24 dicembre - Captain Gasly and the Christmas' war (CL)
lucreziasstories
Svegliarsi la mattina di Natale è la sensazione più bella del mondo, ma non se sei me e tuo fratello decide di spiaggiarsi sopra di te.
«Forza Nidavellir, alzati e risplendi! O per meglio dire Rise and Shine!» strilla Pierre mentre il suo peso mi impedisce di respirare pienamente.
Perché mi ha chiamata Nidavellir? La cosa è abbastanza semplice. Mi stavo ancora riprendendo da Avengers: Infinity War quando la Marvel ha deciso di darmi il colpo di grazia con Avengers:Endgame. Mi sono affezionata ad ogni singolo personaggio ma il mio preferito rimane Thor, il figlio di Odino.
Per il mio compleanno mi sono fatta un tatuaggio che rappresentasse qualcosa, era troppo scontato che disegnassi Mjöllnir, il martello di Thor, per cui ho optato per Nidavellir, che nella mitologia nordica è il pianeta del nani e la stella che fornisce l'energia necessaria per fondere il metallo e poi dare origine agli armamenti degli dei.
Cerco di scrollarmi di dosso mio fratello e dopo esserci riuscita, mi alzo dal letto e mi infilo in bagno per lavarmi e cambiarmi, mentre mi sto lavando i denti, mio fratello urla:«Muovi il culo, Anne! Quest'anno non voglio perdere!»
Alzo gli occhi al cielo e sento mio fratello uscire dalla stanza, mi cambio con il mio maglione natalizio preferito con due renne e Babbo Natale e scendo le scale per andare a fare colazione.
Solitamente le famiglie trascorrono la giornata di Natale seduti davanti a buon cibo, si parlano, si scambiano gli auguri e i regali e giocano a tombola.
Per la mia famiglia e le altre tre con cui festeggio il Natale, le tradizioni sono molto particolari, la parola "NATALE" ha un solo significato.
La grande sfida tra famiglie, nella baita della mia famiglia in montagna.
Come ogni anno i partecipanti saremo noi, la famiglia Gasly, assieme alla famiglia Ocon, la famiglia Bianchi e la famiglia Leclerc, vincitrice dello scorso anno.
Quest'anno il giudice sarà Lea, la fidanzata di Pierre che si è offerta di svolgere questo ruolo di sua spontanea volontà, dicendo le vostre tradizioni sono migliori delle mie e in poco tempo ha preparato la valigia ed è venuta con noi.
Arrivata in cucina, noto che tutti i giovani sono seduti attorno al grande tavolo mentre si gustano la colazione e chiacchierano tra di loro, dopo essermi preparata la mia tazza di tè prendo posto accanto a Lea e afferro un muffin al centro del tavolo.
Guardo fuori dalla finestra alle spalle di Charles e vedo che nevica, il monegasco sta osservando il cellulare e non sembra nemmeno sentire che il mio sguardo si è posato su di lui, ho sempre avuto un debole per Charles e fino ad ora, lui non l'ha notato.
Sarà che ho preso una sbandata per il suo bel viso, per il fisico formato dalle ore di palestra, per le fossette al lati del sorriso oppure per il suo sorriso. E che sorriso! Oh, caspita...
«Spero che vi ricordiate tutti come funziona questa cosa, ma tanto perché è presto e siamo svegli, direi di dare una bella ripassata a tutte le regole» afferma Lorenzo, il più grande della famiglia Leclerc.
