Ombra

Pur sforzandosi a ripercorrere la sua vita più volte, era riuscito solo a trovarne una piccola parte felice, spensierata e allegra, senza emozioni contrastanti e opprimenti. Fino ai suoi otto anni, infatti, era stato un bambino normale, con due genitori presenti anche se non molto affettuosi, una sorella meravigliosa e tanti cuccioli che adorava. Era felice. Quello era stato il periodo migliore della sua vita.
Dopodiché, tutto era stato in ombra.
Per evitare fraintendimenti, non aveva vissuto una vita completamente infelice o ingiusta, ma semplicemente, aveva trascorso il suo tempo all'ombra di qualcun altro; non bastavano mai gli sforzi, non contava la determinazione e non imprtavano le capacità, non riusciva comunque ad uscire da quella oscurità.
Il problema principale era che quell'ombra che lo metteva in secondo piano e gli rubava tutto ciò che possedeva senza sforzi apparenti, proveniva da una delle persone più importanti della sua vita: Wei WuXian.
Era piombato nella sua vita all'improvviso, quasi per caso e non ne era mai più uscito, né dopo aver reciso ogni rapporto, né con la sua morte, né con tutto l'odio che si era guadagnato negli anni a seguire da parte di Jiang Cheng che non era mai svanito.
Un giorno d'inverno, era arrivato ad approdo del Loto.
Era un bambino piccolissimo, vestito con abiti fin troppo leggeri, con le scarpe spaiate troppo grandi per lui, magrissimo e pieno di ferite, però, mentre Jiang FenMian lo portava in braccio, aveva un sorriso enorme e nessun segno di tristezza, sembrava il bambino più felice al mondo. Era strano, o almeno quello fu il secondo pensiero di Jiang Cheng subito dopo di "Lui è mio padre, perché porta in braccio quello lì?"
Era un pomeriggio invernale molto freddo e Jiang Cheng stava giocando felicemente con i suoi tre cuccioli che amava moltissimo e che erano i suoi unici amici. Quando vide il bambino che si avvicinava però, lasciò i cuccioli da parte e rivolse immediatamente uno sguardo astioso in quella direzione. Non voleva quel bambino in giro. Non lo conosceva e non sapeva perché fosse lì, ma odiava sia la sua espressione che l'espressione di suo padre, che mai lo aveva tenuto in braccio in quel modo o gli aveva sorriso così ampiamente. Lo odiava, lo odiava e lo odiava.
Però era curioso... Cosa ci faceva quel bambino lì? Perché era ridotto in quello stato? Da dove veniva? Perché suo padre lo stringeva in quel modo? Perché sorrideva così? Trasportato da quelle domande, uscì per andare a vedere e i cani lo seguirono. Mente si avvicinava salutando il padre, sentí uno strillo acutissimo e subito dopo dei singhiozzi. Guardò stupito verso l'alto e vide che il piccolo bambino aveva sepolto il volto nella spalla di suo padre e urlava mentre piangeva. Stava tremando mentre gridava che non voleva essere morso di nuovo dai cani, che aveva tanta paura e che voleva andarsene subito e nascondersi lontano da quegli animali.
