mezzo tra quelli chilometrici di Cerebrum e quelli brevissimi dell'altro prequel.
Ci tengo a precisare che ho fatto una piccola aggiunta a posteriori, poco prima della pubblicazione di questi ringraziamenti. Rileggendo alcuni capitoli di questa storia in tempi più recenti mi sono resa conto di quanto alcune parti siano risultate più pesanti a confronto di ciò che scrivo normalmente, e non solo per i capitoli di media più lunghi ma anche per la sintassi delle frasi e il clima generale. Non me ne ero praticamente accorta in corso di scrittura e quindi per ora è rimasta così, spero solo che non sia risultata troppo difficile da leggere per voi. È anche un po' dovuto, forse, ai miei stati d'animo durante il periodo in cui scrivevo.
In ogni caso, ora passiamo ai ringraziamenti veri e propri.
Bene, da dove cominciare... le persone da ringraziare sono sempre più o meno le stesse, quindi innanzitutto grazie NediFo, perché sei e sarai sempre e comunque la mia prima lettrice, anche se per impegni improrogabili non stai più leggendo per prima e hai dovuto interrompere più volte la lettura. Sei la sorella maggiore anche di Jivonhir, è inutile negarlo perché è così.
Un immenso grazie a ogni membro della mia famiglia – componente bulgara compresa ovviamente – che abbia letto e commentato (praticamente grazie papà, ahah) e ovviamente e soprattutto grazie mamma per avermi fatto da beta controllando e correggendo le castronerie nonsense in bulgaro, per aver fatto la copertina ed essere stata la prima a commentare, insultarmi e soffrire per ciò che scrivevo.
Impossibile non ringraziare come sempre le mie fantastiche lettrici.
In primo luogo, grazie GiulSma per avermi seguita costantemente in aggiornamento – per essere rimasta l'unica tanto paziente da farlo – nonostante tutto. I tuoi commenti per me rimarranno sempre i più speciali, forse perché i più attuali e coerenti con le emozioni provate nello scrivere il relativo capitolo, e perché sono sempre in grado di farmi ridere ANCHE NEI MOMENTI PIÙ IMPENSABILI. Grazie per aver inventato le denominazioni azzeccatissime "Schifomov" e "Sfigarov" e grazie per la tua presenza. Sei una costante sempre e comunque e non ci sono parole per esprimere quanto io sia onorata di ciò. Inoltre mi sei stata di grande aiuto per avermi fornito l'idea più azzeccata in una scena davvero importante che altrimenti avrebbe avuto molto meno senso. Grazie per avermi consigliato la lettura di Shatter Me, di cui parlerò nella sezione di ringraziamenti apposita, e grazie per ogni singola lettura, silenziosa o commentata, grazie per i tuoi pensieri, grazie perché sì.
Tantissimi grazie anche a Niani_06 per gli scleri e i commenti, per essersi emozionata, per avermi insultata e per esserti messa a cercare informazioni legali per provare la mancanza di senso del comportamento degli Umanenti XD. Soprattutto grazie le binge reading fino all'una e mezza di notte, e in genere per aver letto nonostante la mia cattiveria muahahah
Grazie Fraxinusexcelsior per farmi da beta video pur non avendo letto la storia, e per subirti i miei scleri occasionali, del tipo "ho fatto suicidare il mio primo personaggio!" seguito da "no, ho riscritto la scena perché non mi convinceva..." e grazie per le nostre piccole diatribe in merito ad alcuni argomenti che toccavano parzialmente alcune parti che avevo scritto anche qui, spero possano piacerti ahahah
In Cerebrum mi vantavo, non senza un pizzico di amarezza, di aver imparato più da quando ho installato Wattpad che nel mio intero percorso scolastico... beh, quest'anno mi ha convinta a ricredermi. Non posso non ringraziare, dal più profondo del cuore, il mio professore di storia e letteratura, per aver creduto nella mia scrittura e soprattutto per avermi trasmesso la sua passione per la materia con le sue bellissime spiegazioni. Indirettamente è stato fondamentale per moltissime parti di questo libro che altrimenti non credo sarebbero state altrettanto intense. Infatti ho scritto questo libro nel corso del quinto anno scolastico delle superiori, e in esso si rispecchiano la maggior parte degli argomenti di italiano svolti, alcuni presenti in maniera più diretta, altri in modo più velato:
Ovviamente, espliciti come la morte, i poeti maledetti francesi, in particolare Rimbaud e Baudelaire, come avrete notato XD e parzialmente il loro sentimento di esclusione dalla società in cui vivevano, che non comprendevano e disprezzavano (società di massa, borghesia improntata sul guadagno arrivista, superficialità ecc.) ed erano a loro volta incompresi perché la società non era in grado di apprezzare il loro genio – e gli argomenti che trattavano.