«Le quattro famiglie si sfidano in diversi giochi, organizzati da nostri genitori, di conseguenza non sappiamo niente di niente. Per evitare che si offrano sempre le stesse persone, i partecipanti per ogni famiglia verranno estratti a sorte da un cappellino da Babbo Natale» affermo e dopo dò un morso al mio muffin, Esteban prosegue nella spiegazione:«In base alla classifica di ogni sfida, le famiglie otterranno dei punti. La prima classificata ottiene cinque punti, la seconda ne ottiene tre, la terza classificata prende due punti e l'ultima si aggiudica un punto solo»
«Il giudice è Lea» esordisce Pierre posando una mano sulla spalla dell'italiana ma prima che mio fratello possa continuare nella spiegazione, Arthur lo interrompe dicendo:«In realtà abbiamo un giudice in più per questa edizione»
Aggrotto la fronte e tutti osserviamo il biondo che con le guance rosse tenta di spiegare la situazione, sul cellulare di Arthur arriva una notifica e il biondo tenta di afferrarlo ma Charles lo precede e legge a voce alta:«Baby girl?! Chi è questa che dice sono arrivata?»
Pochi secondi dopo il campanello suona e Arthur va ad aprire la porta, una ragazza bassa con i capelli castani ricci fa il suo ingresso nella cucina, porta degli occhiali dalla montatura sottile sul naso leggermente a patata e fa un saluto, intimidita.
Alzo la mano per salutare, Arthur poggia le mani sulle spalle della ragazza e afferma:«Lei è Martina, l'altra giudice»
«Come la conosci?» domanda Lorenzo, visibilmente confuso e Charles attende una risposta a braccia conserte, Arthur arriccia le labbra e Martina risponde:«Ci stiamo frequentando»
Charles alza le sopracciglia sorpreso mentre mio fratello afferma:«L'ultima volta che qualcuno ha portato qui il neo-fidanzato non è andata a finire bene, giusto Anne?»
Rivolgo una sguardo fulminante a Pierre e Lea enfatizza il mio stato d'animo strillando:«Cavolo Pierre, certo che a volte sei proprio idiota!», appoggio le mani ai bordi della tazza e osservo il tè che si trova al suo interno.
«Che ha combinato James?» domanda Esteban mettendomi un braccio sulle spalle e sbuffo dicendo ironicamente:«Mi ha semplicemente messo le corna, sai come è la vita!»
Bevo un sorso di tè e i nostri genitori entrano in cucina augurandoci Buon Natale, finiamo la colazione e ci spostiamo in soggiorno dove attendiamo la spiegazione delle varie sfide. Mi siedo sul divano, tra Pierre e Charles, mentre Martina e Lea si trovano accanto a mia madre e a quella di Charles, in piedi davanti a noi.
«Perfetto! Benvenuti alla quinta edizione della grande sfida natalizia, sono lieta di annunciarvi che quest'anno abbiamo ben sei sfide sulla lista!» esclama Pascale mentre un applauso esplode per il salotto.
«I giochi verranno spiegati volta per volta, ora faremo solo un elenco. Le sfide sono: "incarta il regalo", "addobba l'albero", "Olaf che ama i caldi abbracci" , "Babbo Natale... alternativo!", "quizzone di Natale" e infine "Christmas dinner"» elenca mia madre e Charles alza una mano, segno che ha una domanda.
«Cosa non hai capito, Charles?» domanda visibilmente infastidita Pascale, il pilota Ferrari aggrotta le sopracciglia e afferma:«È solo una curiosità, mamma! Chi ha scelto il nome della sfida con "Olaf eccetera eccetera"?»
Mia madre alza la mano e io sbarro gli occhi, ho visto entrambi i film di Frozen con mia madre e l'ultima cosa che mi aspettavo era che le piacessero talmente tanto da utilizzare il personaggio di Olaf per una delle sfide, dopo aver chiarito le ultime cose Lea inizia con la spiegazione del primo gioco.
«Questo è "incarta il regalo", i partecipanti avranno venti minuti a disposizione per poter incartare al meglio una scatola di cartone e rendere il pacco regalo il più bello possibile. Potete usare tutto ciò che volete, basta che il regalo sia ben impacchettato e deve far esclamare wow al primo impatto visivo» spiga Lea e mia madre arriva con quattro cappellini dai colori differenti.
Ogni colore appartiene a una famiglia, la mia ha il blu, la famiglia LeClerc ha il rosso, il cappellino della famiglia Ocon è giallo mentre quello dei Bianchi è verde.