Jiang Cheng si mise subito sulla difensiva e nascose i cani dietro di sé. Il padre però aveva già iniziato a parlare chiedendogli di liberarsi dei cani per il bene di A-Xian che ne aveva troppa paura e non riusciva neanche a guardarli. Non appena lo sentí, prese subito a urlare, a piangere e ad inveire verso quel bambino che non doveva assolutamente essere lì. Perché? Perché suo padre voleva privarlo dei suoi cani? Perché ascoltava le parole di quel bambino che non aveva nulla a che fare con loro e arrivava solo quel giorno da chissà dove? Perché lo chiamava come fosse un figlio, mentre a lui lo aveva sempre chiamato Jiang Cheng? "Perché?" Continuò ad urlare dimenandosi furiosamente, e non ricevendo risposta, scappò con i suoi cani, tentando di nascondersi. Si chiuse in camera sua e pianse abbracciando i cagnolini che tanto amava. Capiva benissimo che la paura di quel bambino era reale e incontrollabile e sapeva che sarebbe stato meglio non fargli vedere i cani, però quella era casa sua, erano i suoi cani e quello che il bambino stringeva era il suo papà. Era arrivato da pochi minuti e già lo aveva privato di molto, cos'altro voleva togliergli? Quel piccolo sconosciuto non aveva alcun diritto di privarlo delle sue cose, non poteva permetterlo e se fosse successo, non lo avrebbe mai perdonato, per nessun motivo. Continuò a piangere incessantemente urlando e iniziò a distruggere la sua stanza , spaventando a morte i cagnolini che fuggirono con la coda tra le gambe. Quando finalmente si calmò, si sentí un pochino in colpa. Pensò di dover almeno chiedere chi fosse quel bambino e come mai fosse ridotto in quello stato. Sembrava debole e infreddolito, forse non aveva nessuno e suo papà aveva deciso di aiutarlo per qualche motivo. Preso dalla curiosità, andò nella sala principale e trovando come si aspettava i suoi genitori, sua sorella e quel bambino, chiese spiegazioni. Venne a sapere che quel bambino era figlio di un servo della loro scuola, amico di suo padre e di sua madre e che sia lui che sua moglie erano morti durante una caccia notturna. Dopo averlo scoperto, suo padre aveva cercato ovunque il bambino rimasto solo e lo aveva trovato da solo a mendicare per le strade, cercando bucce di frutta per sfamarsi. Jiang Cheng comprese che il padre lo aveva fatto per amicizia e si sforzò per cercare di essere gentile verso quel bambino che ora gli faceva un po' pena, dopotutto aveva perso ogni cosa e non aveva un luogo in cui tornare. Lo salutò educatamente, si scusò, si presentò e gli disse che avrebbero potuto giocare insieme ogni tanto visto che avevano più o meno la stessa età. Cercò di essere gentile, sia perché si sentiva in colpa, sia per rendere orgoglioso suo padre, ma tutti i suoi sforzi ebbero vita breve, perché gli venne chiesto di liberare i cani e dividere la stanza con quel Wei WuXian. La rabbia che si era attenuata, esplose nuovamente in lui, impedendogli di accettare altre ingiustizie. Finse di accettare tutto però, aspettò che i genitori fossero andati a dormire e poi decise di colpire e vendicarsi. Il bambino era in camera con lui, nella sua camera e non poteva accettarlo per nessun motivo; quindi lo buttò fuori, gli lanciò le coperte e gli urlò che quelle cose appartenevano a lui e non le avrebbe condivise, gli disse anche che avrebbe chiamato i cani per farlo mordere se non fosse rimasto fuori di lì. Sentendo quelle parole, il bambino scappò via dal terrore, lasciando Jiang Cheng da solo nella sua stanza. Ci vollero dieci minuti prima che si sentisse sommerso dai sensi di colpa e uscisse di corsa dalla camera per cercarlo. Non trovandolo nei dintorni, rimise attentamente le coperte al loro posto, preoccupandosi eccessivamente per il letto del bambino e andò di corsa a chiamare sua sorella, sperando di poter fare qualcosa senza far agitare tutti. Il bambino era scappato a gambe levate, ma non conosceva approdo del loto e non aveva nulla con cui fare luce, quindi si sarebbe potuto perdere, sarebbe potuto cadere, o molto peggio. Era un bambino della sua età che per caso aveva invaso la sua proprietà, ma non lo aveva scelto e non sembrava per nulla cattivo, anzi. Jiang Cheng pensò di aver reagito in maniera eccessiva e quindi decise di chiedere aiuto. Sua sorella andò di corsa a cercarlo, dicendogli di chiamare qualcuno per aiutarli, ma questo lui non poteva proprio farlo. Suo padre lo avrebbe scoperto sicuramente e sarebbero stati guai; non voleva vedere lo sguardo deluso di suo padre e neanche essere privato di qualcos'altro che gli apparteneva di diritto. Decise quindi di andarlo a cercare anche lui, ma nella fretta dimenticò di prendere la lanterna e senza riuscire ad orientarsi, cadde in un buco, sbattendo la testa. Non sapendo cosa fare, iniziò a piangere e a chiamare disperatamente la sorella, capendo di aver combinato un guaio e di non sapere come rimediare. Fortunatamente sua sorella lo sentí e andò ad aiutarlo e a tirarlo fuori dal buco. Accanto a lei, c'era Wei WuXian che sorrideva e non sembrava per nulla arrabbiato. Vedendolo, Jiang Cheng si sentí ancora più in colpa e si affrettò a chiedere scusa con le lacrime che ancora gli scendevano dalle guance. Il bambino non solo lo perdonò subito, ma gli promise che non avrebbe detto nulla di ciò che era successo, sorprendendo Jiang Cheng. Quel bambino sembrava straordinario; sorrideva sempre nonostante la sua situazione, era intelligente e acuto e dimenticava subito tutto ciò che gli succedeva di negativo. Decise di volergli dare una possibilità.