Verga, e nello specifico la sua visione meccanicistica della realtà. Di questo mi sono resa conto solo a libro concluso, ma in effetti questa influenza c'è. In poche parole sarebbe la prevedibilità dell'esistenza dettata dalla legge causa-effetto, secondo cui se sei figlio di minatore vissuto e morto in miniera, anche tu vivrai e morirai in miniera perché è così che funziona il mondo e non si può fare nulla per cambiarlo. Se sei figlio/a di Maksim sei destinato a seguire la sua stessa strada e se la tua famiglia è stata devastata in passato allora verrà decimata ancora e ancora perché così è sempre accaduto e continuerà ad accadere. Come avrete notato, questa visione della vita mi piace un po' meno e così nella terza parte ho permesso a Kiril e Irina di spezzarla (o forse rimandarla...). Di Verga c'è anche un pizzico di legge del più forte, anche questa senza bisogno di spiegazioni...
Pascoli, tenero bambinone fanciullesco, il poeta per eccellenza dei traumi e del ricordo... beh, non vi sarò difficile cogliere i collegamenti ahah
C'è anche un pelino di estetismo alla Huysmans per "La realtà sostitutiva" in cui si rifugiano Sisi e gli altri a Capodanno, anche se loro non arrivano ovviamente a pensare che la realtà sia solo "per plebei" e che immaginare di fare qualcosa sia meglio che farla davvero...
Marcel Proust con "Alla ricerca del tempo perduto", di cui abbiamo letto poco poco – perché era un po' fuori programma ops –, anche lui per la rievocazione involontaria di memorie perdute (ciao Ilia) causate da stimoli esterni casuali, e James Joyce che insieme ad altre influenze con il famoso pezzo finale di "Ulisse", scritto interamente senza punteggiatura e quasi senza senso logico per esprimere i pensieri e i ricordi caotici della protagonista, l'affastellamento confuso (ciao Kiril) che si rispecchia nella scrittura spezzandone con maestria le regole base (ciao Irina).
Impossibile non citare Pirandello, credo il mio preferito in assoluto, le cui riflessioni filosofiche si sono riversate parzialmente nei discorsi tra Kiril e Irina, anche se si sono un po' discostate dal discorso iniziale previsto perché i personaggi hanno richiesto così E SAPETE BENE QUANTO SIA DIFFICILE IMPORSI QUANDO FANNO DI TESTA LORO.
Abbiamo anche un po' di Ungaretti per la fragilità dell'esistenza umana e di come sia proprio la morte ad avvicinarci alla vita (è stato l'unico poeta a parlare in termini non solo negativi della guerra), o meglio di come vivere appesi a un filo possa farci apprezzare meglio le poche ma più speciali gioie di vivere.
E per non farli sentire estromessi aggiungerei anche Italo Svevo e Umberto Saba perché essendo triestini si sono sempre sentiti esclusi dal panorama italiano di scrittura, ed essendo ebrei ne hanno passate tante. La loro scrittura in sé non mi ha influenzata particolarmente per Jivonhir ma vabbè, erano simpatici, dai XD (Saba poi fa tanta tenerezza, giuro).
Uscendo dal tema scolastico, aggiungerei anche un piccolo grazie ai libri di Dostoevskij, le cui traslitterazioni dal russo mi sono state utili, anche se purtroppo un po' a posteriori perché molte parti le avevo già scritte, perbacco, e perché con i nomi lunghi e assurdi mi ha ispirato il nome falso che si inventa Georgi quando conosce Li Wen ahahah. Inoltre in "Delitto e Castigo" affronta con grande maestria la psicologia del protagonista che mi è stato senz'altro di ispirazione.
Infine, come vi accennavo prima, la storia non sarebbe stata la stessa senza la potente ondata di ispirazione con cui mi hanno investita i primi due libri della saga di Shatter Me. Non mi era mai accaduto prima, di poter dire "io amo questa storia" già al primo capitolo, ma più che la storia in sé è il modo in cui è scritta ad avermi colpita profondamente. Una potenza espressiva senza pari e una sottigliezza delicata e insinuante, senza parlare dell'intenso effetto derivato dal totale menefreghismo delle regole di scrittura per licenza poetica, così da mostrare meglio la psiche della protagonista, tanto da fartela sentire sotto la pelle e immergerti senza possibilità di ritorno. Purtroppo questa caratteristica mi è parso si sia un po' persa nei libri successivi, forse per adeguarsi ai canoni di scrittura più usati, forse perché è cambiata la protagonista in sé, fatto sta che i capitoli bizzarri di Irina non sarebbero stati gli stessi senza. Poi non so, magari sono venuti fuori troppo incasinati, ma resta il fatto che scriverli per me è stata un'esperienza cosmica unica ahahah
Grazie anche a Chiarasaccuta_writer con "Per Aspera ad Astra" per l'ispirazione stellare di Yordanka, e con Yuanfen e i libri qui su wattpad suoi e di Trachemys (con "Furaha") che mi hanno fatto immergere in culture diverse e lontane dalla nostra come spero di aver fatto un pochino io con la cultura bulgara.