«Anne estrai tu per prima» dice mamma, infilo la mano nel cappellino blu ed estraggo il bigliettino, lo apro e c'è scritto il nome di papà, guardo mio padre sorridendo e gli faccio cenno con la testa che il prescelto per questa sfida è lui.
Gli altri estratti sono Arthur per la famiglia Leclerc, la mamma di Esteban per la famiglia Ocon e Melanie per la famiglia Bianchi.
Martina porta quattro scatole da scarpe e io aiuto Pascale a trasportare dei rotoli di carta da regalo di diversi colori, i quattro sfidanti sono davanti a un tavolo di legno molto instabile e indossano tutti i rispettivi cappellini colorati, un'altra regola di questa grande festa è che i partecipanti devono indossare i rispettivi cappellini per tutta la durata della sfida.
«Pronti... ai posti... via!» esclama Lea, i quattro si contendono le varie carte regalo migliori, Arthur esulta quando riesce a prendere la carta da regalo rossa con disegnati dei Babbi Natale.
Cartacce, pezzi di scotch e nastri cadono a terra mentre i cartoni spariscono dentro carte colorate e fiocchetti.
Papà è sempre stato bravo a incartare i regali e per questa sfida non sono affatto preoccupata, Melanie piega accuratamente i bordi della carta regalo verde pungitopo e la attacca con del nastro adesivo mentre la situazione del pacco regalo di Arthur è tragica.
La carta è piegata in modo a dir poco pessimo, il nastro non riesce nemmeno a formare un fiocco decente e i pezzi di scotch non rimangono attaccati alla carta.
«Partecipanti, tempo scaduto!» esclama Lea, i quattro concorrenti ritirano le mani e Martina assieme all'italiana passa a osservare i regali, ad ogni pacco regalo le due confabulano tra loro e segnano qualcosa su un foglietto, tutti i punteggi verrano comunicati alla fine. Il pacchetto finale da esaminare è quello di Arthur, Martina corruga la fronte e in tutta sincerità afferma:«Spero che il mio regalo sia impacchettato meglio altrimenti tra noi due è finita»
Trattengo una risata e Charles mi guarda storto, mi avvicino un po' a lui e sussurro:«Ti dà fastidio perdere, Leclerc?», il monegasco sbuffa in segno di risposta e con un sorrisetto mi sistemo di nuovo sul divano.
«Bene, la sfida successiva è "addobba l'albero", coloro che parteciperanno avranno quaranta minuti di tempo a disposizione per decorare un alberello già montato. I primi dieci minuti verranno utilizzati per scegliere le decorazioni e pensare al tema da dare all'albero. Via alle estrazioni!» annuncia Martina allungando i capellini colorati.
Papà estrae il primo biglietto e il prescelto per la nostra famiglia è Pierre, per la famiglia Leclerc è il turno di Pascale, per gli Ocon tocca a Esteban mentre la madre di Tom e Melanie gioca per la famiglia Bianchi.
Quattro alberi di medie dimensioni e tanti addobbi colorati vengono portati nel salotto, Pierre inizia ad osservare di nascosto le decorazioni e vedo che punta lo sguardo sul blu e l'argento, i suoi colori preferiti e mi sembra convinto, almeno lo spero...
«Concorrenti, pronti... VIA!» urla Martina dopo che tutti si sono infilati il cappellino, mio fratello si butta immediatamente sulle palline di plastica blu opaca e lucida, per poi prendere quelle color argento e afferrare le luci blu poco prima che lo faccia Pascale, la quale rimane sbalordita.
I riflessi veloci sono parte di Pierre e del suo essere pilota, dovrebbe saperlo avendo due figli che svolgono lo stesso mestiere.
Mio fratello inizia ad osservare l'albero e cerca di capire come posizionare al meglio le palline di modo che l'albero non sia troppo pieno da un lato e troppo vuoto dall'altro, Pascale avvolge le lucine attorno all'albero mentre la signora Bianchi posiziona le palline in vari punti dell'albero ed Esteban cerca di sbrogliare le luci che hanno formato milioni di nodi.
