Mi misi seduto sul letto della mia camera allo stremo delle mie forze, le mie gambe cedettero, così finii sulle morbide e fredde lenzuola che ricoprivano il mio letto, rosso.

I capelli, trattenuti prima dai quintali di gel, dividevano sulle mie spalle, morbidi.

Piansi anche io quel giorno.

«Perché proprio Midoriya?!»

Volevo gridare, ma non ne avevo il coraggio.

Mi mantenne la testa fra le mani, con le forza delle braccia che pareva inesistente.

Non ero forte, non più.

Bakugou piangeva, soffriva per la morte del suo amato, ed io per lui, che non avrebbe mai accettato uno come me, se non come amico.

Io sono suo amico?

Non mi amava, ma io amavo lui. Perché non mi sono innamorato di Kaminari, che era il mio migliore amico? LUI avrebbe ricambiato...

Ma...

Non era quello che volevo, non volevo lui.

«PERCHÉ PROPRIO TU, CHE MI FAI SOFFRIRE E RENDERE FELICE ALLO STESSO TEMPO, EH, BAKUGOU?!»

L'unica cosa che dominava in quella stanza era il buoio totale, forse qualche piccolo raggio di sole poteva passare dalle fessure delle tapparelle, illuminando le mie lacrime, che cadevano poco dopo al suolo.

Si sentivano i singhiozzi e le imprecazioni, nient'altro.

Ero malato di depressione, forse. Ma poco importava.

L'unica cosa che mi importa è Bakugou.