E ovviamente grazie, come sempre, a tutte le letture che mi hanno permesso di migliorarmi o che semplicemente mi hanno fatta emozionare in un modo o nell'altro.
Ringrazio anche i vari film e serie tv che mi hanno inconsciamente o consciamente ispirata, a partire dalla miniserie La regina degli scacchi, senza la quale Kiril e Irina non esisterebbero. Anya Taylor Joy e Thomas Brodie-Sangster si possono infatti dire i loro presta volti per eccellenza, nella mia testa infatti sono proprio loro (esteticamente parlando – ma senza capelli rossi e baffetti XD). Pur avendoli visti anche in altri film, è stato lì che ho capito quanto ci stanno insieme non come coppia, ma come "gemelli".
Non posso non ringraziare la musica che ho ascoltato durante la scrittura, parte del processo fondamentale per l'ispirazione, veicolo di emozioni riversate sulla tastiera. Ne ho ascoltate tante anche molto diverse tra loro, a partire da alcuni gruppi bulgari – in particolare c'è una cantante, Milena, che per me ormai ha praticamente la voce di Violeta XD – rock, metal, epico-drammatici o anche semplicemente pop; ma anche altri un po' strani tipo i Black Sabbath (per Irina, ovvio) o epici come Therion o la musica classica operistica (strano, ma Kiril).
Ringrazio tantissimo anche tutti gli alberi del mondo – vi mancava la solita parte bizzarra dei miei ringraziamenti, vero? XD – e in particolare al fascino sublime che assumono d'inverno, spogli di foglie e chiome, con i bei rami ritorti in bella vista, drammatici nella loro manifestazione di morte e vita al tempo stesso. In particolare questi alberi qui in foto, che, pur nella loro semplicità, mi hanno sempre incantata più degli altri. Cioè, guardate che bei rami!
– scusate per la pessima qualità.
Grazie alle stagioni – in particolare Autunno, che nella mia testa si associa alla Prima parte; Inverno, la Seconda; e ovviamente Primavera nella Terza –, associabili anche al periodo in cui li ho scritti. L'estate non è compresa perché, come dicevo prima, ho scritto questo libro durante l'anno scolastico, e quindi da settembre a maggio circa.
Ammetto che scrivere questa storia mi ha emozionata molto più di quanto mi fossi aspettata, anche perché si incentra soprattutto sulla psiche e sull'emotività dei personaggi – ecco perché descrivevo soprattutto quelle e in compenso non c'erano praticamente descrizioni degli ambienti eheh... non perché sono pigra, nono –, forse perché scritta appunto durante un lungo periodo particolarmente emotivo, ovvero l'ultimo anno di un disastroso percorso, la fine di un periodo importante della mia vita di ben cinque anni, accompagnato dall'incombenza del futuro che inizia a non essere più soltanto un puntino lontano sull'orizzonte ma a farsi quasi tangibile tra le mie mani. È stato un periodo in cui, anche grazie a Jivonhir, ho iniziato a conoscermi meglio e a prendere decisioni importanti sulla mia vita e chi voglio essere.
Per questo non posso non ringraziare i personaggi di questa storia, che per me sono molto più che semplici personaggi. Ognuno di loro, anche i più diversi, sono parte di me e questo mi impedisce di disprezzare anche i più detestabili (tipo Maksim AHAHAH). Cambiare pov in ogni capitolo, in modo totalmente irregolare, è stato molto più bello, divertente, e immersivo di quanto avessi pensato. Non è la prima volta che scrivo una storia multipov, ma è la prima in cui ho amato scrivere da ogni punto di vista. Anche quelli più difficili alla fine si sono aperti a me, come Kiril, che inizialmente mi ha fatta letteralmente sudare, ma alla fine sono riuscita a trovare l'andamento giusto, anche grazie al sottofondo musicale giusto – sapete bene che Kiril è tutto speciale e su questo è stato molto esigente, maledetto ahahahah. La cosa strana con i personaggi di Jivonhir è che sì, li sento parte di me, ma sono anche talmente diversi e così loro stessi, che in un certo senso sono stati anche loro a insegnare qualcosa a me con visioni della vita così lontane dalle mie e diverse che... hanno praticamente preso possesso delle mie dita e si sono scritti da soli la loro storia nel modo più naturale. Vi giuro che per molti non ho nemmeno perso tempo prima a pensargli una backstory o la psiche, è venuta semplicemente fuori scrivendo, quasi Jivonhir fosse un racconto che era già previsto per essere in un certo modo e loro ne abbiano semplicemente seguito il flusso, conoscendolo meglio di me.
Quindi... grazie a... *da leggere vi prego non come un elenco telefonico* Yordanka. Petar. Violeta. Aleksander. Silviya. Maksim. Georgi. Li Wen. Goran. Kiril. Irina. Mu Chen. E anche quelli di cui non ho scritto un pov ma sono comunque stati importanti.
Infine, grazie a Jivonhir, il mio bellissimo albero immortale. È lì da qualche parte, nel fondo della Fossa delle Marianne, che resiste.
E aspetta.
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