Pierre avvolge l'albero di lucine, poco dopo inizia a collocare le palline girando attorno all'albero e arricciando le labbra ogni tanto, sembra quasi che si stia impegnando e la cosa mi stupisce, dato che mio fratello è la rappresentazione perfetta della pigrizia.
«Da quando tuo fratello sa addobbare un albero di Natale? Non credo che l'abbia mai fatto!» sussurra Charles al mio orecchio, faccio spallucce e bisbiglio:«Non lo so, Pierre ha sempre detestato addobbare l'albero. Forse questa è la volta buona che la mia famiglia vince».
Alla mia affermazione, il monegasco strabuzza gli occhi e borbotta:«Scordatelo!»
Pierre mette la stella argento in cima all'albero ed è proprio in quel momento che Martina strilla:«Tempo scaduto!»
La valutazione degli alberi è molto veloce, Lea indica un paio di cose e sussurra qualcosa all'orecchio dell'altra mentre tento di capire ogni possibile difetto che Lea potrebbe trovare nell'albero di Pierre.
«Benissimo signori, è ora di indossare le giacche, i cappelli, le sciarpe e i guanti perché si va all'aperto per la prossima sfida!» esclama Lea, una mandria di persone si alza dai divani e si dirige nelle rispettive camere per indossare i giubbotti per poi ritrovarsi nel salotto.
Una volta che siamo tutti pronti con cappelli di lana colorati e guanti da neve, usciamo dalla baita e ci dirigiamo verso il giardino colmo di neve fresca, Lea si mette davanti a noi e annuncia:«Questa è la sfida "Olaf che ama i caldi abbracci", i partecipanti dovranno costruire un pupazzo di neve degno di Olaf. Per questa sfida è obbligatorio usare una carota per il naso e due bottoni per fare gli occhi, a voi le estrazioni!»
La prescelta per questa sfida è la mamma, per la famiglia Leclerc c'è Lorenzo, il papà di Esteban gioca per gli Ocon e per la famiglia Bianchi l'estratto è Tom, una volta che tutti i concorrenti hanno infilato i cappellini natalizi Lea strilla a gran voce:«VIA!»
Mamma inizia, in qualche modo, a formare una palla di neve che cerca successivamente di ingrandire aggiungendo altra neve, Lorenzo da una forma tondeggiante alla grande quantità di neve poggiata a terra, il padre di Esteban brontola contro la neve che non si attacca mentre Tom, chiuso nel suo silenzio, sta lentamente modellando un pupazzo molto simile a Olaf.
In una ventina di minuti mia madre ha terminato il suo pupazzo completamente bianco, prende una carota e la infilza nella neve come ho visto fare solo dai serial killer con dei coltelli nei film horror, pone due bottoni come occhi e con dei piccoli rametti trovati a terra, dà forma a un sorriso sul grande faccione del pupazzo di neve.
Mamma apre e chiude le mani più volte, fa questo movimento solo quando è alla ricerca di qualcosa ma non riesco a pensare cosa possa servirle, schiocca le dita e si volta verso di me.
Con passo spedito, mamma viene nella mia direzione, mi sfila il cappellino di lana blu dalla testa e rimango a bocca aperta mentre lei strilla:«Grazie tesoro!»
Resto ferma sul posto, con gli occhi spalancati mentre tanti piccoli fiocchi di neve mi si ingarbugliano tra i capelli. Benissimo, se mi verrà l'otite saprò a chi dare la colpa!
Mi stringo nel piumino, cercando di scaldarmi il più possibile mentre batto i denti dal freddo che sento nelle orecchie, Charles ride sotto i baffi e mi domanda:«Freddo, Gasly?»
«Fottiti» sibilo, sollevando una nuvola di fumo biancastro e gelido, Lea osserva l'orologio e comunica ai concorrenti che il tempo è scaduto.
Dopo essere passate in rassegna dei vari pupazzi di neve, Lea mi restituisce il cappello di lana, tutto bagnato e freddissimo. Faccio spallucce ed entro nella baita, ci leviamo i cappotti e li depositiamo tutti in un angolo del salotto.