Il giorno seguente erano già amici.
Essendo ancora dei bambini, avevano molto tempo libero e molte energie; Jiang Cheng gli insegnò a nuotare e a pescare, si arrampicarono sugli alberi e giocarono con gli aquiloni. Fu un bel periodo per entrambi; tanto bello che Jiang Cheng quasi dimenticò il motivo per cui gli era stato tanto antipatico all'inizio.
Purtroppo per lui però, quella spensieratezza ebbe vita breve.
Poco tempo dopo iniziarono a studiare per formare il nucleo d'oro e iniziare quindi a coltivare. Jiang Cheng era ansioso di mettersi all'opera, imparare in fretta, rendere orgogliosi i suoi genitori e diventare un degno erede al titolo di gran maestro. Aveva un gran potenziale e molta determinazione, quindi non impiegò molto per formare il nucleo e a dimostrare di avere davanti un gran futuro. Purtroppo per lui però, che era così determinato e competitivo, non era il migliore e quello, lo faceva infuriare. Wei WuXian non solo aveva un potenziale immenso, ma non doveva dimostrare nulla a nessuno, non aveva uno scopo preciso in futuro, non aveva alcuna responsabilità e non sembrava minimamente intenzionato ad impegnarsi. Non ci sarebbe stato nessun problema, se Wei WuXian non fosse stato comunque un passo avanti a Jiang Cheng. Passava le sue giornate, come quando erano più piccoli, nuotando, tirando frecce agli aquiloni, cacciando fagiani e da quando era diventato abbastanza grande, importunando le ragazze di approdo del Loto. Non si preoccupava minimamente di passare le giornate sui libri o allenandosi, ma Jiang Cheng non lo aveva mai battuto in nulla, né con la spada, né nelle arti marziali, né nella semplice energia spirituale. Non importava quanto duramente si allenasse o quanto tempo passasse a studiare, era sempre un passo indietro e non riusciva ad accettarlo, soprattutto perché suo padre adorava Wei WuXian e lo trattava come un figlio, mentre lui, che era realmente suo figlio, veniva trattato sempre con freddezza e quello che lui credeva fosse disprezzo. Pensava di aver superato quel senso di rabbia e gelosia che aveva provato il giorno del loro incontro, ma a quanto pareva era più forte di lui e non riusciva in alcun modo a farsene una ragione.
Wei WuXian amava Jiang Cheng e lo coinvolgeva in tutti i suoi passatempi, non lasciandolo mai da solo ed era impossibile non essere contagiati dal suo entusiasmo e dalla sua intraprendenza, per questo Jiang Cheng stava tanto male quando si soffermava troppo a pensare a lui, perché era impossibile odiarlo e allo stesso tempo altrettanto impossibile amarlo, però non voleva darlo a vedere, quindi passava le sue giornate studiando, giocando con Wei WuXian e tormentandosi in silenzio la sera senza avere il coraggio di parlarne con qualcuno. Lentamente Jiang Cheng iniziava a logorarsi mentalmente, ma credeva fosse normale e che fosse più importante godersi quell'unico vero amico che aveva trovato. Credeva che sarebbe stato in grado di passare sopra a tutto ciò pur di tenersi vicino quel patetico scansafatiche che tanto lo faceva ridere e sentire felice quanto lo metteva in ombra e lo faceva sentire un po' inferiore. E così il tempo passò e da bambini, divennero adolescenti, cambiando in livello di coltivazione e abilità, ma non nel carattere, continuando a combinare guai insieme e a stringere sempre maggiormente quel legame bellissimo e al tempo stesso pericolosissimo.