Martina prende la parola:«La quarta sfida è "Babbo Natale... alternativo!", i partecipanti avranno trenta minuti per vestirsi fuori da normale e l'unica cosa di cui dovete preoccuparvi è essere originali! Deciderete cosa indossare da quell'ammasso di vestiti. Tutto chiaro?»
L'ammasso di vestiti è una montagna, vedo sbucare un costume da bagno, un mantello nero e una spada, mi chiedo da dove abbiano preso tutte queste cose.
«Chi non ha ancora giocato?» domanda la madre di Esteban, subito dopo io, Charles e il signor Bianchi alziamo la mano. Per la famiglia Ocon, bisognerà estrarre il fortunato concorrente, Martina infila la mano nel cappello giallo ed estrae un biglietto.
«Esteban!» esclama mentre il francese fa un verso di assenso, anche se non è molto convinto. Al via di Martina, mi butto sul mucchio e cerco qualcosa che possa essere originale, passo in rassegna un colbacco che getto immediatamente via, seguito da un costume da clown e alla fine trovo quello che cerco.
Sarò una valchiria.
Afferro il mantello nero, la spada, un paio di pantaloncini blu e quella che dovrebbe essere un'armatura, strillo:«Ho finito!» e mi dirigo di sopra a cambiarmi.
Chiudo la porta a chiave e inizio a cambiarmi il più velocemente possibile, mi vesto a questa velocità solo quando sono in ritardo per prendere il treno, cosa che dice parecchio sul mio conto.
Infilo i pantaloni, più grandi di una taglia, e afferro un foulard in giro per la camera per farli rimanere su, sulla maglietta nera indosso l'armatura di gomma e lego il mantello sulle spalle.
Non sono degna di potermi chiamare valchiria ma mi accontento di quello che sono riuscita a fare, poco dopo ci ritroviamo al piano di sotto con dei vestiti a dir poco imbarazzanti.
Pierre ha scelto il vestito da clown, mentre Charles indossa una camicia hawaiana rossa scura con un costume a fiori e un paio di infradito bianche.
«Anne, ci avrei scommesso che ti saresti vestita da valchiria» afferma mio fratello e lo correggo dicendo:«Una valchiria di Natale, anche se ad Asgard non si festeggia il Natale»
Dopo le valutazioni, ci leviamo i nostri travestimenti e torniamo a sederci sul divano, Lea si schiarisce la voce e afferma:«Ora, ci sarà il "quizzone di Natale". Questa parte è rivolta solo ai giovani, dato che i genitori hanno pensato a tutto il gioco. Per questo gioco non si procede ad estrazione, ma i fratelli scelgono tra di loro. Esteban, tu sei un caso a parte»
Ridacchiamo e poi mi rivolgo a Pierre:«Io ho appena giocato, mi rifiuto di partecipare ora»
«Nemmeno io voglio partecipare, quindi faremo alla vecchia maniera. Chi perde a sasso, carta, forbici gioca, ci stai Nidavellir?» chiede lui, annuisco e mi preparo con il pugno chiuso.
Puntualmente perdo e mi alzo in piedi andando a mettermi dietro il tavolo che useremo per questo gioco, come campanello per prenotarsi alla risposta c'è un pupazzo di Babbo Natale che produce uno sqeeck! se strizzato.
Gli altri partecipanti sono Esteban per gli Ocon, Tom per la famiglia Bianchi, mentre per la famiglia Leclerc gioca Charles.
«Bene sfidanti, siete pronti?» chiede Caterina, reggendo un plico di fogli, annuiamo tutti e quattro all'unisono e l'italiana inizia con la prima domanda.
«Come si chiama il protagonista di "mamma ho perso l'aereo"?» domanda lei, sto per schiacciare il mio Babbo Natale, ma Charles lo fa prima di me.
«Kevin» risponde prontamente il monegasco, le prime domande sono semplici come quanti fantasmi fanno visita a Scrooge? oppure di dove è originario il pandoro?
«Chi è il regista de la banda dei babbi Natale?» chiede Lea, Charles preme il suo pupazzo e da la risposta giusta.
«Di che razza è Zampa, il cane di...» inizia Lea, ma l'italiana non riesce a finire la frase perché Charles la blocca e gli dà la risposta corretta, ovvero che Zampa è un golden retriever.
«Veniamo alle domande più complicate. Cosa lasciava il primo Babbo Natale nelle calze dei bambini cattivi?» domanda Caterina, premo velocemente il mio pupazzetto di gomma.
«Lasciava delle patate, successivamente le patate sono diventati carboni» rispondo, Lea passa alla domanda successiva, chiedendo di che colore era il primo vestito di Babbo Natale.
La risposta viene azzeccata da Tom e dopo altri dieci minuti passati a rispondere a domande riguardanti film, tutte indovinate da Charles, arriviamo all'ultima domanda.
«Come si chiamano le otto renne di Babbo Natale?» chiede Lea, a velocità supersonica premo il pupazzetto di gomma, dal quale esce un suono stridulo e mi schiarisco le idee per poi proferire:«Si chiamano Rudolph, Cometa, Ballerina...»
Mi blocco, apro e chiudo la bocca più volte mentre il battere nervoso del piede di Charles mi fa perdere la concentrazione, Lea esclama:«Anne perde la possibilità di rispondere alla domanda! Forza, prenotatevi!»
Charles preme il suo pupazzetto e veloce come una scheggia afferma:«Le otto renne di Babbo Natale sono Cometa, Ballerina, Fulmine, Donnola, Freccia, Saltarello, Donato e Cupido. Inizialmente, Rudolph non faceva parte del gruppo ma si è unita in seguito»
La famiglia Leclerc applaude al successo di Charles e mi ritrovo a complimentarmi con uno dei più grandi rivali che io abbia in questa baita, Martina ci spiega velocemente che l'ultima sfida ovvero "Christmas dinner", non è una vera e propria sfida ma semplicemente consiste nel preparare la cena di Natale tutti insieme.
Ci spartiamo i compiti e in poco tempo mi ritrovo con un grembiule a dosare gli ingredienti per preparare il ciambellone al cioccolato che cuciniamo sempre a casa, mi ritrovo in gruppo con Pierre, Pascale e Charles mentre ridiamo ripensando alle passate edizioni e ci sporchiamo di farina e cioccolato.
Più tardi
Vittoria! La famiglia Gasly è riuscita a stracciare la famiglia Leclerc e aggiudicarsi la vittoria con ben dieci punti di vantaggio!
Sdraiata nel letto, fatico a prendere sonno dopo la cena deliziosa ma troppo pesante per il mio stomaco; mi levo le coperte di dosso e mi dirigo al piano di sotto per prepararmi una camomilla e calmare in qualche modo il brontolio della mia pancia.
Scendo velocemente le scale indossando le ciabatte che Pierre mi ha regalato poco fa, estraggo una tazza dall'anta e la riempio di acqua, dopo aver scaldato il contenuto infilo una bustina di camomilla e mi dirigo in salotto per sedermi sul divano.
Non appena entro nel soggiorno, noto che il camino è acceso e davanti a esso c'è una figura di cui distinguo solo i lineamenti, mi avvicino un po' di più e la figura assume un viso e un nome.
Charles Leclerc.
«Non riesci a dormire?» domando sedendomi accanto a lui e sistemandomi il più vicino possibile al camino, il monegasco annuisce e un silenzio imbarazzante cala tra noi due.
Bevo un sorso di camomilla, mi torna alla mente il quizzone di quest'oggi e gli chiedo:«Come fai a sapere i nomi delle otto renne di Babbo Natale? È una cosa inutile!»
Il pilota sorride e alla mia domanda risponde:«Li so e basta, in più tu conosci i nomi dei sette re di Roma, potrei farti la stessa domanda»
Sussurro touché e il silenzio piomba di nuovo tra noi, ma Charles trova subito il modo per continuare a parlare, chiedendomi del perché Pierre mi chiami Nidavellir ma anche domandandomi cose non piacevoli.