Jiang Cheng non riusciva a non amare profondamente Wei WuXian, lo vedeva come un fratello, ma non era cambiato nulla. Era combattuto e non riusciva mai ad essere pienamente soddisfatto né di sé stesso, né di avere proprio lui al suo fianco. Da un lato lo stimava, ma dall'altro lo invidiata e voleva quindi mantenere le distanze, per questo non lo aveva mai voluto chiamare con il suo nome di nascita. Era un modo per restare distaccato, anche se probabilmente da bambino non lo aveva realizzato pienamente, e nonostante sicuramente Wei WuXian lo avesse capito da tempo, non aveva mai accennato nulla in proposito, non se ne era mai lamentato né tanto meno si era arrabbiato. Erano sempre insieme e programmavano di rimanere vicini per sempre, quindi quando capitò la possibilità di andare a studiare alla scuola Lan di Gusu, i due partirono insieme verso quella nuova esperienza.
Jiang Cheng voleva ad ogni costo fare bella figura e portare onore alla sua famiglia, ma suo fratello non era per nulla interessato a cose del genere e portò invece un mare di problemi. Non fece altro che giocare, provocare lo studente più illustre della scuola e bighellonare, finché alla fine non venne cacciato da Gusu. In quell'occasione precisa, Jiang Cheng sapeva perfettamente che Wei WuXian aveva fatto una cosa giusta e lo aveva salvato dal mettere nei guai sé stesso e la sua scuola, dopotutto aveva difeso l'onore di sua sorella, come avrebbe sicuramente fatto lui se non fosse stato battuto sul tempo. Però non riusciva a ringraziarlo o a trattarlo bene, perché suo padre era venuto a prenderlo di persona e con il suo stesso figlio non si era mai preso tanto disturbo. Quindi era molto geloso, molto arrabbiato e ferito, ma il suo orgoglio gli impediva di mostrarlo e inoltre, litigare con Wei WuXian sembrava impossibile, quindi il broncio sul volto di Jiang Cheng ebbe vita breve e ripresero subito a scherzare, a ridere e a burlarsi di quel pavone che era Jin ZiXuan.
Quando Jiang Cheng si ritrovò da solo nella sua stanza, fu sommerso nuovamente da quei sentimenti contrastanti dei quali non si sarebbe mai liberato e ormai ne era più che convinto. Era completamente sicuro di amare Wei WuXian, tanto quanto era sicuro di odiarlo e pensando al tempo che avevano passato insieme e che avrebbero dovuto passare insieme in futuro, non poté fare a meno di chiedersi se fosse stato o meno il caso di trovare un modo per allontanarlo da sé stesso e dalla sua scuola. Dopotutto, gli rimaneva solo una cosa completamente sua ed era il diritto di diventare Gran maestro della sua scuola, ma cosa avrebbe fatto se Wei WuXian gli avesse preso anche quello? Sicuramente ne sarebbe stato capace, visto che lo aveva provato di tutto.

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Innanzitutto, grazie mille a @giorgiaferro88 e a Bichenqing per i consigli e il sostegno. Senza di voi avrei fatto un disastro.

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иυονα ѕτοяια мοℓτο ϐяєνє.
нο ρєиѕατο ƒοѕѕє ιиτєяєѕѕαиτє ραяℓαяє ∂ι נιαиg ϲнєиg є ѕοƒƒєямαямι ѕυι ѕєиτιмєиτι ϲнє ѕοиο ϲяєѕϲιυτι ιи ℓυι ѕιи ∂α գυαи∂ο єяα ριϲϲοℓο. ιиƒοи∂ο ℓυι є̀, ѕєϲοи∂ο мє, υиο ∂єι ρєяѕοиαggι ριὺ ϲοмρℓєѕѕι є ιиτєяєѕѕαиτι ∂єℓℓ'ιиτєяα иονєℓ.

νοι ϲοѕα иє ρєиѕατє ∂ι נιαиg ϲнєиg?
ℓο αмατє? ℓο ο∂ιατє? ℓο ϲοмρατιτє?
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Pubblicità: se siete fan di Given, passate sul profilo del mio Wangji Bichenqing che ha scritto la lettera di Yuki a Mafuyu "storia di un inverno" ed è meravigliosa

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