«Davvero James ti ha fatto... insomma, ti ha tradita?» domanda lui, annuisco in silenzio e picchietto un'unghia sul bordo della tazza, il pilota sospira e afferma:«Siamo sulla stessa barca a quanto pare, qualcuno mi ha messo un bellissimo paio di corna, tanto per rimanere in tema natalizio!»
Spalanco gli occhi e trattengo una risata quando lo vedo tirare fuori un cerchietto con le corna da renna, Charles sussurra:«Ridi pure, tanto dormono tutti come dei sassi»
Appoggio la tazza sul pavimento e mi piego in due dalle risate mentre sento Charles cedere alle mie risa, poco dopo al monegasco viene in mente qualcosa e sale le scale con passo felino prima che io possa chiedergli qualcosa, torna nel giro di un paio di secondi con un pacchetto in mano, si siede nuovamente al suo posto e mi porge il pacchetto dicendo:«Buon Natale, Anne»
Rimango sorpresa, non ho preparato niente per Charles perché non avevo la più pallida idea del fatto che mi avrebbe fatto un regalo. Mi scuso con lui per il mio mancato regalo e apro il regalo, tutta eccitata.
«Spero che tu stia scherzando!» esclamo quando dal pacchetto estraggo un portachiavi a forma di guanto dell'Infinito, lo stesso guanto che Thanos ha indossato per distruggere l'umanità, Charles scuote la testa e osservo ancora per un po' il ciondolo.
È proprio identico a quello del film e le sei gemme dell'Infinito sono perfettamente incastrate, continuo l'ispezione del pacchetto e tra le dita sento del tessuto, estraggo la maglia e la apro, la scritta mi fa venire le lacrime agli occhi.
La stampa sul tessuto recita I love you 3000 e non posso rimanere impassibile davanti a questa frase, pronunciata da Tony Stark poco prima di morire, il monegasco osserva la mia espressione facciale e immediatamente si scusa:«Mi dispiace! Non volevo farti piangere ma era l'unica maglietta con una scritta accettabile!»
Sollevo la testa e prima che possa continuare con le sue scuse affermo:«Sto piangendo perché mi piace, ho quasi superato la morte di Tony Stark e credo di poter indossare questa maglietta senza poi diventare una fontana!»
Proprio quando sto per mettere via la carta, Charles mi rammenta che c'è un ultimo regalo all'interno, con la mano cerco qualsiasi cosa possa essere rimasta all'interno, della plastica mi pizzica la punta delle dita ed estraggo il misterioso oggetto.
«Del vischio di plastica?» domando non capendo il senso di questo regalo, Charles mi dice di alzare un po' di più il braccio ed eseguo il suo consiglio sollevando il rametto all'altezza del mio orecchio, il monegasco alza gli occhi al cielo e mi suggerisce di alzare un altro poco il braccio.
«Cosa stai cercando di fare?» esclamo alzando il braccio che regge il rametto fin sopra la mia testa, Charles si avvicina lentamente fino ad arrivare a poca distanza dal mio viso. Oh, avrei dovuto capirlo subito...
Le sue labbra si posano dolcemente sulle mie, inizialmente sono stupita ma lentamente mi lascio trascinare dalle emozioni represse in questi anni, la mia mano lascia cadere a terra il rametto di vischio e si insinua tra i capelli del pilota, nel frattempo la stanza ha iniziato a farsi più calda e non credo che sia a causa del camino acceso.
«Buon Natale, Captain Gasly» sussurra lui a un soffio dalle mie labbra, «Buon Natale, Charles» bisbiglio con la fronte appoggiata alla sua.
Per il resto del tempo rimaniamo così, a confessare sentimenti nascosti per parecchio tempo e a ridere delle nostre figuracce fatte in questa baita finché io non mi addormento, cullata dal suo respiro e dal calore che mi avvolge.
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